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La mutilazione delle Erme nella ricostruzione andocidea

3.1 La denuncia di Teucro

La narrazione andocidea inizia, anche questa volta, con il ricordo di una denuncia:

Ἐπειδὴ Τεῦκρος ἦλθε Μεγαρόθεν, ἄδειαν εὑρόμενος μηνύει περί τε τῶν μυστηρίων ἃ ᾔδει καὶ τῶν περικοψάντων τὰ ἀναθήματα καὶ ἀπογράφει δυοῖν

δέοντας εἴκοσιν ἄνδρας.1

καὶ Ald. : ἐκ2

Teucro, che aveva già denunciato riguardo alla profanazione dei Misteri3, fornisce dunque informazioni anche per la mutilazione delle Erme. Come già detto nel capitolo precedente, anche Plutarco cita rapidamente Teucro tra i delatori, non specificando però se egli abbia denunciato in relazione alle profanazioni, alle mutilazioni o ad entrambe4. Egli, secondo il racconto andocideo, con la promessa dell’immunità (ἄδειαν εὑρόμενος) rivela i nomi di diciotto persone collegate esplicitamente alla mutilazione delle Erme. Come avviene per due delle quattro denunce riportate da Andocide in relazione alle parodie dei Misteri, viene fatto leggere davanti alla giuria il documento ufficiale contenente la denuncia di Teucro contro gli ermocopidi:

1 And. 1.34.

2 L’emendazione dell’edizione aldina si riferisce a καὶ τῶν περικοψάντων. La correzione del testo tradito si rende necessaria perché quanto qui affermato sarebbe in contrasto con quello che Andocide stesso ha detto al § 15 (cfr. supra Capitolo 2, p. 35, con n. 40). Per altre proposte di emendazione, cfr. MacDowell 1962, 86.

3 Cfr. And. 1.15 e supra Capitolo 2, pp. 35-36. 4 Plu. Alc. 20.6; cfr. supra Capitolo 2, pp. 38-39.

48 Καί μοι ἀνάγνωθι αὐτῶν τὰ ὀνόματα. Ὀνόματα. Τεῦκρος ἐπὶ τοῖς Ἑρμαῖς ἐμήνυσεν Εὐκτήμονα, Γλαύκιππον, Εὐρύμαχον, Πολύευκτον, Πλάτωνα, Ἀντίδωρον, Χάριππον, Θεόδωρον, Ἀλκισθένη, Μενέστρατον, Ἐρυξίμαχον, Εὐφίλητον, Εὐρυδάμαντα, Φερεκλέα, Μέλητον, Τιμάνθη, Ἀρχίδαμον, Τελένικον.5

Ancora una volta, quindi, l’oratore prova l’attendibilità delle sue dichiarazioni facendo leggere un documento ufficiale, introdotto dalla consueta formula ʽ(λαβὲ καὶ) ἀνάγνωθιʼ6. Inoltre, come si può facilmente verificare, le persone che Teucro

coinvolge nelle denunce relative alla mutilazione delle Erme non coincidono con quelle da lui denunciate per la questione dei Misteri, sebbene alcuni nomi da lui citati corrispondano a quelli presenti in alcune delle altre denunce oppure compaiano sulle Stele Attiche. In particolare, Ferecle, Teodoro e Meleto sono nominati, rispettivamente, nella denuncia di Lido7, in quella di Tessalo8 e in quella di Andromaco9; i nomi di Eurimaco, Eufileto e Ferecle ricorrono invece sulle Stele Attiche10. In esse, accanto ai nomi di Ferecle ed Eufileto troviamo la specificazione ʽπερὶ ἀμφότεραʼ, interpretata perlopiù dagli studiosi come ʽin relazione ad entrambi i capi d’accusa (scil. la profanazione dei Misteri e la mutilazione delle Erme)ʼ11. Se la

situazione fosse realmente come la interpretano gli studiosi moderni, essa avrebbe delle ripercussioni anche sulla completezza e l’affidabilità del resoconto andocideo: se infatti, effettivamente, il nome di Ferecle compare in Andocide sia nelle denunce relative alla profanazione dei Misteri che in quelle relative alla mutilazione delle Erme, di Eufileto si parla solo a proposito di quest’ultima vicenda. Emergerebbe dunque, ancora una volta, un’incompletezza nella versione andocidea della sequenza

5 And. 1.34-35. Per questioni di prosopografia legate ai nomi citati, cfr. Allen 1951, 85-129; MacDowell 1962, 86; Ostwald 1986, 538-549; Marzi-Feraboli 1995, 310-311, n. 45. Una lista completa dei nomi citati in Andocide con relativo commento si trova in Gomme-Andrewes-Dover 1970, 276- 282.

6 Cfr. supra Capitolo 2, p. 33.

7 And. 1.17. Sulla denuncia di Lido, cfr. supra Capitolo 2, p. 37.

8 Plu. Alc. 22.4. Sulla denuncia di Tessalo, cfr. supra Capitolo 2, pp. 38-39.

9 And. 1.13. Sulla denuncia di Andromaco, cfr. supra Capitolo 2, pp. 32-35. Bisogna tuttavia tenere presente che il nome Meleto, essendo molto comune ad Atene, pone molti problemi prosopografici e rende difficile un’identificazione univoca: sulla questione, cfr. MacDowell 1962, 208-210 (cfr. anche Marzi-Feraboli 1995, 342 n. 125).

