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La domanda di welfare e i bisogni dei territori

Nel documento WELFARE for PEOPLE (pagine 168-171)

INTRODUZIONE AL RAPPORTO

IL CASO MODENA, PARMA E REGGIO EMILIA

4. La domanda di welfare e i bisogni dei territori

A partire anche dal quadro delineato, rileva sottolineare come tra le principali esigenze che emergono sui territori vi sia quella di sostenere la natalità senza che ciò, però, possa rappresentare un elemento di ulteriore penalizzazione dell’occupazione fem-minile.

39% 46%

25% 20%

36% 34%

I M P R E S E A D D E T T I

Parma Reggio-Emilia Modena

Tot. 1.178 Tot. 33.495

Infatti, nonostante una crescita negli ultimi dieci anni dei livelli occupazionali delle donne, persiste un consistente divario ri-spetto ai dati della componente maschile (pur essendo questo differenziale più contenuto nei territori oggetto della nostra os-servazione di quello rilevato sul dato nazionale). La tematica, peraltro, è anche al centro delle misure poste al centro del re-cente PNRR, per cui da un lato si evidenzia come questo aspetto rappresenti un nodo critico su tutto lo scenario nazionale, dall’altro rileva sottolineare proprio l’importanza di rafforzare le reti territoriali e gli interventi di prossimità, con particolare riguardo ai servizi di natura sociale per la famiglia e al raffor-zamento del sistema di formazione professionale, anche attra-verso partenariati pubblico-privati.

Occorre pertanto agire principalmente su due diversi versanti.

Una prima riflessione deve senz’altro riguardare le strategie di attivazione della forza lavoro femminile, tenendo in considera-zione il fatto che la crisi occupazionale collegata alla situaconsidera-zione pandemica ha colpito in particolare le giovani donne. Il ruolo della formazione in tal senso risulta di fondamentale importanza affinché possano crescere le possibilità di accedere a occupa-zioni di maggior qualità, sia in termini di contenuto della pre-stazione lavorativa che in termini di tutele contrattuali.

Un secondo aspetto, che si ricollega al punto precedente, ri-guarda invece più specificatamente la sostenibilità del lavoro, anche in relazione al tema dei compiti di cura che generano una crescente domanda di rafforzamento degli strumenti volti a so-stenere la conciliazione vita privata e vita professionale e delle misure in grado di incentivare una più equa redistribuzione dei carichi familiari.

Guardando ai dati sui servizi per l’infanzia (2019) vediamo che a Reggio Emilia il 100% dei Comuni della Provincia hanno atti-vato servizi per l’infanzia, mentre le altre Province considerate hanno una copertura territoriale inferiore (Parma 70,5%; Mo-dena 91,5%). La presa in carico dei bambini tra 0 e 3 anni è del 25,9% a Parma, del 28,6% a Reggio Emilia e del 30,2% a Mo-dena. Alla luce di questi dati sembra essere l’area del parmense

quella in cui vi è una necessità maggiore di rafforzare questo tipo di servizi (fonte: Istat).

Ancora sul versante dell’offerta di servizi di welfare locale, gli ultimi dati disponibili (2018), indicano che sul totale della po-polazione anziana (over 65), la percentuale di anziani trattati in assistenza domiciliare socio-assistenziale è rispettivamente di 0,9% per Modena, 1,5% per Reggio Emilia e 2,4% per Parma.

Questi valori relativamente bassi, specie nell’area del modenese, potrebbero nascondere l’esigenza di un ampliamento di questo tipo di servizi, in considerazione anche delle tendenze demo-grafiche descritte nel § 1, che ad oggi sembrano riuscire a farsi carico solo di un numero limitato di utenti.

Proprio rispetto al fabbisogno di welfare dei tre territori consi-derati, si sottolinea come la tendenza all’invecchiamento della popolazione, e della forza lavoro, può rappresentare una delle principali sfide rispetto cui è necessario progettare soluzioni si-nergiche con le esigenze del mondo del lavoro all’interno degli eco-sistemi di welfare territoriale. Sul punto acquista crescente importanza anche il tema del ricambio generazionale rispetto cui si evidenzia come le criticità non riguardino solo la forza lavoro dipendente ma anche la categoria imprenditoriale.

Strettamente collegato a questo ambito vi è il tema delle com-petenze che assume un ruolo centrale sia nel rendere piena-mente attivi nei processi produttivi i lavoratori più anziani lungo il corso della loro carriera lavorativa, sia nel favorire l’in-gresso dei giovani nel mondo del lavoro.

Infine, da un punto di vista organizzativo il periodo pandemico ha per certi versi accelerato il processo di trasformazione digi-tale delle imprese e il ricorso, laddove possibile, a forme di fles-sibilità organizzativa, spingendo verso una più rapida evolu-zione dei modelli di organizzaevolu-zione del lavoro sino a quanto fatto fino a quel momento.

Sul punto, il settore industria alimentare contribuisce più di altri a creare occupazione anche per i giovani, come accade con par-ticolare evidenza nella Provincia di Parma, dove però vediamo

che tra le figure più richieste vi è quella degli operai addetti a macchinari fissi per l’industria alimentare, per cui, peraltro, non si rilevano criticità di reperimento. Da un certo punto di vista questo può segnalare meccanismi d’incontro tra domanda e of-ferta di lavoro tutto sommato efficaci e una buona capacità d’in-gresso dei giovani in questo settore. Al contempo però ciò sem-bra suggerire che nel settore si ricerchino per lo più figure con competenze tecniche di base per ricoprire mansioni standardiz-zate. Questo apre una riflessione in termini di qualità del lavoro e del ruolo che può avere il welfare aziendale nel migliorare lo scambio tra datore di lavoro e lavoratore ampliandolo alla sfera del benessere della persona, al sostegno delle esigenze personali e familiari di natura più sociale e della formazione come stru-mento di valorizzazione della persona, non solo all’interno dei luoghi di lavoro.

5. L’offerta di welfare aziendale del settore alimentare

Nel documento WELFARE for PEOPLE (pagine 168-171)