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Vetro (regolamento 1179/2012/UE)

5. Linee guida SNPA: Criteri condivisi per l’attività di controllo

1.2. Vetro (regolamento 1179/2012/UE)

Il “regolamento (UE) N. 1179/2012 della Commissione del 10 dicembre 2012, recante i criteri che determinano quando i rottami di vetro cessano di essere considerati rifiuti ai sensi della direttiva 2008/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio”, costituisce il secondo atto normativo emanato dagli organi comunitari in tema di end of waste. Il regolamento 1179/2012/UE contiene sei Considerando, sei articoli e due Allegati.

Ai sensi dell’art. 1 l’oggetto del Regolamento è la individuazione dei casi in cui i rottami di vetro destinati alla produzione di sostanze od oggetti cessino di essere rifiuti attraverso processi di rifusione.

L'art. 2 contiene sette definizioni applicabili ai fini del Regolamento e stabilisce l'applicabilità delle definizioni di cui alla Direttiva 2008/98/CE,

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in primis per tale articolo si definisce rottame di vetro il «rottame derivante dal recupero di rifiuti di vetro».

L’art. 3 prevede i criteri da soddisfare cumulativamente, affinché il materiale in questione cessi di essere un rifiuto:

- i rottami ottenuti dall’operazione di recupero devono soddisfare i criteri indicati al punto 1 dell’Allegato I;

- i rifiuti utilizzati come materiale dell’operazione di recupero devono soddisfare i requisiti prescritti al punto 2 dell’Allegato I; - i rifiuti utilizzati come materiale dell’operazione di recupero

devono essere trattati conformemente ai criteri fissati nel punto 3 dell’Allegato I;

- il produttore deve rispettare i requisiti degli artt. 4 e 5;

- i rottami di vetro devono essere destinati alla produzione di sostanze o oggetti di vetro tramite processi di rifusione.

L’art. 4 obbliga il produttore o l’importatore, per ciascun lotto di rottami di vetro, ad effettuare una dichiarazione di conformità in base al modello disposto nell’Allegato II.

L’art. 5 dispone che il produttore adotti un sistema di gestione per dimostrare la conformità ai criteri indicati nell’art. 3, certificato da un ente terzo accreditato ai sensi e per gli effetti del regolamento 2008/765/CE.

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Come riporta CoReVe86, il In Italia, la raccolta differenziata del vetro

avviene con modalità stradale (campane) oppure “porta-a-porta”. Risulta importante che nel trasporto fatto dal gestore della raccolta il materiale non venga frantumato eccessivamente, in quanto pezzetti molto piccoli di ceramica, cristallo o pyrex, sfuggono alla selezione degli inquinanti operata nell’impianto di trattamento e rovinano gli sforzi virtuosi fatti dai cittadini.

Il percorso verso il riciclo prosegue negli impianti di trattamento, il rottame reso idoneo ad essere riciclato nei forni fusori delle vetrerie per la produzione di nuovi contenitori in vetro perde quindi la qualifica di rifiuto. Come riporta Co.Re.Ve «attraverso un processo che usa macchine di selezione degli inquinanti (tutti i materiali diversi dal vetro da imballaggio) sempre più sofisticate e passaggi ripetitivi, frammenti sempre più piccoli di materiali estranei sono oggi individuati e scartati,

86 Il CoReVe (Consorzio Recupero Vetro) è stato costituito nel 1997 a seguito del d.lgs. 22/97, integrato con il d.lgs. n. 152/2006. Hanno l’obbligo di aderirvi i produttori e gli importatori, sia industriali che commerciali, di imballaggi in vetro. Aderisce, a sua volta, al Consorzio Nazionale Imballaggi (CONAI). Opera in via sussidiaria all’attività di altri operatori economici del settore per incentivare e supportare la raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio in vetro e garantire l’avvio al riciclo del materiale conferito.

Ha personalità giuridica di diritto privato, non ha fini di lucro ed è tenuto a garantire l’equilibrio della propria gestione finanziaria.

Ogni anno deve trasmettere al CONAI e al Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare il Piano Specifico di Prevenzione (PSP), un rapporto sullo stato di avanzamento della raccolta differenziata e del riciclo dei rifiuti di imballaggio in vetro in Italia comprendente anche il programma degli obiettivi di riciclo dei tre anni successivi.

CoReVe persegue la sua missione attraverso un sistema di convenzioni volontarie con i Comuni, o con i loro delegati, che prevede, sulla base di quanto stabilito dall’Accordo ANCI-CONAI, l’erogazione ai Convenzionati di corrispettivi, a fronte dei costi emergenti dovuti alla raccolta fatta in maniera differenziata, modulati sulla base della qualità (presenza di materiali impropri) e quindi della riciclabilità dei rifiuti consegnati.

