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Critica ai piani di diverted giving in una prospettiva di ineffettività e nocività

CRITICA ALL'ATTUALE RISPOSTA GIUSPOLITICA INGLESE AL PROBLEMA DELL'ACCATTONAGGIO

2. Critica ai piani di diverted giving in una prospettiva di ineffettività e nocività

Si è detto, nel capitolo precedente, che gli schemi di diverted giving sono misure coercitive peculiari, tradizionalmente e tuttora diffusamente utilizzate in Inghilterra per contrastare il fenomeno dell’accattonaggio.

Si è anche detto che il primo programma di diverted giving fu attuato a Winchester nel 19955; e che, da uno studio condotto al riguardo da Joe Hermer nel

1999, di tale piano emersero subito non solo il totale fallimento, ma anche e soprattutto le conseguenze negative6.

Lo schema di diverted giving in questione, infatti, benché presentato come progetto pubblico, di fatto operò e fu amministrato come un’associazione privata

4 J. FARRELL, C. POVEY, We Want Change! Calling for the Abolition of the Criminal Offence of

Begging, Melbourne, PILCH Homeless Persons’ Legal Clinic, 2010, p. 15.

5 J. HERMER, Policing Compassion: ‘Diverted Giving’ on the Winchester High Street, in H. DEAN,

Begging Questions: Street-Level Economic Activity and Social Policy Failure, Bristol, Policy

Press, 1999, pp. 203-218. 6 Ivi, pp. 206, 213, 214.

di beneficenza; anzi, più esattamente, come una serie di associazioni di beneficenza non coordinate tra loro. Più precisamente, ad ogni commerciante era rimessa la responsabilità di svuotare la cassetta delle elemosine situata nel proprio negozio, registrare l’ammontare delle offerte e trasferire la cifra corrispondente alle associazioni locali di sostegno ai senzatetto alle quali tali offerte erano destinate7. Né il Consiglio Comunale si preoccupò minimamente di monitorare

l’amministrazione del denaro raccolto o il modo in cui questo veniva speso da dette associazioni8.

Inoltre, i risultati effettivi del programma non incontrarono le attese sperate. L’operazione, infatti, benché propagandata come un grande successo, in realtà dal punto di vista finanziario fu un fallimento, poiché generò un reddito minimo9;

l’importo effettivo delle donazioni era di gran lunga inferiore a quello dichiarato pubblicamente nei rapporti ufficiali, i quali sovrastimavano regolarmente l’ammontare delle offerte10. Ciò causò un’ulteriore conseguenza negativa

consistente nell’aggravamento della situazione, già precaria, dei ricoveri per senzatetto11. L’enorme pubblicità che accompagnò questi schemi, infatti, si

tradusse in una maggior richiesta di assistenza da parte dei mendicanti12, i quali,

talvolta anche in modo violento, pretendevano dalle associazioni l’offerta di servizi gratuiti o a prezzi ridotti, ritenendo che queste, ampiamente finanziate dal piano di diverted giving, fossero in possesso dei fondi necessari13.

Per di più, anche se venne affermata la riuscita del programma in questione nella rimozione dei mendicanti di professione o aggressivi, non ci sono prove a dimostrazione del fatto che ciò fece diminuire il numero degli accattoni. Ci sono, invece, prove che dimostrano in modo evidente che, in seguito al piano, la polizia cominciò a prendere seri provvedimenti contro i mendicanti che chiedevano l’elemosina nel centro pedonale; provvedimenti ritenuti parte integrante e conseguenza logica del pacchetto di misure di diverted giving. In forza di questa convinzione, infatti, gli agenti facevano allontanare i mendicanti dal centro della

7 Ivi, pp. 211, 214. 8 Ivi, p. 211. 9 Ivi, p. 212. 10 Ivi, p. 211. 11 Ivi, p. 212.

12 P. LYNCH, Understanding and Responding to Begging, in 29(2) Melbourne University Law

Review, 2005, pp. 518-555, p. 542.

città, reputando di dover dare questo tipo di aiuto ai commercianti come contropartita del loro impegno nel piano14. Le offerte elargite secondo lo schema

in questione, quindi, non costituivano un dono del tutto gratuito; il loro corrispettivo consisteva proprio nella legittimazione di questi interventi della polizia15. In questo modo, il programma implicitamente attribuì alla polizia il

potere-dovere, morale e rinforzato, di etichettare chiunque chiedesse l’elemosina nel centro della città come falso mendicante, e di farlo conseguentemente allontanare; in pratica, tuttavia, ciò servì solo a spostare il problema altrove, in quanto i mendicanti si limitarono a trasferirsi in periferia.

Nel capitolo precedente si è inoltre anticipato che, nonostante i risultati allarmanti dell'indagine svolta da J. Hermer16, negli ultimi anni schemi di diverted giving

modellati sul prototipo del progetto Winchester sono stati introdotti e attuati anche in altre città inglesi17, rivelandosi fallimentari e dannosi anche in tali occasioni.

