NAZIONI GIOVANI E VECCHIE
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il Darwin e quali sono, per esempio, Ewald Hering e Riccardo Semon (4).
Medici, naturalisti, allevatori di animali, istologi, storici, sociologi, filosofi, si sentono continuamente affrontati da fatti che sembrano confermare la tra smissibilità ereditaria di caratteri acquisiti, trasmis sibilità che l’ arruffio di ipotesi weismanniane non riesce a togliere dai loro convincimenti. Spencer nega la divisione in cellule germinali e cellule somatiche. Darwin sostiene che le cellule germinali siano il pro dotto di tutte le cellule somatiche. Semon sostiene essere proprietà \delle sostanze vive di essere modi ficate per opera di stimoli, non già in modo transi torio, ma bensì permanente, modificazioni allora chia mate « iscrizioni », o engrammi, e trasmessi alla discendenza, cioè ereditarie, quasi come fatti mne monici propri delle sostanze organiche.
La dottrina del Semon è, brevemente, questa. Ad uno stimolo le sostanze vive reagiscono, cioè, si mo dificano; innanzi tutto finché dura lo stimolo; ma, in certe condizioni, anche dopo che lo stimolo è ces sato, permangono durevolmente delle modificazioni. Queste modificazioni permanenti, corrispondenti allo stimolo subito, sono lo engramma dello stimolo. La
d ) Nella Philosophie Zoologique di La m a r c k , particolar
mente il cap. Y I I della prima parte, p. 220 dell’ edizione del 1873. Paris, Savy.
Da r w i n, The variation of animals and plants under dome- stication. Yol. II, in particolare la seconda parte del ca- pit. X X V I I, in cui sviluppa la sua teoria di pangenesi, p. 374 dell’ ediz. 1868. London, Murray. Semon non mi è noto che di seconda mano da Thomson e da Zollscban.
In quanto a Spencer sono noti anche a coloro che non si occupano di fisiologia i Principles of Biology. Yol. I, cap. IV
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somma degli engrammi che un individuo eredita, o quelli che egli ha acquistato nella propria vita, sono ciò che Semon chiama la Mneme, o Memoria istolo gica dell’ individuo.
Non ci arbitriamo di scegliere tra l’ ipotesi del Weismann e quella del Semon.
Non è in base a plausibilità, o inclinazione, che un siffatto problema si può risolvere. Nè contano le obiezioni che contro l’ uno o l’ altro sistema si af facciano, ogni obiezione trovando, apparentemente, adeguata risposta.
D’ altra parte, non è lecito ignorare il dibattito sulla trasmissibilità, o meno, dei caratteri acquisiti, perchè l’ affermativa, o la negativa, decidono dei più vitali problemi educativi, etici, politici e sociologici, 0 storici.
11. — Fino a tanto che il problema della trasmis sione ereditaria dei caratteri acquisiti non sarà stato risolto almeno in linea di fatto dai sociologi, o dagli istologi, — dico in linea di fatto, essendo relativa mente indifferente sapere come, cioè a traverso a quali processi, la trasmissione avvenga, — una grave incertezza annebbierà numerosi problemi concernenti la storia dell’ umanità.
Sulla base della dottrina di Weismann tutte le nazioni sono ugualmente vecchie, cioè, se costituite da razze pure (endogame) hanno i caratteri origi nari propri dell’ originario protoplasma germinale
loro, qualunque siano le vicende storiche che abbiano subite, e se costituite da razze miste (exogame) hanno 1 caratteri originari propri dei protoplasmi germi nali che si sono incrociati, qualunque siano state le influenze delle loro vicende storiche, fabbricatrici soltanto di caratteri acquisiti, e perciò non trasmis sibili da una generazione all’ altra.
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Sulla base della dottrina di Semon vi sono na zioni vecchie e nazioni giovani, nel senso che vi sono nazioni cariche e stracariche di engrammata, di mneme, ricche di modificazioni apportate da ca ratteri acquisiti, nelle vicende della loro storia e diventati elementi ereditari dei loro cromosomi, e vi sono, per contro, nazioni di cui le cellule germi nali si sono poco o in nulla arricchite di caratteri ac quisiti, perchè la loro storia è restata più uniforme, meno movimentata, sorgente più povera di espe rienze iscrittesi nei nuclei della loro vita ner vosa (*).
Sarebbero, ad es., nazione giovane i russi, se si prescinde dagli elementi germanici e semitici ac colti in mezzo a loro, a paragone delle nazioni la tine, greche e semitiche. Sarebbe, ad es., nazione vecchia quella degli Stati Uniti, salva la popolazione
fi) È accettata la dottrina del Semon dal dott. Ignaz Zoll- schan, uno degli scrittori più obiettivi e colti che io mi conosca. Vedi: Das Rassenproblem unter besonderer Berilcksi- chtigung der theoretischen Grundlagen der jildischen Iiassenfrage. Wien & Leipzig, Braumùller, 1910.
Alle condizioni nuove si conformeranno, per forza, nuove funzioni di organi sociali già esistenti e col tempo si for meranno addirittura nuovi organi.
Tra fisiologi, o meglio, neurologi, l’ ipotesi che spieghe rebbe il fenomeno è questa : chè le funzioni cerebrali par zialmente formino esse medesime i loro organi conduttori; chè, allorché fasci nervosi, che uniscono centri cerebrali, sono più di altri frequentemente adoperati per una coordi nata azione di centri cerebrali, questi fasci si differenziano dagli indifferenziati costituendosi guaine di midollo loro proprie. Ma, tra economisti e storici delle istituzioni econo miche, la tesi analoga alla tesi neurologica, è addirittura un luogo comune, essendo, per non dire di molti, per lo meno dagli studii di Herbert Spencer, nota la filogenia di una grande parte delle istituzioni economiche.
