• Non ci sono risultati.

Disparità all’interno di gruppi familiari coabitanti

D isparità a ll’interno di uno stesso paese

In secondo luogo, consideriamo diversi tipi di gruppi familiari all’interno di una società. Una tavola statistica comune è quella che illustra la distribu­ zione di gruppi familiari nella popolazione secondo diversi livelli di reddito

o di guadagno. La distribuzione di risorse fra gruppi familiari o famiglie di un certo tipo si può illustrare nello stesso modo. La tabella 2 ci dà un esempio dalla Gran Bretagna.

T a b e lla 2. N u c l e i f a m i l i a r i c h e s p e n d o n o c o n s i d e r e v o l m e n t e m e n o d e l l a m e d i a p e r i l lo r o t ip o d i n u c le o (1 9 5 3 - 5 4, G r a n B r e t a g n a )

Percentuale di nuclei che spendono meno della media _ . . di nuclei dello stesso tipo Composizione

del nucleo familiare

Meno del 50%

Uomo solo 42,3

Donna sola 61,1

Donna e figlio 3,8

Donna e 2 o più figli

Uomo e donna 14,2

Uomo, donna, un bambino 2,0 Uomo, donna, 2 figli 2,3 Uomo, donna, 3 figli 2,9 Uomo, donna, 4 lugli — .

Uomo, donna, 5 figli

Più del 50% ma meno del 66% Totale * che spende meno del 66% Totale nuclei nel campione Spesa media (settimanale) s. d. 8,8 51,1 227 125 11 26,3 87,4 609 121 9 11,4 15,2 105 150 o>/2 21,2 21,2 113 160 4 7,4 21,6 2.710 219 7*4 4,2 6,2 1.604 239 7 8,5 10,8 1.370 257 101/2 8,1 11,0 543 245 7 9,2 9,2 174 236 5i/2 21,2 21,2 113 245 11

Fonte: Abel-Smith, B. e Townsend, P., T h e P o o r a n d th e P o o r e s t, Bell, London, 1965, p. 37.

Com’è possibile paragonare nuclei familiari di tipi diversi? Si può procedere in almeno due modi differenti. Il primo è quello di usare di uno standard convenzionale, come ad esempio le prestazioni stabilite su scala nazionale per 1 assistenza pubblica. E’ allora possibile paragonare la misura in cui diversi tipi di nuclei familiari cadono al disotto o al disopra di questo standard.

Alternativamente, come abbiamo suggerito prima, si può usare un procedi­ mento basato sui redditi a partire dai quali, in una seriazione discendente dei redditi, il comportamento dei diversi tipi di nuclei familiari differisce signifi­ cativamente dalla norma. Così J.L. Nicholson ha calcolato una scala di « equivalenti adulti », paragonando i livelli di reddito ai quali diversi tipi di famiglie spendono la stessa proporzione del bilancio familiare netto per il cibo. La sua scala per la Gran Bretagna è come segue: -1

N ucleo fam iliare N u m ero di adulti « eq u iv alen te»

Un adulto 1,08

Due adulti 2,0

Due adulti, un bambino 2,62

Due adulti, due bambini 3,10

Due adulti, tre bambini 3,50

Due adulti, quattro bambini 3,87

In terzo luogo, osserviamo stati nazionali all’interno della società internazionale e sezioni di popolazioni di stati nazionali all’interno della società internazionale. Non si sono fatti ancora molti progressi nello sviluppo di comparazioni siste­ matiche della disparità di distribuzione dei redditi in diversi paesi. Si è potuto determinare i coefficienti di Gini per quei paesi che forniscono dati sufficien­ temente completi sui redditi.22 La tabella 3 ne è un esempio. Tuttavia, i dati spesso non sono strettamente paragonabili e i risultati sono pericolosamente approssimativi. Vi sono « inadeguatezze concettuali » e per citare Morgan, « l’ineguaglianza della distribuzione dei redditi è un fenomeno complesso provocato più dai gruppi sociali meno fortunati e da coloro che guadagnano oltre la media che non dalle tasse. Indubbiamente è inoltre più utile considerare questi sottogruppi sociali con redditi particolarmente bassi o particolarmente alti che non lavorare con misure che tendono a nascondere quasi tutti i feno­ meni interessanti »,23

