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IL RUOLO DEI SINDACAT

Nel documento Rurali polesani nelle terre del Reich (pagine 31-33)

Sono precisi accordi definiti tra gli stati e organi statali come il Ministero del Lavoro e il Commissariato per le Colonizzazioni e le Migrazioni interne a regolare le partenze volontarie. Le associazioni di categoria italiane, CFLA e CFLI (Confederazione Fascista Lavoratori dell’Agricoltura e Confederazione Fascista Lavoratori dell’Industria) non sono quindi responsabili diretti di questa migrazione organizzata, anche se ricoprono nella pratica un ruolo rilevante e insostituibile dal punto di vista assicurativo e previdenziale. Dopo gli accordi economici del 1937, con cadenza annuale, i dirigenti del terzo Reich indirizzano direttamente ai rappresentanti della Confederazione Fascista dei Lavoratori dell’Agricoltura i loro progetti con le loro rispettive richieste. All’inizio di ogni trattativa il Ministero del Lavoro tedesco esige, dall’Italia soprattutto, che gli sia inviata in maggioranza manodopera femminile, e quindi a basso costo. I rappresentanti sindacali italiani dal canto loro, pur provvedendo ad ingaggiare almeno un 30% di “massaie rurali”, focalizzano la loro attenzione sulla precisazione e sul miglioramento di altre questioni chiave come: l’innalzamento della quota delle rimesse consentite da inviare in Patria, il miglioramento del vitto, l’adeguamento salariale per i garzoni fissi o la possibilità per gli italiani di poter lavorare solo con i connazionali e di evitare il contatto con i prigionieri polacchi.107 Solo quest’ultima richiesta, come viene evidenziato da Mantelli, verrà mediamente rispettata, mentre per le altre, solo in alcuni casi vengono concessi compromessi e solo dopo accurate e meticolose trattative, come nel caso del salario fisso per i garzoni, che viene stabilito solamente nel 1940. Un passo avanti compiuto dai sindacati fascisti nel campo delle trattative che precedono l’invio dei contingenti italiani nel Reich, è, sempre del 1940, il rispetto del patto affinché i volontari italiani non vengano più mandati nelle zone in cui hanno avuto il trattamento peggiore come: Prussia Orientale e Baden.108 Un’altra vittoria portata a termine dai sindacati dei lavoratori agricoli, avviene nel 1941, quando, viene ottenuto un potenziamento sul piano assistenziale nelle aree lavorative in Germania, tramite una più vasta presenza di rappresentanti fascisti nei campi di lavoro, (gli studi di Mantelli rilevano la presenza di 22 funzionari della Confederazione), che garantiranno periodiche visite ai volontari italiani.109

Una volta arrivati ad un compromesso circa gli accordi per definire al meglio le condizioni dei lavoratori volontari italiani, i sindacati dell’agricoltura e dell’industria si occupano delle questioni pratiche che fanno parte dell’iter dei preparativi alla partenza dei vari contingenti che varcheranno il Brennero.

107

B. Mantelli, “Camerati del lavoro”, cit., pp.110-113.

108B. Mantelli,” Camerati del lavoro”, cit., pp.125-126. 109

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Il lavoratore italiano ricorderà in ogni momento che ovunque esso si trovi la Patria lo tutela. 110

E’ con questo spirito, annunciato dal quotidiano di partito Il Polesine Fascista, in occasione dei primi scaglioni che nel 1938 lasciano il Polesine, che i sindacati fascisti si apprestano ad assolvere ogni compito riguardante la preparazione e l’assistenza del partente. Il programma assistenziale che precede e affianca le partenze è fitto di impegni quali: l’ organizzazione corsi preparatori relativi alla pratica del lavoro nelle aziende agricole tedesche e delle condizioni di vita che si andranno via via a presentare, la pianificazione di riunioni che prevedono la spiegazione dettagliata del contratto di lavoro e delle condizioni salariali e la fornitura per ciascun volontario del giusto equipaggiamento e vestiario costituito da: una valigia, un paio di scarpe, un impermeabile con cappuccio ed un vocabolario italiano- tedesco, (materiale che spesso verrà concesso con un pegno di 100 lire).111

Questo meccanismo sarà pressoché inattaccabile fino al 1940, anno delle partenze di massa e data che segna il declino dell’efficienza delle associazioni di categoria proprio a causa del cospicuo numero di volontari e la conseguente richiesta di aiuto e di contributo finanziario, sempre riguardo al corredo da fornire, durante le trattative italo-tedesche che precedono ogni partenza.

