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LA DONNA CHE PARTE E LA DONNA CHE RESTA A CASA

Nel documento Rurali polesani nelle terre del Reich (pagine 45-47)

Le donne che accettano di partire volontarie sono avvolte da un’aura di protezionismo da parte dello stato e dei sindacati. Questo non è casuale e serve da una parte a dare buona visibilità al coordinamento delle operazioni, che in tal modo avrebbero un occhio di riguardo per il trattamento femminile, e dall’altra parte hanno la funzione di puro controllo nei confronti delle operaie e dei ruoli che andranno a ricoprire in Germania. Negli articoli si susseguono descrizioni di operaie accolte famigliarmente della Casa della Massaia e amorevolmente assistite da altre donne fasciste che offrono loro pasti caldi e altri conforti prima del viaggio che le condurrà oltre il Brennero:

I fasci Femminili hanno dato tutta la loro assistenza alle donne partenti; la GIL ha messo a disposizione i locali per gli eventuali pernottamenti in città. 159

La casa della massaia, com’ è ormai nel suo programma, ha accolto nella mattinata le operaie partenti che sono state assistite in tutto quanto era loro necessario. Le donne fasciste si sono prodigate di continuo e a mezzogiorno nei refettori è stato distribuito un ottimo rancio formato da una minestra calda, di una pietanza abbondante, frutta, ecc. Il Segretario federale e la Fiduciaria dei Fasci femminili hanno voluto compiere una visita alla Casa della Massaia dove sono stati accolti con espressive manifestazioni di riconoscenza da parte delle commensali in turchino.160

Ne san qualcosa (riferito alla disciplina con cui avvengono le partenze) le 250 donne che appena giunte nella nostra città han trovato affettuosa assistenza e asilo sicuro.

Alla casa dell’operaia dove esse sono state accompagnate durante la mattinata hanno trovato ogni conforto unito ad una cameratesca cordialità che a tutto onore del Fascio femminile e in particolar modo alla Fiduciaria dei Fasci ed alle sue collaboratrici che si sono prodigate incessantemente senza un attimo di sosta affinché nulla mancasse alle partenti. A mezzogiorno nella Casa dell’operaia ben 250 coperti erano stati diligentemente preparati tanto che tutte le operaie anno potuto godere di un ottimo rancio formato da un’abbondante minestra, di una pietanza con contorno, vino e altro ancora. S.E. il Prefetto e il Federake han voluto con la loro presenza constatare l’animazione e il buon umore che regnava in questo simpatico ambiente dove la donna trova ogni motivo di serena affettuosità e pronto ristoro.161

Nonostante sia la stampa locale, che quella nazionale, riporti l’obbligo per le donne di essere accompagnate dai famigliari, questa clausola non risulta essere sempre veritiera. Le donne non sono molto controllate, in special modo dai connazionali e compaesani che le seguono e questo è motivo di preoccupazione per il regime.162 Sarà soprattutto attraverso l’invio di cappellani, che lo Stato avrà un minimo di controllo sulla disciplina dei suoi lavoratori, anche se a questa rete preventiva non sfuggiranno comunque casi di eccesso e

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2500 lavoratori agricoli partiti per la Germania, in “Il Polesine Fascista”, cit., p.4.

160 Nuovo contingente di 750 rurali partito ieri per la Germania, in “Il Polesine Fascista”, 2 maggio 1939, p.4. 161

Altri 680 rurali verso la terra del Reich. Il Prefetto ed il Federale salutano i partenti che acclamano ardentemente il

DUCE, in “Il Polesine Fascista” 26 aprile 1939, p.4

162 M. Fincardi, Operai e Operaie in Sahariana blu,in “Emigranti a passo romano: operai dell'Alto Veneto e Friuli nella

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comportamenti riprovevoli come gravidanze indesiderate che possono offuscare l’immagine

della donna “angelo del focolare”, tanto declamata dal Regime.163

La donna italiana tra i lavoratori è menzionata come soccorritrice e riparatrice di piccoli disguidi o episodi di incomprensione: la presenza femminile è miracolosa perché può aggiustare le pietanze e renderle gradevoli ai lavoratori italiani e interviene nei piccoli problemi quotidiani, come testimoniano le memorie di Don Luigi Zonta, prete della congregazione scalabriniana, mandato in Germania tra gli operai italiani a partire dal 1942:

