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Una generazione

Nel documento Le carte del primo Lavorare stanca (pagine 143-152)

Lavorare Stanca nell’ “Archivio Cesare Pavese”

45. Una generazione

FE 5I.39 è il fascicolo che ne conserva carte manoscritte ed è costituito da quattro fogli sciolti di carta ingiallita lievemente ruvida, vergati su recto con inchiostro nero e lapis. I documenti riportano la segnatura d’archivio nell’angolo inferiore sinistro.

La prima carta, FE 5I.39.1 (FE 5I.39 003603 00 G), presenta il margine destro frastagliato, il margine inferiore sgualcito e inoltre una piccola piega all’angolo superiore sinistro. È vergata con inchiostro nero e riporta trenta righe per diciannove versi, di cui cinque barrati, due depennati e sei, nella parte bassa del foglio, scritti col foglio capovolto. I primi sette versi saranno i primi della lirica. All’altezza delle prime due righe sul margine sinistro, chiuso da parentesi e sottolineato, compare il titolo.

La seconda carta, FE 5I.39.2 (FE 5I.39 003604 00 G), mostra il margine sinistro irregolare e un po’ sgualcito, un marcato segno di piegatura centrale orizzontale e una piccola lacerazione al centro del margine superiore. È costituita da trentotto righe, ma per soli ventidue versi di cui sono cassati un blocco di quattro all’inizio della seconda metà della pagina e uno di tre alla fine del foglio. I primi dieci versi corrispondono agli ultimi quattro della prima strofa e ai primi sei della seconda. Figurano cancellature e varianti e un’inversione nell’ordine delle parole all’interno del quarto verso.

La terza carta, FE 5I.39.3, è molto sciupata e riporta grandi strappi in corrispondenza delle piegature a croce e piccole lacerazioni lungo i margini laterali ed in particolar modo al lato sinistro.

Il recto (FE 5I.39 003605 00 F) nella prima metà reca solo sei versi (che in parte costituiranno l’ultima strofa) e le loro varianti; mentre nella seconda parte mostra alcuni appunti per la stesura di un romanzo o per una recensione. Nel quadrante in basso a sinistra figura una lista di personaggi, invece nel quadrante opposto una frase relativa alla tematica trattata o da affrontare.

Il verso (FE 5I.39 003606 00 F) reca una lista di autori con relative opere, case editrici e prezzi.

La quarta carta FE 5I.39.4 (FE 5I.39 003607 00 G) si presenta molto consunta e logora e reca diversi strappi: uno abbastanza ampio nel margine superiore, tre altrettanto importanti nel cuore della seconda metà della pagina e altre tre piccole lacerazioni lungo il segno della piegatura centrale orizzontale. La prima metà è vergata con penna nera e i dodici versi che riporta sono scritti paralleli al lato corto del foglio. I primi due sono

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cassati e i quattro versi centrali sono barrati, i rimanenti formeranno la seconda parte della seconda strofa. La seconda parte del foglio reca sei versi, scritti a lapis parallelamente al lato lungo della pagina e interamente espunti da una grande croce o barrati.

Esiste un dattiloscritto relativo alla lirica conservato nel fascicolo FE 5II.9, costituito da un foglio di carta liscia ormai ingiallita vergato solo su recto con inchiostro nero, che riporta la segnatura d’archivio a matita nell’angolo inferiore sinistro. Riporta il titolo, centrato e scritto in lettere maiuscole, e i trenta versi della poesia. Non presenta modifiche apportate a penna, ma solo la sottolineatura in matita blu dei vv. 23, 24 e la prima metà del v. 25.

Nel fascicolo che raccoglie le prove di stampa della prima edizione della raccolta, AP III.3, Una generazione occupa due carte: la settantasettesima e la successiva, segnate dagli archivisti nell’angolo inferiore destro a matita (AP III.3.77, AP III.3.78). Sono stampate solo su recto, e non riportano annotazioni o interventi a penna, sono sostanzialmente in buono stato, anche se ingiallite.

La prima delle tre (AP III.3 000752 00 G) è costituita dal titolo centrato e in lettere maiuscole e da diciotto versi, mentre la seconda (AP III.3 000753 00 G) da dodici.