Disparità fra paesi diversi

T a b e lla 3. D i s t r i b u z i o n e O rdine 1 2 3 4 5 6.5 6.5 8 9 10 11 12 Paese

G erm ania occidentale G u atem ala Ceylon D anim arca San Salvador O landa Svezia Stati U niti India G ran Bretagna N orvegia A u stralia Anno 1950 1948 .407 1953 .396 1952 .393 1946 .388 1950 .388 1948 .373 1956 .350 1956 .318 1955 .313 1950 .277 1956 d e i r e d d i t i n e t t i ( I n d ic e d i d i s p a r i t à d i G in i) Indice di d isp a rità

.432 .423

F o n te : W orld H andbook o f Political and Social Indicators, R ussett an d A lker, Deutscb, Lasswell, Y ale U niversity Press, 1964.

Le distribuzioni si possono paragonare sia per tutte le unità rispetto al reddito e alle spese, sia che per tipi particolari di unità familiari. Così, ad esempio, la tabella 4 ci dà un paragone generale fra Gran Bretagna e Stati Uniti per ciò che riguarda il reddito, e la tabella 5 per ciò che riguai da il patrimonio. In questi termini molto generali negli Stati Uniti la distribuzione dei redditi è più ineguale che in Gran Bretagna, mentre la distribuzione dei patrimoni è meno ineguale. « La proprietà cioè — notano Lydall e Lansing è distribuita più largamente negli Stati Uniti: un numero relativamente scarso di americani non possiede nulla (classi negative e zero), mentre molti cittadini inglesi non possiedono nulla o quasi nulla ».

T a b e lla 4 . D is t r i b u z i o n e d e l l e u n i t à f a m i l i a r i a s e c o n d a d e l r e d d i t o t o t a l e lo r d o in c l a s s i d i r e d d i t o c o m p a r a b i l i n e g l i S t a t i U n i t i e in G r a n B r e t a g n a

Classi di reddito totale paragonabili Stati Uniti Gran Bretagna

Sotto £ 100 (5 900) 8,3 4,5 £ 100 (S 900) 11,5 15,7 £ 200 (S 1.800) 12,7 12,2 £ 300 (S 2.700) 14,2 14,4 £ 400 ( $ 3.600) 14,3 15,2 £ 500 ( $ 4.500) 13,5 12,8 £ 600 (5 5.400) 7,7 5,7 £ 700 ( $ 6.300) 5,7 5,4 £ 800 (S 7.200) 5,2 5,3 £ 1.000 (J 9.000) 4,3 3,5 £ 1.500 (S 13.500) 1,1 0,9 £ 2.000 ( $ 18.000) 1,6 0,9 T o ta l e 100,0 100,0

Fonte: Lydall, H. e Lansing, J. B., « A Comparison o f the Distribution o f Personal Income and Wealth in the United States and Great Britain », in A m e r ic a n E c o n o m ic R e v ie w , vol. X L 1X , 1959

T a b e lla 5. D i s t r i b u z i o n e d e l l e u n i t à f a m i l i a r i r i s p e t t o a c l a s s i d i v a lo r e p a t r i m o n i a l e n e t t o c o m p a r a b i l i n e g l i S t a t i U n i t i e i n G r a n B r e t a g n a ( i n p e r c e n t u a l i d i u n i t à f a m i l i a r i )

Classi comparabili di Stati Uniti Gran Breti

patrimonio netto 1953 1954 N egativi 11 13 Zero 4 21 Sotto le 50 £ 500 10 14 £ 50 500 6 6 £ 100 1.000 10 8 £ 200 2.000 11 8 £ 400 4.000 8 5 £ 600 6.000 11 5 £ 1.000 10.000 15 8 £ 2.000 20.000 10 7 £ 5.000 50.000 4 5 T o ta le too 100 Fonte: C om e sopra.

