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LA COPROGETTAZIONE IN TOSCANA

CAP 4 LA REGIONE TOSCANA

4.7 LA COPROGETTAZIONE IN TOSCANA

Nel paragrafo precedente abbiamo analizzato la coprogrammazione, in particolare quella zonale e alla luce di quanto abbiamo detto possiamo affermare che in generale si tratta di un processo che riguarda l’individuazione e il dimensionamento dei programmi che realizzano gli obiettivi generali di salute e benessere veri e propri, attraverso la partecipazione sia delle strutture pubbliche e sia delle organizzazioni di cittadinanza attiva presenti sul territorio, intesi nella loro qualità di soggetti sociali.

Quando si parla di progettazione o coprogettazione si fa riferimento a una fase che dipende e deriva dalla coprogrammazione ma allo stesso tempo se ne distingue. Questo perché riguarda l’elaborazione di soluzioni applicative in esecuzione delle linee di programmazione, e si realizza attivando gruppi misti di progettazione che coinvolgano sia i soggetti pubblici che i soggetti privati nella loro qualità di produttori di servizi.

A tal proposito, dal punto di vista degli strumenti programmatori, cioè il PSSIR e il PIS sottolineano l’importanza di riservare un’attenzione particolare alle modalità specifiche di rapporti con il no profit, in grado di ottimizzare le risorse della comunità locale.

Infatti l’obiettivo fondamentale di questi strumenti programmatori regionali è quello di promuovere e individuare procedure innovative e alternative rispetto all’appalto e alla concessione, che perseguano l’efficacia e l’efficienza degli interventi e che nel rispetto dei principi di trasparenza, concorrenza e legalità, rendano effettiva la partecipazione dei soggetti sociali.

A tal proposito è importante mettere in evidenza che la scelta di ricorrere alle istruttorie pubbliche di coprogettazione trova la sua prima esplicitazione all’interno della programmazione zonale.

Quest’ultima infatti è il luogo di definizione della governance territoriale dei servizi e quindi del modello di relazione tra enti locali, terzo settore e gli altri soggetti che partecipano alla programmazione

zonale (De Ambrogio U., Guidetti C., 2016:42-43).

Essa inoltre definisce gli obiettivi strategici dello sviluppo del welfare territoriale e per questo motivo diventa il momento dove la coprogettazione deve essere riconosciuta come matrice dei rapporti con il terzo settore in ordine alla progettazione dei servizi innovativi e

sperimentali (ivi:42-43).

La Regione Toscana ha assunto la prospettiva del ciclo di

programmazione europea denominata “Strategia Europa 2020”53 la

quale si basa su obiettivi tematici e su una serie di misure volte a concentrare le azioni dei singoli Stati e delle Regioni verso obiettivi

strutturali utilizzando programmi operativi fortemente integrati (Anci

Toscana, 2016 : 2)54.

Tra i vari fondi oggetto del ciclo di programmazione europea è ricompreso anche il Fondo Sociale Europeo (FSE) che è dedicato

specificamente all’investimento nelle risorse umane (ivi:2). I suoi assi di

intervento sono: la promozione dell’occupazione e il sostegno della mobilità dei lavoratori; la promozione dell’inclusione sociale e la lotta contro la povertà; l’investimento nell’istruzione, nelle competenze e nell’apprendimento permanente; il miglioramento della capacità

istituzionale e l’efficienza della pubblica amministrazione (ivi:2).

Il 20% del Fondo è riservato alla lotta all’esclusione sociale, in questo modo, l’Europa vuole garantire l’equilibrio basilare tra i due elementi cardine della Strategia Europa 2020, cioè lo sviluppo economico e la qualità sociale (ivi:2).

Sulla base di questo ciclo di programmazione europea, la Regione Toscana ha elaborato e gestito un Programma Operativo Regionale

53 Vedi nota n. 34: 52

54 Anci Toscana, Assistenza ai processi zonali di co-progettazione “Servizi di accompagnamento al

(POR) che racchiude azioni molto complesse e focalizzate sul tema

dell’esclusione sociale e delle povertà (ivi:2).

E’ importante mettere in evidenza che “la Regione Toscana si caratterizza per aver coniugato ed armonizzato i fabbisogni del territorio espressi nella programmazione di zona con le fonti di finanziamento regionali previste dal POR FSE. Un fondamento programmatico è

rinvenibile anche nel PSSIR (2012-2015)” (Bartoli et al., 2016:15)55.

All’interno di questa cornice i Comuni approvano istruttorie pubbliche di presentazione di manifestazione di interesse relativa alla co- progettazione di interventi a valere sul POR FSE.

Su questa base, “Il POR FSE rappresenta un nuovo ciclo di programmazione che si basa sulla messa a disposizione di “budget zonali” attivabili attraverso un processo di co-progettazione organizzato

e condotto a livello zonale” (ivi:15).

“Il raggiungimento degli obiettivi locali rappresenta la principale base sia per la programmazione nazionale e regionale e sia per la realizzazione degli interventi” (ivi:15).

“L’impostazione del POR prevede che l’accesso alle singole linee di finanziamento sia sempre condizionato dalla presenza di azioni capaci di costruire reti finalizzate a livello locale. Questa modalità è prevista sia per quanto riguarda la disabilità, sia la povertà o i servizi di cura” (ivi:15).

“Questo significa che i bandi regionali relativi alle singole azioni prevedono che in ciascuna zona sia effettuato un percorso di co-

progettazione a condotta pubblica strutturato e cadenzato” (ivi:15).

“Questa modalità di lavoro è considerata sia lo strumento tecnico più adeguato per disegnare e organizzare i nuovi interventi in campo sociale, sia come approccio partecipativo che permette di riattivare e

coinvolgere le reti comunitarie pubbliche e private” (ivi :15).

Il POR FSE- Asse di Inclusione Sociale prevede i finanziamenti per sei misure operative che riguardano anche l’inserimento dei soggetti

55 Bartoli G., Menegatti V., Ranieri C., Russo A., Rapporto di coprogettazione, 2016 consultabile

disabili, l’inserimento dei soggetti svantaggiati, il sostegno alle famiglie per l’accesso ai servizi di cura rivolte a persone con limitata autonomia (Bartoli et al., 2016:16)56.

Per quanto riguarda queste tre misure l’accesso ai finanziamenti è regolato da specifici bandi regionali che prevedono l’elaborazione di proposte progettuali di livello zonale costruite attraverso un percorso di coprogettazione con la comunità locale.

E’ importante sottolineare che questa impostazione del POR FSE produce un impatto molto significativo a livello locale determinando l’attivazione delle reti comunitarie e le metodologie legate alla

coprogettazione (ivi:16). Infatti entrambi questi aspetti sono

fondamentali per assicurare l’efficacia e la prospettiva delle singole azioni locali, ma allo stesso tempo richiedono anche una attività organizzativa e tecnica complessa da parte degli ambiti locali.

56 Bartoli G., Menegatti V., Ranieri C., Russo A., Rapporto di coprogettazione, 2016 consultabile