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LE QUALIFICAZIONI GIURIDICHE DELLA MENDICITÀ NELL'ATTUALE ORDINAMENTO INGLESE

3. Il programma politico anti-accattonaggio del precedente governo neolaburista: la “politica della coercizione e dell'imposizione” e il controllo

3.1. Un esempio di misure coercitive: i piani di diverted giving

Una delle tecniche coercitive utilizzate, già nell'Inghilterra pre-neolaburista, per contrastare l’accattonaggio consiste negli schemi di diverted giving (elemosina “dirottata”). Benché il loro insuccesso sia stato ampiamente provato97, vale la pena

soffermarsi ad esaminare questi schemi, in virtù della loro peculiarità.

Si tratta di piani che utilizzano varie forme di pubblicità98 al fine di esortare la

generalità dei soggetti a non dare l’elemosina direttamente ai mendicanti,

94 Organizzazione non governativa nata con lo scopo di sostenere lo sviluppo dei centri urbani in Gran Bretagna. Il Town Center Management in Gran Bretagna, in http://www.statigeneralicommercio.it/i-casi-internazionali/town-center-management/tcm-gran- bretagna/.

95 S. FITZPATRICK, A. JONES, Pursuing Social Justice or Social Cohesion?, cit., p. 396. 96Ivi, p. 391.

97 Per l’analisi più approfondita di questo aspetto si rimanda al paragrafo 2 del capitolo seguente.

lasciando invece le proprie offerte in apposite charity boxes o begging boxes (cassette fisse per le elemosine), collocate strategicamente in luoghi stabiliti; le elargizioni raccolte in questo modo vengono destinate ad associazioni di beneficenza che si occupano di dare sostegno ai senzatetto, al fine di potenziare capacità d’intervento e risorse economiche di dette associazioni99.

Tali schemi sono stati oggetto di uno studio dettagliato, condotto da Joe Hermer, che riguarda, più precisamente, l’attuazione di un programma di diverted giving nella città di Winchester100.

Nel 1995, il numero dei mendicanti che infestavano il centro di Winchester era diventato così allarmante che venne istituito e incaricato di occuparsi della questione un apposito comitato, il quale propose come soluzione l’attuazione di un programma di diverted giving consistente nell’istallazione di cassette fisse per le offerte ai poveri in una serie di negozi101.

Questo programma doveva contribuire a ridurre il problema dell’accattonaggio, agevolando la polizia nel distinguere i mendicanti veri (realmente bisognosi e, quindi, meritevoli di aiuto) da quelli falsi (gli accattoni di professione o aggressivi). I primi, infatti, non avrebbero più avuto bisogno di chiedere l’elemosina in strada, in quanto avrebbero ricevuto assistenza dalle associazioni di beneficenza, finanziate dalle offerte raccolte nelle apposite cassette102. Pertanto,

sarebbero rimasti a mendicare per strada solo coloro che non erano realmente bisognosi, cosicché per la polizia sarebbe stato più facile identificarli come falsi mendicanti e farli spostare altrove103.

Inoltre, secondo i suoi sostenitori, il progetto avrebbe alleviato il senso di colpa che si viene spesso a creare nei passanti davanti ad una mano tesa, sciogliendo il loro dilemma interiore se dare o no l’elemosina a chi la chiede. I donatori, infatti, avrebbero avuto la certezza che le loro offerte sarebbero andate a chi ne aveva veramente bisogno104.

98 J. HERMER, Policing Compassion, cit., pp. 206, 208-210. Vedi anche S. FITZPATRICK, A. JONES,

Pursuing Social Justice or Social Cohesion?, cit., p. 394.

99 P. LYNCH, Understanding and Responding to Begging, cit., p. 541. 100 J. HERMER, Policing Compassion, cit., pp. 203-218.

101 Ivi, pp. 204-205. 102 Ivi, p. 206.

103 Ivi, pp. 206, 213, 214. 104 Ivi, pp. 205, 206.

Al fine di pubblicizzare il programma, nei punti strategici del centro pedonale della città furono collocati dei poster, appositamente disegnati, che esortavano a non dare l’elemosina direttamente ai mendicanti e indicavano la cassetta delle offerte più vicina105.

