Lavorare Stanca nell’ “Archivio Cesare Pavese”
32. Disciplina antica
FE 5I.34 è il fascicolo che ne conserva le quattro carte manoscritte, scritte solo su recto su carta ingiallita lievemente ruvida con inchiostro nero e lapis. Presentano la segnatura d’archivio nell’angolo inferiore sinistro e la numerazione d’autore a matita nell’angolo superiore sinistro, spesso di difficile lettura.
La prima carta, FE 5I.34.1 (FE 5I.34 003583 00 G), misura 214 mm di larghezza e 281 di lunghezza e presenta un ampio strappo in corrispondenza del margine laterale sinistro. Nell’angolo superiore sinistro appare la numerazione d’autore. Figurano inversioni, cassature e varianti. Riporta il titolo sottolineato nell’angolo superiore destro e quarantadue righe per ventitre versi corrispondenti ai primi diciannove versi della lirica pubblicata con l’aggiunta di alcuni versi cancellati.
La seconda, FE 5I.34.2 (FE 5I.34 003584 00 G), è vergata interamente a matita ed è costituita da un cartoncino di recupero che misura 119 mm per 175. Riporta la numerazione d’autore in alto a sinistra (C 2) e reca dodici versi scritti in grande, di cui quattro, nella parte centrale della pagina, cassati in blocco, i restanti sono relativi alla prima strofa e ai primi tre versi della seconda.
La terza, FE 5I.34.3 (FE 5I.34 003585 00 G), è come la precedente un cartoncino di recupero dai margini irregolari, in particolar modo il margine superiore. Misura 106 mm per 153 e reca in alto a sinistra la numerazione d’autore (C 3). Riporta otto versi scritti in grande di cui la gran parte comporrà la seconda strofa (dal v. 9 al v.13) e uno è espunto.
La quarta, FE 5I.34.4 (FE 5I.34 003586 00 G), è un foglio di 280 mm x 358, vergato in corrispondenza del lato minore. Presenta una lacerazione in corrispondenza della piegatura centrale orizzontale. È stato numerato dall’autore nell’angolo superiore sinistro. È costituito da diciassette righe che formano nove versi, spesso interamente barrati e con varianti, corrispondenti agli ultimi quattro versi della lirica.
Il dattiloscritto di Disciplina antica è contenuto all’interno del fascicolo FE 5II.82. Il documento è dattiloscritto con inchiostro nero su carta ingiallita e reca la segnatura d’archivio nell’angolo inferiore sinistro. Riporta il titolo, centrato e in lettere maiuscole, e i ventitre versi della lirica.
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In AP III.3, fascicolo che accoglie le prove di stampa di tutte le liriche, le pagine dedicate a Disciplina antica sono la cinquantatreesima, segnata dagli archivisti a matita nell’angolo inferiore destro con la dicitura AP III.3.57, e la cinquantaduesima, contrassegnata allo stesso modo con la sigla AP III.3.58. Come le altre del plico in cui sono rilegate, sono ingiallite, stampate solo su recto e riportano la segnatura d’archivio a matita nell’angolo inferiore destro. Sono entrambe prive di varianti.
AP III.3.57 (AP III.3 000731 00 G) reca il titolo centrato e in lettere maiuscole e sedici versi; AP III.3.58 (AP III.3 000732 00 G) riporta gli altri sette versi.
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33. Indisciplina
Ne raccoglie le carte manoscritte il fascicolo FE 5I.35. I documenti sono solo due, vergati solo su recto con inchiostro nero su carta ingiallita lievemente ruvida e presentano la segnatura d’archivio nell’angolo inferiore sinistro a lapis.
La prima carta, FE 5I.35.1 (FE 5I.35 003587 00 G), è lacerata lungo i segni di piegatura a croce, sia verticale sia orizzontale, presenta margini logori. Riporta il titolo sottolineato e trentaquattro righe per diciassette versi, che corrispondono alle prime due strofe della lirica pubblicata.
La seconda, FE 5I.35.2 (FE 5I.35 003588 00 G), presenta forti segni di piegatura centrale e i margini logori. È costituita da venticinque righe che compongono diciassette versi di cui tre cassati in blocco e i rimanenti corrispondenti alle ultime due strofe della redazione definitiva.
L’unico dattiloscritto che riporta Indisciplina è conservato nel fascicolo FE 5II.83, vergato con inchiostro nero solo su recto (FE 5I.83 004050 00 G) di un foglio di carta ormai ingiallita e un po’ logora. Presenta, infatti, piccole lacerazioni lungo i margini, soprattutto lungo quello inferiore, e in corrispondenza delle piegature centrali, in particolar modo al centro del foglio. Riporta il titolo centrato e in lettere maiuscole e tutti i trenta versi della lirica. L’unico intervento a penna figura al v. 25 in cui viene depennata una lettera in più nel verbo canta, prima della virgola.
