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3.3 L’Unione bancaria europea

4.1.5 Dalla grande crisi finanziaria a oggi

Durante il periodo precedente la crisi finanziaria e successivo all’ingresso della Lituania nell’Unione europea, l’economia conobbe una rapida crescita favorita non soltanto dai van- taggi derivanti dall’integrazione nella Comunità Europea e dal favorevole contesto fiscale, ma anche dai tassi d’interesse particolarmente aggressivi applicati ai prestiti rivolti al set- tore privato dalle banche commerciali lituane. Lo stesso settore bancario sperimentò una forte crescita nel periodo compreso tra il 2003 e il 2007, quando l’attivo circolante crebbe mediamente del 37% su base annua10. I fattori determinanti di questa crescita furono l’aumento dei depositi e degli investimenti sostenuti dalle banche estere. La maggior parte dei fondi così ottenuti fu utilizzata dalle banche per garantire i prestiti ai consumatori.

Il portafoglio dei prestiti bancari nel periodo 2003-2007 crebbe annualmente a una media del 47%; i prestiti rappresentavano la voce più rilevante dell’attivo, arrivando a superare l’80%. I soggetti maggiormente interessati a questa crescita erano i privati e le aziende. I prestiti a privati, i quali crebbero di dodici volte nel periodo in esame, erano utilizzati principalmente per l’acquisto di abitazioni o per la loro ristrutturazione.

Come accadde in altri paesi negli stessi anni, la crescita dei salari unita all’accensione talvolta incauta di un mutuo ipotecario portarono a una crescita esponenziale del settore immobiliare, con una rapida crescita dei prezzi delle abitazioni. Il volume d’investimento da parte dei privati confluito nel settore immobiliare stimolò l’attuazione di nuovi progetti da parte delle aziende operanti nel settore. La maggior parte dei prestiti erogati a imprese private, quadruplicati nel periodo post-crisi, interessavano i settori produzione e immo- biliare. La crescita del settore bancario influì positivamente sull’andamento del margine netto d’interesse delle banche lituane. Anche la redditività e il tasso di rendimento del

10Jasevičien˙e J., Lithuanian Banking Development and Challenges in Implementing Basel III, Ekonomika

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sistema bancario sperimentarono una forte crescita. Un profitto record di 1,2 miliardi di litas, pari a circa 492 milioni di euro, fu raggiunto nel 2007.

Nel 2008 la Lituania, come molti altri paesi europei, iniziò a risentire delle conseguenze della crisi finanziaria scoppiata l’anno prima negli Stati Uniti d’America. Sebbene le con- seguenze dirette della crisi avessero colpito sensibilmente il sistema finanziario lituano, gli effetti diretti furono tuttavia piuttosto limitati. Le banche lituane non presentavano infatti una forte correlazione con le istituzioni finanziarie degli Stati Uniti d’America; il merca- to finanziario lituano era inoltre relativamente ridotto, se comparato con gli altri mercati finanziari, e gli investimenti in azioni e obbligazioni non erano tali da poter essere conside- rati rilevanti all’interno del sistema finanziario lituano. Il fatto poi che il settore bancario fosse fortemente controllato da gruppi bancari Scandinavi, fenomeno che sarà analizzato più avanti, limitò gli effetti negativi derivanti dalla crisi finanziaria. Quest’ultima ebbe infatti in questi paesi un impatto relativamente modesto e di breve periodo.

L’effetto indiretto fu tuttavia evidente, con l’aumento dei tassi d’interesse nei mercati internazionali. La Lituania sperimentò una caduta delle esportazioni, alimentata dal crollo dei consumi e dei livelli di produzione in Europa, e i settori più colpiti furono quelli delle costruzioni e dei trasporti. Le banche lituane reagirono a questa situazione limitando l’ac- cesso al credito, diventando più attente all’erogazione di prestiti, inasprendo le condizioni di prestito e alzando le garanzie richieste per l’emissione del prestito. Le banche, in parti- colare quelle sotto il controllo di gruppi bancari stranieri, hanno iniziato una svalutazione dei portafogli prestiti dalla fine del 2008. Diversi fattori contribuirono a un significativo deterioramento del credito: il calo dei prezzi del settore immobiliare, il ribasso dei salari, la crescente occupazione e il numero di fallimenti di imprese. L’aumento del rischio di credito associato ai detentori di un mutuo ha portato le banche lituane a una ristrutturazione del debito: la svalutazione associata ha raggiunto nel 2009 i 3,5 miliardi di litas, pari a circa 1 miliardo di euro. Come successo anche negli Stati Uniti d’America 11, questo rischio è stato sottostimato e accettato da entrambe le parti, sia mutuatari sia prestatori, portan- do a conseguenze disastrose il sistema economico lituano e a una perdita per il sistema bancario lituano vicina ai 3 miliardi di litas, pari a circa 860 milioni di euro. Il sistema bancario lituano però, a differenza di quello di altri paesi, non ha usufruito di aiuti statali o da parte della Banca centrale durante la crisi finanziaria.