E’ sempre compito del sindacato selezionare i volontari che faranno parte dei contingenti dei lavoratori stagionali e fornire ad ogni squadra le figure di interpreti, capi squadra e cuochi, che affiancheranno i volontari e faciliteranno la loro permanenza in Germania. Il

Polesine Fascista dà ampio spazio al lavoro di assistenza ricoperto dalle associazioni di

categoria, soprattutto durante la spedizione dei primi contingenti:

Questo attento lavoro organizzativo, che è stato assiduamente seguito dal Segretario federale, che ha partecipato con il Segretario dell’Unione nelle ispezioni ed ha personalmente presieduto numerose riunioni preparatorie.112

L’Unione ha pure provveduto alla scelta degli interpreti e delle cuoche. Il periodo della loro permanenza in Germania durerà nove mesi e cioè fino a dicembre, epoca nella quale torneranno in Italia.113

L’assistenza delle massaie rurali partenti per la Germania, sarà uno dei punti forti della rete assistenziale prodotta dai sindacati. Oltre ad organizzare appositi corsi e a fornire l’adeguato equipaggiamento, i sindacati organizzano prima della partenza veri e propri ristori, di solito presso la Casa dei Fasci Femminili, dove le partenti potranno riposare e consumare un buon pasto prima di affrontare il duro viaggio. La tutela delle donne che si apprestano a varcare i confini del Brennero è oggetto di molta propaganda e il quotidiano del partito si fa promotore della divulgazione di tali opere di assistenza al femminile:

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Il Segretario federale presiede un convegno di 200 capi-squadra di operai partenti per la Germania, in “Il Polesine Fascista”, 17 marzo 1938, p.4.

111 3500 rurali polesani si recheranno in Germania, in “Il Gazzettino”,28 marzo 1940, p.4. e anche in” La settimana

Cattolica”, 28 marzo 1940, p.4.

112

Stasera parte da Rovigo il primo scaglione dei rurali polesani che si recano in Germania, in “Il Polesine Fascista”,16 marzo 1938, p.3

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I fasci Femminili hanno dato tutta la loro assistenza alle donne partenti; la GIL ha messo a disposizione i locali per gli eventuali pernottamenti in città.114

Saranno gli stessi segretari dei sindacati che accompagneranno i contingenti, che dalla stazione di Rovigo, raggiungeranno il più grande centro di raccolta Verona, per poi oltrepassare il Brennero. Gli articoli de Il Polesine Fascista che annunciano la partenza dei volontari, sempre affiancata dalle autorità fasciste, non esulano dal paragonare l’ottima organizzazione che accompagna queste partenze rispetto alle misere condizioni che si trovavano a sopportare gli emigranti polesani prima dell’avvento del Fascismo. Come viene frequentemente riportato negli articoli del quotidiano di partito, l’operaio non è “mandato allo sbaraglio” come in passato, ma è circondato da una poderosa rete assistenziale e preparatoria che lo accompagna da alcune settimane che precedono la partenza, fino al suo arrivo:

Ogni lavoratore polesano che oggi si prepara a partire per le terre del Reich ricorderà, se avrà provato le vissitudini del derelitto emigrante lasciato senza difesa dai vari governi che si susseguirono prima dell’avvento del Fascismo, le amarezze di allora e nel raffronto eleverà il suo pensiero di gratitudine e di devozione al Duce. I giovani, quelli che del triste passato non conservano memoria, udendo da qualche camerata anziano la narrazione dei triboli che pativano gli emigranti di una volta diranno: E’ stata una leggenda…115

Oggi, conclude il Segretario Federale i lavoratori italiani varcano la frontiera in condizioni spirituali e materiali ben diverse da quelle di un tempo in cui, pur essendo all’esterno apprezzato l’apporto del loro lavoro, essi erano in balia degli eventi, senza alcuna difesa o cura .Oggi i lavoratori italiani partono a fr4onte alta, orgogliosi delle imponenti realizzazioni del Regime, pieni di riconoscenza verso la Patria: partono inquadrati nella divisa del lavoratore fascista e con cuore ed animo fascista. 116

Nel documento Rurali polesani nelle terre del Reich (pagine 31-33)