Molto utili si sono rivelate analisi di sotto-sezioni della popolazione compa­ rate per diversi paesi. La tabella 6 ci dà la distribuzione dei redditi per donne nubili o vedove di età di 65 anni ed oltre, in Danimarca, Gran Bretagna e Stati Uniti, e dimostra che la distribuzione dei redditi è maggiormente ineguale negli Stati Uniti. La ricerca su cui sono basati questi dati è la prima ricerca per campionamento che sia stata svolta contemporaneamente in tre paesi usando gli stessi procedimenti di ricerca e gli stessi questionari.24

T a b e lla 6. P e r c e n t u a l e d i d o n n e n u b ili o v e d o v e s e c o n d o la d i s t r i b u z i o n e d e l r e d d i t o t o t a l e lo r d o in d e n a r o ( D a n i m a r c a, G r a n B r e t a g n a e S t a t i U n iti , 1 9 6 2 )

Donne nubili e vedove Danimarca G. Bretagna Stati Uniti Percentuale di unità con redditi:

21% o più, sotto la mediana 5-20% o più, sotto la mediana Mediana + 5%

Fino al 20% sopra la mediana 21-50% sopra la mediana 51-100% sopra la mediana 101% ed oltre Nessuna risposta T o t a le Numero 12 26 11 9 13 8 11

10

100 743 23 18 12 12 13 9 6 6 100 1.552 32 11 8 5 8 8 20 8 100 851

S o c ie tie s , Atherton.iNew York and London, 1967.

Usando gli stessi dati si possono fare altre due comparazioni. Anzitutto, fra generazioni. Il reddito totale in denaro mediano di persone sopra i 65 anni si può paragonare con i guadagni medi nelle industrie manifatturiere, come si vede nella tabella 7 (comparazioni simili si possono fare usando misure come il reddito nazionale lordo prò capite della popolazione totale, o reddito nazio naie lordo prò capite delle unità lavoratrici).

T a b e lla 7. m e d i ° m a n i f a t t u r i e r e (,1 9 6 2 ) Nazione Danimarca G ran Bretagna Stati Uniti

Fonte: Wedderburn e t a l . , o p . c it.

I n se c o n d o lu o g o , a ll’in te rn o d ella stessa g en erazio n e. Il re d d ito m e d ia n o d elle p e rs o n e a n z ia n e si p u ò e sp rim e re co m e p e rc e n tu a le del re d d ito di co p p ie

della stessa età.

Paese Danim arca G ran Bretagna Stati Uniti

Fonte: Wedderburn e t a l . , o p . c it.

Coppie Uomini Donne

52 32 30 47 29 23 52 26 18

Coppie Uomini Donne 100 62 58 100 61 49 100 50 35

Le comparazioni qui presentate sono naturalmente illustrazioni. Comparazioni di specifici tipi di nuclei familiari si possono dare nella stessa forma della tabella 8. Un esempio abbastanza poco comune di tipo di « nucleo » si può trarre dalla stessa ricerca nella parte in cui si considerano le disponibilità di cure ospedaliere. La tabella 9 ci dà una chiara visione del fatto che in paesi diversi varia la misura in cui la spesa per gli ospedali è distribuita fra divèrsi tipi di ospedali stessi. Vale la pena di notare che in generale negli studi sulla povertà i nuclei non privati son del tutto ignorati. Eppure certuni istituti possono anche troppo rapidamente scendere al disotto del tenore di vita rag­ giunto dalla popolazione in nuclei familiari privati. E’ indubbio il fatto che in un gran numero di paesi i ricoverati in molti ospedali psichiatrici, ospedali per cronici e istituti di ricovero per vecchi si trovano in un vero « stato di povertà », rispetto al tenore di vita goduto da persone della stessa età, ma non ricoverate.

T a b e lla 9. C o s t o p e r l e t t o a l g i o r n o in o s p e d a l i n o n g e n e r i c i c o m e p e r c e n t u a l e d e l c o s t o p e r l e t t o a l g i o r n o d i o s p e d a l i g e n e r i c i

Tipo di ospedale Stati Uniti Inghilterra e Galles cv™ , Svezla Israele Cecoslo­vacchia Generico 100 100 100 100 100 Per cronici 26 45 52 61 57 Tubercolosi e altre

malattie polmonari 49 84 72 75 81 Psichiatrico 19 32 38 33 46

Fonte: Wedderburn. e t a l . , o p . c it.

