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1.1. Le tendenze fondamentali che plasmano l'economia digitale

1.2.5. L’alimentazione contemporanea, tra biologico e sostenibile

Il secolo presente mostra, come precedentemente anticipato, diverse tendenze nei confronti degli stili alimentari, tra cui anche, la generale riscoperta del concetto di naturalità. Nonostante, Pollan (2008) parlava del protrarsi di un modello di deriva alimentare (Pollan, 2008), quale il junk food, attualmente e parallelamente si riscontra una crescente genuinità dei prodotti, all’interno di alcune fasce della popolazione dei Paesi occidentali (ibidem). Il termine naturale, accostato alla parola cibo, potrebbe risultare ambiguo. Per alcuni estremisti, come Masanobu Fukuoka (1978) essa coincide con i frutti dell’agricoltura naturale, dove l’intervento dell’uomo è limitato alle fasi di semina e di raccolta, ed è quindi lasciato alla natura il compito di protrarre il processo di crescita (Fukuoka, 1978). La scelta di naturalità, alle volte, si fa coincidere con il biologico. L’agricoltura biologica è definita dall’ ICEA - Istituto per la Certificazione Etica e Ambientale, come un sistema agricolo, dove per l’ottenimento del prodotto finale, si sfrutta la naturale fertilità del suolo e si interviene limitatamente. Essa esclude l’utilizzo di prodotti di sintesi, sono ammessi solamente quelli riportati nel regolamento comunitario. La pressione di consumatori, nei confronti della sicurezza ambientale di tipo qualitativo ha aperto nuovi scenari, stimolando

57https://dictionary.cambridge.org/it/dizionario/inglese/freegan 58https://www.stephanielundin.com/locavorism/

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risposte innovative di mercato. Una di queste è determinata dall’offerta di prodotti alimentari, privi di fitofarmaci e di sostanze chimiche tossiche. È rilevante sottolineare che nell’agricoltura biologica, viene salvaguardata la fertilità del terreno, mediante l’utilizzo di fertilizzanti organici, ed è di prassi la pratica delle rotazioni colturali e delle lavorazioni di mantenimento. Inoltre si privilegia la lotta biologica, con preparati vegetali minerali e animali, il tutto rigorosamente di origine naturale, anche se alcuni prodotti chimici, vengono comunque utilizzati perché considerati tradizionali (Bcfn, 2008). Il metodo di produzione biologica si prefigge di rispettare gli equilibri naturali, salvaguardare la diversità biologica, evitare l’inquinamento di terreno e acque e di valorizzare la dotazione locale di risorse naturali locali, specialmente quelle rinnovabili. Nonostante l’agricoltura biologica consenta di ridurre l’uso di fitofarmaci, numerosi critici, sono dubbiosi su questa pratica, ed asseriscono che non si possano garantire rese sufficienti per fare fronte alle esigenze alimentari mondiali59 (Kirchmann & Ryan, 2005). Altre voci contrarie all’agricoltura biologica, sostengono che l’impiego massiccio della biotecnologia, costituisca l’unica strada per ottenere prodotti naturali, così da poter eliminare, in gran parte, l’utilizzo dei composti chimici, nell’agricoltura convenzionale (Bcfn, 2008). I prodotti biologici sono riconoscibili agli occhi del consumatore per la presenza in etichetta della dicitura “da agricoltura biologica”, possono anche riportare, il logo comunitario specifico previsto dal Regolamento (CE) n. 331 del 17 dicembre 1999 (Pilati, 2004). Il prodotto agricolo, perciò risulta biologico se rispetta una normativa che prescrive le norme di produzione e lo assoggetta ad un particolare sistema di controllo. Altri concetti centrali e relativi alla naturalità sono la prossimità e la stagionalità. Il primo incoraggia il consumo di cibo prodotto entro un raggio di poche centinaia di chilometri, possibilmente da piccole fattorie locali, mentre il secondo si oppone alla consumazione dei prodotti agricoli freschi in periodi dell’anno non convenzionali, permessi dalle tecniche di produzione innovative e dal trasporto. Critica è dunque, la questione degli additivi industriali e perciò dell’insieme di tutti i trattamenti a cui è sottoposto il cibo.

