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Difendiamo la democrazia contro la demagogia socialista — 2 Ca­ ratteri della democrazia moderna — 3 Lo sperimento socialista in

Nel documento Politica, criteri ed eventi (pagine 167-171)

DEMAGOGIA E DEMOCRAZIA

X. Difendiamo la democrazia contro la demagogia socialista — 2 Ca­ ratteri della democrazia moderna — 3 Lo sperimento socialista in

Russia e la pietra miracolosa di Don Louis Perez d’ Acaiba. — 4.11 movimento socialista è capitanato da volgari delinquenti in servizio della Germania. — 5. Il cinismo dei socialisti. — 6. L ’ abisso tra loro e noi è di carattere morale. — 7. Il concetto di dem ocrazia è diven­ tato un agglomerato di non-sensi. — 8. Balordaggine della tesi che «c i battiamo per la democrazia». — 9. Balordaggine della tesi che « la democrazia sia la pace ». — 10. La democrazia che diventa titolo giustificante privilegi. — 11. Come Protagora, che è stato il primo teorico della democrazia, la concepisse. — 12. Che anche oggi i de­ mocratici la pensino come lui. — 13. Il problema della educazione. — 14. Che siano incompatibili l ’ uguaglianza di fatto e la libertà.

1. — In regime democratico quale è il nostro (1) è di supremo interesse, per tutti coloro che vogliono conservato il carattere democratico della nostra na­ zione, che il suo carattere democratico venga difeso contro ogni deformazione, sia essa di tirannia dema­ gogica, sia essa di tirannia plutocratica, militare o aristocratica. (i)

158 p o l it ic a: c r it e r i e d e v e n t i

Questa difesa si impone, non soltanto per un in­ teresse costituzionale, ma, e ciò conta anche di più in questi giorni, per arginare le deformazioni della nostra democrazia che sono tutte quante unilateral­ mente tali da snervare lo spirito bellico della nostra nazione, e tali da riuscire di ostacolo a una energica e pronta disciplina interna.

Potrei e dovrei dire di più. Potrei e dovrei al­ largare il tema e dire: che nei riguardi di tutta quanta Pazione bellica degli Alleati, cioè la ener­ gica loro azione sui fronti e la loro azione contro spie, contro contrabandieri, contro partiti sovversivi, contro infrazioni della neutralità, e per il fermo mantenimento delle finalità della guerra, si crea a noi, mediante le deformazioni della democrazia, me­ diante le antitesi in cui essa viene posta ad una politica imperialista, mediante lo spirito leguleio e bizantino di cui essa si riveste e tutto quel non-senso melodrammatico esentimentale di cui la si ammanta, uno stato di grave inferiorità nella lotta contro bar­ bari logici, violenti, privi di ogni scrupolo, demoli­ tori di ogni morale e costume, sanguinari e ben determinati a raggiungere con ogni e qualsiasi mezzo il loro fine di conquista (1).

La difesa della democrazia virile e la lotta contro la invadente pseudo-democrazia e demagogia vanno fatte con franche parole: dove le parole non bastano, con la forza.

AlPuno e all’ altro di questi mezzi di difesa della nostra costituzione democratica, e all’ uno e all’altro (*)

(*) Gli effetti deleteri del movimento demagogico, o pseudo democratico che qui segnalo, hanno una conferma nei nume­ rosi fatti che cita la National Neview di febbraio, pp .645-676.

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genere di offensiva contro gli avversari di questa nostra costituzione, richiamo gli italiani.

La difesa e l’ offesa vanno condotte con assoluta in­ transigenza. Nessuna compiacenza verso amici. Nes­ suna pietà con avversari. Ricorso alla persuasione dove havvi intelligenza. Ricorso alla violenza di fronte ai bruti. Rifiutare per sè quartiere; non darlo ai nemici.

Nelhora che corre, i nemici della democrazia italiana sono i socialisti e i demagoghi. E lo è altresì la turba dei vigliacchi che vogliono pace, pace a qualunque costo, pace di transazioni e di accomo­ damenti, all’ interno e al fronte.

A costoro va fatta una vita d’ inferno — tale e quale come ai nemici che combattono con bandiera spiegata, perchè di questi essi sono il maggiore so­ stegno.

2. — Mi guarderò bene dal fare una disquisizione teorica sui caratteri della democrazia.

Questo lo lascio alle:

Gens hérissés de savantes fadaises (4), Le teint jauni, les yeux rouges et secs, Le dos courbé sous nn tas d’ auteurs grecs, Tous noircis d’ encre et coiffós de poussière,

le quali, interpellate da Voltaire se non volessero con lui far visita al tempio del buon gusto, s’ af­ frettarono a rispondergli:

nous avons 1’ habitude

De rédiger, au long, de point en point, Ce qu’ on pensa, mais nous ne pensons point.

Mi limito al richiamo di un solo punto dottrinale.

(!) Vo l t a ir e, (Euvres complètes, ediz. 1817. Th. Desoer, Paris, tome III, p. 481: Le tempie du goùt.

160 p o l i t ic a: c r ite r i e d e v e n t i

La democrazia ha avuto due forme nella storia. Neirantichità essa non faceva leggi, ma sceglieva

tutti i capi dei servizi governativi: sceglieva i giu­

dici, sceglieva i capi deiresercito e dell’ armata, sce­ glieva gli ambasciatori e, in breve, i reggitori di ogni ramo del Governo e deH’Amministrazione. Ciò era possibile in piccolissime republiche (*) e vi ha dato risultati pessimi (2). È una forma superata.

La democrazia attuale, all’ opposto dell’antica, fa

le leggi, o meglio, e per una esigenza del tutto

pratica, sceglie i legislatori che fanno le leggi; il governo, conforme a quanto dispongono le leggi, è proprio di un corpo tecnico, che sta a capo e a con­ trollo della burocrazia, in senso lato. Questa è la forma della nostra democrazia, in linea di fatto (3).

La distribuzione della sovranità tra tutti i cit­ tadini a mezzo del suffragio universale, polverizza questa sovranità in quote così piccole che esse fini­ scono per non avere valore alcuno, anche agli occhi degli stessi innumerevoli sovrancelli. Il che si vede nel fatto che essi si astengono dal prendere parte alle elezioni, se non vi sono indotti o da moneta distribuita dai candidati, dai partiti e dal Governo fattosi partito,

(b Rousseau, Dii con trat so cia l, libro I I I , eh. X Y , p. 236, voi. II delle CEuvres, ediz. Deterville, 1817.

(2) J. Beloch, Griechische Geschichte, voi. II, pp. 22, 29. Triib- ner, Strassburg, 1897.

(3) E già stato egregiamente spiegato da Stuart Mill, nel suo scritto sul Governo costituzionale, come i ministri, posti a capo di un dicastero, abbiano la funzione di rivedere le manchevolezze della burocrazia, di ottenere che essa lavori, di vincerne gli attriti e di portare nel suo ingranaggio la competenza del buon senso e le idee nuove che l’ opinione pubblica elabora. Sono essi, alla loro volta, i capi della bu­ rocrazia, responsabili, di fronte ai legislatori e la stampa.

Nel documento Politica, criteri ed eventi (pagine 167-171)