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46. Ulisse

Le carte manoscritte relative a questa lirica sono quattro, conservate all’interno del fascicolo FE 5I.58 e costituite da carta lievemente ruvida ormai ingiallita; sono vergate a matita e riportano nell’angolo in alto a destra la numerazione d’autore e nell’angolo in basso a sinistra la segnatura d’archivio apportata a lapis.

La prima carta, FE 5I.58.1, è di ridotte dimensioni. Il margine inferiore è irregolare e lacerato, il margine laterale sinistro si presenta lievemente sgualcito.

Il recto (FE 5I.58 003691 00 F) nell’angolo superiore destro mostra la numerazione d’autore (C 1), e riporta i nove versi della terza e quarta strofa, introdotta da un 2 seguito da parentesi.

Il verso (FE 5I.58 003692 00 F) invece reca sei versi che non sono stati accolti nella versione definitiva della poesia.

La seconda carta, FE 5I.58.2 (FE 5I.58 003693 00 G), è vergata parallelamente al lato lungo e presenta uno strappo lungo la piegatura orizzontale. È stata numerata dall’autore nell’angolo in alto a destra (C 2). È costituita da undici versi di cui i primi cinque sono cassati, mentre i sei rimanenti formeranno la quinta ed ultima lassa. È presente nell’angolo superiore sinistro della pagina una croce rossa che probabilmente costituisce un rimando all’ultima carta, dove ne compare un’altra.

La terza carta, FE 5I.58.3 (FE 5I.58 003694 00 G), mostra i segni marcati delle piegature centrali e nell’angolo superiore destro è stata numerata dall’autore (C 3). Riporta quaranta righe, di cui la prima reca il numero 1 chiuso da parentesi e il titolo in lettere maiuscole, mentre le altre sono costituite da diciassette versi (di cui gli ultimi tre cancellati) e le loro varianti. La carta testimonia una stesura delle prime due strofe.

La quarta carta, FE 5I.58.4, è strappata lungo il segno di piegatura centrale orizzontale.

Il recto (FE 5I.58 003695 00 F) reca la numerazione d’autore nell’angolo in alto a destra (C 4), mentre all’angolo opposto riporta un 2 chiuso da parentesi. È completamente cassata, i diciannove versi che vi figurano sono depennati da biffe verticale o da linee sinusoidali.

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Ci sono pervenuti due dattiloscritti relativi a Ulisse, FE 5II.76 e FE 5II.93, entrambi vergati con inchiostro nero solo su recto e costituiti dal titolo, centrato e in lettere maiuscole, e dai ventotto versi della lirica, oltre alla segnatura d’archivio apposta a matita nell’angolo inferiore sinistro.

Il primo (FE 5II.76 004062 00 G) è costituito da un foglio di carta velina a trama rigata e mostra come unici interventi apportati a penna dall’autore l’eliminazione di un segno d’interpunzione alla fine del v. 11 e di un carattere superfluo al termine del sostantivo strada al v. 25.

Il secondo (FE 5II.93 004043 00 G) è costituito, come il precedente, da un foglio di carta velina, ma ormai ingiallita e logora. I margini, soprattutto quelli laterali, presentano lacerazioni e sgualciture in particolar modo in corrispondenza delle piegature centrali a croce. A confronto con l’altro documento appare sbiadito. Riporta le stesse modifiche a penna del precedente per cui con ogni probabilità ne costituisce una copia effettuata con cartacarbone.

Ulisse non è presente all’interno di AP III.3, il fascicolo che raccoglie le bozze di stampa per la prima edizione di Lavorare stanca.

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47. Atavismo

Della lirica Atavismo ci sono pervenuti due manoscritti: il primo è costituito da cinque fogli sciolti raccolti dal fascicolo FE 5I.57, il secondo è invece composto da due pagine conservate all’interno del fascicolo FE 5II.92.

I cinque documenti di FE 5I.57 sono costituiti da carta lievemente ruvida ormai ingiallita vergata solo su recto con inchiostro nero o lapis. Riportano tutti la numerazione d’autore a matita nell’angolo in alto a destra e la marcatura d’archivio nell’angolo inferiore sinistro.