Nonostante la larga base di consenso di cui godono schemi del genere, infatti, non c’è nessuna prova che l’istallazione di cassette per le offerte si sia tradotta in una diminuzione complessiva dell’incidenza dell’accattonaggio in alcuna delle città in questione. Al contrario, confermando quanto già dimostrato da J. Hermer, questi piani d’azione, si sono rivelati del tutto inefficaci18, rendendo sempre più evidente

che interventi del genere non funzionano: tali interventi non riescono infatti a sollecitare donazioni sostanziose, in quanto le contribuzioni elargite dal pubblico si esauriscono dopo pochi mesi, cosicché l’importo delle offerte raccolte risulta essere minimo; di conseguenza, non riescono neanche a potenziare in modo visibile le capacità e le risorse delle associazioni di assistenza ai senzatetto che si prefiggono di finanziare19.

Risultati di indagini ulteriori suggeriscono inoltre che l’insuccesso di questi programmi nel ridurre l’accattonaggio è dovuto anche a un altro motivo. Come risulta da ricerche più recenti, infatti, alcolismo e abuso di stupefacenti rappresentano due delle cause principali della mendicità, cosicché una percentuale

14 Ivi, pp. 213, 214. 15 Ivi, pp. 214-215. 16 Ivi, pp. 206, 213, 214.

17 S. FITZPATRICK, A. JONES, Pursuing Social Justice or Social Cohesion?: Coercion in Street

Homelessness Policies in England, in 34 Journal of Social Policy, 2005, pp. 389-406, p. 396.

18 P. LYNCH, Understanding and Responding to Begging, cit., p. 542.

19 S. FITZPATRICK, A. JONES, Pursuing Social Justice or Social Cohesion?, cit., p. 403. Vedi anche P. LYNCH, Understanding and Responding to Begging, cit., p. 542.

elevata di mendicanti è costituita da soggetti tossicodipendenti o alcolizzati che chiedono l’elemosina per comprarsi la droga o l’alcol20. Ovviamente, le

associazioni sovvenzionate dagli schemi di diverted giving certo non aiutano queste persone a finanziare le loro dipendenze, né tali schemi forniscono fondi sufficienti ad offrire un adeguato numero di trattamenti per problemi del genere21.

In conseguenza di ciò, molti mendicanti continuano a chiedere l’elemosina, poiché, nella maggioranza dei casi, quello che vogliono veramente è denaro da poter spendere in alcol o droga22.

Oltretutto, confermando ancora una volta i risultati dell'indagine di J. Hermer, anche i programmi locali di diverted giving successivi al progetto Winchester si sono rivelati non solo inefficaci, ma addirittura dannosi. Oltre a non riuscire a ridurre il numero dei mendicanti, infatti, hanno prodotto le due ulteriori conseguenze negative già ampiamente dimostrate come caratterizzanti piani simili. Più precisamente, da un lato, tali interventi generano nei mendicanti una richiesta di assistenza sproporzionata rispetto alla quantità di servizi che le associazioni benefiche sono in grado di offrire loro in forza del finanziamento minimo ricevuto23; dall’altro, si traducono nella creazione di un ambiente più

punitivo per il controllo della mendicità, quale l'allontanamento coatto dei mendicanti da determinate parti della città, in forza dell’assunto che coloro che sono realmente bisognosi non hanno più alcuna necessità di chiedere l’elemosina, in quanto possono usufruire dei servizi per i senzatetto, presumibilmente potenziati da questi programmi24. Ricerche ulteriori dimostrano inoltre che,

spesso, la combinazione di questi due interventi nei confronti dei mendicanti provoca un aumento della microcriminalità da parte di tali soggetti, i quali si volgono a commettere, ad esempio, furti o taccheggi25.

Come si è rilevato nel precedente capitolo, malgrado i dati preoccupanti risultanti dalle varie indagini sopra citate, il precedente governo neolaburista non solo ha sostenuto in più occasioni le numerose città inglesi che hanno perseverato

20 S. FITZPATRICK, A. JONES, Pursuing Social Justice or Social Cohesion?, cit., p. 401. Vedi anche P. LYNCH, Understanding and Responding to Begging, cit., p. 542.

21 P. LYNCH, Understanding and Responding to Begging, cit., p. 542.

22 S. FITZPATRICK, A. JONES, Pursuing Social Justice or Social Cohesion?, cit., p. 403. 23 P. LYNCH, Understanding and Responding to Begging, cit., p. 542.

24 S. FITZPATRICK, A. JONES, Pursuing Social Justice or Social Cohesion?, cit., p. 403. Vedi anche P. LYNCH, Understanding and Responding to Begging, cit., p. 542.

nell’utilizzare questi programmi26, ma ha addirittura lanciato, nel 2000, un piano

nazionale di diverted giving27.

Inevitabilmente, anche questo programma è fallito, riuscendo a raccogliere solo £10,000 nei primi quattro mesi; cifra di ben poco conto se paragonata ai £240,000 spesi per la relativa campagna pubblicitaria. L’esito negativo di questo progetto fortemente voluto dal partito neolaburista, quindi, ha confermato, ulteriormente e su scala nazionale, l’insuccesso e l’inefficacia degli schemi di diverted giving precedentemente intrapresi in Inghilterra a livello locale28.

In conclusione, alla luce delle argomentazioni sopra esposte, risulta pertanto evidente che gli schemi di diverted giving non costituiscono una riposta efficace né tantomeno corretta al problema dell'accattonaggio29.

3. Critica all'intero complesso di misure coercitive e impositive anti-

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