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In questa sezione verranno confrontate le statistiche nazionali italiane con le percentuali ottenute dai formulari risposti, in modo da verificare la rappresentatività della mostra. Innanzitutto si sono ricercate le percentuali di millennials presenti in Italia, soffermandosi sul genere, per comprendere se c’era corrispondenza.

Secondo differenti statistiche analizzate, in Italia i millennials sono circa 13 milioni93: poco più

del 51% sono uomini e poco più del 49% donne94. Nel nostro Paese la maggior parte ossia il 42%

risiede al Nord, il 39% al Sud e nelle Isole, mentre al Centro sono solo il 19%.

Grafico 4.7.1. Popolazione italiana Istat. 1 gennaio 2019. Fonte: https://www.tuttitalia.it/statistiche/popolazione-eta-sesso-stato-civile-2019/

Grafico 4.7.2. Popolazione italiana Istat. 1 gennaio 2019. Fonte: https://www.tuttitalia.it/statistiche/popolazione-eta-sesso-stato-civile-2019/

93https://www.coperni.co/it/chi-sono-veramente-i-millennials 94 https://www.popeconomy.tv/video/millennials-e-generazione-z

122 D.31. Variabile sesso.

Grafico 4.7.3. Popolazione del campionamento italiano. Millennials distinti per genere. Fonte: immagine creata da Dyane e riportata tramite Excel.

Del totale dei millennials italiani che hanno risposto al questionario, all’incirca il 63% sono femmine mentre il 37% sono uomini ed un 0,24% sono coloro che non si identificano in nessuna delle precedenti categorie. Tale campionamento non è rappresentativo poiché si vede che non corrisponde alle percentuali verificate dall’Istat, le quali erano rispettivamente (49%) e (51%). D.32. Variabile età. D.32. D.38.

Grafico 4.7.4. Popolazione italiana Istat, divisa per età. 1 gennaio 2019. Grafico riportato tramite Excel. Fonte: https://www.tuttitalia.it/statistiche/popolazione-eta-sesso-stato-civile-2019/

Stando ai dati del 2019: il 32% ha tra i 19 e i 25, più del 49% ha un’età compresa tra 26 e 33 anni e il restante 28% ha un’età compresa tra i 33 e i 40 anni.

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Per quanto riguarda le proiezioni dei millennials in Europa, il loro numero non crescerà notevolmente. Di contro, la popolazione con oltre 80 anni d’età raddoppierà. Secondo Eurispes si stima che, entro il 2048, i millennials saranno il 39% della popolazione votante95.

Grafico 4.7.5. Popolazione del campionamento italiano. millennials distinti per età. Fonte: immagine creata da Dyane. (D.38)

I dati del campionamento riportano che il 47,12% delle persone che hanno risposto al sondaggio hanno un’età compresa tra il 19 e i 25 anni, il 30,05% ha un’età tra i 26 e i 32 anni ed il 22,84% hanno un’età dai 33 ai 40 anni.

95https://eurispes.eu/pdf-reader/web/viewer.html?file=https://eurispes.eu/wp-

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Grafico 4.7.6. Età della popolazione italiana osservata.

Media: 27,78177458

Max: l’età massima considerata è 40.

Min: l’età minima considerata è 19.

In questo caso, confrontando i dati si ha un campione leggermente al di sotto della media, poiché nella teoria la categoria d’età con maggiore frequenza è quella da 26 a 33 anni, mentre hanno risposto al questionario persone aventi principalmente dai 19 ai 26 anni. La media è quasi di 28 anni, dunque ci avviciniamo abbastanza, ma riteniamo non sia completamente rappresentativo, anche perché il questionario utilizza un metodo non probabilistico a bolla di neve e per convenienza.

Si è poi proceduto alla verifica della rappresentatività della mostra considerando il nucleo familiare. 0 20 40 60 19 21 23 25 27 29 31 33 35 37 39

Totale

Totale

125 D.33. Variabile del nucleo familiare.

ISTAT. Membri per nucleo familiare. Italia. Fonte: http://dati- censimentopopolazione.istat.it/Index.aspx?DataSetCode=DICA_NUCLEI#

https://www.istat.it/it/files//2019/12/C03.pdf

Figure 19. ISTAT Popolazione italiana.

