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Risultati degli scioperi e ruolo del governo: lo sciopero come strumento per attuare la pianificazione e creare consenso

CAPITOLO IV: Gli scioperi nel Guangdong: patologie o strumenti di legittimazione del potere?

4.4 Risultati degli scioperi e ruolo del governo: lo sciopero come strumento per attuare la pianificazione e creare consenso

Il governo, a differenza di quanto avvenuto nel caso di altri scioperi, come in occasione della potenziale “rivolta dei gelsomini”327, arginata sul nascere a Pechino nel 2011, sull'onda delle rivendicazioni portate in auge nei paesi del medio-oriente, durante quella che è stato definita come “primavera araba”, nel caso degli scioperi del Guangdong, adotta, al contrario, una linea morbida, che da quel momento in poi costituirà un modello nuovo per indicare il modo in cui il governo interviene per far fronte a manifestazioni che concernono questioni legate al mondo del lavoro e alla situazione all'interno delle fabbriche. Tale modello prende il nome di “modello Honda” 本田模式, in sostanziale contrapposizione al modello Pingdingshan 平顶山模式, dal nome della località, nello Henan, in cui si sono verificati alcuni scioperi nell'industria tessile del cotone di entità simile a quelli che si sono verificati nel Guangdong328. Se in quest'ultimo caso il governo era intervenuto con la forza per reprimere quelli che erano state le manifestazioni di dissenso all'interno delle fabbriche, facendo slittare il problema dal piano prettamente socio-economico al piano politico, ora, adottando questo nuovo modello di intervento, l'atteggiamento del governo sembra quello di un arbitro super

partes, che svolge la fondamentale funzione di controllo e mantenimento dell'ordine sociale.329 È proprio in quest'ottica che, quindi, il governo decide di non intervenire direttamente nella gestione degli scioperi del Guangdong, se non attraverso la promulgazione di un documento concernente la “La regolamentazione sulla gestione democratica delle imprese del Guangdong” Guangdongsheng qiye minzhu guanli tiaoli广东省企业民主管理条例. Nonostante la promulgazione di questo documento la sua effettiva implementazione all'interno dell'apparato industriale, fu ostacolata dalla 327Nel 2011, sull'onda dei movimenti che hanno interessato il medio-oriente, e che vengono ricordati come “primavera

araba”, anche in Cina si sviluppa forma embrionale di manifestazione di dissenso, che tuttavia sfocia in un “nulla di fatto”, grazie al repentino intervento delle forze dell'ordine e del governo. È significativo sottolineare, tuttavia, come il governo sia stato effettivamente toccato da quelle che, nella realtà dei fatti, non erano altro che esortazioni sul web, nelle quali venivano diretti gli interventi da mettere in pratica e le manifestazione da organizzare in vari punti strategici della città. Una delle rare manifestazioni, se non l'unica è stata quella che è esplosa a Pechino, nella nota via Wangfujing, dove un gruppo di manifestanti sono stati immediatamente bloccati dalle forze dell'ordine, in esubero, rispetto a quella che fosse la reale minaccia costituita da tali scioperi. “Arresti contro la Rivoluzione dei

gelsomini. La Cina esclude riforme democratiche”, Asianews, <http://www.asianews.it/notizie-it/Arresti-contro-la- Rivoluzione-dei-gelsomini.-La-Cina-esclude-riforme-democratiche-21003.html>, 27 ottobre 2012

“La Rivoluzione dei gelsomini arriva anche in Cina: è un flop, ma il governo è nervoso", Mondocina,

<http://www.mondocina.it/index.php/notizie/in-cina/835-la-rivoluzione-dei-gelsomini-arriva-anche-in-cina-e-un- flop-ma-il-governo-e-nervoso.html >, 27 ottobre 2012

328 Pingdingshan shuqian jiancha zhengshi bagong. Pingmian bufen fuchan rengyou gongren duizhi平顶山数千警察

震慑罢工平棉部分复产仍有工人对峙(Grandi interventi delle forze dell'ordine a Pingdingshan per arginare gli scioperi. Una parte degli scioperante torna al lavoro nella fabbrica di cotone altri continuano gli scioperi),

Boxun,<http://www.boxun.com/news/gb/china/2010/06/201006020524.shtml>, 2 ottobre 2012

329 Ivan Franceschini, Valentina Bellomo, “Contrattazione collettiva “con caratteristiche cinesi”", Inchiesta, 2012, <http://www.inchiestaonline.it/dossier/cina-politica-lavori-diritti/ivan-franceschini-valentina-bellomo- contrattazione-collettiva-con-caratteristiche-cinesi/>, 5 dicembre 2012

ferma opposizione di alcuni dirigenti d'impresa, provenienti in modo particolare da Hong Kong, i quali si mostravano profondamente avversi al riconoscimento in seno ai lavoratori della facoltà di organizzare i proprio sindacati autonomi, i quali avrebbero potuto avanzare richieste di

riconoscimenti di condizioni e standard di lavoro troppo elevate per quelle imprese labour-

intensive, che avevano scelto di investire in Cina, in virtù dei bassi costi del lavoro e, in seguito alla

crisi mondiale, avevano già visto un rapido ridimensionamento degli altri indicatori economici. Inoltre, nell'art. 51 di tale regolamento si prevedeva che nel caso in cui un’azienda avesse rifiutato una richiesta dei dipendenti di avviare una contrattazione collettiva, i datori di lavoro non avrebbero potuto licenziare i lavoratori per la loro partecipazione ad un eventuale sciopero330 Oltre agli

aumenti salariali, successivi agli scioperi, frutto di una mediazione, che, ad esempio nel caso delle Honda, ha condotto ad un aumento del salario in media di cinquecento yuan, comunque al di sotto della soglia minima richiesta dai lavoratori di almeno ottocento yuan, altri esperimenti significativi che hanno interessato la provincia del Guangdong, sono stati attuati nelle fabbriche di Shenzhen, dove, per la prima volta, sono state accolte le richieste degli scioperanti, di creare dei sindacati autonomi, da costituire attraverso l'elezione, da parte dei lavoratori, dei propri rappresentanti a livello sindacale e che potessero effettivamente fungere da mediatori tra gli interessi dei lavoratori e quelli dell'azienda e del governo. Il progetto era già stato pianificato nel 2010 attraverso “Il

regolamento sulla negoziazione collettiva nella zona economica speciale di Shenzhen” 深圳经济特 区集体协商条例 Shenzhen jingji tequ jiti xieshang tiaoli331, tuttavia solo recentemente, tale

regolamento ha iniziato ade essere implementato, grazie anche all'intervento di colui che in diverse occasioni ha mostrato di avere un atteggiamento di apertura rispetto all'attuazione di riforme politiche nella provincia in questione e che si pone come un mediatore “illuminato” in grado di applicare e seguire le direttive del governo centrale, conservando, tuttavia ampi margini di

autonomia, per poter attuare delle riforme per la gestione, il controllo e la promozione di una realtà complessa e dinamica come quella della provincia del Guangdong, il capo del partito della

provincia cinese del Guangdong, Wang Yang. Nel 2012 infatti in tredici aziende della zone economica speciale di Shenzhen, venivano applicate delle misure per far sì che i lavoratori

potessero nominare i propri rappresentanti sindacali, non più tra i manager aziendali o tra membri esterni all'azienda, ma tra i lavoratori stessi, i quali, quindi, avrebbero potuto mediare e far valere in maniera più forte gli interessi dei lavoratori, svincolati dalle pressioni aziendali e governative.332

Gli scioperi del Guangdong e, soprattutto, l'atteggiamento del governo, molto rilassato e non 330 ivi

331Guangyu "Shenzhen jingji tequ” jiti xieshang tiaoli gongkai zhengqiu yijian de gonggao关于《深圳经济特区集 体协商条例》公开征求意见的公告(Annuncio delle opinioni riguarda la pubblicazione del regolamento della negoziazione collettiva nella zone economica speciale di Shenzhen), Shenzhen zhengfu zaixian,

<http://www.sz.gov.cn/cn/xxgk/szgg/tzgg/201008/t20100813 _1559071.html >, 30 agosto 2012

332 Angela Wang, “In segno di disgelo politico, il Guangdong permette elezioni sindacali”, The Epoc Times, 2012, <http://epochtimes.it/news/in-segno-di-disgelo-politico-il-guangdong-permette-elezioni-sindacali---119880>, 9 ottobre 2012

più difensore del capitale e delle aziende ad ogni costo e che, quindi, in riferimento a ciò, permette come nei casi sopra elencati, che i lavoratori, attraverso i propri rappresentanti, si accordino in maniera autonoma con i propri datori di lavoro, pur mantenendo una sostanziale ruolo super partes, a differenza di quello che è stato l'atteggiamento del governo in altre circostanze e in scioperi in altre città, spinge a chiedersi quanto l'aumento dei salari e i maggiori riconoscimenti concessi ai lavoratori successivi agli scioperi siano stati effettivamente frutto degli scioperi stessi o uno strumento di cui il governo ha deciso di servirsi per raggiungere gli obiettivi insiti nella pianificazione e per rafforzare il consenso dell'opinione pubblica.

Per il raggiungimento di quelli che sono gli obiettivi del XII piano quinquennale, quali uno spostamento della politica economica verso un'espansione della domanda interna e una crescita inclusiva, che abbia come obiettivo principale il raggiungimento dell'armonia sociali, il

miglioramento delle condizioni di vita della popolazione, a partire dai loro salari e dalle tutele e dalle spese nel settore assistenziale, permettendo a quella fascia della popolazione che attualmente non ha un peso centrale sui consumi, di essere maggiormente attiva, sembra essere un elemento di centrale importanza.

Come afferma Wang Yang, nell'introduzione all' XI Congresso provinciale del Partito del

Guangdong, "dobbiamo abbandonare l'idea errata che la felicità del popolo sia un favore donato dal Partito e dal governo"333. La sua “felicità” e il suo benessere, infatti, si stanno sempre più rivelando come la conditio sine qua non la crescita economica della Cina possa continuare con i ritmi che ha registrato finora e in maniera indipendente da quello che è l'andamento delle altre economie globali.

CONCLUSIONI

Il Guangdong è la provincia cinese in cui da sempre sono state sperimentate le principali riforme che le leadership comuniste, oggi, come all'inizio dell'epoca denghiana, ritengono e hanno ritenuto fondamentali attuare per promuovere la crescita di un paese enorme e complesso come la Cina. Il Guangdong, quindi, ha da sempre svolto la funzione di laboratorio nel quale implementare e testare nuovi strumenti di crescita economica e sviluppo sociale. I risultati di questi esperimenti e l'applicazione degli stessi oltre i confini di questa provincia hanno permesso alla Cina di aprirsi al mondo occidentale sia dal punto di vista economico, sia dal punto di vista culturale, favorendo, in questo modo, la scalata dei questo paese verso quella che è la sua attuale posizione di prestigio a livello internazionale.

La provincia del Guangdong, grazie, e per alcuni aspetti, a causa della propria condizione di avamposto, tanto in senso fisico, quanto in termini di immagine, nella ricerca di un contatto con il mondo occidentale e di una posizione di prestigio all'interno delle principali reti economiche internazionali, e, data l'importanza che le è stata da sempre attribuita da Pechino come catalizzatore dei principali cambiamenti tanto economici, quanto sociali, è da sempre stata una provincia

percorsa da profonde contraddizioni e controversie interne e è, ora, come in passato, il luogo in cui le trasformazione e le problematiche interne e internazionali, si rispecchiano e sortiscono i risultati più consistenti. Gli effetti della crisi finanziaria del 2008, ad esempio, si sono manifestati in

maniera più marcata proprio nella provincia del Guangdong, quella maggiormente esposta e inserita nei circuiti economici globali e quindi, in un momento di crisi, quella maggiormente vulnerabile. Ed è proprio nel Guangdong, che problematiche di vecchia data, quale il problema della gestione della popolazione, delle differenze tra aree urbane e aree rurali, della disoccupazione, delle tutele sociali e all'interno del mondo del lavoro, sotto l'impulso della crisi, si sono palesate in maniera più incisiva. È questa condizione e il ruolo di cartina al torna-sole dei principali mutamenti sul piano interno e internazionale che investono la Cina, oltre che la sua capacità di delineare quella che potrebbe essere le strada che la Terra di Mezzo si prepara a percorrere, che fanno della provincia del

Guangdong, uno dei luoghi in cui si concentra gran parte dell'attenzione della critica internazionale, dei media, degli accademici e, attraverso essi, dell'opinione pubblica occidentale.