I dati per i paesi a basso reddito di rado sono abbastanza attendibili da permettere comparazioni strette con paesi a reddito alto. Tuttavia è ben noto che la disparità fra ricchi e poveri, o meglio, fra le élites professionali e politiche e i salariati o contadini e piccoli proprietari agrari, è ancora maggiore che nei paesi a reddito alto. Pochi sono infatti i molto ricchi e molti gli estrema- mente poveri. Per esempio, i rapporti delle Nazioni Unite hanno indicato che quando i redditi dovuti a stipendi sono distinti da quelli dovuti a salari, il reddito medio degli stipendiati nei paesi a basso reddito è di circa dodici volte maggiore che non quello dei salariati, mentre nei paesi a reddito alto la proporzione è di meno del doppio.25

Dobbiamo, quindi, augurarci che diventi possibile abbastanza presto di miglio­ rare i tentativi ancora piuttosto grossolani di esprimere l’ineguaglianza di distri­ buzione di reddito in paesi diversi. E idealmente potremmo allora raggiungere lo stadio in cui diverrebbe possibile esprimere anche l’ineguaglianza in altri tipi di risorse.

Spiegazione della disparita nelle risorse

Paesi in via di sviluppo

La mia ipotesi generale è che la struttura sociale determina la distribuzione delle risorse. La riduzione o eliminazione della povertà non dipende quindi dallo sviluppo economico, o da programmi di rieducazione e riabilitazione, o da limitati servizi sociali, ma piuttosto da una vera e propria ristrutturazione fondamentale della società. In questa sede mi limiterò ad esporre le linee indica­ tive del mio pensiero.

Quando parliamo di paesi in via di sviluppo ci raffiguriamo un quadro di agricoltura al livello di sussistenza, di alta mortalità, e di estremo contrasto in ricchezza fra le classi superiori o élites e la massa della popolazione. In questo senso, questi paesi ricordano l’epoca pre-industriale dell’Inghilterra, Francia o Germania, ma incorporano però elementi moderni tanto quanto ele­ menti « tradizionali ». Fianco a fianco si muovono automobili americane e rickshaw, mendicanti coperti di stracci si accostano ad ufficiali dell’esercito in uniformi occidentali, nuovi edifici governativi si ergono gettando la loro ombra su chilometri quadrati di baracche provvisorie: non vi è più, infatti, soltanto la povertà di sussistenza della terra, ma la nuova povertà urbana in quasi tutte le città dei paesi in via di sviluppo. La domanda per un tipo di lavoro urbano e salariato supera l’offerta che il sistema economico e urbano può dare. Questo tipo di povertà è una conseguenza diretta e inevitabile della struttura sociale generale, creata da una relativa prosperità degli stipendiati, concentrata nelle città, dall’agricoltura di sussistenza nelle zone agricole, da élites su un « piedistallo » e da ideologie nazionalistiche.

Se volessimo darci una ragione di quel fenomeno che ho chiamato « élites sul piedestallo » dovremmo rifarci a quanto avvenne quando il lavoro degli amministratori coloniali passò nelle mani di individui nati nel paese, ed anche ricordare il gran numero di leaders dei paesi in via di sviluppo che sono stati educati in Europa o negli Stati Uniti. Quando questi ultimi divennero avvocati, dottori, amministratori o uomini politici, si aspettarono in via generale di arrivare ad un tenore di vita commensurabile alla loro qualifica. L’orgoglio nazionale li spinse e li spinge a mantenersi in una posizione pressoché equivalente a quella delle élites dei paesi occidentali, anche dei più potenti. Come un recente rapporto ha mostrato, in Nigeria i ministri e dirigenti di azienda rice­ vevano stipendi fra le 3.500 e le 10.000 sterline annue (più abitazioni del valore di 32.000 sterline e vari altri extra), mentre un lavoratore non qualificato guadagnava fra le 50 e le 60 sterline l’anno. In altri paesi in via di sviluppo, come l’Algeria e la Birmania, la disparità di redditi sembra essere minore.

Le caratteristiche sociali delle élites nei paesi in via di sviluppo tendono quindi a separarle dalla massa e a situarle al vertice. La classe media ha pro­ porzioni ridotte. La classe emergente di stipendiati mira a un tenore di vita

alto in confronto al tenore dei lavoratori agricoli, in parte perché la struttura politica è fragile, e l’ideologia nazionalista abbisogna del sostegno e dell’entu­ siasmo di questa classe.

