punti di riferimento imprescindibili per
le popolazioni di nuovo insediamento
e soddisfano le categorie tradizionali
di servizio: la scuola, il parco, il centro
sportivo. Mentre la nuova città si fa e si
definisce, invece, le aree ancora in fase
di definizione sollecitano usi impropri,
temporanei, ma vitali per gettare le basi
di quelle reti di conoscenza essenziali per
le nuove comunità insediate.
7.1 Da usi industriali a parti di città
Il secondo itinerario si snoda nelle grandi aree in fase di trasformazione vicino al cuore di Helsinki. Il West Harbour (Länsisatama), Kalasatama e Pasila sono tre delle macro aree oggetto di ridisegno da parte degli uffici della città di Helsinki e si possono considerare come cantieri per la sperimentazione nella progettazione urbana. Le prime due aree hanno in comune la funzione originaria, portuale, ad un intenso rapporto con l’acqua, alla consistenza degli interventi previsti, legati a modelli per la residenza in cui la densità abitativa e ricerche tipologiche e strutturali legate alla residenza si uniscono alla ricerca di qualità nel disegno delle attrezzature, degli spazi di prossimità e degli spazi aperti. L’area di Pasila è invece la riprogettazione del nodo
ferroviario a nord della stazione centrale, il più importante di Helsinki1, che verrà
potenziato con un complesso composto da spazi commerciali, per uffici e per nuovi
servizi legati al business. Tutte e tre le aree sono brownfield2, esterne al centro ma
con distanze facilmente collegabili attraverso le linee di trasporto pubblico (circa 5 minuti via metro), presentano tre concretizzazioni diverse ma per molti aspetti simili delle modalità di disegno dei nuovi spazi per l’abitare, insieme costruiscono un nuovo volto per la città di Helsinki, attraverso tre operazioni puntuali che sposter-anno inevitabilmente le dinamiche dell’insieme metropolitano.
“Helsinki development situation is unique. How many other established capital cities have such vast spatial reserves in close proximity to the city centre? […] During the unique time these spaces await major construc-tion, their undefined and temporary nature is an inspiring feature of a new Helsinki” (Hernberg, 2012, p. 29).
Il progetto di riconversione del West Harbour, già avviato negli anni ’90, agisce sulla penisola di Ruoholahti, a Jätkasaari e a Hernesaari. Il quartiere di Ruoholahti offre un esempio di riuso delle architetture industriali (Kaapelitehdas o Cable Factory) che ha fatto da modello per altre esperienze di riuso e trasformazione (area di Suvilahti, presso Kalasatama), indicando strategie per il passaggio da spazi industriali a luogo per attrezzature collettive e spazi creativi. Jätkäsaari, nella porzione centrale del West Harbour, è un esempio di come la trasformazione gestisce attraverso il progetto urbano il dosaggio di nuovi spazi per l’abitare e per attrezzature a scala di quartiere, anche in spazi ex industriali (Bunkkeri); al contempo, la sperimentazione progettuale a scala di unità di vicinato mostra come integrare in maniera innovativa nuovi servizi legati alla residenza e alloggi (Low2No). Infine, un rapido sguardo a Hernesaari e al
magazzino L3 ricorda come gli spazi in transizione offrono la possibilità di usi
tempo-ranei per attrezzare la trasformazione.
Kalasatama e Pasila propongono in entrambi i casi il potenziamento dei nodi di intersezione trasportistica attraverso la creazione di grandi contenitori per il commercio e per servizi integrati. Al contempo, Kalasatama (analizzata nella porzione di Sörnäistenniemi e Sompasaari) propone modelli insediativi in cui blocchi monofunzionali dedicati all’abitare si alternano a nuove attrezzature per
1 Uutta Helsinkiä [eng. New Helsinki], http://en.uuttahelsinkia.fi/pasila
2 Per “brownfield area” si intende una zona precedentemente utilizzata per scopi prin-cipalmente industriali o produttivi, che quindi ha creato delle condizioni per cui il terreno è inquinato e necessita di operazioni di risanamento affinchè l’area possa essere riutilizzata. In particolare, vengono chiamate “aree brownfield” quelle zone, anche di ampie dimensioni, che risultano disponibili a seguito della dismissione di precedenti funzioni e possono essere “rici-clate” per nuovi usi urbani. Per una casistica di azioni di riuso di aree brownfield in Europa si veda il progetto europeo CABERNET - Concerted Action on Brownfield and Economic Regeneration
Network: http://www.cabernet.org.uk .
< DODO Urban Gardens sulla piastra ex-portuale di Sompasaari, a Kalasatama, ottobre 2014.
un welfare di vicinato e a servizi commerciali o ricreativi connessi al rapporto tra costruito e paesaggio dell’acqua. Sia a Pasila che a Kalasatama, accanto ai grandi
progetti istituzionali3, si incontrano interessanti progetti di micro-riuso temporaneo
che permettono di attrezzare in maniera minima i luoghi prossimi ai cantieri delle macro-trasformazioni e a creare punti di riferimento fisici attorno a cui costruire reti sociali (seppur piccole o mutevoli) di vicinato.
Da un punto di vista della presente ricerca, le aree selezionate mostrano tre approcci differenti che la pianificazione di Helsinki propone nel dosaggio di spazi per l’abitare e spazi per le nuove attrezzature legate alla residenza. Le tre aree infatti offrono tre chiavi di lettura rispetto all’integrazione di spazi residenziali e spazi ad accesso pubblico (spazi aperti, attrezzature). Il progetto per la nuova Pasila presenta un modello insediativo di forte accentramento dei servizi in un mono-blocco dallo spiccato carattere commerciale, che si rifà a logiche di governo urbano neo-liberali (Bianchetti, 2016). Il piano per Kalasatama (e le parti già costruite) mostra un accen-tramento dei servizi commerciali e una spiccata monofunzionalità dei blocchi residenziali che però vengono bilanciate da un buon posizionamento di nuove attrezzature ad uso pubblico nel tessuto insediativo, nonché un ottimo piano di servizi a rete e di strumenti digitali “smart” a supporto delle pratiche quotidiane e dell’abitare. Il West-Harbour, invece, cerca di proseguire il tessuto denso e “misto” della inner city attraverso una maggiore integrazione di servizi di quartiere e servizi commerciali all’interno dei blocchi residenziali, mentre nuove attrezzature di vici-nato punteggiano l’area.
In tutti e tre i casi, inoltre, è interessante analizzare le pratiche che si sono tempo-raneamente insediate in queste aree “sospese” tra lo spostamento delle funzioni portuali e industriali e il completamento dei nuovi interventi, che lavora sul lungo periodo (completamento previsto verso il 2030). In questo senso, in tutte e tre le aree si possono evidenziare attività temporanee, create “dal basso” che cercano di gestire il tempo del “mentre” attraverso un’offerta anche minima, ma molto efficace, di micro-servizi, capaci sostenere la vita quotidiana degli abitanti nella transizione dell’area da cantiere a nuova parte di città.
3 Spesso criticati dalle popolazioni residenti perché impermeabili alle dinamiche urbane preesistenti, o incerti perché troppo onerosi da un punto di vista finanziario.