La prima carta, FE 5I.57.1 (FE 5I.57 003686 00 G), è un foglio di piccole dimensioni, probabilmente la metà superiore di una pagina la cui parte inferiore è verosimilmente costituita dal foglio che segue. Lo suggeriscono i due margini inferiore (della prima carta) e superiore (della seconda) che risultano complementari come se fossero stati divisi lungo il segno di piegatura centrale orizzontale. La prima carta mostra il margine superiore molto consumato e stropicciato oltre che strappato in un punto. È stata vergata con inchiostro nero e numerata dall’autore nell’angolo superiore destro (C 1). Presenta molte varianti (di cui alcune sono state apportate a lapis) che insieme ai dodici versi costituiscono le ventiquattro righe della carta. I versi sono relativi alla seconda metà della prima lassa e tutta la seconda.

La seconda carta, FE 5I.57.2 (FE 5I.57 003687 00 G), che, come si è detto, sembra essere stata divisa dalla precedente da uno strappo lungo il margine superiore, mostra alcune lacerazioni nel margine inferiore, di cui la più vistosa in corrispondenza della piegatura centrale verticale. È stata numerata dall’autore come C 2 nell’angolo superiore destro ed è composta dai nove versi della terza strofa e dal primo della quarta. I primi sei sono stati scritti con inchiostro nero mentre i restanti quattro a lapis.

La terza carta, FE 5I.57.3 (FE 5I.57 003688 00 G), si presenta un po’ consunta ai marini e lungo la piegatura centrale orizzontale, in corrispondenza della quale figurano diverse lacerazioni. Nell’angolo in alto a destra mostra la numerazione d’autore: C 3. È abbastanza tormentata, reca, infatti, trentuno righe per diciannove versi, di cui gran parte scritti con penna nera (i primi quattro e gli ultimi nove) e sei in matita. I versi a penna sono stesure della prima strofa e molti di essi sono cassati con biffe trasversali. Il blocco centrale dei versi scritti a lapis non è stato accolto nella redazione definitiva della lirica.

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La quarta carta, FE 5I.57.4 (FE 5I.57 003689 00 G), mostra qualche sgualcitura lungo il margine superiore e quello inferiore, e forti segni di piegatura centrale verticale e orizzontale. È stata numerata dall’autore nell’angolo in alto a destra come C 4. Riporta quattro versi scritti a matita una delle prime stesure della quarta e ultima lassa.

La quinta carta, FE 5I.57.5 (FE 5I.57 003690 00 G), risulta molto lacerata. La prima porzione in alto a sinistra delimitata dalle piegature a croce è quasi completamente assente, figura solo un piccolo lembo di essa attaccato alla piegatura orizzontale. Non riporta altri segni di scrittura oltre alla numerazione d’autore nell’angolo superiore destro: C 5.

Le due carte che costituiscono FE 5II.92 sono vergate solo su recto con inchiostro nero e marcati con la segnatura d’archivio apposta a matita nell’angolo inferiore sinistro.

La prima carta dei due, FE 5II.92.1 (FE 5II.92 004060 00G), presenta una piega nell’angolo superiore sinistro e il margine inferiore irregolare e lacerato in corrispondenza del segno di piegatura centrale verticale. La piegatura orizzontale nasconde il v. 11. Reca il titolo Atavismo, centrato e sottolineato e i primi ventitre versi della lirica.

La seconda, FE 5II.92.2 (FE 5II.92 004061 00G), mostra, come la precedente, il margine inferiore strappato e lacerato al centro e una sgualcitura nell’angolo in alto a sinistra. Riporta gli ultimi quattro versi.

Atavismo non figura all’interno del fascicolo AP III.3 che raccoglie le bozze di stampa per la prima edizione di Lavorare stanca.

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48. Avventure

FE 5I.54 è il fascicolo che conserva il manoscritto della lirica, costituito da cinque fogli sciolti di carta lievemente ruvida ormai ingiallita vergati, ad eccezione del primo, solo su recto con inchiostro nero. Riportano nell’angolo superiore la numerazione d’autore e all’angolo inferiore sinistro la segnatura d’archivio, entrambe a matita.

La prima carta, FE 5I.54.1, presenta il margine superiore molto lacerato e sgualcito, una piega all’angolo inferiore sinistro, uno strappo al centro della seconda metà del foglio e diverse macchie rossastre, forse di ruggine.

Il recto, (FE 5I.54 003676 00 F), è stato numerato dall’autore nell’angolo in alto a destra come C 1. Reca venti righe per dieci versi, che rappresentano una delle prime stesure della prima strofa.

