• Non ci sono risultati.

3.3 L’Unione bancaria europea

4.1.2 La crisi bancaria del 1995

Gli elementi di fragilità registrati nei primi anni di vita del nuovo sistema bancario lituano, uniti all’adozione di una vigilanza bancaria meno lassista e all’aumento dei requisiti minimi di capitale, fecero emergere i problemi di liquidità delle banche lituane, i quali portarono alla prima grande crisi bancaria. Questa crisi iniziò nei primi mesi del 1995 e raggiunse l’apice nel dicembre dello stesso anno, quando delle 27 banche commerciali registrate dalla Banca di Lituania solo 12 svolgevano attivamente l’attività bancaria.

Nella primavera del 1995, a causa di problemi di liquidità e della violazione dei requisiti minimi di capitalizzazione, le riserve di cinque banche minori detenute presso la Banca di Lituania furono congelate. Per queste banche fu successivamente stato dichiarato lo stato di fallimento. Verso la fine di giugno del 1995 altre dieci banche furono poste sotto il con- trollo della Banca di Lituania. Nell’estate dello stesso anno, per far fronte alla riduzione dei margini di profitto, Innovation Bank e Litimpex Bank, due delle maggiori banche private presenti in Lituania, iniziarono le procedure per una fusione. Le operazioni tra le due ban- che iniziarono ad aumentare nonostante la Banca di Lituania non avesse dato il permesso per una fusione né tanto meno per una loro integrazione. Nell’autunno del 1995 vi furono le prime ispezioni da parte della Banca di Lituania, le quali rilevarono gravi irregolarità nella compilazione del rendiconto finanziario e del rispetto dei requisiti prudenziali da par- te di entrambe le banche. Gli esiti non soddisfacenti delle ispezioni effettuate trapelarono

3

Per margine d’interesse netto s’intende la differenza tra gli interessi passivi di una banca, derivanti da mutui e prestiti, e gli interessi attivi, cioè il costo del denaro, meno le rettifiche di valore nette su crediti e su accantonamenti ai fondi rischi su crediti.

68 4. Il settore bancario lituano e le principali banche operanti in Lituania

alla stampa; questo innescò una corsa agli sportelli da parte della clientela di entrambe le banche, la quale causò una gravissima carenza di liquidità che colpì anche Vakaru Bank, un’altra banca già soggetta nei mesi precedenti a simili problemi di liquidità. Questa situa- zione portò, verso la fine del 1995, a una moratoria sulle banche oggetto di queste difficoltà, la quale imponeva la sospensione delle attività bancarie, eccezion fatta per la raccolta di prestiti. I depositi presenti presso i soggetti coinvolti furono inoltre bloccati. Le banche coinvolte da questo provvedimento furono Innovation Bank, la più grande banca privata e la seconda complessivamente, in termini di totale dell’attivo, Vakaru Bank, la sesta più grande, e Litimpex Bank, la settima in ordine di grandezza4. Queste banche detenevano al tempo circa il 29% del totale dei depositi del sistema bancario lituano.

Questa crisi fu dovuta principalmente a imprudenti e talvolta fraudolente attività di gestione delle banche, ma anche a una mancanza di regolamentazione e di capacità mana- geriali. Secondo alcuni autori vi furono quattro fattori principali che portarono alla crisi del 1995, che nello stesso periodo e con modalità simili colpì anche Estonia e Lettonia5.

La prima causa fu sicuramente il fallimento delle normative in materia bancaria e della vigilanza sugli istituti bancari da parte della Banca di Lituania. Oltre alla carenza riguar- do l’attuazione delle normative vigenti, vi fu una mancanza o un’incapacità di intervento da parte delle autorità nei casi in cui i problemi erano stati individuati. Nonostante la normativa bancaria e il sistema regolamentare in Lituania non vietassero o penalizzassero l’ingresso di banche straniere nel sistema bancario, la Banca di Lituania scoraggiò aper- tamente la concorrenza di banche estere. Questa situazione privò il settore bancario della spinta competitiva che l’ingresso di nuovi soggetti avrebbe potuto apportare.