Paesi industrialmente progrediti

Nelle società industrialmente progredite è possibile operare un’analisi molto simile. Le disparità sono create e mantenute dal sistema educativo, dagli istituti di proprietà ed eredità, dalle professioni e dai sindacati organizzati, e dalle idee prevalenti in tema di responsabilità, diritti e prestigio. Ogni aumento di salario che sia maggiore dell’aumento salariale medio allarga la disparità e può condurre ad un aumento nella povertà. Quando il prestigio e le risorse a disposizione di un gruppo nella società sono aumentate, quelle a disposi­ zione di altri gruppi vengono diminuite.

Non dobbiamo sottovalutare la complessità di una simile analisi. Ad esempio non dobbiamo solo spiegarci come queste élites mantengano il loro potere e le loro risorse: dobbiamo anche spiegarci in che maniera le nuove élites trovano il loro posto accanto alle vecchie, e in corrispondenza in quale maniera i nuovi poveri si vengono a trovare accanto ai poveri di vecchia data. Dob­ biamo spiegarci la circolazione per cui certi tipi di élites o di poveri vengano sostituiti con altri dopo un certo periodo. Il concetto di classe dominante di Marx, il concetto di Mills della élite del potere, e la teoria di Pareto sulla circolazione delle élites, sono tutte insufficienti a spiegare i cambiamenti nella forma e « profondità » delle stratificazioni. La « circolazione » delle élites è piuttosto una evoluzione in continua trasformazione di nuovi gruppi di élites da gruppi precedenti, anziché l’ascendere e il cadere in basso di individui in una struttura sociale statica. Il conflitto aperto o indiretto è mantenuto ad un livello minimo perché l’emergenza delle nuove élites prende tempo; perché la loro crescita è spesso rappresentata come il vigoroso sforzo della nuova generazione per asserire la propria indipendenza nei confronti della genera- razione precedente e riportare le vecchie generazioni antiquate a contatto con la nuova realtà; e perché le vecchie élites gradualmente si spengono e perdono la loro precedenza, non tanto perché i loro membri siano incompetenti, quanto attraverso il semplice processo di vecchiaia, pensionamento e morte degli indi­ vidui che le compongono.

In maniera simile, altri gruppi cadono in situazioni di povertà. Il reddito reale cala rispetto al reddito di altre persone, le prestazioni in caso di bisogno rimangono minime per talune, ma non per tutte le sezioni della popolazione. L’insorgere di nuove disparità ci prende alla sprovvista. Un esempio del recente dopoguerra è l’insorgere, in posizioni di innegabile importanza, di organizzazioni assicuratrici e di assistenza, private o mutualistiche. Ambedue hanno come scopo di sopperire a certi bisogni di dipendenza dell’individuo e della sua famiglia, proprio come i servizi di sanità nazionali e il sistema

nazionale di assicurazioni sociali. Ambedue sono in misura considerevole orga­ nizzati su base collettiva. Gli obiettivi egalitari dei sistemi di sicurezza sociale nazionali vengono ad essere messi in pericolo dalla selettività di questi sistemi privati.25

Cambiamenti nel tipo e importanza di determinate risorse individuali nel com­ plesso delle risorse totali sono difficili spesso ad essere rintracciati, specialmente se si cerca di rendersi conto dei cambiamenti solo tramite le tradizionali serie di statistiche. Le nostre misure della povertà devono prendere in considera­ zione due tipi di cambiamenti: anzitutto i cambiamenti di importanza nei gruppi tradizionali, negli istituti tradizionali, nelle risorse tradizionali; in secondo luogo, l’emergere di nuovi gruppi, istituti e risorse nella società.

Peter Townsend

University of Essex

Note

1 Nei paesi meno ricchi « la grande maggioranza delle persone sono povere nel senso che devono condurre un tenore di vita che è molto al di sotto di quello prevalente in qualsiasi paese ” progredito ” e che può non essere sufficiente ad assicurare un normale stato di salute », United Nations, Assistance to the Needy in Less-Developed Areas, Department of Economic and Social Affairs, New York,

1956, p. 11.

a Come Miller ha giustamente indicato. Vedi ad es. Miller H„ « A Typological Approach to the Lower Classes ».