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La maggioranza delle famiglie è formata da un unico membro, sono il 43,2% del totale delle famiglie; le coppie senza figli sono il 20,1% e una su dieci è un nucleo mono genitore, prevalentemente di madri sole 8,1%. Residuale la quota di famiglie composte da due o più nuclei 1,5%. Inoltre nel 2018 i dati riportavano che una donna italiana aveva in media 1,24 figli96. Considerando il territorio, la concentrazione di famiglie unipersonali è massima nelle regioni del Nord 35,6% nel Nord-ovest e 33,9% nel Nord-est e del Centro 34,9% mentre al Sud e nelle Isole si registra la quota più alta di famiglie con cinque o più componenti rispettivamente, il 7,5% e il 6,1%. Nel Nord-ovest e Nord-est dunque, le persone vivono, prevalentemente, da sole e per una maggiore concentrazione di coppie senza figli rispetto alla media nazionale; nel Centro, oltre alle famiglie unipersonali, sono più diffusi i nuclei mono genitore, al Sud e nelle Isole le coppie con figli raggiungono l’incidenza massima97. In tal caso si può affermare che il campionamento non è rappresentativo, perché la maggior parte dei millennials ha risposto di avere un nucleo familiare di quattro persone per il 37,3% ed un buon 32,2% ha risposto di averlo composto da tre persone. Si si considerasse l’età di coloro che hanno risposto, però ci si avvicinerebbe ai dati, poiché sono

96https://www.agensir.it/quotidiano/2018/11/28/demografia-istat-in-italia-in-media-132-figli-per-donna-

319-anni-al-parto-cresce-la-percentuale-di-donne-senza-figli/

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individui prossimi all’uscita dal nido familiare e dunque future persone che vivranno o in solitaria o con il proprio partner.

Si è inoltre verificato il territorio di provenienza del campionamento. Le variabili utilizzate sono state le seguenti: la variabile categorica numero D.34. la cui domanda era la seguente: “Dove abiti? A tal proposito era necessario indicare la provincia. Successivamente, tutte le province sono state categorizzate nelle regioni di appartenenza così da avere un quadro più completo. La domanda D.39 legata alla Regione, non era presente all’interno del questionario, è stata successivamente aggiunta in moda da permettere più facilmente le analisi incrociate con i diversi obiettivi esaminati. Dai grafici riportati si vede che una grande maggioranza della popolazione del campionamento appartiene al Nord-est, in particolare alla ragione Veneto e in provincia di Padova. Questo perché è stato utilizzato un metodo per “convenienza ed a bolla di neve”.

Tutti gli individui riportati sono millennials italiani, 414 abitano in Italia 2 di loro si trovavano all’estero per motivi di lavoro, ma dovendo soggiornare in un territorio estero per meno di un anno, sono comunque stati considerati all’interno del campionamento.

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Successivamente si è verificata la variabile dell’occupazione principale. D.35. Variabile dell’occupazione principale.

Grafico 4.7.10. Occupazione principale. Italia.

129 0,00% 10,00% 20,00% 30,00% 40,00% 50,00% 60,00% 70,00% 80,00% 90,00% 0 5000 10000 15000 20000 indipendenti dipendente

OCCUPAZIONE

n° frequenza

130

Grafico 4.7.11. Occupazione principale campionamento. Italia. Fonte Dyane.

In Italia secondo quanto indicato dall'Istat, che ha diffuso i dati provvisori, a dicembre 2019 il tasso di disoccupazione in Italia è rimasto stabile, al 9,8%, rispetto al mese precedente. Nel campionamento invece la disoccupazione è inferiore al 5% e risulta uguale al 4,8%, probabilmente perché le persone considerate vivono prevalentemente nel Nord d’Italia, dove il tasso di disoccupazione è inferiore rispetto al Sud. La stima degli occupati risulta in calo di 75 mila unità rispetto al mese precedente (-0,3%), con un tasso di occupazione che scende al 59,2% (-0,1 punti percentuali)98. La flessione dell’occupazione interessa uomini e donne, gli individui

