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GLI INTERVENTI DI VALORIZZAZIONE

Nel documento Rilievo dell’immobile (pagine 74-77)

Casona Moreno -

6. PROGETTO DI RESTAURO

6.2 GLI INTERVENTI DI VALORIZZAZIONE

ed in piastrelle invece sono presenti, parti in cui è presente deposito superficiale, costituito da gomme da masticare e spazzatura addossata alla muratura. Si prevedono opere di pulitura per la rimozione delle gomme da masticare dal manto pavimentale.

Durante il sopralluogo si sono evidenziate l’insufficienza e l’obsolescenza degli impianti d’illuminazione ed elettrico. Per questa ragione si prevede, innanzitutto, la messa in sicurezza di entrambi gli impianti con il conseguente adeguamento della capacità di carico degli stessi in modo tale da soddisfare il fabbisogno energetico dell’intero edificio.

All’interno del patio principale è presente una struttura in mattoni con copertura in lamiera che appartiene a trasformazioni successive e non risale quindi all’epoca della costruzione originaria. Tenendo conto dei pro e dei contro sul mantenere o meno in piedi la struttura e pensando ai benefici che l’intera Casona avrebbe potendo usufruire dell’intero spazio aperto e visto che la presenza della stessa al centro del cortile snatura l’idea stessa di patio, oltre a nascondere il pozzo avente valore culturale, si è deciso di demolire l’intero volume per poter riottenere l’immagine del grande patio interno.

Prima della demolizione si documenterà con fotografie il volume per non perderne la traccia storica e si manterranno le dimensioni di fondazione per poterle evidenziare nel rifacimento del cortile, in modo tale che resti una sorta di traccia del blocco rimosso attraverso la pavimentazione.

Per la demolizione si seguirà l’articolo 2.6.5. Demolizioni del Regolamento urbano del centro storico della città di Santa Cruz de la Sierra[1]:

“Unicamente potranno ammettersi lavori di demolizione parziale quando si tratta della demolizione dei corpi non originali o aggiunti che non hanno relazioni con l’edificio originale, o nel caso in cui la demolizione parziale sia giustificata e relazionate con l’esecuzione dei lavori di restauro o riabilitazione.”

PARTE DUE

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museo sulle tecniche costruttive cruzegne, con una parte specifica sul restauro svolto nella Casona. Il secondo corpo verrà riservato a spazi per esposizioni ex-temporanee, sala conferenza e zona di ristorazione.

Nel primo corpo è stato pensato un piccolo bar nella stanza soppalcata, che sia accessibile sia dall’esterno, tramite la porta che si affaccia sul marciapiede, sia dall’interno del museo tramite la terza sala espositiva; vicendevolmente dal bar si può accedere direttamente al museo.

Il museo sarà composto da cinque sale espositive, in cui saranno descritte e spiegate le tecniche costruttive tipiche boliviane e in particolare della città, particolari attenzioni saranno dedicate in particolar modo a tejas musleras, estera de chuchió, horcones, tabique e adobe. La spiegazione di queste tecniche costruttive avverrà oltre che con i pannelli esplicativi per ognuna di esse anche con esempi pratici emersi dalla Casona stessa. La mancanza dell’intonaco all’interno di alcune stanze ha portato alla luce la composizione dei muri in adobe. Questa mancanza non è volutamente stata oggetto d’intervento durante la fase di conservazione, ma è stata lasciata a vista, con l’esatta intenzione d’essere d’aiuto alla comprensione della tecnica.

La stessa idea si rispecchia nella volontà d’intervento ridotto sulle colonne lapidee esterne, le quali non sono state rintonacate ma sono state lasciate di proposito con i mattoni speciali ad andamento curvo a vista per poter apprezzare il pregio della tecnica costruttiva utilizzata.

Le colonne lignee dell’antico patio che con il tempo sono state inglobate dalla muratura verranno messe in evidenza tramite una nuova verniciatura che riporti le colonne al colore ligneo originario e inoltre saranno collocate delle fonti d’illuminazione particolare per risaltare il profilo della colonna all’interno della muratura.

La stanza d’angolo è stata pensata come ingresso all’area museale e quella a cui appartiene la porta quadripartita del prospetto nord è stata destinata a negozio di gadget e souvenir del museo e oggetti tipici della città. Nell’area al lato dell’ingresso verrà allestita una mostra permanente dove verranno spiegati i vari passi e le fasi del restauro che è stato eseguito nell’edificio stesso.

L’area liberata dalla demolizione dei due corpi secondari all’interno del patio resterà vuota, per ripristinare le spazialità originarie. Per evidenziare l’area dei due ingombri si è progettato un cambio di pavimentazione in modo tale che si renda lampante la planimetria volumetrica anteriore all’intervento di restauro.

Le stanze confinanti con il secondo corpo sono state cedute ad esso, per creare un altro percorso espositivo temporaneo, una piccola stanza è stata trasformata creando così un corridoio d’unione tra i due patii.

L’idea di creare un collegamento tra i patii è dovuta all’ipotesi che anticamente fossero uniti, dalla letteratura e da alcuni esempi di case con gallerie e patii, era comune che le zone interne delle case fossero collegate tra loro.

Il secondo corpo è formato da tre destinazioni d’uso differenti, uno spazio di ristorazione, uno per le conferenze e l’altro per mostre temporanee.

Nello spazio adibito a mostre temporanee, sono stati progettati quattro differenti percorsi espositivi sfruttando i collegamenti, già esistenti, tra le varie stanze. L’accesso principale alla zona è il lungo corridoio che termina con una piccola reception sulla destra, l’accesso secondario invece è tramite il collegamento con il patio principale.

La sala conferenze è un blocco indipendente dal resto dell’edificio, come già si presentava allo stato di fatto prima degli interventi di conservazione, con reception e servizi igienici destinati. L’utilizzo di questa sala è misto sia pubblico che privato, in modo tale che possa fungere da fonte d’introito per la manutenzione dell’edificio.

Altro blocco indipendente è composto dalla zona della ristorazione, composta da un’area per i tavoli, un bagno e la cucina, che all’interno ospita un chiosco bar che si affaccia sul secondo patio e serve lo spazio espositivo.

Per lo spazio museale e per quello espositivo sono state progettate due aree per i servizi igienici, in una delle quali è presente anche un servizio per le persone portatrici di disabilità fisiche.

L’idea per il progetto di valorizzazione è nata dalla voglia di far conoscere, diffondere e conservare, tramite una memoria materiale, le tecniche costruttive tipiche di Santa Cruz de la Sierra e dell’intervento di conservazione che è stato fatto su questo specifico edificio, da tempo abbandonato a sé stesso. Creando così uno spazio culturale con la possibilità di catturare l’attenzione dei giovani tramite gli spazi temporanei e di ristoro.

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