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negra accolta in essa, perchè formata tutta da stirpi ricchissime di engrammata. Sarebbero i tedeschi na zione vecchia, ma assai meno vecchia dei latini e dei semiti, ossia più povera di questi di caratteri ac quisiti diventati ereditari. Una nazione sarebbe tanto più giovane, quanto meno avesse avuto o vissuto storia, cioè, fosse rimasta proprietaria di qualità ori ginarie, non arricchite, non modificate, da adatta menti a modificazioni ambientali e funzionali. E dovremmo distinguere fra le nazioni vecchie, cioè ricche di engrammata, ricche di memoria organica, quelle di cui il patrimonio di qualità acquisita, di ventato ereditario, contiene elementi più o meno recenti. La popolazione, ad es., bianca degli Stati Uniti, derivata tutta quanta da popolazioni emigrate dall’ Europa, compresi i semiti che vi si sono recati, e quindi da popolazioni stracariche di eredità sto rica, questa popolazione ha accresciuto la propria mneme di modificazioni funzionali e ambientali lo cali, cioè americane, e quindi relativamente recenti, e necessariamente diverse da quelle che, dopo la loro emigrazione dall’ Europa, si sono aggiunte al patrimonio mnemonico organico degli antenati re stati in Europa. Vi sono, in altri termini, negli ele menti che costituiscono il patrimonio di engrammata, quelli più recenti e quelli più antichi, e mentre quelli più antichi sono comuni alle stirpi prima della loro separazione territoriale, quelli più recenti costitui scono aggiunte particolari di ogni stirpe e differen- ziatrici di ciascuna.
Havvi qui il medesimo fenomeno che è ben noto ai filologi. Sono comuni alle lingue delle varie na zioni europee quelle parole che usavano prima della loro separazione, perlocchè, ad es., « Tochter » e * 0uyarr]Q > sono identicamente la medesima parola
che significa bensì « figlia », ma più esattamente « colei che è addetta al lavoro di trarre il latte dalle vacche». Sono proprie di ciascuna lingua, e perciò diverse, le parole usate per designare cose venute a loro conoscenza e entrate a far parte della loro esperienza dopo la loro separazione.
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IL FASCIO P A R L A M E N T A R E
DI DIFESA NAZIONALE
VII
1. Il discorso di Orlando: riconosce l’ opera nefasta dei socialisti.— 2. Il bacio dell’on Nitti. — 3. L ’on. Orlando per la guerra a fondo. — i . Ha ragione Diderot o l ’ ha Rousseau? — 5. Un fatto che ha pre ceduto il discorso di Orlando. — 6. I discorsi di Pirolini e di Fe- derzoni. — 7. Il fascio non è prigioniero di Orlando — 8. Non è un partito politico permanente perchè composto di democratici e im perialisti. Il suo compito.
1. — L ’ on. Orlando ha fatto il 22 di dicembre 1917 nn discorso che ha fatto delirare la Camera. La Ca mera italiana delira facilmente e frequentemente. L’ on. Orlando ha detto parecchie cose che per molti e molti mesi egli ha fatto sistematicamente censu rare, allorché altri le dicevano. Eppure, sarebbe stato utile poterle dire allora. Evitavamo Caporetto. Ma, anche adesso, non è stato inutile averle dette. Se alle parole dell’on. Orlando si uniformerà la con dotta dell’ on. Orlando, avremo evitato un secondo Caporetto. Queste parole sono le seguenti (‘ ): «Come
(i) Ho riprodotto il testo dato dai giornali del discorso. Dippoi il Giornale d’Italia del 27 dicembre, n. 354, ha pub-
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Ministro dell’ Interno so molte cose e vi dico: cre dete voi che non vi sia, proprio nel vostro partito, non come semplici gregari, ma con funzione rap presentativa, gente che afferma che la causa della disfatta di Caporetto è stato il partito socialista? E che dà vanto al partito socialista di questo?» Sic come i socialisti rumoreggiano e protestano negando,
blicato il testo completo del discorso. È sostanzialmente identico al testo dato dai giornali in questa parte. A con ferma lo riproduco in questa nota:
«Il Ministro dell’ Interno molte cose sa che non può do cumentare. Per parare, quindi, anticipatamente la vostra sol levazione, con la quale potreste invitarmi a produrre il do cumento di prova, mi limito ad esprimere la cosa soltanto come una semplice possibilità. Credete voi, onorevoli colle ghi, che proprio non esistano nel vostro partito, non come trascurabili gregari, non come degli irresponsabili, perchè di questi mi potete dire ce n’ è in tutti i partiti, — cre dete voi, io dico, che non esistano nel partito vostro per sone che pur hanno funzioni e veste rappresentativa, le quali (vedete bene, volete che sia chiaro, e son chiaro) affermano che la causa della disfatta di Caporetto fu per l’ appunto il partito socialista e la sua propaganda, e di questo si van tano e rimproverano voi, perchè l’ attitudine vostra in questa Camera toglie al partito questa ragione di orgoglio?
Voci all’Estrema Sinistra.— Non è vero? (Commenti).
Orlando V. E . — Non è vero: ed io ne prendo atto con