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consentendo così il recupero di frazioni di materiale fine che fino a pochi anni fa erano destinate allo smaltimento. La tecnologia degli impianti più avanzati permette di selezionare i materiali inquinanti, come il cristallo, la ceramica e il pyrex, di dimensioni via via minori (attualmente fino a 4 mm di diametro)87».

La frazione fine, costituita dai frammenti di vetro più piccoli, dalla quale non è possibile rimuovere gli inquinanti, può essere parzialmente recuperata a certe condizioni. Se possibile è trasformata, tramite rimozione della carica organica e macinazione, in “sabbia di vetro”: riciclabile in vetreria, edilizia ed altri settori.

Sempre secondo Co.Re.Ve, molto promettente è il fatto che i più recenti impianti di trattamento sono dotati della tecnologia che permette la separazione dei rottami di vetro per colore. In questo modo si sta ampliando la possibilità di avvio a riciclo di quanto raccolto, dato che con rottame di colore misto si producono solo vetri colorati.

Dopo il trattamento, il rottame di vetro è «pronto per essere fuso nel forno in sostituzione delle materie prime vergini, per la maggior parte soda e sabbia che, per diventare nuovo vetro, devono invece prima subire un processo di trasformazione chimica ad alta temperatura.

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La produzione di nuovi contenitori in vetro (bottiglie e vasetti) attraverso il riciclo dell’MPS proveniente dalla raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggi in vetro è un esempio perfetto di economia circolare, un modello di piena sostenibilità economica ed ambientale di un materiale detto “permanente”.

Attualmente, i forni che producono vetro verde, prevalentemente utilizzato per bottiglie per vino, birra e olio, possono impiegare una miscela composta fino al 90% di rottame di vetro. I fattori limitanti per l’uso in vetreria di MPS da raccolta differenziata è, soprattutto, la presenza di ceramica, di cristallo e di pyrex, anche in quantità molto piccole88».

Il vetro fuso esce dal forno e viene incanalato verso gli stampi delle macchine di formatura, nei quali viene soffiato e trasformato in un nuovo contenitore. Successivamente, dopo rinvenimento nel forno di ricottura dove subisce un raffreddamento controllato che lo rende più resistente, l’imballaggio viene accuratamente controllato con macchine meccaniche, ottiche ed elettroniche, che garantiscono l’assenza di difetti, per essere poi ceduto alle imprese di confezionamento di bevande e alimenti ed immesso al consumo. Se correttamente affidato alla raccolta differenziata, dopo il consumo l’imballaggio potrà ritornare ad essere riciclato in vetreria all’infinito, senza alcuna perdita di materia o decadimento qualitativo.

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Sempre secondo CoReVe, l’utilizzo del rottame di vetro recuperato dalla raccolta differenziata e riciclato in vetreria, in sostituzione delle materie prime vergini, comporta una serie di benefici ambientali ed economici. Risparmio di energia:

- Il risparmio diretto conseguibile con l’impiego del 10% di rottame “pronto al forno” come MPS è pari al 2,5% dei consumi energetici totali necessari per la trasformazione chimica e la fusione del vetro. L’uso del rottame in sostituzione delle materie prime vergini ha permesso, nel solo 2018, un risparmio di energia diretta ed indiretta superiori a 350 milioni di metri cubi di metano.

Risparmi di emissione di anidride carbonica:

- L’uso di rottame “pronto al forno” in sostituzione delle materie prime vergini consente anche una notevole riduzione di emissioni di anidride carbonica, derivante sia dal minor uso del combustibile, non più necessario per le trasformazioni chimiche, sia dalla mancata decomposizione della parte delle materie prime costituite dai carbonati. Nel 2018, il riciclo del vetro ha evitato l’emissione in atmosfera di oltre 2 milioni di tonnellate di anidride carbonica. Risparmi di materie prime:

- Dato che per produrre 100 kg di vetro sono necessari circa 117 kg di materie prime vergini, sostituibili con solo 100 kg di rottame,

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riciclare significa attuare un percorso virtuoso che permette una riduzione sostanziale del consumo di risorse naturali e minor attività estrattive. Tutta la Materia Prima Seconda che le vetrerie produttrici di imballaggi hanno riciclato nel 2018 (sia proveniente dalla raccolta differenziata nazionale di imballaggi che da altre origini) ha consentito una riduzione dell’uso di materie prime tradizionali (sabbia, soda, carbonati, etc.) per oltre 3 milioni di tonnellate89.