Nell’ottobre del 2008 la Commissione europea varò un piano d’azione per portare il sistema finanziario europeo fuori da questa crisi12. Il documento era strutturato secondo

un approccio in tre parti.

La prima parte proponeva una nuova struttura del mercato finanziario a livello di Unione europea, focalizzandosi sulla gestione dei rischi e sulla prevenzione delle crisi.

11Si veda a riguardo Bianco K. , The Subprime Lending Crisis: Causes and Effects of the Mortgage

Meltdown, 2008, CCH Catalogue (Wolters Kluwer Law & Business, New York).

12Commission of the European Communities, Communication from the Commission, From financial

74 4. Il settore bancario lituano e le principali banche operanti in Lituania

La seconda parte mirava a gestire l’impatto della crisi finanziaria sull’economia reale. I punti fondamentali riguardavano l’aumento degli investimenti in innovazione tecnologica e istruzione, la promozione della flessicurezza13 come forma di protezione per i posti di lavoro, la liberalizzazione delle imprese, in particolare le piccole e medie imprese (PMI) e il miglioramento della competitività all’interno dell’Unione europea.

L’ultima parte prevedeva una risposta globale alle crisi finanziarie. Da un lato il pia- no prefiggeva delle misure per il perseguimento di una riforma del mercato finanziario mondiale attraverso il rafforzamento a livello internazionale degli standard normativi e del coordinamento tra le varie Autorità di vigilanza, il potenziamento della supervisione a livello macro e microprudenziale e della prevenzione delle crisi e l’ulteriore sviluppo delle capacità di gestione e risoluzione delle crisi finanziarie. Dall’altro lato stabiliva tre prin- cipi fondamentali per il funzionamento della nuova architettura, riassunti come efficienza, rappresentanza e trasparenza e responsabilità.

Oltre al coordinamento europeo, la Lituania nel periodo successivo alla crisi finanzia- ria ha attuato una serie d’iniziative a livello nazionale per la prevenzione delle crisi nel sistema bancario lituano. Le più importanti furono il "Financial Sustainability Act" e la "Responsible Lending Regulations". Il primo documento prevedeva la garanzia statale, la partecipazione pubblica nel capitale della banca e l’utilizzo di azioni della banca per necessità pubbliche. Il secondo documento riguardava invece l’introduzione di due nuovi requisiti per la concessione di prestiti: il Loan to Value Ratio (LVR), che misura il rap- porto tra l’ammontare del mutuo e il valore dell’immobile a garanzia e il Debt to Income Ratio (DIR), che misura il rapporto tra l’insieme dei debiti assunti da un individuo e il suo reddito. Nello stesso periodo la supervisione delle istituzioni creditizie, delle compa- gnie di assicurazione, del mercato azionario lituano, dei servizi finanziari e dei diritti dei consumatori fu affidata alla Banca di Lituania. Negli anni successivi alla crisi finanziaria l’economia lituana conobbe una decisa ripresa economica e anche il settore bancario iniziò un lento miglioramento. Due fatti scossero però il sistema bancario a partire dal 2010: la bancarotta di Snoras Bankas nel 2011 e il tracollo di ¯Ukio Bankas nel 2013.

Snoras Bankas era una banca commerciale fondata nel 1992 e operante in tutte e tre le repubbliche baltiche. La banca faceva parte del gruppo finanziario Conversbank14e le sue

azioni erano scambiate pubblicamente presso il NASDAQ OMX Vilnius Stock Exchange. I soci principali erano Valdimir Antonov, azionista di maggioranza con il 67% delle azioni e Raimondas Baranauskas. Nonostante, almeno pubblicamente, la situazione finanziaria della banca sembrasse buona, ricevendo addirittura nel 2010 il premio come miglior banca di Lituania dalla rivista "The Banker", nel novembre 2011 un’ispezione negli uffici della

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Termine di origine inglese (flexicurity ) definito in ambito europeo come "strategia integrata per com- binare flessibilità e sicurezza nel mercato del lavoro, che si propone di tenere conto sia delle esigenze dei datori di lavoro sia delle necessità dei dipendenti".

