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Anche mio cugino può fare il grafico

qualificati, la costruzione di un rapporto tra l’azienda e i designer, nonché un presidio strategico sull’intero processo. Questo può avvenire online o offline, non è questo il punto. La questione del riconoscimento di una professione che ha già di per sè proble- mi ad essere riconosciuta in diversi contesi si scontra ulteriormente con i nuovi metodi e strumenti offerti dalla crowdcreativity. Il designer in questi modelli è come se venisse affittato a basso costo ma non è partecipe effettivamente dei contenuti, della filosofia aziendale e della ricaduta sociale di ciò che deve comunicare. Un progetto di comuni- cazione non può essere distinto da ciò che deve comunicare: un’azienda, un evento, un prodotto. Richard Grefe, direttore esecutivo dell’AIGA (American Institute of Grapchic Arts) si è così espresso:

“Il successo di un progetto nasce da un processo di collaborazione tra il cliente e il progettista, lo sviluppo di un chiaro senso di quelli che sono gli obiettivi della committen- za, la situazione concorrenziale e le necessità. I concorsi speculativi di design conducono ad una valutazione superficiale dei problemi e può generare solo design che è giudicato su una base superficiale. Il design crea valore per i clienti come risultato di un approccio che i progettisti seguono per affrontare i problemi e le necessità del cliente e solo al termine di

questo processo un “design” è creato”

Perciò la pianificazione di un artefatto comunicativo necessita valutazioni di tipo strategico e attività di ricerca di scenari d’interazione che vengono prima dell’effet- tiva realizzazione dell’artefatto e si gen- erano dal confronto tra committenza e designer. I progetti che vengono generati da contest male organizzati e male regola- mentati sono progetti deboli e che sono più legati alla forma e al formalismo che non invece a riflessioni strategiche basate su ricerche e analisi strategiche. La presen- tazione di una strategia, di una ricaduta del progetto, immaginare degli scenari che si possono innescare non sono fasi che si pos- sono evitare nel design della comunicazione perché questo ha a che fare fin dalla nascita del progetto con la percezione dell’utente, la gestione del materiale percepibile e percepi- to. Saltando queste fasi del percorso proget- tuale il design della comunicazione viene svuotato della sua sostanza culturale. Il legame committenza-designer deve esis- tere e deve essere considerato un rapporto professionale e di reciproca collaborazione. Le aziende devono rendersi conto che senza incontrare i designer coinvolti si corre un grosso rischio. Basandosi solo sull’immagine pubblicata on-line non è possibile comprendere quali siano le reali

4. Crowdcreativity e design della comunicazione

capacità del designer vincitore. L’azienda azzarderà e sceglierà quella che è la propos- ta più bella. Ma è facile realizzare una forma bella da vedere ma fare in modo che queste forme siano funzionali alla comunicazione e rispecchino tecnicamente e teoricamente le esigenze della strategia aziendale è un altro discorso. Allo stesso modo servono compe- tenze di ben diverso livello per proseguire nello sviluppo di un progetto, con modifiche e produzione.

Michael Samson, co-fondatore della piat- taforma di crowdsourcing CrowdSpring ha dichiarato: “La cosa migliore è che non

importa più se sei laureato alla Scuola di Design di Rhode Island o se sei una nonna nel Tennessee con del tempo libero e una copia di Adobe Illustrator. Se il cliente preferisce l’idea della nonna, sarà lei a vincere il lavoro”.

Siamo in uno scenario in cui il pensiero co- mune sempre più spesso è “anche mio cugino

può fare il grafico”. Il cliente che pubblica

un concorso on-line sceglierà chiaramente il design più bello, non il più efficace o il più funzionale alle sue esigenze comunicative. Il designer professionista è quello che legge ed interpreta le necessità del cliente e di aiutarlo spingendolo verso le scelte giuste nella soddisfazione di tali necessità. Bisogna rendersi conto e chiarire che il designer della comunicazione ha una responsabil- ità ed una ricaduta sul sociale molto forte ed è per questo che fin dall’inizio il pro- getto deve essere legato ad una strategia, all’utente e a tutte le valutazioni che questo comporta. Se si capisce questo nodo allora cambia totalmente il paradigma dal quale si affrontano tutti i ragionamenti sul design

della comunicazione e sulle modalità di relazione tra designer della comunicazione e committenza.