10 In particolare, per Eurimaco, cfr. IG I3 422 l. 223; per Eufileto, cfr. IG I3 426, l. 78 e 430, l. 14; per Ferecle, cfr. IG I3 426, l. 83. Per un commento delle Stele Attiche a proposito di questi nomi, cfr. Aurenche 1974, 145-147.

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delle denunce relative ai Misteri, che getta un’ombra, di conseguenza, sulla presunta completezza di tutte le informazioni presenti nell’orazione non confrontabili con altre fonti.

Un’altra questione relativa alla denuncia di Teucro nel racconto andocideo riguarda la cronologia: dobbiamo intendere le due denunce presenti in Andocide come parti complementari di un’unica denuncia? Anche le parole dello stesso oratore, nonostante il problema testuale che affligge proprio questa parte12, sembrano avvalorare questa ipotesi. Nelle due occasioni in cui parla di Teucro, Andocide, nonostante poi tenga le due questioni rigorosamente separate nella sua narrazione, riferisce che il meteco, in cambio dell’immunità, offrì di rivelare i nomi delle persone coinvolte nella profanazione e nella mutilazione13. Pur non avendone la certezza assoluta, dunque, si può pensare che Teucro abbia denunciato nella stessa occasione sia i suoi complici nella profanazione dei Misteri che i nomi di coloro su cui aveva informazioni in relazione alla mutilazione delle Erme14. È quindi Andocide che, per opportunità difensiva, decide di narrare separatamente le due questioni e di dividere così in due parti anche la denuncia di Teucro. Come è già stato osservato nel capitolo precedente15, tale divisione permette infatti all’oratore di esporre la sua difesa in modo più ordinato e, contemporaneamente, di smontare la forza evocativa che le due accuse unite insieme dovevano suscitare nei suoi concittadini. Inoltre, osservando la cronologia effettiva delle denunce, si può notare come, tra i due eventi, Andocide decida di narrare prima la questione dei Misteri, nonostante essa sia stata scoperta solo in seguito alle prime denunce riguardo la profanazione delle Erme16. Sembra piuttosto difficile che la sua scelta narrativa sia dovuta al caso: come anche in altre occasioni si è mostrato, un’orazione giudiziaria è un discorso pensato per persuadere una giuria di una tesi, ed è proprio in vista di questo fine che ogni particolare all’interno di essa

12 Cfr. supra p. 47 n. 2. 13 And. 1.15: Τεῦκρος ἦν ἐνθάδε μέτοικος, ὃς ᾤχετο Μέγαράδε ὑπεξελθών, ἐκεῖθεν δὲ ἐπαγγέλλεται τῇ βουλῇ, εἴ οἱ ἄδειαν δοῖεν, μηνύσειν καὶ περὶ τῶν μυστηρίων, συνεργὸς ὤν, τοὺς ἄλλους τοὺς ποιοῦντας μεθ’ ἑαυτοῦ, καὶ περὶ τῶν Ἑρμῶν τῆς περικοπῆς ἃ ᾔδει. And. 1.34: Ἐπειδὴ Τεῦκρος ἦλθε Μεγαρόθεν, ἄδειαν εὑρόμενος μηνύει περί τε τῶν μυστηρίων ἃ ᾔδει καὶ τῶν περικοψάντων τὰ ἀναθήματα καὶ ἀπογράφει δυοῖν δέοντας εἴκοσιν ἄνδρας.

14 Gomme-Andrewes-Dover 1970, 273; Mann 2007, 247. È altresì possibile che la delazione, avvenuta in un’unica occasione, sia stata registrata in due denunce separate, dal momento che, come si è già detto (cfr. supra Capitolo 2, p. 32 nn. 21 e 23), i capi di accusa erano probabilmente distinti.

15 Cfr. supra Capitolo 2, pp. 31-32.

16 Confrontando la ricostruzione di Andocide e quella di Tucidide, l’ordine probabile degli eventi è il seguente: mutilazione delle Erme-nomina della commissione di inchiesta-assemblea e rivelazioni di Pitonico sulla profanazione dei Misteri-denuncia di Andromaco-denuncia di Teucro. Cfr. supra Capitolo 2, pp. 28-40.

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viene pensato ed ordinato, lasciando pochissimo spazio al caso. Per quanto riguarda dunque la discrepanza tra l’ordine cronologico degli eventi e quello narrativo, dobbiamo ritenere che Andocide abbia avuto un buon motivo per costruire la sua orazione in questo modo. È possibile, ad esempio, che egli ritenesse più facile discolparsi dall’accusa di aver profanato i Misteri, e che abbia deciso, di conseguenza, di concentrarsi per prima cosa su quella vicenda così da convincere più facilmente i giudici della sua innocenza in tale questione, e da renderli in questo modo benevoli nei suoi confronti in vista dell’altra accusa, dalla quale riteneva forse più difficile discolparsi17.