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Il diritto di sciopero in Cina

CAPITOLO IV: Gli scioperi nel Guangdong: patologie o strumenti di legittimazione del potere?

4.1 Il diritto di sciopero in Cina

“Se un'impresa o un'istituzione pubblica è soggetta a una sospensione del lavoro a misure di rallentamento della produzione, l'unione sindacale in rappresentanza dei lavoratori deve negoziare con l'impresa, l'istituzione pubblica o altre autorità di rilievo,

rendendo noto il punto di vista dei lavoratori e le richieste e le proposte di risoluzione. L'impresa o l'istituzione pubblica deve incontrare, nel corso della trattazione, le richieste ragionevoli sollevate dai lavoratori. Il sindacato deve assistere l'impresa e l'istituzione pubblica nel suo lavoro e nel ristabilimento, il più in fretta possibile, del

normale andamento produttivo”286

L'art. 27 della Legge sindacale della Repubblica Popolare Cinese emendata nel 2001, sopra riportato, è uno dei principali passi in avanti che il governo cinese ha effettuato nel processo di riconoscimento di alcuni dei principali diritti fondamentali del cittadino: il diritto di sciopero. Sebbene l'articolo non faccia riferimento in maniera esplicita al diritto di sciopero, al quale in cinese ci si riferisce con il termine 罢工 bagong, tuttavia, in esso si fa riferimento a casi di sospensione del lavoro 停工 tinggong o rallentamento della produzione aziendale a causa di un mancato adempimento da parte dei lavoratori delle proprie mansioni, che può essere inteso in senso lato, come una forma di sciopero da parte del lavoratore, in risposta a un mancato rispetto dei propri diritti all'interno dell'azienda.

L'articolo normativo qui riportato, tuttavia, è l'unica forma embrionale di tutela di quello che, a 286 Zhonghua renmin gongheguo gonghuifa. Diershiqi tiao.中华人民共和国工会法. 第二十七条. (Legge sindacale della Repubblica Popolare Cinese. Art. 27), Zhongguo touzi zhinan,

livello internazionale, è riconosciuto come uno dei diritti fondamentali dell'individuo. Nella Costituzione della Repubblica Popolare Cinese del 1982, infatti, a differenza di quanto presente all'interno degli emendamenti del 1975 e del 1978, nei quali si seguivano le direttive prefissate dal presidente Mao Zedong presentate all'interno del documento del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese del 1957 dal titolo, “Indicazioni del Comitato centrale del Pcc relative al

trattamento degli scioperi e delle astensioni dalle lezioni”287, non esiste alcun riferimento esplicito a questa materia, ma solo il riconoscimento del diritto di associazione, corteo e dimostrazione288 e le relative sanzioni289, in caso di manifestazioni che mettano a repentaglio il naturale ordine pubblico, protetto in ogni caso, nel testo costituzionale, all'art. 51290, nel quale si afferma che <<Mentre esercitano le proprie libertà e i propri diritti, i cittadini dell RPC non devono nuocere agli interessi statali, sociali e collettivi, né a legittimi interessi e libertà di altri cittadini. >>

A conferma di ciò, in un discorso del 1983, Deng Xiaoping affermava che <<Il lavoro dei comitati rivoluzionari, dei sindacati, delle leghe giovanili, e dell’esercito deve essere portato avanti sotto la direzione centrale del partito. A nessuno e a nessuna organizzazione è permesso di porsi al di sopra del partito>>291

Nonostante il governo cinese sia stato più volte esortato dalle forze internazionali a modificare l'apparato normativo in riferimento a quelli che sono i diritti della persona, introducendo, tra gli altri riconoscimenti, anche il diritto di sciopero e, nonostante l'adesione della Cina nel 2001 al Patto sui diritti economici, sociali e culturali delle Nazioni Unite, che all'art. 8 comma 1292, prevede il

riconoscimento di tale diritto, tuttavia, esso non è ancora stato introdotto all'interno della normativa nazionale. Inoltre, in virtù della condizione di limbo in cui si trova questa materia, malgrado la presenza dell'art. 27 all'interno della legge sindacale, tuttavia, al sindacato non è riconosciuta la possibilità di indire uno sciopero in tutela dei lavoratori, schiacciato tra la salvaguardia dei diritti dei lavoratori e quella degli interessi dello stato, che persegue, in molti casi, fini, prevalentemente economici, che cozzano con l'effettiva tutela del lavoratore.

