Casona Moreno -
5. DEGRADO
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Per quanto riguarda materiali molto differenti per meccanismi ed effetti come il legno e il vetro si deve ancora sviluppare un’adeguata terminologia.
I principali tipi di degrado strutturale a cui una costruzione può essere soggetta sono il cedimento di fondazione e varie tipologie di dissesti: dei muri in elevazione e dei pilastri, delle strutture orizzontali e delle coperture.
Dalle norme sopraccitate sono state estratte le definizioni del lessico riscontrate come causa di degrado nell’oggetto di studio e vengono elencate di seguito:
• Deposito superficiale - Accumulo di materiali estranei di varia natura, quali, ad esempio, polvere, terriccio, guano di uccelli, ecc. Ha spessore variabile e, generalmente, scarsa coerenza e aderenza al materiale sottostante. (NorMaL 1/88)
• Distacco – Soluzione di continuità tra strati superficiali del materiale, sia tra loro che rispetto al substrato; prelude in genere alla caduta degli strati stessi. Il termine si usa in particolare per gli intonaci e i mosaici. (NorMaL 1/88)
• Esfoliazione – Degradazione che si manifesta con distacco, spesso seguito da caduta, di uno o più strati superficiali subparalleli tra loro (sfoglie). (NorMaL 1/88)
• Fratturazione o fessurazione – Degradazione che si manifesta con la formazione di soluzioni di continuità nel materiale e che può implicare lo spostamento reciproco delle parti. (NorMaL 1/88)
• Macchia - Alterazione che si manifesta con pigmentazione accidentale e localizzata della superficie; è correlata alla presenza di materiale estraneo al substrato (per esempio: ruggine, sali di rame, sostanze organiche, vernici). (NorMaL 1/88)
• Mancanza - Caduta e perdita di parti. Il termine, generico, si usa quando tale forma di degradazione non è descrivibile con altre voci del lessico. Nel caso particolare degli intonaci dipinti si adopera di preferenza lacuna. (NorMaL 1/88)
• Colonizzazione biologica – Presenza riscontrabile macroscopicamente di micro e/o macro organismi (alghe, funghi, licheni, muschi, piante superiori). (UNI 11182:2006)
• Presenza di vegetazione – Presenza di individui erbacei, arbustivi o arborei. (UNI 11182:2006)
• Rigonfiamento – Sollevamento superficiale e localizzato del materiale, che assume forma e consistenza variabili. (NorMaL 1/88)
• Graffito Vandalico – Apposizione indesiderata sulla superficie di vernici colorate.
(UNI 11182:2006)
Esistono due tipi di deposito superficiale, quello coerente e quello incoerente.
Si esplicita la differenza vista la presenza di entrambi all’interno dell’edificio.
Il deposito coerente ha una consistenza maggiore, come per esempio incrostazioni
e concrezioni, quello incoerente invece è composto da depositi di sostanze estranee non cementati, come polveri di varia natura o efflorescenze saline. In base al tipo di deposito si interverrà diversamente, si rimanda al capitolo specifico sugli interventi di conservazione.
I danni maggiori riscontrati nell’intera costruzione sono dovuti al collasso di parte della copertura e alla crescita incontrollata della vegetazione, oltre alla mancanza di manutenzione e all’incuria del proprietario. Ad oggi l’immobile si trova in uno stato di quasi totale abbandono.
Le cause principali dello stato attuale dell’edificio sono riscontrabili nelle azioni climatiche a cui è soggetta la zona, con piogge abbondanti e forti raffiche di vento. Le piogge sono concentrate nella stagione estiva (gennaio-febbraio) e sono abbondanti, si alternano quindi periodi di quasi siccità a periodi con possibili inondazioni dovute alle piogge torrenziali.
Questi fenomeni aggrediscono la struttura lignea, che marcisce più velocemente e la struttura muraria in terra che si dilava con le precipitazioni atmosferiche.
La presenza d’inquinamento è una delle cause antropiche di maggior rilevanza, oltre alla mancanza di manutenzione ordinaria, che causa alla costruzione un’accelerazione nella crescita e nello sviluppo dei fenomeni di degrado.
Analizzando nello specifico il degrado della copertura sono emersi vari livelli di gravità e pericolosità nell’immobile.
Vi sono tutte le fasi di mancanza: assenza del solo manto di copertura che si riscontra limitatamente a cinque punti poco sviluppati; assenza del manto e del tavolato circoscritto all’interno del secondo patio lato est e in una parte dell’esterno del prospetto nord. La mancanza del manto, del tavolato e della struttura secondaria è presente nel primo patio angolo nord-est. La mancanza totale della copertura, dal manto sino ad arrivare alla struttura principale, si riscontra in due punti ben distinti del secondo patio. Questo tipo di degrado è il più grave riscontrato nell’edificio.
La mancata manutenzione della copertura ha indotto in alcune zone la rottura e il distacco dei coppi. Ciò ha permesso il passaggio delle precipitazioni atmosferiche provocando il conseguente degrado delle strutture orizzontali. Sarebbe opportuna un’indagine che possa stabilire se il distacco dei coppi sia causa o effetto di una probabile marcescenza della struttura secondaria e/o primaria sottostante.
