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Iniziative territoriali per il welfare

Nel documento WELFARE for PEOPLE (pagine 174-178)

INTRODUZIONE AL RAPPORTO

IL CASO MODENA, PARMA E REGGIO EMILIA

6. Iniziative territoriali per il welfare

Rispetto al fabbisogno di conciliazione, prospettato nel § 4, ne-gli ultimi anni ne-gli attori del territorio hanno già cominciato a muoversi a fronte però di una situazione di partenza in cui le misure di conciliazione risultavano ancora limitate nelle im-prese. Come mostrato da un’indagine di Maino, Rizza (2017, spec. p. 65), l’88,1% delle piccole e medie imprese di Modena intervistate e l’84% di quelle di Reggio Emilia non attivavano nessuna misura di conciliazione vita-lavoro. Più confortante il dato su Parma in cui “solo” il 30,4% non attivava alcuna misura a fronte di una percentuale sul territorio regionale del 67,2%. È indubbio, però, che negli ultimi anni è stata acquisita una

maggiore consapevolezza, sia da parte delle imprese che degli altri attori del territorio, circa l’importanza di sviluppare inizia-tive specifiche in questo ambito.

Così rileva ricordare che, in continuità con l’esperienza del Patto per il lavoro del 2015, nel quadro di policy regionale dell’Emilia-Romagna è stato sottoscritto nel dicembre 2020 Il patto per il lavoro e per il clima (per un approfondimento: Bianchi, Butera, De Michelis, Perulli, Seghezzi, Scarano, 2020). È stata così in-dividuata la necessità di porre al centro del sistema territoriale il welfare, attraverso un sistema integrato che promuova una

«logica di rete e sussidiarietà, di prossimità e domiciliarità» (si veda Patto per il lavoro e per il clima).

A tal proposito, si individuava anche l’esigenza sia di creare nuovi servizi e azioni integrate a sostegno della natalità e della genitorialità, sia di incentivare, nell’ambito della contrattazione collettiva, gli strumenti rivolti alla flessibilità e alla concilia-zione vita-lavoro. Sul punto si sottolineava la necessità di pro-muovere politiche a sostegno della qualità e della stabilità del lavoro femminile, che contrastassero il gender pay gap incenti-vando i percorsi di carriera, anche imprenditoriali, delle donne.

In questo scenario, si era già dato il via ad alcune iniziative, quali ad esempio il bando Donne e Lavoro per gli anni 2019-2020 volto a sostenere anche progetti di welfare aziendale e welfare di comunità che potessero incidere sull’organizzazione e sulla qualità del lavoro, nonché sull’occupazione femminile. La par-tecipazione al bando era rivolta agli enti locali, alle associazioni di promozione sociali, alle organizzazioni di volontariato e alle onlus ed incentivava la presentazione di progetti territoriali che prevedessero la collaborazione tra soggetti pubblici e privati.

Da qui si sono sviluppate ulteriori iniziative su alcuni territori all’interno della Regione.

Per il 2021-2022 la Regione ha previsto una nuova linea di fi-nanziamento mediante il Bando per la presentazione di progetti volti a sostenere la presenza paritaria delle donne nella vita economica del territorio, favorendo l’accesso al lavoro, i percorsi di carriera e la promo-zione di progetti di welfare aziendale finalizzati al work-life balance e al miglioramento della qualità della vita delle persone, rivolto, ancora

una volta, ad enti locali, associazioni di promozione sociale, as-sociazioni di volontariato e onlus.

Dentro questa cornice sono state finanziate alcune progettualità interessanti nei territori considerati tra cui la Creazione di una piattaforma digitale e di una app a supporto della Rete Welfare Azien-dale Territoriale a Carpi (Modena). Questa iniziativa peraltro ri-prende quanto fatto già fatto dal Comune di Modena con il pro-getto Rete Welfare Aziendale di Modena, finanziato dalla Regione già nel 2017, che si proponeva di facilitare il dialogo tra im-prese, parti sociali, terzo settore e servizi di welfare del territo-rio al fine di realizzare un’offerta integrata tra servizi di welfare locale e welfare privato e occupazionale.