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tra 25 e 49 anni (-79 mila), i lavoratori di dipendenti permanenti (-75 mila) e gli indipendenti (-16 mila)99. Innanzitutto, dietro al record occupazionale del 2018 vi è l’impetuoso aumento del lavoro

dipendente e il crollo degli indipendenti (-602 mila; -10,2% dal 2008), anche a ragione di cambiamenti strutturali del tessuto produttivo100. Tenendo presente i dati ottenuti dal sondaggio si evince che il lavoro da dipendente è sicuramente quello che trova maggiore frequenza con un 53,6% dati del questionario, a seguire si posizionano i millennials ancora studenti con un 25,5% e gli indipendenti con un 14,4%. L’1,9% sono le persone che hanno risposto “Altro”, millennials che sono studenti ed allo stesso tempo lavoratori oppure casalinghe/i. Anche dai dati dell’Istat abbiamo che la categoria principale è quella dei lavoratori dipendenti con un 77%, la presenza di un distacco di più del 10% è probabilmente dovuta al fatto che sono conteggiati lavoratori dai 15 anni in su, fino all’incirca ai 60 anni, mentre nel questionario la popolazione target è dai 19 ai 40 anni, dunque include principalmente studenti alla fine della loro carriera scolastica o che proseguiranno con l’università, o coloro che sono da poco entrati nel mondo del lavoro, perciò è prevedibile questa situazione. Inoltre le percentuali del grafico degli occupati dipendenti e indipendenti dell’Istat, non tengono conto dei disoccupati, quindi le percentuali risultano differenti. Tendo conto di tali discrepanze, possiamo affermare che tale variabile sia rappresentativa.

D.36. Variabile. Qual è il tuo livello di istruzione completato.

Figura 4.7.12. Livello di istruzione completato. Fonte:

http://dati.istat.it/Index.aspx?DataSetCode=DCCV_OCCUPATIMENS1#.Rielaborazione tramite Excel. Tabella riassuntiva. 99 http://dati.istat.it/# 100https://www.istat.it/it/files/2019/02/Mercato-del-lavoro-2018.pdf

istruzione superiore di 1° grado istruzione superiore di 2° grado (professionali, tecnici, licei) laurea triennale e magistrale

20-24 anni 518 2141 297 25-29 anni 627 1626 885 30-34 anni 831 1519 924 25-34 anni 1457 3145 1809 35-39 anni 1007 1602 969 totale 4440 10033 4884 19375

132 Dati esaminati tramite il questionario. Grafico Dyane.

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Dal grafico si intuisce che il livello di istruzione completato a cui appartengono la maggior parte di coloro che hanno risposto al sondaggio è la categoria rappresentante il livello di istruzione secondaria di secondo grado con un 57,25, al secondo posto troviamo le lauree, rispettivamente triennali con un 22,8% e magistrali con un 11,8%, di cui la somma è di 34,6% inoltre un 7,9% dei millennials che hanno risposto hanno completato solamente le scuole medie cioè l’istruzione superiore di primo grado ed un irrisorio 0,2% ha solamente l’istruzione primaria. Secondo i dati statistici dell’Istat le persone aventi dai 20 ai 39 anni hanno per la maggior parte il diploma di istruzione secondaria di secondo grado (51%) una percentuale prossima al risultato del sondaggio circa un 7% al di sotto della percentuale del questionario. Inoltre il 25,20% delle persone appartenenti a quel rango d’età hanno una laurea triennale o magistrale e anche in tal caso nel questionario si è ottenuta una percentuale del 7% più elevata. Infine la percentuale di persone aventi solamente la licenza superiore è del 22% secondo i dati Istat nettamente superiore alla percentuale del sondaggio. Probabilmente la discrepanza presente all’interno della categoria “istruzione superiore di primo grado” è dovuta al fatto che ¾ delle persone rispondenti abitano nel Nord Italia dove la dispersione scolastica è inferiore rispetto al sud d’Italia e che il campione include uno specifico target di persone d’età “recente”, tra i 20 e i 40 anni.