All’interno di AP III.3, il fascicolo che raccoglie le prove di stampa per l’edizione Solaria della raccolta, le carte dedicate a Indisciplina sono la cinquantanovesima, AP III.3.59, e la sessantesima, AP III.3.60. Sono rilegate insieme alla gran parte delle altre bozze in un plico, sono stampate solo su recto con inchiostro nero e riportano la segnatura d’archivio in basso a destra.
La prima delle due carte (AP III.3 000733 00 G) reca il titolo centrato e in lettere maiuscole e i primi diciotto versi.
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34. Paesaggio
(V)
La minuta di Paesaggio (V) è conservata all’interno del fascicolo FE 5I.43 e costituita da sei fogli sciolti di carta lievemente ingiallita e liscia, vergata solo su recto con inchiostro nero e lapis. I documenti sono marcati con la segnatura d’archivio apposta a matita nell’angolo inferiore sinistro e sono stati numerati dall’autore a m.
La prima carta, FE 5I.43.1 (FE 5I.43 003617 00 G) è un foglio di piccole dimensioni, probabilmente la metà superiore di una pagina la cui parte inferiore verosimilmente è costituita dal foglio seguente. Lo suggeriscono i due margini inferiore (della prima carta) e superiore (della seconda) che risultano frastagliati come se fossero stati strappati, ed il fatto che la seconda carta presenti alla prima riga l’ultima parola dell’ultimo verso della prima. Questa prima pagina è stata vergata a matita parallelamente al lato lungo e numerata dall’autore nell’angolo superiore sinistro con la sigla C 1. Presenta tredici righe per sette versi relativi alla prima lassa.
La seconda, FE 5I.43.2, che come si è detto sembra essere stata divisa dalla precedente da uno strappo lungo il margine superiore, è l’unica vergata anche sul verso.
Il recto (FE 5I.43 003618 00 F) mostra la numerazione d’autore nell’angolo superiore sinistro: C 2. È stata vergata a matita parallelamente al lato lungo Riporta solo sette righe che compongono tre versi cassati da una biffa trasversale e l’ultima parola dell’ultimo verso della pagina che la precede.
Il verso (FE 5I.43 003619 00 F) scritto parallelamente al lato corto con tre diversi colori: la matita, la matita rossa e la penna nera. Le prime tredici righe mostrano una lista di autori latini (scritti a matita) con relative opere, curatori, casa editrice e prezzo (scritti con penna nera), mentre le successive otto righe, vergate in matita rossa sono degli appunti dell’autore di carattere personale relativi all’acquisto o alla locazione di un immobile.
La terza carta, FE 5I.43.3 (FE 5I.43 003620 00 G), si presenta logora e lacerata, soprattutto lungo il margine superiore e in corrispondenza delle piegature centrali, sia orizzontale sia verticale. Nell’angolo in alto a sinistra figura la numerazione d’autore: C 3. È vergata a matita e riporta trentatre righe che nella prima metà del foglio compongono sette versi, corrispondenti alla terza strofa; mentre la seconda metà della pagina è formata da undici versi molto ricchi di cancellature e modifiche, relativi alla seconda lassa.
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La quarta carta, FE 5I.43.4 (FE 5I.43 003621 00 G), mostra marcati segni di piegatura a croce, il margine inferiore irregolare e una piccola piega all’angolo superiore sinistro vicino alla numerazione d’autore, C 4. È composto dalle prime tre strofe della lirica, in totale ventidue versi, scritti in bella grafia.
La quinta carta, FE 5I.43.5 (FE 5I.43 003622 00 G), mostra come la precedente il margine inferiore irregolare e marcati segni di piegatura centrale, sia verticale che orizzontale. È vergata a matita e in parte con la penna nera che pare con ogni probabilità essere attribuibile ad una fase secondaria di revisione. È costituita da sedici righe per dodici versi: i primi cinque sono stati cassati in blocco, gli altri riportano parecchie cancellature e un’inversione (al sesto verso). La pagina mostra la fatica dell’autore nella composizione della seconda parte della prima strofa.
La sesta, FE 5I.43.6 (FE 5I.43 003623 00 G), presenta i segni delle piegature a croce e qualche sgualcitura o piccola lacerazione lungo i margini laterali. A parte la numerazione d’autore nell’angolo superiore sinistro (C 6) la pagina si presenta completamente bianca.
All’interno di AP III.3, fascicolo che conserva le prove di stampa della raccolta, Paesaggio (V) è riportata da due carte: AP III.3.61 e AP III.3.62, che, come gran parte delle altre bozze, sono raccolte all’interno del plico che inizialmente le raccoglieva tutte, sono stampate solo su recto e riportano in basso a destra la segnatura d’archivio. Non presentano interventi successivi alla stampa.