…una volta finii in una fossa di acqua, e ritrovai la strada perché gli operai avevano lasciato accesa la lampadina per richiamo; le donne si mobilitarono e alla mattina trovai i vestiti puliti e stirati ed anche le scarpe lucidate.164

E’ sempre la donna a partecipare in maniera assidua alle funzioni religiose riservate ai volontari italiani, come ricorda Zonta, ed è sempre lei a farsi avanti al fine di ottenere un miglioramento della sua condizione nella vita di tutti i giorni:

Il numero dei fedeli variava da una ventina ad un centinaio; quasi sempre la maggioranza era di donne165

Un episodio che vede un gruppo di donne di S. Martino, comune del medio Polesine, lamentarsi per una poco corretta disposizione delle camere all’interno dell’azienda è descritto da Il Polesine Fascista, probabilmente per far mostra di come anche le piccole incomprensioni tra operai e datori di lavoro, alla fine giungano ad una conclusione positiva per gli italiani.

L’ambiente che ha accolto questi nostri camerati è lumeggiato da alcuni episodi. Le donne di San Martino si mostrano contrariate dal fatto che nelle camerate i letti sono sovrapposti come si usa frequentemente in Germania. Il proprietario lo viene a sapere, e subito dispone che, utilizzandosi un altro ambiente della fattoria i letti siano tutti ridotti ad un solo ordine.166

Le donne che restano a casa in qualità di figlie, madri e mogli, vengono dipinte dagli autori fascisti come donne forti, orgogliose dei propri cari nelle terre del Reich e capaci di superare il periodo difficile di lontananza pensando alla gloriosa opera che i loro cari stanno portando avanti in un paese alleato:

Abbiamo visto una fiera donna dei campi salutare il marito con il saluto romano : accanto a lei due balilla, suoi figlioli, tendevano pure il piccolo braccio e sorridevano. Certamente con quest’immagine di serena fierezza nel cuore il lavoratore come tutti gli altri sui camerati compirà il suo dovere con tranquilla coscienza.167

Nella pratica quotidiana, le donne che rimangono in Italia, fanno sentire i loro disagi al Prefetto di Rovigo e alla Curia vescovile a partire dal 1943, nei mesi in cui per molte

163 M. Fincardi, Operai e Operaie in sahariana blu,in Emigranti a passo romano: operai dell'Alto Veneto e Friuli nella

Germania hitleriana, cit., p. 48,

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L. Zonta, Piccoli fatti di … Storia, in “Dossier di pastorale migratoria”, n.49, dicembre 1989, p.15.

165 L. Zonta, Piccoli fatti di … Storia, in “Dossier di pastorale migratoria”, cit., p.14. 166

Le accoglienze ai lavoratori del Polesine. Coi nostri rurali ospiti della terra tedesca,”Il Polesine Fascista”, 20 marzo

1938, p.4

167 Altri 680 rurali verso la terra del Reich. Il Prefetto ed il Federale salutano i partenti che acclamano ardentemente il

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famiglie sarà impossibile comunicare e ricevere rimesse di denaro. Sono soprattutto le donne che, nonostante un italiano poco corretto e distorto dalle parole dialettali, scrivono al Prefetto per avere notizie della figlia del figlio o del marito, che da mesi non da notizie di sé o non manda alcuna somma di denaro.

E’ il caso della signora Fasanaro Dosolina di Donada, comune nel basso Polesine, che ha una figlia al lavoro in Germania e da quattro mesi non riceve più rimesse di denaro e che scrive all’Ente Provinciale Fascista di Assistenza nel settembre 1944, per ricevere notizie e un supporto economico; per lo stesso motivo scrivono Le signore Mantovan Severina, che ha il marito in Germania, Tiengo Giacomina, con due figli al lavoro, Vetri Venere, con il marito da 3 anni in Germania, Beltramini Maria, con una figlia da mesi nel Reich e per la medesima ragione agli uffici dell’Ente assistenziale fascista di Gavello, comune nel medio rodigino, si presentano “due signore”, mogli di operai, “che si lamentano di non ricevere più notizie né rimesse” nel dicembre 1943.168

2.8. DIRITTI E DOVERI DEL PARTENTE: DIRITTO DI ESSERE TUTELATI,

Nel documento Rurali polesani nelle terre del Reich (pagine 45-47)