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Rassegnare senza discussione ed eccezioni le dimis­ sioni vostre e degli interi Consigli dietro una parola d’ ordine.

Nel documento Politica, criteri ed eventi (pagine 41-47)

NEL FRONTE INTERNO

III. NBL FRONTE INTERNO

2) Rassegnare senza discussione ed eccezioni le dimis­ sioni vostre e degli interi Consigli dietro una parola d’ ordine.

A queste due domande vorrai dare a me una chiara ri­ sposta con cortese sollecitudine.

Qualunque tua a ltra in iz ia tiv a mi sarà sempre bene accetta. In tale attesa, raccomandandoti riservatezza e sollecitu­ dine, ti saluto cordialmente. Il

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avevano dichiarata la loro piena solidarietà con la Balabanoff^), fuggita da Pietroburgo, dopo che si era scoperto essere essa, Lenin, Grimm, Hoffmann, agenti tedeschi, ed avevano costituita una Frazione intran­

sigente rivoluzionaria di cui era compito di eccitare P) Sul conto della Balabanoff conviene raccogliere i fatti che il Popolo di Perugia, pubblica e La Libertà di Ravenna riproduce. Sono ancora fresche nella memoria di tutti le po­ lemiche alle quali la condotta di questa donna, tanto cara ai Turati, Lazzari, Serrati e C. ha dato luogo. Vedi Videa Na­ zionale. I processi per spionaggio che hanno avuto luogo in Ancona, sono lungi dall’ avere già messo a nudo tutta la verità. Ne sapremo delle belle se nell’ affare Bolo si riuscirà a fare dire tutto.

Il Popolo di Perugia afferma dunque:

«che Angelica Balabanoff, venuta a Terni nel 1910, era in stretta relazione con il tedesco Walter Tràger, il quale spac- ciavasi per disegnatore, e a Terni e nella Valnerina andava facendo riproduzioni in matita di fotografìe con una com­ petenza relativa;

« che Angelica Balabanoff, e il Tràger, dopo circa tre mesi, improvvisamente partirono da Terni recandosi a Nervi Boia- sco nella riviera ligure, ove la Balabanoff collocò il suo protetto in casa di una nota personalità russa, di fede sicura, dalla quale il Tràger, per azioni poco onorevoli, fuggi, insa­ lutato ospite, non lasciando traccia di sè ;

« che il Tràger, dopo qualche anno sotto il nome di Angler, fu veduto a Porto Maggiore, ove era riuscito (con creden­ ziali della Balabanoff) a introdursi nella Sezione socialista: ma, riconosciuto da un socialista autentico, la notte stessa fuggì: e nulla si è più saputo di lui;

« che il Tràger e la Balabanoff erano intimi del tedesco Seiling, il quale, con la scusa delle fotografie per cartoline illustrate, andava ritraendo tutti gli stabilimenti e i paesaggi della provincia Umbra e oltre, e allo scoppiare della guerra franco-tedesca fuggì da Terni, dopo aver lasciato in tutti la certezza che trattavasi di un ufficiale tedesco in missione di spionaggio ;

« che Angelica Balabanoff nel congresso delle arti tessili, con mezzi equivoci, aveva tentato, anche screditando le as-

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gli operai alla violenza, le popolazioni agricole alla rivolta, e a far finire la combattività degli italiani in quel modo in cui erasi riuscito a spegnere lo spirito militare nei soldati russi (4).

sociazioni italiane, di riuscire a trasportare a Berlino la di­ rezione dell’ organizzazione di mestiere residente a Londra; « che in Terni Angelica Balabanoff cercava di avvicinare a preferenza i lavoratori dell’ Acciaieria e della Fabbrica d’Armi domandando notizie di quanto ivi si faceva a titolo di studio ;

« che in Terni Angelica Balabanoff dichiarava di vivere con L. 120 mensili — pervenutele dalla famiglia — che si dice in­ vece di tali mezzi neppure potesse disporre — ma in effetto conduceva una vita sportiva ed escursionistica, che richiedeva molto maggiori entrate;

* che nel 1911 Angelica Balabanoff fece un lungo viaggio dispendioso a’Vallombrosa, a Milano, in tutta Italia, in Sviz­ zera, Belgio e Germania, spendendo lei largamente nella gita non breve e di piacere, e non sola;

« che Angelica Balabanoff, vari anni or sono, alla stazione di Orte, in presenza di più compagni socialisti, che non pro­ testarono, fu qualificata per una spia internazionale ;

« che Angelica Balabanoff inviò a Perugia, per una confe­ renza di propaganda, il compagno Archita Valente, processato e condannato ora per alto tradimento e fornito di tessera di socialista ufficiale ;

« che Angelica Balabanoff, allocatasi con L. 90 mensili nella redazione dell’ Avana/, allorché questo giornale si trovava in una crisi economica per una mancata combinazione con un capitalista borghese, propose l’ aiuto dei compagni tedeschi e si recò personalmente in Germania a prendere oltre 20.000 marchi, necessari a colmare il deficit del giornale. »

(i) Riproduciamo dal Popolo d’ Italia del 18 settembre brani del documento.

Scrive il Popolo d’ Italia: un supplemento dattilografato di un periodico fiorentino, scrive:

* I governanti, che del capitalismo sono la più genuina emanazione, e i giornalisti, che da essi ricevono la paga per creare artificialmente l’ opinione pubblica, tentano con argo-

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Ma, Firenze non era nulla di particolare.

A Monza, dove i socialisti ebbero il comune in mano con il 19 luglio 1914, si istituì nel palazzo comunale un segretariato del popolo, con un asses­ sore alla direzione. Naturalmente, scoppiata la guerra, i sussidi governativi per le famiglie bisognose, affi­ date al segretariato, andarono a chi era del partito o nel partito entrava e l’ opera del governo, ogni opera del governo, era oggetto delle più aspre censure, so- vratutto alla Camera del Lavoro. Il Consiglio comu­ nale di Monza precorse l’ opera sabotatrice del Lazzari

menti di ogni sorta, falsi sempre, di dimostrare al proletariato che la guerra non può e non deve finire per adesso.

« Saranno quindi altri milioni di lavoratori che dovranno pe­ rire per la grandezza dell’ ideale... di lor signori; cioè, per la grandezza del capitalismo sfruttatore, affamatore e sanguinario. Scendete in piazza per gridare il vostro « basta » e per imporre la pace, ecc.... ».

« Dopo una falsa interpretazione degli avvenimenti di Eussia, il supplemento chiude, rivolto ai contadini, agli ope­ rai e ai soldati :

« Vorrete voi continuare a versare il vostro sangue e far ver­ sare quello dei vostri congiunti, per una causa che non è la vostra, e non vorrete piuttosto imitare il grande e convincente esempio dei lavoratori russi ? ».

Ancora. L ’ annuncio del 15° Congresso del partito tratta di una sedicente frazione « intransigente rivoluzionaria », la quale ha diramato una circolare che è un capolavoro di scem­ piaggine e di ignoranza circa i più elementari insegnamenti del socialismo ; ma è pure un documento che mostra pro­ positi sui quali vale la pena di soffermarsi.

La circolare dice che le sezioni di Milano, di Torino, di Firenze e di Napoli, si sono preoccupate di fissare le linee di azione futura. Dunque si tratta di un movimento che se non è di maggioranza, è certo di minoranza assai cospicua. Eccola:

«E secondo noi terminato da tempo il periodo della sem­ plice difesa; sono ormai superate le formule sterili e nega-

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deliberando < d'invitare i comuni socialisti ad illu­ strare la situazione di fatto quale da lui prospettata con deliberazioni relative ai cittadini, onde resti ben chiaramente fissata la responsabilità della situa­ zione ? ».

Scrive il corrispondente da Milano dell’ Idea Na­

zionale :

« Non saremo a dar valore anche noi a ciò che altri già ha rilevato, circa alla assegnazione di vari appalti alle diverse cooperative dipendenti dalla Coo­ perativa Produzione e Consumi, alla testa della quale

tive; si preparano, forse, eventi risolutivi, decisivi che non debbono coglierci inerti, impreparati.

« Il partito non deve disconoscere, e tanto meno scon­ fessare, per inopportune preoccupazioni circa la delicatezza della situazione presente, movimenti di folla che sono certamente sintomi confortanti.

«E traccia un programma nel quale, fra l’ altro, si an­ nuncia :

« a) La condotta e i sentimenti di patria borghesi, co­ munque intesi, sono superati e incompatibili con i princi- pii generali del socialismo; inquantochè portano necessaria­ mente il terrore e contengono i germi di imperialismo, di odio, di conflitto;

*b) Nessuna incertezza, nessuna preoccupazione deri­ vante da residui di ideologie borghesi devono persistere nella coscienza socialista.

«Il proletariato deve anzi avvalersi di ogni ragione di debolezza dei capitalisti;

« c) Si affermi ancora una volta, che il partito socialista, rimasto solo sullabreccia nell’ opposizione alla guerra, rimane ancora solo nell’ azione decisiva per la pace e contro il re­ gime capitalista che è fonte continua di nuovi e sempre più orribili conflitti.

« Il partito deve ricordare che la violenza è l’ ostetrica di tutte le vecchie società gravide di vita nuova; è lo strumento con cui si adempie il movimento storico e si infrangono le forme politiche irrigidite ».

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era un assessore. Nè vogliamo dar importanza più di quanto non sia del caso a certe voci, che vogliono il grano, di cui si afferma fossero ben provvisti i magazzini di Monza, sia venuto a difettare, e con la farina, il riso e il lardo, solo perchè così piaceva all’ Amministrazione socialista e nell’ intento di esa­ sperare gli animi, sollevarli, quindi con lo scopo ma­ nifesto di sabotare la guerra. Neppure vogliamo dar valore più di quanto si convenga alla voce, insistente a Monza, che la nota circolare di Costantino Lazzari ai sindaci socialisti, se non dettata, sia però stata ispirata dal sindaco della vicina città. Ma è indub­ biamente interessante apprendere che nell’ assemblea straordinaria di quella sezione del partito socialista, dopo che il sindaco ebbe dato lettura della sua rela­ zione, letta poi alla seduta del 6 giugno del Consi­ glio comunale, e dopo ch ’ egli ebbe a prospettare «la necessità di riportare alla ribalta la questione, se o meno convenga restare nei comuni > fu approvato un ordine del giorno, dove tra l’ altro è detto « di co­ municare alla direzione del partito la relazione del sindaco e la sua mozione e di porre alla stessa il quesito, se non convenga abbandonare in massa tutte

le amministrazioni comunali, previo manifesto al

paese da farsi dai sindaci, con impegno anche con­ tro la censura ».

Dei fatti di Torino nulla diremo perchè la cen­ sura lo vieta, sebbene a tutti siano noti (*), e anche

(i) Soltanto in data 5 maggio 1918 iniziasi il processo a carico di una parte di questi massimi delinquenti, come può vedersi da un comunicato che leggesi in tutti i giornali:

« Ieri è stato notificato l’ atto d’ accusa dell’ avvocato mi- « litare del tribunale di guerra di Torino, col quale si rinviano « a giudizio: Barberis Francesco da Torino, Pianezza Giu- « seppe da Vignole, Boccignoni Yirginio da Yiarigi, Chignoli

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