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Legna verde

Nel documento Le carte del primo Lavorare stanca (pagine 124-132)

Lavorare Stanca nell’ “Archivio Cesare Pavese”

36. Legna verde

Il manoscritto Legna verde è conservato nel fascicolo FE 5I.38, costituito da cinque fogli sciolti di carta ingiallita lievemente ruvida, vergata con inchiostro nero solo su recto, ad eccezione della terza carta. Tutte le carte sono state numerate dall’autore nell’angolo a matita in alto a sinistra.

La prima carta, FE 5I.38.1 (FE 5I.38 003597 00 G), presenta marcati segni di piegatura a croce e lungo gli stessi riporta lacerazioni in più punti, inoltre mostra il margine destro irregolare. Nell’angolo superiore destro è stata numerata dall’autore (C 1). Vi è un segno in matita blu che probabilmente era già presente sulla carta prima che venisse vergata. La pagina si presenta abbastanza tormentata, sono infatti presenti diverse cancellature e variazioni. È costituita da quaranta righe che formano ventitre versi, di cui i primi sei sono espunti da biffe trasversali.

La seconda carta, FE 5I.38.2 (FE 5I.38 003598 00 G), riporta piccole lacerazioni in corrispondenza delle piegature centrali orizzontali e verticali e la numerazione d’autore (C 2) nell’angolo superiore destro. Reca il titolo, centrato e sottolineato, e 35 righe per 24 versi, di cui quattro versi sono cassati in blocco e i restanti sono corrispondenti alle prime due strofe e a gran parte della terza (fino al v. 20).

La terza, FE 5I.38.3, numerata dall’autore come carta numero tre (C 3), si presenta travagliata sia nel recto sia nel verso.

Il recto (FE 5I.38 003599 00 F) in particolar modo mostra la fatica dell’autore vi figurano inversioni e varianti ed è in gran parte cancellata.

Il verso (FE 5I.38 003600 00 F) riporta invece la recensione di un romanzo. La quarta, FE 5I.38.4, è un foglio di carta lievemente oleata con tracce di piegatura a fisarmonica. Ha dimensioni anomale, 228 mm di larghezza x 234 di lunghezza. Nell’angolo in alto a destra figura la numerazione d’autore apportata a matita (C 4). Il verso presenta prove di scrittura dattiloscritte. Il recto (FE 5I.38 003601 00 G) reca tutta la lirica scritta in bella grafia, ordinata e senza cancellature. Vi compaiono comunque modifiche sostanziali, alcuni versi sono sottolineati e le varianti sono riportate accanto tra parentesi. Il v. 10 recita nella prima scrittura scritto della libera strada al respiro serrato e poi viene modificato in maniera definitiva in del respiro e del sangue la libera strada. Il secondo emistichio del v.20 è sottolineato

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insieme ai vv. 21, 22 e 239 che sul margine destro sono così trasformati: Hanno pure un amore \ i villani: quel pezzo di terra zappato. \ Cosa importano gli altri? Domani nel sole \ le colline saranno distese, ciascuno la sua.

La quinta carta, FE 5I.38.5 (FE 5I.38 003602 00 G), presenta il margine sinistro sgualcito e lacerato in più punti e riporta nell’angolo in alto a sinistra la numerazione d’autore: C 5. È costituita da18 righe per otto versi, corrispondenti all’ultima strofa più un verso poi eliminato.

Legna verde è riportata da un dattiloscritto conservato all’interno del fascicolo FE 5II.22 e costituito da un foglio di carta ingiallita spessa, dattiloscritta su recto con inchiostro nero. Reca la segnatura d’archivio nell’angolo inferiore sinistro e poche modifiche apportate in penna nera. La prima al v. 12 in cui corregge il refuso alla prima vocale del verbo filtrava, mentre la più consistente all’ultimo verso in cui, dopo aver ripassato alcuni caratteri della parola prigione e aver inserito una virgola subito dopo il sostantivo, cancella il resto della frase e aggiunge una lunga variante che trasforma il verso da in prigione e ai selciati bagnati di sangue a in prigione, alla lunga prigione che attende.

Il fascicolo FE 5II.86 conserva una bozza di stampa di una parte della poesia, più precisamente degli ultimi quattordici versi, e presenta l’unico intervento a penna al primo verso dell’ultima strofa, in cui l’autore traccia una parentesi quadra aperta prima delle parole, probabilmente per eliminare il rientro a destra del verso.