La prima delle due carte (AP III.3 000736 00 G) è costituita dal titolo centrato e in lettere maiuscole e dai primi diciasette versi; la seconda (AP III.3 000737 00 G) dai restanti dodici.
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35. Disciplina
Il manoscritto di Disciplina consta di quattro fogli sciolti, conservati nel fascicolo FE 5I.37, costituiti da carta lievemente ruvida ormai ingiallita, vergata, ad eccezione della seconda, solo su recto con inchiostro nero. I quattro documenti riportano la segnatura d’archivio nell’angolo inferiore sinistro.
La prima carta, FE 5I.37.1 (FE 5I.37 003592 00 G), è lacerata lungo le piegature a croce e, come tutti i documenti del fascicolo, si presenta molto logora, in particolar modo lungo il margine superiore. È costituita da quarantasette righe per sedici versi, che presentano diverse cancellature e variazioni. Riporta tre blocchi di versi, di cui il primo, anticipato dal numero due chiuso da parentesi tonda, è inerente ai versi dal settimo al quattordicesimo della lirica pubblicata, mentre gli altri due non saranno accolti nella redazione definitiva della poesia.
La seconda carta, FE 5I.37.2, mostra lacerazioni ai margini laterali in corrispondenza della piegatura orizzontale ed altri piccoli strappi lungo il margine inferiore. È l’unica ad essere vergata sia su recto sia su verso.
Il recto (FE 5I.37 003593 00 F), riporta ventitre versi scritti ordinati, in bella grafia e divisi in tre blocchi da segni grafici. La prima porzione è preceduta dal numero uno chiuso da parentesi tonda e riguarda i primi sei versi della lirica edita. Il secondo blocco è composto dai successivi otto, mentre il terzo è quasi interamente cassato.
Il verso (FE 5I.37 003594 00 F) reca diciannove versi che presentano numerose cancellature e varianti, di cui i primi sette occupano la prima metà del foglio e sono interamente depennati. Un’atra porzione di tre versi nella porzione inferiore del foglio è cassata in blocco. La pagina mostra la fatica dell’autore nell’elaborazione dei primi sei versi della lirica.
La terza carta, FE 5I.37.3 (FE 5I.37 003595 00 G), è particolarmente consunta e sgualcita ai margini, lungo i quali presenta diverse piccole lacerazioni. Mostra marcati segni di piegatura centrale, alla convergenza dei quali vi è un piccolo strappo. Consta di quindici versi, parte dei quali barrata integralmente, inerenti gli ultimi dieci versi della poesia pubblicata.
La quarta, FE 5I.37.4 (FE 5I.37 003596 00 G), è il documento più danneggiato del fascicolo poichérisulta privo del quarto inferiore destro del foglio; inoltre i segni di usura e le sgualciture lungo i margini sono ancora più evidenti che nei documenti
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precedenti. È costituito da sette versi, anticipati dal numero tre chiuso da parentesi tonda, in gran parte non conformi alla redazione definitiva.
Esiste un solo dattiloscritto relativo a Disciplina che costituisce il fascicolo FE 5II.23, composto da carta spessa e ingiallita, vergata solo su recto (FE 5II.23 003970 00 G) con inchiostro nero e marcata con la segnatura d’archivio nell’angolo inferiore sinistro a lapis. Nell’angolo superiore destro è presente una numerazione apportata dall’autore a matita, si tratta probabilmente di un 15. Riporta i venticinque versi della lirica, preceduti dal titolo scritto a penna nella prima riga a destra. Altri interventi a penna figurano al v. 21, al termine del quale Pavese aggiunge una virgola, e al v. 22 in cui depenna le prime due parole (e le) e le sostituisce in un primo momento con una variante illeggibile, perché cancellata, e in un secondo momento con tra le. Sempre al v. 22 rimpiazza col relativo che il pronome personale vi riferito alle case. Alcuni segni a matita indicano la suddivisione in strofe poi rifiutata in fase di stampa.
All’interno di AP III.3, il fascicolo che raccoglie le bozze d’archivio per la prima edizione di Lavorare stanca, le carte relative a Disciplina sono due: la sessantatreesima e la sessantaquattresima. Sono stampate con inchiostro nero solo su recto, non presentano modifiche o variazioni e sono rilegate nel plico che un tempo le raccoglieva insieme a tutte le altre prove di stampa. Riportano la segnatura d’archivio a matita nell’angolo inferiore destro.
La prima delle due carte, AP III.3.63 (AP III.3 000738 00 G), è composta dal titolo, centrato e in lettere maiuscole, e i primi venti versi. La seconda, AP III.3.64 (AP III.3 000739 00 G), è costituta dai restanti cinque versi della lirica.
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