Il verso, (FE 5I.54 003677 00 F), si mostra molto travagliato e a parte il primo verso scritto a penna è vergato a lapis. Abbondano le cancellature e le varianti nei venti versi riportati. Probabilmente è la prima stesura della lirica o meglio delle prime due strofe, anche se ancora abbastanza lontane dalla loro forma definitiva.

La seconda carta, FE 5I.54.2 (FE 5I.54 003678 00 G), riporta lacerazioni a tutti i margini in corrispondenza delle piegature centrali e sgualciture nella seconda metà del margine superiore. Vi compaiono inoltre segni di piegature orizzontali, “a fisarmonica”. È costituita da venticinque righe che formano sedici versi, corrispondenti alla prima strofa e a parte della seconda.

La terza carta, FE 5I.54.3 (FE 5I.54 003679 00 G), mostra lacerazioni lungo le piegature a croce, sia nei margini sia all’interno della pagina. Nell’angolo in alto a sinistro figura la numerazione d’autore (C 3). La pagina si presenta molto ricca, ma anche molto tormentata. Riporta sessantasette righe, di cui la prima è occupata dai titoli: Risveglio barrato, e quello definitivo sottolineato Avventure, mentre le altre sono costituite da trentatre versi, riguardanti le prime due strofe, con le loro varianti. Nella fascia bassa del foglio sono presenti due collegamenti tra emistichi lontani, uno effettuato tramite asterisco e l’altro con una freccia.

La quarta carta, FE 5I.54.2 (FE 5I.54 003680 00 G), come le precedenti si è deteriorata lungo i segni di piegatura centrale ed è stata numerata dall’autore a matita nell’angolo superiore destro (benché molto sbiadito si legge C 4). Reca quarantadue

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righe, che presentano cancellature, variazioni e inserzioni o collegamenti con frecce. La pagina mostra la fatica dell’autore nel comporre la terza lassa.

La quinta carta, FE 5I.54.2 (FE 5I.54 003681 00 G), presenta solo una piccola lacerazione al margine destro, sempre in corrispondenza del segno di piegatura centrale orizzontale e la numerazione d’autore nell’angolo in alto a destra (C 5). La pagina riporta il titolo, sottolineato e un po’ decentrato, leggermente spostato a sinistra, e tutti i venticinque versi della lirica, tre espunti e uno scritto come alternativa al v. 22 ma poi cancellato.

Esistono due dattiloscritti che riportano Avventure: FE 5II.79 e FE 5II.91. I due documenti sono vergati solo su recto con inchiostro nero, marcati con la segnatura d’archivio apposta a matita nell’angolo inferiore sinistro e riportano il titolo centrato e in lettere maiuscole e tutti i venticinque versi della lirica. Entrambi recano una sigla a matita nell’angolo superiore sinistro, che non risulta ben leggibile, costituita da lettere e numeri, arabi e romani (forse: 7 E 50 XXVII). Questa sigla, insieme ad alcune corrispondenze nelle modifiche apportate a penna dall’autore, porta a pensare che i due documenti possano essere uno copia dell’altro, probabilmente effettuata con la cartacarbone.

Il primo, FE 5II.79 (FE 5II.79 004046 00 G), è costituito da carta bianca filigranata; mostra solo un intervento a penna, apportato dall’autore al v. 13, che figura subito dopo la parola gatto e che consiste in un piccolo segno che probabilmente modifica i due punti in punto fermo.

Il secondo, FE 5II.91 (FE 5II.91 004059 00 G), è composto da carta sottile ormai ingiallita e molto consunta lungo il margine inferiore. Presenta spiegazzature ai due angoli superiori e sgualciture lungo il segno di piegatura centrale verticale, soprattutto nella metà inferiore del foglio. È molto sbiadito, per cui non è facile comprendere se tra il v. 19 e il v.20 figuri una modifica a penna o solo una piccola macchia: nel secondo caso, l’unica traccia di penna sarebbe quella che risulta al v. 13 identica a quella del documento precedente (modifica interpuntiva). Verrebbe così confermata, anche considerato il fatto che l’inchiostro sia così “scolorito”, l’ipotesi che questo documento sia copia di quello conservato in FE 5II.79.

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Avventure non è presente all’interno di AP III.3, il fascicolo che conserva le bozze di stampa per l’edizione Solaria di Lavorare stanca.

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Nel documento Le carte del primo Lavorare stanca (pagine 143-152)