Legna verde occupa due pagine del plico che raccoglie le bozze di stampa della prima edizione di Lavorare stanca, AP III.3. Entrambe sono stampate solo su recto e riportano la segnatura d’archivio a matita nell’angolo inferiore destro (AP III.3.65 e AP III.3.66) e non presentano modifiche o revisioni.

La prima delle due (AP III.3 000740 00 G) reca il titolo, centrato e in lettere maiuscole, e sedici versi: i sei versi della prima strofa, sette della seconda e i primi tre della terza.

9 Domani nel sole \ le colline saranno distese, ciascuno la sua. \ Hanno pure una gioia i villani il

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La seconda (AP III.3 000741 00 G) è costituita da quattordici versi: i restanti sette della terza strofa e i sette della quarta.

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37. Rivolta

Il manoscritto della lirica è conservato all’interno del fascicolo FE 5I.42, ed è costituito da due fogli protocollo composti da carta liscia lievemente ingiallita, vergata sia su recto sia su verso con inchiostro nero, lapis e matita azzurra e marcata con la segnatura d’archivio nell’angolo inferiore sinistro.

La prima carta, FE 5I.42.1, mostra una piega all’angolo superiore destro e forti segni di piegatura a croce, in corrispondenza dei quali riporta piccole lacerazioni.

Il recto (FE 5I.42 003613 00 F) è costituito da ventinove versi scritti ordinati con alcune varianti, preceduti dal titolo sottolineato, di cui due cancellati all’interno della seconda strofa.

Il verso (FE 5I.42 003614 00 F) si presenta invece molto più cancellato e confuso. Reca cinquanta righe composte dal titolo, da ventitré versi riguardanti le prime tre strofe e dalle loro varianti.

La seconda carta, FE 5I.42.2, riporta forti segni di piegatura centrale, sia orizzontale sia verticale.

Il recto (FE 5I.42 003615 00 F) si presenta “pulito”, dal momento che è privo di cancellature, e ordinato. Reca il titolo, sottolineato e centrato, e tutta la lirica, che consta di ventisette versi, scritti in bella grafia.

Il verso (FE 5I.42 003616 00 F) è vergato con matita azzurra e lapis col foglio capovolto, e riporta alcuni appunti di difficile lettura. Le due righe annotate in piccolo a matita sono sottolineate e scritte parallele al lato lungo. Forse sono composte da un nome e un indirizzo.

Il dattiloscritto relativo alla lirica Rivolta è conservato all’interno del fascicolo FE 5II.48. È costituito da carta filigranata ingiallita, vergata solo su recto (FE 5II.48 004007 00 G) con inchiostro nero e mostra nell’angolo inferiore sinistro la segnatura d’archivio a matita. Riporta tutti i ventisette versi della lirica preceduti dal titolo, scritto centrato e in lettere maiuscole. L’unico intervento a penna figura al v. 15, in cui l’autore corregge l’ultima vocale della parola disteso.

All’interno di AP III.3, il fascicolo che raccoglie le bozze d’archivio per la prima edizione di Lavorare stanca, le carte relative a Rivolta sono due: la sessantasettesima e

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la sessantottesima. Sono stampate con inchiostro nero solo su recto, non presentano modifiche o variazioni e sono rilegate nel plico che un tempo le raccoglieva insieme a tutte le altre prove di stampa. Riportano la segnatura d’archivio a matita nell’angolo inferiore destro.

La prima delle due carte, AP III.3.67 (AP III.3 000742 00 G), è composta dal titolo, centrato e in lettere maiuscole, e i primi diciasette versi. La seconda, AP III.3.68 (AP III.3 000743 00 G), è costituta dai restanti dieci versi della lirica.

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38. Esterno

Le carte manoscritte che testimoniano la stesura della lirica sono conservate in tre diversi fascicoli: FE 5I.52, FE 5I.59 e FE 5II.45.

I documenti raccolti in FE 5I.52 costituiscono verosimilmente la prima stesura. Sono cinque pagine di carta ingiallita lievemente ruvida, vergata solo su recto con inchiostro nero, con la segnatura d’archivio nell’angolo inferiore sinistro.

La prima carta, FE 5I.52.1 (FE 5I.52 003665 00 G), presenta i segni marcati delle piegature centrali orizzontali e verticali, in corrispondenza dei quali nei margini e al centro del foglio figurano piccole lacerazioni. È costituita da quarantotto righe che compongono trentuno versi (corrispondenti a metà della prima e a tutta la seconda, la terza e quarta strofa) di cui molti depennati.