287 “In alcuni casi, se le masse fossero state private dei diritti democratici e spinte all’esasperazione al punto da non poter fare a meno di adottare misure estreme quali gli scioperi, le astensioni dalle lezioni, i cortei e le petizioni, tali movimenti popolari sono “non solo inevitabili, ma anche necessari” “Zhonggong zhongyang guanyu chuli bagong, bake wenti de zhishi"中共中央关于处理罢工、罢课问题的指示 (Indicazioni del Comitato centrale del Pcc relative al trattamento degli scioperi e delle astensioni dalle lezioni), Xinhuawang,

<http://news.xinhuanet.com/ziliao/2005-01/05/content_2418443.htm>, 13 maggio 2012

288 Zhonghua renmin gongheguo jihui liuxing shiwei fa中华人民共和国集会游行示威法(Legge sulle Assemblee, Cortei e Dimostrazioni), Zhonghua xinfangju, <http://www.gjxfj.gov.cn/2005-01/13/content_3560962.htm>, 24 ottobre 2012

289 Zhonghua renmin gongheguo xingfa. dierbailiushitiao中华人民共和国刑法. 第二百六十条. (Diritto penale della Repubblica Popolare Cinese. Art. 290), Zhengqingwang,

<http://news.xinhuanet.com/zhengqing/2001-12/03/content_171467.htm>, 30 novembre 2012

290 Zhonghua renmin gongheguo xianfa. Diwushiyi tiao中华人民共和国宪法. 第五十一条 ( Costituzione della Repubblica Popolare Cinese. Art. 51), Zhongguo touzi zhi nan,24 luglio 2012

<http://www.fdi.gov.cn/pub/FDI/zcfg/law_ch_info.jsp?docid=48041 >, 24 luglio 2012

291 Deng Xiaoping, “Selected Works of Deng Xiaoping (1975-1982)”, Pechino, Foreign Language Press, 1983. 292 Assemblea federale delle Nazioni Unite, “Patto internazionale relativo ai diritti economici, sociali e culturali”, in Confederazione svizzera, <http://www.admin.ch/ch/i/rs/i1/0.103.1.it.pdf >, 30 giugno 2012

Un'altra innovazione importante in questa materia va rintracciata all'interno della “Legge sulla Sicurezza nella Produzione”, in cui, agli artt. 46 e 47, viene riconosciuto al lavoratore il diritto di criticare, rifiutare e disattendere, anche attraverso l'allontanamento dal posto di lavoro, le

disposizioni prese dal datore di lavoro che mettano in pericolo la propria sicurezza e che non rispettino i diritti fondamentali dell'individuo. Ciò senza che questo possa avere ripercussioni sul proprio salario e sul proprio trattamento all'interno dell'azienda, dal punto di vista del contratto di lavoro e del welfare.293

La questione del riconoscimento del diritto di sciopero, come dimostra l'apparato normativo sopra citato, che, allo stesso tempo, presenta di volta in volta, caratteri di apertura e di chiusura in relazione a questa materia, è quindi un tema molto caldo sia sul piano interno, sia sul piano internazionale. La scelta, estremamente significativa, di non fare esplicita menzione all'interno dell'apparato normativo al diritto di sciopero, né in senso positivo, né in senso negativo, dimostra, quindi, l'atteggiamento cauto del governo cinese, che evita, in questo modo, sia di incorrere, in denunce e ammonimenti da parte delle organizzazioni e dei media internazionali, già estremamente propensi a sottolineare il mancato riconoscimento di alcuni diritti fondamentali dell'individuo e le condizioni di degrado in cui versano alcune fasce delle popolazione e i lavoratori di alcune aziende. Evita, inoltre, in questo modo, di incorrere in conflitti interni all'apparato normativo stesso, venendo meno, attraverso un mancato riconoscimento di questo diritto, a quelli che sono gli obblighi presi attraverso la ratifica del Patto internazionale, condizione fondamentale per l'accesso nel WTO, ma al tempo stesso, disciplinando il caso di sciopero attraverso un'interpretazione per analogia con la normativa concernente le associazioni, i cortei e le dimostrazioni, si tutela da atteggiamenti eversivi che potrebbero ostacolare il normale svolgimento delle attività del governo, il raggiungimento degli obiettivi da esso prefissati e , mettendo a repentaglio, non solo l'ordine pubblico, ma anche la crescita economica e la posizione di supremazia, che la Terra di Mezzo, negli ultimi anni si è operata per raggiungere.

La lacunosità della materia, in breve, permette al governo di gestire le possibili manifestazioni di dissenso da parte della popolazione, in maniera di volta in volta diversa, reprimendoli in maniera dura e severa, in alcuni casi, tollerandoli e dandogli un peso rilevante, anche in termini di

riconoscimento delle richieste avanzate dai manifestanti, in altri. Questo avviene, come dimostra il caso dell'ondata di scioperi che si è scagliata nel Guangdong a partire dal 2010, nel casi in cui all'interno dei queste manifestazioni di dissenso, il governo vede un potenziale strumento per legittimare e rafforzare, al contrario, il proprio ruolo e il proprio mordente sulla società civile cinese.

293 Zhonghua renmin gongheguo anquan shengchanfa中华人民共和国安全生产法 (Legge sulla sicurezza nella produzione della Repubblica Popolare Cinese), Zhonghua huiji wangjiao,