14Il gruppo finanziario Conversbank opera come società finanziaria e bancaria in Europa e offre servizi

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banca a Vilnius rilevarono una scarsa qualità dell’attivo, una debole gestione del rischio e una mancanza di controllo dei dati operativi. La banca aveva inoltre ignorato le rac- comandazioni da parte della Banca centrale di ridurre i rischi operativi. Il 16 novembre dello stesso anno la Banca di Lituania interruppe temporaneamente tutte le attività di Snoras Bankas e lo stesso giorno il 100% delle azioni passarono di fatto sotto il controllo dello Stato. La Banca di Lituania annunciò che Snoras Bankas era sospettata di frode e aveva deliberatamente falsificato i bilanci. Ulteriori ispezioni rilevarono una situazione nettamente peggiore di quella profilata durante le fasi iniziali, rilevando che il totale del- l’attivo era inferiore al totale del passivo. Il 24 novembre la banca fu dichiarata insolvente e fu avviata la procedura di bancarotta contro la banca, che registrava un debito pari a circa 1,15 miliardi di euro: era la quinta banca più grande di Lituania. Sebbene imprese e famiglie non videro intaccati i propri patrimoni grazie all’intervento dello Stato, questo fatto inaspettato lasciò sorpresa l’opinione pubblica e contribuì ad alimentare la sfiducia da parte dei risparmiatori nelle banche15. La bancarotta di Snoras Bankas, pur inciden-

do negativamente sul settore bancario, dimostrò i progressi fatti in ambito di normativa bancaria e di vigilanza da parte della Lituania.

¯

Ukio Bankas era una banca commerciale lituana con sede a Kaunas, controllata dal- l’uomo d’affari Vladimir Romanov. Come accaduto similarmente a Snoras Bankas, anche in questo caso un controllo rilevò una scarsa qualità dell’attivo, una debole gestione del ri- schio e una mancanza di controllo dei dati operativi. A dispetto di Snoras Bankas, la quale aveva attuato una frode falsificando i bilanci, ¯Ukio Bankas non riuscì a riprendersi dalla crisi finanziaria del 2007-2008 e dal successivo credit crunch16. Nel febbraio del 2013 la Banca di Lituania sospese le attività ¯Ukio Bankas: il totale dell’attivo al tempo ammonta- va a circa 550 milioni di euro, classificandola come la quinta banca più grande di Lituania. A differenza di quanto accaduto con Snoras Bankas, in questo caso lo scopo della Banca di Lituania era il mantenimento dell’attività bancaria. L’obiettivo era di trovare delle banche disposte a partecipare alla ricostruzione della banca fallita, accollandosi le passività di ¯Ukio Bankas. L’accordo fu trovato con la lituana Šiauliu˛ Bankas AB, attualmente la più grande banca lituana operante sul territorio, alla quale vennero trasferite parte delle attività e delle passività della banca in liquidazione. Sebbene anche in questo caso non vi fossero perdite per i clienti della banca e il sistema di controllo e vigilanza svolse tempestivamente i suoi compiti, la fiducia nelle banche segnò un ulteriore calo.

15Per maggiori informazioni si veda il lavoro di Jankauskien˙e V., Kaupelyt˙e D., Legenzova R., Limitations

of financial disclosure: case of Bank Snoras bankruptcy, Economics and management vol 17 no. 3, pp. 829-835.

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Con il termine inglese credit crunch, letteralmente tradotto in stretta creditizia, si intende un calo del credito o un inasprimento delle condizioni necessarie all’erogazione del credito attuato dalle Banche centrali solitamente a seguito di una fase espansiva. La limitazione del credito, attuata attraverso l’innalzamento dei tassi d’interesse, ha lo scopo di raffreddare l’espansione economica e di scongiurare un possibile aumento dell’inflazione. Di conseguenza, gli istituti di credito si trovano costretti ad alzare gli interessi richiesti per mutui e prestiti, rendendo più difficoltoso l’accesso al credito da parte di imprese e famiglie.

76 4. Il settore bancario lituano e le principali banche operanti in Lituania