L’operazione fu propagandata come un immenso successo finanziario, cosicché la città, lusingata anche dall’attenzione dei media a livello nazionale, decise di espandere il progetto in modo significativo, incaricando un apposito comitato di ridisegnare e rilanciare il programma per l’anno successivo. Nel far ciò, questo si focalizzò sulla costruzione di una vera e propria “estetica della compassione del pubblico”106; da una parte, infatti, ordinò delle nuove cassette per le offerte, più

grandi e più sicure107, e dall’altra rinnovò la grafica dei poster pubblicitari,

ritenendo quelli vecchi poco “invitanti”. Per i nuovi poster, come rappresentazione del rinnovato programma di diverted giving, fu scelta l’immagine di due mani, una delle quali si muoveva verso l’altra in un gesto di aiuto, facendovi cadere delle monete; l’immagine era sormontata dal titolo “make it count” (“fai in modo che il tuo aiuto conti”)108.

Benché già nel 1999 l'indagine svolta da J. Hermer avesse ampiamente dimostrato come piani simili si rivelassero in realtà non solo fallimentari, ma addirittura dannosi109, negli anni seguenti, schemi di diverted giving modellati sul prototipo

del progetto Winchester, fortemente sostenuti dalla collettività, dalla polizia e dai commercianti, sono stati introdotti e attuati anche in altre città inglesi, come Liverpool, Brighton, Manchester110, Leeds, Holborn e Plymouth111.

A Liverpool, ad esempio, con il progetto City Safe (Città sicura)112, il Consiglio

Comunale, in collaborazione con la polizia, il Probation Service (servizio di sorveglianza degli individui in libertà vigilata), le associazioni abitative e altri gruppi, ha cercato di rendere la città un luogo più sicuro e vivibile; e, nell’ambito di tale progetto, il Consiglio Comunale ha sostenuto una campagna pubblicitaria anti-accattonaggio mediante l’utilizzo di poster e volantini che raccomandavano al

105 Ivi, p. 206. 106 Ivi, p. 207. 107 Ivi, p. 210. 108 Ivi, pp. 207-210. 109 Ivi, pp. 206, 213, 214.

110 P. LYNCH, Understanding and Responding to Begging, cit., p. 541.

111 S. FITZPATRICK, A. JONES, Pursuing Social Justice or Social Cohesion?, cit., p. 396. 112 L. CHARLESWORTH, Readings of begging, cit., p. 4.

pubblico di non elargire offerte ai mendicanti. A tal fine, la campagna adduceva due giustificazioni, una di ordine morale e una di ordine sociale. Affermava infatti che dare l’elemosina agli accattoni non solo è moralmente sbagliato, poiché li illude con false speranze, ma non è neanche nel loro interesse, in quanto li incentiva a continuare a mendicare per strada; negare loro l’elemosina, invece, li salva, poiché li obbliga ad affrontare le proprie responsabilità, conformarsi alle regole sociali e cercare il giusto tipo di aiuto. Tale campagna sosteneva inoltre che, in realtà, i mendicanti per la maggior parte non sono senzatetto, e anzi molti di loro hanno una sistemazione o un alloggio113.

Come si è detto, i piani di diverted giving rappresentano una particolare modalità di azione nei confronti della mendicità.

La loro rilevanza, tuttavia, certo non è dovuta al fatto che rappresentano uno strumento di intervento innovativo. Al contrario, in questo senso essi non costituiscono affatto una novità114; a ben guardare, infatti, questi schemi non si

discostano poi molto, mutatis mutandis, dalla previsione contenuta già nel decreto anti-accattonaggio del 1535115 – e analizzata nel precedente capitolo di questa tesi

– secondo cui l’unica forma lecita di elemosina era quella raccolta dai funzionari delle parrocchie in apposite ceste comuni, il cui ricavato era destinato esclusivamente all’assistenza dei poveri meritevoli, e non anche a quella degli indigenti abili al lavoro116.

L’elemento degno di nota riguardo ai programmi in questione, piuttosto, consiste nel modo in cui questi cercano di regolare l’atteggiamento della collettività nei confronti dei mendicanti, concentrandosi sul problema della compassione e tolleranza pubblica verso questi soggetti. Gli schemi di diverted giving, infatti, mirano a configurare la nozione di compassione pubblica in modo tale da rendere

113 Ivi, pp. 4-5.

114 J. HERMER, Policing Compassion, cit., p. 204. 115 27 H. VIII c. 25 (1535).

116 W. P. QUIGLEY, Five Hundred Years of English Poor Laws, 1349-1834: Regulating the Working

and Nonworking Poor, in 30(1) Akron Law Review, 1996, pp. 73-128, p.96. Vedi anche J.

LAMBERT, Vagrancy laws and vagrants: a lecture, delivered to the members of the Salisbury

Literary and Scientific Institution, at their request, on Monday, March 23, 1868, Salisbury, Brown

& Co., 1868, pp. 10-11; W. S. HOLDSWORTH, A History of English Law, London, Methuen & Co.

accettabile alla coscienza dei passanti lo spostamento coattivo degli accattoni ad opera della polizia117.

Ricerche ulteriori hanno confermato quanto già dimostrato da J. Hermer in ordine ai risultati inefficaci, e anzi nocivi, dei piani di diverted giving118; ciononostante,

numerose città inglesi hanno perseverato nell’utilizzare questi programmi, che quindi hanno continuato ad essere attuati a livello locale, spesso col sostegno del governo119.

Non solo. Nel 2000 il governo ha addirittura lanciato un piano nazionale di diverted giving, la campagna anti-accattonaggio Change a life (Cambia una vita), che utilizzava la pubblicità mediatica per dissuadere la collettività dall’elargire l’elemosina direttamente nelle mani o nei cappelli degli accattoni, invitandola invece ad offrire il proprio tempo, denaro o contribuzioni di altro tipo alle quattro associazioni benefiche di assistenza ai senzatetto che partecipavano al progetto, onde avere la certezza che le offerte elargite sarebbero andate a chi ne aveva veramente bisogno120. Nel presentare la campagna in questione, infatti, fu

rimarcata la sensazione di conflittualità interiore provata, nel trovarsi di fronte gli accattoni, dai membri della comunità, i quali si interrogano se i mendicanti sono davvero senzatetto121 e bisognosi, o se invece chiedono l’elemosina solo per

comprarsi la droga o l’alcol. Il dilemma fu così descritto dall’allora direttore della Rough Sleepers Unit122:

Is this person homeless, in desperate need and begging simply to get by? Or do they have somewhere to live? Are they claiming benefits and begging for drink or drugs? No-one really knows the answer and no-one will never really know. What we do know is that there are more people out on the streets during the day than there are sleeping rough overnight123.

117 J. HERMER, Policing Compassion, cit., pp. 204, 205, 215.

118 S. FITZPATRICK, A. JONES, Pursuing Social Justice or Social Cohesion?, cit., p. 401. Vedi anche P. LYNCH, Understanding and Responding to Begging, cit., p. 542.

119 S. FITZPATRICK, A. JONES, Pursuing Social Justice or Social Cohesion?, cit., pp. 396, 403. 120 Ivi, p. 394.

121 In realtà, ricerche sull’Inghilterra hanno dimostrato che la maggioranza degli accattoni sono senzatetto e dormono per strada (si tratta di problemi strettamente collegati). I risultati di queste indagini, quindi, sono in netto contrasto con la pubblicità utilizzata da alcune attuali strategie politiche centrali e locali dirette a ridurre l’accattonaggio, le quali affermano che i mendicanti in realtà non sono senzatetto. Ivi, pp. 400-401.

122 L’RSU (acronimo di Rough Sleepers Unit) è l’agenzia governativa inglese che si occupa di ridurre il numero di rough sleepers (persone che dormono per strada). Ivi, p. 389.

3.2. Le misure impositive: le ulteriori qualificazioni giuridiche attribuite

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