Contrariamente, alcuni pensatori affermano che la capacità dell’uomo di sviluppare le differenti innovazioni tecnologiche, abbia reso possibile la sua sopravvivenza. Malthus, economista della seconda metà del Settecento, era critico nel possibile utilizzo di risorse naturali, al fine di sostenere i ritmi della crescita della popolazione, mentre nei primi anni dell’Ottocento, il

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matematico Condorcet espresse la sua totale fiducia nelle capacità umane, di superare i limiti dettati dal contesto ambientale (Belasco, 2006). Notoriamente, l’avanzamento di alcune tendenze significative di discontinuità, come la crescita demografica e l’espansione economica di alcuni stati: Cina, India, Brasile, hanno riaperto questioni e dilemmi, già precedentemente affrontati e richiedono futuri risultati. A tal proposito, anche il termine socialità ha assunto diverse sfaccettature, inglobando nel suo concetto anche l’ambito ambientale ed economico.

Il ruolo dell’alimentazione è inoltre sempre più centrale in termini di sostenibilità sociale, anche dal punto di vista della salute delle persone. Difatti, spesso, le scelte alimentari risultano decisive nella prevenzione di alcune patologie, come quelle di natura cronica. La ricerca del centro specialistico Barilla riporta che circa l’80% dei casi registrati delle malattie, potrebbero essere prevenuti eliminando alcuni fattori di rischio come il consumo di tabacco, le diete poco salutari, l’inattività fisica e il consumo eccessivo di alcol. Invece, senza un’adeguata prevenzione, la loro quota potrebbe aumentare del 17% nei prossimi 10 anni (ibidem). Nel rapporto Coop, si evince che 34 milioni, sono gli italiani interessati al tema della sostenibilità. Oggi si è pronti a cambiare il proprio stile di vita e ad impegnarsi per la salvaguardia dell’ambiente. Molti sono coloro che hanno modificato, le proprie abitudini a favore di un comportamento più green. L’osservatorio Nazionale sullo stile di vita, realizzato da LifeGate, riporta che l’88% degli italiani fa la raccolta differenziata meticolosamente e che il 77%, utilizza elettrodomestici a basso consumo energetico. Il costo dei prodotti sostenibili, fa però da freno, ed inoltre una fetta di italiani dubita che il loro contributo quotidiano, possa essere determinante a tutelare l’ambiente (Rapporto Coop, 2019). Ad ogni modo la sostenibilità si ritrova anche nel carrello della spesa, è stato infatti evidenziato un aumento del 5%, rispetto all’anno precedente, di acquisto di cibo biologico e sono in crescita anche gli acquisti di capi di abbigliamento sostenibile e di cosmetici naturali. Per gli italiani, sostenibilità significa comprare prodotti: biodegradabili, riciclabili, oppure realizzati con prodotti riciclati. Si considerano ecofrendly anche prodotti realizzati con energia da fonte rinnovabile e i prodotti biologici (ibidem). Sono in aumento anche i consumatori che si fidano alle certificazioni, garanzie sui processi produttivi utilizzati o precisazioni sulle materie prime. A conferma di questa tendenza, negli ultimi mesi, è decisamente aumentato il valore delle vendite dei prodotti, con il claim CSR, corporative social responsability.

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Figure 6. Italians for future. Fonte: Osservatorio Lifegate sullo stile di vita sostenibile, 2019.

È stato inoltre riscontrato, che lo stile di vita degli italiani è il più salutare d’Europa. Il 79% degli italiani, associa all’idea di benessere, allo star bene in salute (ibidem). Questa condizione, spinge gli italiani a mettere in atto tutti i comportamenti possibili, per monitorare la propria condizione di salute. Tanto che, sempre l’Osservatorio Lifegate, evidenzia come il 63% degli italiani ha effettuato controlli regolari negli ultimi anni. Gli italiani sembrano perciò consapevoli delle proprie diete alimentari, attenti e vigili a calibrare l’apporto tra grassi e calorie (Rapporto Coop, 2019). L’European House Ambrosetti (2019) ha certificato che gli italiani hanno lo stato di salute migliore in Europa e che la speranza della vita è fra le più alte del continente. Sarà anche grazie ad un clima benevolo e alla dieta mediterranea che assicura un’alimentazione oltre che corretta, anche equilibrata.

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Figure 7. Uno stile salutare, pietra filosofare degli Italiani. Fonte: European House Ambrosetti (2019).