Sempre nel modenese troviamo il progetto Senza chiedere permesso del Comune di Modena (condiviso con le associazioni di cate-goria, Cpo (Commissione Pari opportunità del Comitato unita-rio degli ordini e collegi professionali), i sindacati e le Univer-sità) che ha previsto il coinvolgimento di una rete di organismi rappresentativi delle realtà imprenditoriali e del lavoro locale.

Le linee di intervento includevano un sostegno alle imprese per l’attivazione di nuove soluzioni organizzative a favore dei pro-pri dipendenti. Il sostegno per misure di questo tipo era rivolto anche a liberi professionisti, microimprese e organizzazioni che avviassero servizi innovativi a favore della conciliazione. Il pro-getto, già attivato tramite le risorse della precedente policy re-gionale, è stato rifinanziato anche per le annualità 2021-2022 e si propone di sostenere il finanziamento di piani di welfare aziendale, iniziative di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e azioni per la presenza paritaria delle donne nella vita econo-mica.

Questo non è il solo progetto che ha trovato continuità di fi-nanziamento da parte della Regione. Un altro esempio è rappre-sentato dal progetto Lavoro vita e benessere sul territorio di Reggio Emilia. Nella prima edizione era prevista la promozione di un ciclo di incontri formativi promossi dal Comune con associa-zioni di rappresentanza e associaassocia-zioni del terzo settore, mentre in questa seconda edizione ha avuto come focus principale

quello della promozione di nuovi modelli conciliativi per il post-pandemia.

Per quanto riguarda il territorio di Reggio Emilia rileva sottoli-neare come sul tema delle reti di welfare aziendale con una de-clinazione territoriale vi siano state, in passato, esperienze di frontiera che hanno anticipato la rapida evoluzione della mate-ria negli anni successivi, anche grazie all’azione delle associa-zioni di rappresentanza con particolare qui alla componente da-toriale. Si veda sul punto l’esperienza di Welfare-RE lanciata nel 2014 da Unindustria Reggio Emilia e volta a favorire un accom-pagnamento culturale delle imprese verso azioni di welfare aziendale, scenario entro cui ha preso vita anche l’esperienza di Rete Giano, una rete d’imprese per il welfare nel territorio di Correggio (RE) che si proponeva di creare un sistema di con-venzioni e sconti dedicati ai dipendenti delle imprese aderenti.

Tra le esperienze di partnership per lo sviluppo di azioni di wel-fare aziendale più interessanti sul territorio di Parma si rintrac-cia la progettualità Obiettivo Comune. Il progetto presentato dal Comune di Parma e dalle due aziende sanitarie presenti sul ter-ritorio si propone come obiettivo quello di migliorare il benes-sere dei dipendenti di questi soggetti coinvolti (oltre 7.000) creando una rete di esercizi commerciali convenzionati entro cui usufruire di sconti e servizi, valorizzando al contempo il commercio e l’artigianato locale. Ciò è stato possibile anche grazie alla partecipazione al progetto delle relative associazioni di rappresentanza.

Infine, tornando al Patto per il lavoro e per il clima, occorre sotto-lineare come tra le altre tematiche tenute in considerazione vi siano anche quelle del diritto alla salute e alla sicurezza sul la-voro, per cui si ritiene importante investire sulle tecnologie e sul digitale anche per lo sviluppo di una rete di telemedicina e teleassistenza, e dell’inclusione cittadini stranieri, individuando quali ambiti d’azione il potenziamento delle competenze e una declinazione maggiormente interculturale dei servizi di welfare.

Si esplicita poi la necessità di favorire l’attrattività e la retention dei giovani sul territorio anche attraverso un adeguato sviluppo di sistemi formativi e di opportunità lavorative stimolanti.

Negli ultimi anni, dunque, i territori considerati hanno mostrato una certa vitalità e un rinnovato fermento rispetto allo sviluppo di iniziative territoriali per il welfare che coinvolgono frequen-temente ampie reti di stakeholders locali, tra cui anche le imprese e le associazioni di rappresentanza. Questi soggetti sono chia-mati a recitare un ruolo sempre più attivo nella progettazione e nella costruzione di un welfare territoriale integrato e condi-viso.

Nel documento WELFARE for PEOPLE (pagine 174-178)