Il secondo fattore scatenante riguardava la contabilità e la fiscalità del settore bancario. All’inizio del loro sviluppo, le banche lituane utilizzavano ancora gli schemi di bilancio ereditati dalla Gosbank Sovietica. Solo nel 1997, dopo tre anni di graduale introduzione dei principi contabili e dei requisiti prudenziali, i principi contabili internazionali (IAS) furono applicati alle banche. L’assenza o la scarsa familiarità con questi principi contabili ha reso più difficile, da parte dei manager, degli azionisti e delle autorità competenti in materia di vigilanza, la misurazione effettiva del livello di liquidità e quindi di solvibilità delle diverse banche. Nonostante alcune di queste si siano dotate di revisori internazionali impegnati nello sviluppo degli IAS, questi non sono stati in grado di rilevare o hanno totalmente ignorato i segnali che potevano far presagire delle difficoltà all’interno della banca. Forse più importante fu il fatto che sebbene il principio degli accantonamenti sul fondo svalutazione crediti fosse stato rapidamente introdotto, questa regola non fu quasi mai applicata, in quanto essa non prevedeva alcuna agevolazione fiscale. Mentre le banche migliori utilizzavano, per il calcolo del pagamento dei dividendi, i dati del conto economico

4Fleming A., Chu L. e Bakker M. R., The Baltics - Banking crises observed, Policy Research Working

Papers no. 1647, The World Bank, September 1996.

5Fleming A., Chu L. e Bakker M. R., Banking crises in the Baltics, Finance and Development,

4.1 Nascita e sviluppo 69

rettificato per l’ipotetica svalutazione dei crediti, le altre banche erano tassate in conformità a dati sui profitti fittizi, fatto dovuto alla carenza del regime fiscale.

Il terzo elemento che causò la crisi bancaria fu l’assenza di un quadro giuridico di riferimento in grado di aiutare l’erogazione del credito da parte delle banche. Non c’erano normative adeguate in materia di fallimento e garanzie; le stesse carenze presentava il mercato immobiliare, con riguardo ai titoli di proprietà e ai registri immobiliari. Non meno importante fu la mancata specificazione, all’interno del governo societario delle banche, di doveri e responsabilità da parte degli azionisti, dei membri del consiglio di sorveglianza e dei manager. Questo permise agli azionisti di manipolare i membri del consiglio di sorveglianza e, attraverso di loro, i manager, perseguendo i propri interessi. Tutte queste criticità fecero in modo che il sistema dei prestiti fosse più rischioso.

Ultimo fattore ma non meno importante fu la corruzione presente all’interno delle banche e l’inefficacia della loro gestione. Alcune banche furono create appositamente come meccanismo per il finanziamento di attività criminali di gruppi di imprese e individui, in quanto risultava più economico raccogliere fondi attraverso il pubblico piuttosto che chiedere un prestito alle banche. In altri casi alcuni banchieri hanno cercato di guadagnare enormi profitti in poco tempo concedendo prestiti ad alto rischio e scommettendo enormi quantità di denaro sulle fluttuazioni del cambio di alcune monete estere. L’inesperienza e l’inadeguatezza delle Autorità di vigilanza, unite alla mancanza di competenze da parte dei banchieri e del personale di banca, incentivarono questi atti fraudolenti o per lo meno colposi.

I costi per il risanamento del settore bancario furono ingenti, anche se moderati dal- le dimensioni ridotte del sistema bancario e dal suo sviluppo relativamente recente. Con l’aiuto della Banca Mondiale e del Fondo monetario internazionale le autorità lituane prov- videro all’elaborazione di un piano di ristrutturazione che coinvolgeva le tre banche statali insolventi e le quattro banche private fallite. Il piano prevedeva la piena ricapitalizzazione e la rinazionalizzazione delle tre banche di proprietà statali e la fusione e la nazionalizza- zione di Innovation Bank, Litimpex Bank e Vakaru Bank e la liquidazione di Aura Bank, una delle dieci banche che erano state poste sotto il controllo dello stato alla fine del giu- gno 1995. La crisi bancaria portò inoltre a importanti risvolti politici. Sotto la pressione pubblica, che accusava le autorità di incompetenza e abuso di informazioni privilegiate, il Primo Ministro e alcuni altri ministri, unitamente al governatore della Banca di Lituania furono costretti a rassegnare le dimissioni.