Le coperture in lamiera sono, come già detto, di due momenti differenti, le più recenti si trovano in ottimo stato mentre quella anteriore presenta corrosione. Un altro elemento metallico che presenta corrosione è la parte angolare della grondaia, corrosa a tal punto da essersi rotta.
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Inoltre la grondaia risulta essere insufficiente per la portata d’acqua a cui è soggetta. Sia per la mancanza in alcune parti dovuta al crollo della struttura principale della copertura con conseguente crollo della canalina della raccolta delle acque sia per le ridotte dimensioni di quelle tutt’ora presenti.
Su tutta la copertura si estende un leggero deposito superficiale incoerente, mentre in alcuni punti è presente in maniera concentrata, questo deposito è composto principalmente da fogliame, piccoli detriti e terra portata dal vento.
L’unione delle principali cause come la pioggia, il soleggiamento e l’assenza di manutenzione ha portato nel tempo alla comparsa di organismi vegetali sulla copertura dell’edificio. Oltre alla classica presenza di vegetazione di individui arborei, arbustivi ed erbacei è presente anche la colonizzazione biologica di licheni estesa su quasi tutta la copertura in tegole.
Come per la copertura anche nella pianta è presente uno strato diffuso di deposito superficiale incoerente su tutta l’area pavimentale, composto principalmente da polvere; in alcune zone, invece, vi è una concentrazione specifica di diverso materiale come foglie secche, detriti di parte della struttura e della copertura accumulati per crollo, mattoni e vari oggetti dismessi come vecchie fotocopiatrici e cartelloni luminosi rotti. È presente anche deposito superficiale coerente diffuso solo in alcune zone. Nei patii interni è presente la vegetazione di individui erbacei e arbustivi che nel tempo sono cresciuti in maniera incontrollata. Attualmente nel secondo patio sono presenti anche specie rampicanti addossate al muro dell’edificio.
Originariamente l’unica vegetazione presente all’interno del patio era composta da alberi da frutto, ancora oggi presenti ma che non costituiscono elementi di degrado, anzi ne aumentano il valore storico. Su uno di questi alberi della proprietà vige il divieto di taglio, vista la rilevanza storico culturale.
Dal sopralluogo effettuato si è potuto notare come all’interno di alcune stanze vi sia il distacco della carta da parati che rivestiva il muro; altre stanze invece presentano punti in cui manca lo strato d’intonaco nelle parti murarie che riveste l’adobe.
Alcune piastrelle del marciapiede esterno sono distaccate dall’assetto pavimentale e altre invece sono mancanti, la maggior parte di quelle mancanti sono state sostituite da un getto di malta cementizia per colmare il dislivello creato dall’assenza delle stesse. La parte in malta cementizia è soggetta a sporcizia dovuta all’incuria dei passanti i quali gettano a terra gomme da masticare che si attaccano al manto pavimentale e alla spazzatura lasciata a ridosso della muratura perimetrale dell’edificio.
Si ricordi inoltre che metà del marciapiede del prospetto nord è chiuso al transito pedonale dovuto al possibile distacco, e successiva caduta, dell’intonaco del soffitto. Più della metà della parte interdetta è già priva dell’intonaco per anteriori distacchi. Le cause del distacco sono attribuibili alla marcescenza delle travi lignee e
dell’estera in chuchió che lo sorreggono.
Durante il sopralluogo si è riscontrata anche l’insufficienza e inadeguatezza, dovuta all’ obsolescenza, dell’impianto elettrico e d’illuminazione dell’intera costruzione, quindi si ritiene necessario un intervento puntuale su questi due aspetti con la messa in sicurezza degli impianti e l’incremento degli stessi per assicurare una piena funzionalità dell’edificio.
In entrambi i prospetti esterni sono riscontrabili le stesse forme di degrado.
Il degrado per apporto che salta subito all’occhio è il graffito vandalico il quale si estende su quasi tutta la superficie muraria. Attualmente ci si domanda se il graffito sia o meno una forma di degrado, visto che non è direttamente un degrado del materiale, ma più che altro va contro il decoro della costruzione. Considerato che il lessico NorMaL UNI 11182:2006 lo inserisce tra le tipologie di degrado al pari di quelle coniate nel NorMaL del ’88 è stato inserito anch’esso nella mappa del degrado.
Le alterazioni per apporto presenti sono la macchia dovuta principalmente alla colatura di elementi terrosi sul prospetto i quali provocano macchie diverse da quelle dovute all’umidità di risalita; il deposito superficiale diffuso sulle cornici di tutto l’immobile e sui cassettoni del prospetto nord.
I degradi per asporto presenti sono la mancanza, il distacco e l’esfoliazione. Questi sono principalmente presenti nelle colonne, maggiormente soggette agli agenti atmosferici, e nell’intonaco delle murature che oltre a distaccarsi ed esfoliarsi presenta anche dei rigonfiamenti, i quali fanno parte del degrado né per apporto né per asporto di materiale; nella stessa categoria rientrano le fessurazioni presenti anch’esse sia sulle colonne che sui muri.
Lungo la muratura di entrambi i prospetti è presente una canalina elettrica in plastica, la quale nella sua parte finale del prospetto ovest viene a mancare. Oltre ad avere quindi una parte mancante, è un elemento antiestetico per le facciate che quindi verrà rimosso e sostituito con elementi più consoni al decoro dell’edificio con valore storico-tipologico.
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