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3 LAVORO IN SICUREZZA

3.2 Cosa è stato fatto per promuovere la sicurezza

Negli anni si è cercato di creare un ambiente di lavoro sempre più sicuro dove la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori fossero elementi basilari ed imprescindibili e di migliorare le condizioni di lavoro per ridurre la possibilità di infortuni ai dipendenti dell’azienda, agli altri lavoratori, ai collaboratori esterni (subcontraenti) e a quanti si trovano, anche occasionalmente, all’interno dell’azienda. Una serie di misure di igiene e tutela della salute devono essere adottate al fine di proteggere da possibili danni alla salute e malattie professionali non solo il lavoratore, ma la popolazione in generale e l’ambiente. Lo sviluppo di un sistema di gestione in questo senso è stato possibile grazie all’introduzione di alcuni elementi fondamentali, che hanno trovato applicazione nel corso degli anni e che si sono radicati nella cultura di chi si occupa della sicurezza. Il seguente potrebbe essere considerato come uno schema riassuntivo dei vari passi da seguire per portare avanti un’efficace sistema di gestione della sicurezza sui posti di lavoro:

 strategia;

 organizzazione;

 pianificazione ed esecuzione;

 verifica delle prestazioni;

 revisione.

Strategia: è fondamentale definire gli obiettivi che si vogliono raggiungere prima di poter

intraprendere un’efficace azione nel campo della sicurezza. L’alta direzione ha il dovere di individuare quelle che sono le criticità su cui intervenire. Creando una lista degli interventi più urgenti, anteponendo il bene della collettività rispetto a quello del singolo operatore secondo una logica che vada a toccare tutti gli ambienti lavorativi. Solo così ci potrà essere un’allocazione ottimale delle risorse disponibili;

Organizzazione: occorre definire una struttura organizzativa, che permetta di collegare le

azioni concrete in materia di igiene e sicurezza agli obiettivi strategici precedentemente considerati. Vedere in pratica come dover organizzare l’intero sistema per poter raggiungere le mete che sono state identificate al punto precedente. A volte questo procedimento richiede del tempo data la numerosità delle variabili da considerare. Ma nelle piccole imprese non è necessario avere un’organizzazione troppo complessa, quanto piuttosto che sia efficace nella pratica;

Pianificazione ed esecuzione: bisogna dedicare del tempo a pianificare anticipatamente

quello che si dovrà fare per la sicurezza. Per ottenere il massimo rendimento è necessario predisporre per la programmazione delle varie attività non solo il tempo, ma anche le risorse adeguate;

Misura delle prestazioni: parte essenziale di ogni strategia risulta essere l’analisi dei

risultati ottenuti. Nel campo della sicurezza si possono utilizzare le indicazioni che ci vengono fornite dall’andamento della tendenza. Infatti si ricavano dati molto interessanti nel confronto tra i valori nuovi e quelli precedenti degli indici infortunistici oppure tra le nuove e vecchie modalità di accadimento degli incidenti. Un ulteriore passo in avanti sarebbe costituito dall’individuare metodi di misura sempre più efficaci, che possano

rappresentare ancora meglio i cambiamenti che si sono verificati, per ottenere informazioni riguardo alla validità degli interventi messi in atto;

Verifica delle prestazioni: può essere condotta internamente oppure esternamente. Nel

primo caso ci si ferma ad effettuare un confronto solo tra gli attuali risultati conseguiti dall’impresa con quelli ottenuti nei periodi precedenti. Nell’altro tipo di verifica invece non ci si limita ai soli dati dell’azienda, ma essi vengono confrontati con quelli di altre imprese dello stesso settore che operino con la stessa filosofia. Questo sistema decisamente più efficace ma più laborioso permette tra l’altro di identificare nell’impresa che consegue i migliori risultati un modello di riferimento per il futuro;

Revisione: l’aziende può e deve aggiornare gli obiettivi sia in relazione a fatti interni

dell’azienda, quali ad esempio considerazioni realistiche dei risultati ottenuti, cambiamenti del management, azione sindacale, sia come conseguenza di sollecitazioni provenienti dall’esterno, come l’introduzione di nuove leggi e norme oppure la pressione dell’opinione pubblica. In particolare tra le cause esterne può avere un ruolo di assoluto rilievo la definizione di nuovi sistemi di incentivo da parte dell’ente assicuratore. Una tale politica renderebbe esplicito e conseguibile con certezza il risparmio su di una quota di costi diretti legati al verificarsi di infortuni e malattie professionali.