Le criticità sono molte certamente ma ques- ti nuovi modelli si stanno facendo notare e non possono non essere presi in considera- zione dai professionisti e dagli studiosi di design come qualcosa di certamente interes- sante e che è indice di un’evoluzione ed adattamento culturale della professione ai nuovi modi, alle nuove opportunità offerte dall’innovazione e alle necessità richieste dal mercato. Il loro successo è indice del fatto che i contest online sono effettiva- mente una risposta a quelle che sono le domande e le esigenze del cliente in relazio- ne alle nuove opportunità. Le piattaforme on-line non sono altro che la naturale conseguenza di una serie di fattori che si sono inevitabilmente uniti. Non è più pos- sibile vedere questi modelli come una moda o il trand del momento poiché anche se oggi stanno cavalcando l’onda del successo sono ormai pienamente inseriti nello scenario di sviluppo di un progetto di comunicazione. Le piattaforme come Zooppa e UserFarm propongono un modello di business nuovo ma che in realtà nasce da strumenti e da tecnologie che c’erano e che andavano solo ordinate come i tasselli di un puzzle per andare incontro a delle domande di mercato

che volevano essere soddisfatte.

Tutto questo va però valutato e deve portare a considerazioni riguardanti la responsa- bilità del professionista nei confronti del cliente e della cultura di ciò che è il proprio lavoro per giungere sia ad un riconoscimen- to di una professione che deve essere difesa sia per comprendere e migliorare dei mod- elli e degli scenari che non possono essere ignorati. Ross Kimbarovski di CrowdSpring, è cosciente del fatto che il crowdsourcing, sebbene stia vivendo il suo momento d’oro, non è apprezzato da tutti, “Altri designer,

nella comunità creativa, non sono contenti del crowdsourcing. CrowdSpring è un’opzione tra mille altre. I designer più esperti e professio- nisti, d’altra parte, hanno già clienti regolari e paganti, e non hanno certo bisogno del lavoro speculativo”.

In realtà anche i designer professionisti stanno sentendo la pressione. Per rispond- ere adeguatamente al cambiamento che sta avvenendo, è necessario analizzare, modifi- care e regolamentare tali modelli e sensibi- lizzare designer e aziende con esigenze di comunicazione.

4. Crowdcreativity e design della comunicazione

A cosa è dovuto il successo dei sistemi Zoo- ppa, UserFarm, Crowdspring o 99designs sia nei numeri delle aziende che si affidano ad essi sia (e soprattutto) nei numeri dei membri che popolano le loro community creative? I motivi sono sicuramente il poco lavoro, la tentazione di provarci e di affron- tare una sfida, un gioco, la disponibilità di tempo da dedicarci. A prima vista sembrano modelli comodi e convenienti per tutti gli attori in gioco ma come abbiamo visto è il sistema in sé a mostrare alcuni difetti poiché toglie valore all’idea, alla creatività e al design. Convince i clienti che sia meglio ricevere mille proposte tra cui scegliere piuttosto che riceverne cinque o sei studiate e progettate da un professionista. Spinge il designer a dover competere con prezzi im- battibili e con design spesso dilettantistici e mal percepiti. Questa convinzione purtrop- po sminuisce il processo progettuale in sé e l’intera categoria professionale.

Di seguito riportiamo quelle che sono le cri- ticità individuate all’interno di un processo di crowdceativity classico e i conseguenti rischi per azienda, creativo, piattaforma e agenzia.

AZIENDA

CLIENTE

AGENZIA

PIATTAFORMA

COMMUNITY

VINCITORI

valutazioni su:

NECESSITÀ

BUDGET

definizione di

BRIEF

PREMI

CALL

TO

ACTION

VALUTAZIONE

DELLE

PROPOSTE

ASSEGNA-ZIONE DEI

PREMI

COLLABO

RAZIONE

VIRALITÀ

VISIBILITÀ

RISPOSTE

DALLA

COMMUNITY

ad invito

piattaforma

cliente

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giuria

aperta non pubbliche pubbliche denaro riconoscimento lavoro

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