L'esempio più recente è offerto dall'ondata di scioperi che a partire dal 2010 hanno interessato questa provincia del sud della Cina. Essi dai media occidentali, attraverso la lente di un percorso storico e di una formazione culturale che troppo spesso si ha la presunzione di considerare come universalmente validi, sono stati visti come una manifestazione evidente di un processo di formazione di una coscienza critica da parte della popolazione cinese e, in modo particolare dei

lavoratori, in relazione alla propria funzione all'interno della società, ai propri diritti e doveri. In questa trattazione, tuttavia, senza voler sminuire l'effettiva portata delle manifestazioni del

Guangdong e dei risultati che sono stati raggiunti a livello sociale, si cerca di dare un'immagine più realistica di quello che gli scioperi del Guangdong hanno rappresentato e di come i cambiamenti nella sfera sociale, successivi ad essi, debbano essere inseriti all'interno di un progetto di più ampio raggio, che la leadership comunista ha intenzione di attuare in risposta a quelle che sono le sfide che si sono presentate nel nuovo millennio e, in modo particolare, dopo la crisi finanziaria del 2008. Le decisioni prese nei Piani Quinquennali di Sviluppo Economico e Sociale a partire del nuovo millennio, volte alla creazione di una società armoniosa e alla realizzazione di una crescita inclusiva, attraverso la riforma dei principali strumenti normativi e dell'apparato economico e sociale e la volontà, esplicitata all'interno della XII pianificazione, di spostare l'attenzione da un'economia dipendente dall'esterno e strettamente legata alle sorti del mercato globale, verso un'economia incentrata sulla promozione della domanda interna e sulla maggiore competitività dei prodotti cinesi sul mercato internazionale, si intersecano in maniera inestricabile con le

manifestazione nel Guangdong.

Tali manifestazioni, quindi, più che a causa del formale riconoscimento di alcune tutele ai cittadini e ai lavoratori, e del miglioramento degli standard di vita della popolazione, dovrebbero essere letti come valvole di sfogo all'interno di una provincia in continua tensione e cambiamento, quale la provincia del Guangdong e come strumento di legittimazione del potere centrale, utile per la formazione di un consenso popolare forte, necessario per perseguire gli obiettivi che la nuova leadership intende raggiungere, che, come nel caso del rilancio della domanda interna, vedono come condizione di base un miglioramento delle condizioni di vita della popolazione.

La materia posta ad oggetto di questa tesi copre una sfera molto ampia e si collega a molteplici tematiche, che non sono state affrontate in questa trattazione. Il caso del Guangdong e le politiche che si è deciso di attuare in questa provincia, inoltre, sono temi in continua evoluzione, che, quindi lasciano ampio spazio di analisi e riflessione. Inoltre, visto il lasso di tempo relativamente breve trascorso dall'introduzione dei principali cambiamenti attraverso le pianificazioni dell'ultimo

decennio e le relative riforme dell'apparato normativo e, vista l'enorme difficoltà nell'applicare in un paese così vasto le direttive prese a livello centrale, risulterebbe parziale delineare gli esiti, gli effetti e i risultati tangibili, che le scelte prese dal governo centrale stanno avendo nella provincia del Guangdong e se questi cambiamenti possano costituire un passo verso il raggiungimento di una maggiore democratizzazione delle istituzioni cinesi, una delle principali richieste avanzate già alla fine degli anni Ottanta.

L'intento principale risulta, quindi, essere quello di delineare quelli che sono i cambiamenti che la provincia del Guangdong sta vivendo e di offrire una propria interpretazione di come alcuni eventi,

quali ad esempio gli scioperi, vengano utilizzati in maniera, talvolta strumentale, nell'implementare alcune importanti riforme nate da un impulso negli ultimi anni, come in di natura economica