La seconda carta, FE 5I.52.2 (FE 5I.52 003666 00 G), è “ricca” come la precedente, ma in gran parte cassata. Riporta quarantotto righe per ventiquattro versi, di cui resta solo, al centro della pagina, una porzione di sette versi relativa a parte della prima strofa.

La terza, FE 5I.52.3 (FE 5I.52 003667 00 G), è l’unica che reca nell’angolo superiore sinistro la numerazione d’autore a matita. Riporta solo gli ultimi cinque versi, di cui l’ultimo presenta un’inversione.

La quarta, FE 5I.52.4 (FE 5I.52 003668 00 G), presenta una piccola piega nel margine superiore sinistro ed è completamente bianca.

La quinta carta, FE 5I.52.5 (FE 5I.52 003669 00 G), è la più logora e sciupata, riporta strappi in corrispondenza delle piegature centrali, sia sui margini che al centro del foglio, e sgualciture lungo tutti i bordi, ma in particolare lungo il margine destro e quello inferiore. Reca sette versi tutti espunti e in gran parte precedentemente barrati. Sono inoltre presenti due annotazioni a matita: una sequenza di cinque numeri appuntata sotto i versi e in fondo alla pagina un verso scritto capovolto rispetto ai precedenti.

FE 5I.59 e FE 5II.45 sono costituiti ciascuno da una sola carta vergata in sia su recto sia su verso che presenta la segnatura d’archivio nell’angolo inferiore sinistro.

FE 5I.59 è costituito da un foglio di carta lievemente ruvida, ormai ingiallita, molto logora e lacerata. Riporta, infatti, sgualciture e piccoli strappi lungo tutti i margini

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e lacerazioni più profonde in corrispondenza delle piegature a croce. Sul verso del documento si legge la terza strofa della lirica Il vino triste II.

Il recto (FE 5I.59 003697 00 F) è composto dal titolo, centrato e sottolineato, e dai primi ventisette versi della lirica scritti con inchiostro nero e con grafia curata e composta, senza cancellature.

Il verso (FE 5I.59 003698 00 F) riporta invece gli ultimi sei versi della lirica vergati con la stessa grafia elegante dei precedenti, più uno cancellato e gli ultimi otto versi della poesia Il vino triste II scritti in parte a matita (dal verso quattro) con una grafia “frettolosa” e ricchi di cancellature e varianti.

FE 5II.45 è stato vergato con inchiostro nero su carta ingiallita sottile, con lievi lacerazioni in corrispondenza delle piegature centrali verticale e orizzontale. Il titolo, centrato e sottolineato, e i primi ventotto versi della lirica compongono il recto del manoscritto (FE 5I.45 004001 00 F), i restanti cinque versi sono invece scritti sul verso (FE 5I.45 004002 00 F). La grafia è curata e sono presenti solo due modifiche: al v. 10 l’attributo di tepore (vicino) viene cancellato in favore di futuro; mentre al v. 23 è cassato il primo verbo (mangiare) e viene aggiunto il sintagma avverbiale ogni tanto prima del punto10.

L’unico dattiloscritto che ci è pervenuto relativo a Esterno è FE 5II.71 costituito da un foglio di carta filigranata ormai ingiallita, vergata solo su recto con inchiostro nero e marcata con la segnatura d’archivio nell’angolo inferiore sinistro. Presenta piccoli strappi sui margini laterali e al centro del foglio sempre in corrispondenza delle piegature a croce di cui riporta i segni ben marcati. È costituito dal titolo, centrato e in lettere maiuscole, e dai trentatre versi della poesia e non presenta variazioni.

Esterno occupa le ultime due pagine del plico che raccoglie le bozze di stampa della prima edizione di Lavorare stanca, AP III.3. Entrambe sono molto deteriorate lungo i margini, in particolar modo la seconda, con evidenti strappi e lacerazioni. Riportano la segnatura d’archivio a matita nell’angolo inferiore destro (AP III.3.89 e AP III.3.90), sono stampate solo su recto e non presentano modifiche o revisioni.

10 La prima parte del v. 23 da: ma mangiare si mangia. è trasformata in ma si mangia ogni

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La prima delle due (AP III.3 000764 00 G) reca il titolo, centrato e in lettere maiuscole, e diciannove versi, mentre la seconda (AP III.3 000765 00 C) è costituita dai restanti dodici versi.

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Nel documento Le carte del primo Lavorare stanca (pagine 124-132)