3B. Abel-Sm it h e P. Townsend, The Poor and the Poorest, Bell, London, 1965. 4 Questo studio comprende gli ammalati cronici, le famiglie numerose e le famiglie prive di padre.

6 B. S. Rowntree, Poverty: A Study of Town Life, MacMillan, 1961; B. S. Rowntree,

Poverty and Progress, Longmans, London, 1941; B. S. Rowntree e G. R. Lavers,

Poverty and the Welfare State: A Third Social Survey of York Dealing only with Economic Questions, Longmans, London, 1951.

6 A. Pagani, La linea della povertà, Collana di Scienze Sociali, Ed. ANEA, Mi­

lano, 1960.

7 p Townsend, « Measuring Poverty », in British Journal of Sociology, voi. 5,

n. 2, 1954.

8 M. Orshansky, « Counting the Poor; Another Look at the Poverty Profile », in Social Security Bulletin, voi. 28, 1965.

9 Vedi U.S. Department of Agriculture, Family Foods Plans and Food Costs, Home Economics Research Report, n. 20, 1962.

10 United Nations, Assistance to the Needy in Less Developed Areas, op. cit., pp. 19-21.

11 B. S. Rowntree, Poverty and the Welfare State, op. cit. 12 Rapporto Economico del Presidente degli Stati Uniti, p. 110.

13 P. Townsend, « The Meaning of Poverty », in British Journal of Sociology, sett. 1962; R. Lambert, Nutrition in Britain 1950-1960, Bell, London, 1964.

14 Lo standard di sussistenza di Rowntree per una famiglia di cinque persone, ad esempio, formava il 79% del reddito medio dei lavoratori manuali nel 1899, mentre nel 1936 era il 69% e nel 1960 era il 60% (B. Abel-Sm it h e P. Townsend,

op. cit., p. 16).

15 R. M. Tit m u s s, Income Distribution and Social Change, Allen & Unwin, London, 1962.

16 Questo concetto è stato di recente discusso da Miller ed altri. Vedi ad es. S. M. Miller e M. Re in, « Poverty, Inequality and Policy » in Social Problems a cura di H. S. Becker, John Wiley, New York (in corso di stampa).

17 Vedi ad es. J. L. Nicholson, Redistribution of Income in the United Kingdom in 1959, 1957 and 1953, Bowes and Bowes, Cambridge, 1965.

18 Ministry of Pensions and National Insurance, Financial and Other Circum­ stances of Retirement Pensioners, HMSO, London, 1966; B. Abel-Sm it h e P. Townsend,

op. citj

19 Una importante discussione del concetto di privazione relativa si può trovare in W. G. Runciman, Relative Deprivation and Social Justice, Routledge, London, 1966.

20 N. L. Solien de Gonzales e M. Behar, « Child-Rearing Practices, Nutrition and Healt Status », in The Milbank Memorial Fund Quarterly, voi. XLIV, n. 2, parte 2, aprile 1966.

21 J- L. Nicholson, Redistribution of Income in the United Kingdom in 1959, 1957 and 1953, Bowes and Bowes London, 1965, p. vii.

22 Vedi ad es. B. Russettet al., World Handbook on Political and Social Indicators, Yale University Press, New York and London, 1964.

23J. Morgan, « The Anatomy of Income Distribution » in The Review of Economics and Statistics, voi. XLIV, n. 3, 1962.

24 E. Shanas, P. Townsend, D. Wedderburn, H. Fr iis, P. Milh0J e J. Stehouwer,

Old People in Three Industrial Societies, Atherton, New York and London, 1967. 25 United Nations, Preliminary Report on the World Social Situation, 1952, p. 133.

26 Queste organizzazioni, infatti, consentono di contrarre varie forme di assicura­ zione e assistenza (da vitalizi a prestiti per l’istruzione di congiunti, ecc.), i cui premi annuali vengono detratti dall’imponibile sul reddito personale del contraente, consentendo di sottrarsi al pagamento di tasse e sopratasse (n.d.r.).

Povertà, politica, intenzioni: