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FRUTTI DEL SOCIALISMO ITALO-TEDESCO

Nel documento Politica, criteri ed eventi (pagine 89-93)

Silvio V. Pellas, via Balbi, 4.

V. FRUTTI DEL SOCIALISMO ITALO-TEDESCO

minio pubblico che i soldati mandati in licenza, seb­ bene fossero stati prima, sotto le armi, valorosi e disciplinati, tornassero dalle licenze sotto le armi ir­ riconoscibili per mauvais esprit ; e lo è, non meno, che le lettere loro dirette da casa, fossero nuovo ele­ mento di dissoluzione dello spirito bellico della na­ zione, riuscendo, anche nelle file dell’ esercito, a dif­ fondersi una propaganda socialista del tutto simile a quella che si è avuta nelle file dell’ esercito russo (*).

Ma, sono codesti fatti anteriori al disastro di Ca- poretto, anteriori perciò al ravvedimento del partito socialista che molti sostengono sia avvenuto. Sono ad esso anteriori la sommossa di Torino, capeggiata, come è risultato dai dibattiti alla Camera, da mesta­ tori socialisti, come il Barberis e l’ on. De Giovanni, e da deputati giolittiani come il Grosso Campana. E sta bene. Sono anteriori.

Ma è posteriore il fatto, è del 18 novembre, la circolare stampata alla macchia, distribuita a mano, e mandata anche in busta chiusa, a innumerevoli operai di stabilimenti industriali, in cui li si invita di stare agli ordini del Lazzari, ed a tenersi pronti ad uno sciopero, con cui venire in soccorso ai com­ pagni sotto le armi. E ha la medesima data una se­ conda circolare della direzione del partito socialista, e analogo tenore, diretta e distribuita alle donne che lavorano negli stabilimenti governativi che fab­ bricano materiale da guerra (2). 1

(1) Come a nota precedente (2).

(2) Anche di queste circolari e noi, e il governo, ne pos­ siamo offrire in lettura all’ on. Prampolini. Qui trascriviamo un brano di una lettera di un grande industriale, lettera in nostro possesso: « Omissis... Si figuri che ieri siamo stati avvertiti... che Costantino Lazzari ha diramato negli stabi­ limenti ausiliari, per posta, lettere circolari, anonime, nelle

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È pure posteriore al fatto di Caporetto, e poste­ riore alla seduta ultima della Camera, quanto è ac­ caduto qui in Roma nella Caserma del Macao, l’ ultimo giorno utile per la presentazione dei disertori.

Non hanno essi malmenato il picchetto di cara­ binieri posti all’ ingresso della caserma, a tale segno che lo si è dovuto ritirare? Non hanno essi maltrat­ tato sergenti e ufficiali con vie di fatto? Non hanno essi, quando si sono potuti respingere nel maneggio della cavalleria, dato fuoco al maneggio? Non hanno essi gridato: « Ci volete mandare al fronte! Ebbene, ognuno di noi farà macchia d’ olio su cento altri! ».

Questi fatti sono posteriori a quelli di Caporetto: al fatto, cioè, che quattro brigate si sono arrese al canto dell’ In no dei Lavoratori e al grido di « viva

l’ Austria, abbasso l’ Italia*: al fatto, cioè, che una

brigata si era battezzata « la brigata pace » e aveva concordato con una brigata austriaca che, in caso di ordine di attacco, si sarebbe fraternizzato sulla parola d’ ordine « il rancio è pronto » : brigata au­ striaca sostituita, poi, allorché l ’attacco avvenne, da una brigata tedesca, preceduta da poche com­ pagnie della brigata austriaca, connivente, per fin­ zione, con la nostra.

Conseguita la pace, per l’ Italia, ignominiosa quanto quella che ha ottenuto la Russia, i socialisti vogliono la guerra di classe, sempre conforme all’esempio

quali si invita al sabotaggio clandestino e a stare pronti ai suoi ordini per eccitare rivolte. Ci hanno detto di vigilare. Ma, perchè non si incomincia col mettere in prigione il Laz­ zari?... omissis...

Questa sera ho saputo che un’ altra circolare consimile è stata diramata negli stabilimenti ove lavorano le donne.... »

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russo; vogliono che il bracciantato delle campagne spogli della proprietà fondiaria i proprietari; vo­ gliono che il commercio, dopo monopolizzato dallo Stato, venga ceduto a cooperative socialiste; vo­ gliono che le imprese industriali siano gerite dagli operai (*).

7. — Quanto io qui scrivo non è il giudizio di un uomo isolato.

È conforme a quanto sanno e dicono molte mi­ gliaia di cittadini. Di ciò è prova un manifesto stam­ pato, dal partito interventista milanese. Ha per titolo: «I responsabili del disastro: socialisti e clericali ».

8. — Gli interventisti di Milano accusano anche i clericali di aver fatto opera disfattista. E hanno ragione. Hanno fatto a gara con gli agenti socialisti molti preti, sovratutto là dove temevano di perdere influenza sulle masse, se non gareggiavano nel pro­ mettere loro i benefizi della pace. Nel parmense i socialisti facevano circolare per la firma delle liste, che dovevano, dicevano essi, dare luogo a una pe­ tizione al Parlamento per il conseguimento di una pronta pace e poi si rivolgevano ai preti con P inti­ mazione: «potete voi altri, che vi dite cristiani, es­ sere contrari alla pace? E se noi potete, non dovete consigliare ai vostri la firma? ». Per ragione di gara i preti firmavano e facevano firmare.

E capo banda dei clericali sabotatori della guerra e disfattisti è l’ on. Miglioli, che il Salandra, in piena Camera, accusò di antipatriottismo.

Senonchè, mentre sono stati numerosi i preti che hanno fatto opera distruttrice della fibra italiana,

fi) In Russia, per decreto di Lenin, le case non appar­ tengono più ai proprietari, ma agli inquilini; e, allora, chi fabbricherà case nuove?

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molti preti a differenza di quanto è accaduto nel partito socialista, si sono comportati da patrioti e parecchi vescovi si sono pronunziati per l’ Italia e contro il tedesco e l’austriaco.

Ho già ricordato, nel fascicolo di ottobre, nell’ar­ ticolo sul «Fronte Interno », le parole del cardinale Ferrari. Nei « Fatti e commenti » della rivista La

Vita italiana, il lettore troverà quelle di monsignor

vescovo di Nardò.

Ebbene, havvi nel partito ufficiale socialista al­ cuno che, prima o dopo di Caporetto, abbia parlato in tale modo? Hanno parlato così Lazzari, Turati, o Treves?

C’ è, dunque, una differenza tra clericali e socia­ listi, anche prescindendo dalle differenze di intensità e di sistematicità e di organicità nella propaganda anti-italiana. Imperocché, il prete, dove ha agito, ha agito da timido, mentre il socialista ha agito da fa­ natico; il prete ha agito per conto suo, l’ uno in un senso, l’ altro in altro senso, mentre il socialista ha agito conforme a direttive ricevute dai capi del partito e perciò disciplinatamente e organicamente. Turpe l ’ azione degli uni e degli altri, ma più turpe ed ef­ ficace quella dei socialisti. E mentre conosciamo con­ danne subite da preti per incondotta patriottica, quasi sempre, se non addirittura sempre, la temuta cagnara del gruppo parlamentare socialista e la temuta soli­ darietà di organizzazioni operaie, ha assicurato l’ im­ punità all’ agitatore socialista e incoraggiata la nefasta sua opera di traditore della patria.

9. — Come venisse a corrompersi la Eussia per opera degli internazionalisti russo-tedeschi, viene oramai ad essere conosciuto nei più minuti dettagli dalle relazioni e dai diari di inglesi e di francesi; e quali siano i risultati politici e militari del trionfo

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