Dai fattori appena analizzati si deduce la complessità della gestione di un sistema di sicurezza, data l’articolazione dell’attività e la numerosità e varietà dei fattori di rischio da considerare. Ecco perché nel tempo si è diffuso il metodo delle liste di controllo (check list), reperibili sul mercato e modificabili dall’utente per adattarle ai casi specifici, costituite da lunghi elenchi di quesiti che aiutano l’analista a non trascurare nessuno degli aspetti da verificare per la sicurezza e la salute dei lavoratori.

Inoltre sono intervenuti anche altri fattori che hanno influito negli ultimi anni a determinare l’attuale concezione di sicurezza e prevenzione, ad esempio:

 la ricerca e sviluppo nel campo medico e scientifico;

 l’evoluzione della legislazione.

Operato delle organizzazioni sindacali: tale operato ricopre un ruolo importante di

protezione dei lavoratori attraverso un’opera di costruzione e ricostruzione della solidarietà nel lavoro, attraverso una pratica di rappresentanza e di contrattazione; svolge un’azione di tutela, finalizzata a difendere, affermare e conquistare diritti individuali e collettivi, che vanno dai sistemi di welfare ai diritti sul posto di lavoro. In questi ultimi anni tale attività si è mossa in maniera decisa sia attraverso finanziamenti di studi e di ricerca, che mediante pressioni politiche per l’adeguamento della legislazione in materia di sicurezza, anche nelle modifiche apportate all’attuale Testo Unico sulla sicurezza;

Ricerca e sviluppo scientifico: sono state approfondite notevolmente le conoscenze

specifiche sia nell’area medica che in quella tecnologica applicate poi negli ambiti lavorativi. Per quanto riguarda il progresso tecnologico il discorso è un po’ più complesso, perché se da una parte ha contribuito alla sviluppo di dispositivi e di ripari per proteggere l’operatore, dall’altra a volte ha portato ad una crescita sia delle tipologie di rischio che del numero dei pericoli. Infatti l’aumento della potenza installata e della produttività dei macchinari hanno in certi casi determinato il peggioramento degli indici di frequenza e di gravità infortunistica;

Evoluzione della legislazione: l’emanazione di nuove norme ha comportato negli ultimi

decenni dei significativi miglioramenti della gestione della sicurezza. In Europa a partire dagli anni ’80 si è verificata una notevole produzione di normative specifiche, che successivamente sono state recepite nelle legislazioni nazionali dei vari paesi membri. In Italia la salute e la sicurezza sul lavoro sono regolamentate dal Decreto Legislativo n. 81 del 2008 conosciuto come Testo Unico Sicurezza Lavoro ed entrato in vigore il 15 Maggio 2008. Questo decreto, che ha avuto molti precedenti normativi storici risalenti al 1955 e al 1956 ed altri più recenti con il D. Lgs n. 626 del 1994, recepisce nel nostro paese le

Direttive Europee in materia di tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori, coordinandole in un unico testo normativo, che prevede specifiche sanzioni a carico degli inadempienti. In alcuni casi è stato ritenuto opportuno modificare in parte qualche norma preesistente per renderla più rispondente alle attuali esigenze del mondo del lavoro. Questo testo, grazie alle ulteriori modifiche apportate con il D. Lgs. n. 106 del 2009, contiene grandi elementi di positività. In origine era apparso come una normativa non di facile lettura e applicazione, la cui complessità era tale da richiedere alti livelli di formazione sia per l’applicazione, che per la verifica degli obblighi di tutela e prevenzione. Inoltre mancava una particolare attenzione alle esigenze delle piccole e medie imprese, che hanno meno risorse da investire in sicurezza e innovazione. E da ultimo sembra essere eccessivamente incentrata su un regime sanzionatorio, piuttosto che su di un sistema che vada a premiare le aziende che aderiscono a modelli concreti di sicurezza. Ma, grazie alla successiva revisione, alcuni degli aspetti più problematici nell’applicazione della normativa sembrano essere stati risolti.