Tu
pur, Garzon, quandoti specchi,eil vivo Occhio,ilbellabbroe’1 crinvagheggiornato,N’adombri lui che mal guatossial rivo.
Ah
sepiùindugi, inquestoverde prato Ti vedròforseor ordivita privo,E
intulipanoo in girasol cangiato.PerlaElezione
£
unParroco.Uopo
non hadigemme
o d’orio d’ostri Virtù verace,ondefiammeggiesplenda:Di sericcaèdel parooin ermi chiostri
Umil
s'annidi,ogradi eccelsiascenda.
Pur seinaltolocataanoi si mostri, .
Onde
più intornosuofulgor sistenda,Oh
qualmaggiore avvienne’ petti nostri Maraviglia e diletto eamor accenda!Quei che d’unguardo i cor penetraescorre
Te
,Carlo, meta delcomun disio,Volle oraincimaalCandelabro <l5)esporre
,
Perche il divin, che in te misec nutrio,
Foco
, qual lampa accesa in ardua torre ,
Empia diluce il tuo terren natio
.
4?
SulaEducazione. Rime bisdrucciole.
A
chestupir, sequantivizjgerminano Inuman
cor,tenacemente annidanvisi,
Onde
parpropiochein lorsolio assidanvisi ,Nè
perterrenaforzaunqua sisterminano,
Ma
più orgogliosiognorquivirigerminano,E
quasi inchiusaesalda roccaaffidanvisi,
Quando
alprimospuntarnontostoancidanvisiDa
quelliche afargentesi determinano?Sposi, miratei buoncultor,che sceverano
Da
quanto nuocegliarbosceiperrenderseli Ricchiungiornodi frutti, ebengliabbeverano.Taldi virtùpertempoifigliimbeverano Quei ch’amandalcontagioempiodifenderseli,
E
quantoèd’uopoinguardialorperseverano.Sopra ilBallo
.
Arte
gentil,chedellerozzegenti• Il natiofingifavellarprimiero,
Uso
a quc’dì che ancor selvaggio eferoNon
udi'a’lmondo
articolati accenti, Danzaingegnosa, oh comeituoi portentiAvviva Egle immortai, cuidiè1’impero Sulostuoldi Tersicorel’intero Concordevotodelle accortementi!
Tacela lingua. L’atteggiar maestro Delpiè,del braccioora spedito ortardo Parla imitandoi multiformiaffetti;
E
dubbiofa, setantopossa undestro Labbroall’orecchio co’facondi detti.^ Parlar,quant’ellaco’ beimotial guardo.
44
In lodeetunegregio Cantante
.
Che
il TracioOrfeodal Pelioinmar traesse Docilial suongliabeti, ech’ei dimorte L’atreforzando adamantine porteA
ricovrar la Sposail pièspingesse, Favole son chein aurei carmiespresseL’IngegnoAcheo.
Ma
alletue sagge escorte Musichenote ohqual mai,Silvio,in sorte Suicuor verace imperoilCiel concesse!Tu
sì de’ varjaffettiil frengoverni;Come
a te piace,loraccoglieallenti;Tu
la giojae’1 dolorne’ petti alterni.Invidiaanch’ellada’ tuoi dottiaccenti Pende, eate scioglienovi plausieterni
Con
le ritroselabbrainvan frementi.
A
unaDama
recitante inuna Tragediasacra.Ugual
tributoaltuo valornon sono,Donna
piùche mortai,glialto-frementi Plausi, chein largofesteggiante suono Surgono a te dallecommossegenti.Altro cheplausi vuol quell’aureodono
Di
saggicforti innamoratiaccenti.Forsesimili aque’,chealdivin Trono
Movono
incielo iSerafiniardenti;Altroquelvivo e discintillepieno Occhioparlante,equel digesti incanto, Ond’haisecuro in
man
delfalmeilfreno.O
laudealcunailsovrumantuo vanto Interranon pareggia,oquelloappieno Onoransoloi sospirnostri c’1 pianto.45 Perla SantissimaAnnunciata
Quando
a Mariadinanziil voiraccolse Il Messaggierche Falto annunzio feo,E
il liberoconsenso aleichiedeo,Che
i votid’ognietate aserivolse, Della granDonna
al guardoilvelsi sciolseDell’avvenire,eilcrudostrazioereo, Cui secolDivinFigliooffrirdoveo
,
S’aperseetutto insuo pensier s’avvolse
.
Ma
ben tostoall’orrordel fero scempio.Che
improvvisadestollc inpettoguerra, De’ maliuman
Pietàs’opposeevinse.Pietà dallabbro fuor rapida spinse Del corl’assenso.
Oh
sovrumanoin terra,
Oh
novodi Pietateunico esempio!Per una ReligiosaNoviziamortasantamente.
Non men
che all’opreallenon lentevoglie.Ambe
figlie diGrazia, ilcalleèapertoLà
sopra’uquelle inscrcn voltoaccoglie Chi.salibrarneingiustalance ilmerto.Costeiqual fruttoinsu l’etereesoglie De’ suoidesirbennatiormieta,è incerto?
Non
forseal crintra’primi Eroi s’avvoglie.D’aurea luceimmortaigemmatoserto ? Ben quellene fan fede,acuidintórno
Pavidastiè Natura, altissim’opre D’ineffabile immensaPotestate;
E
piùquellaceleste almaBeltate, 1_Che
aleilospento viso infiora,e copre L’invida Morte d’ignominiaescorno.46
Per un Professore diNotornìa.
Se
percondurreoltre ilprescrittosegno La mortai vitaogniconsiglio èvano,
E
seinvittadisprezzaogni ritegno Mortesol ligia all’Arbitro Sovrano, Signor,che giovadi Natura asdegno, Fraleintricate viedelcorpo umano Affaticarla man,Focchioel’ingegno? Così ragionail ciecovulgoinsano.
Ah
ch’ei sognandoun mal intesoFato,Che
Provvidenza eLibertate offende,
Di
tenebre ed’errorlospirto ingombra.Folle!edal nostrooprarnulladepende?
Uom
di sensieragion fuinvanoornato?Artee saver sonvotinomi ed ombra?
A
unPoeta,in Mortedi sua Moglie.Non
è verchearmato OrfeoDi
sua cetrabentemprataA
ritorlaSposa amata Gisseal lagoAcheronteo.Perchè certos’ei poteo Ordirmusicasì grata
,
Che
Proserpina placata Euridicealuicedeo,v_
Con
tue note eletteescorte ,.
Onde
ilTracionon invidi ,Tu
sforzar leStigie porte,E
dai regnidellaMorteBen
potrestia’nostrilidi Ricondurla tuaConsorte. .J.^
o>
47 signorAbatedi Conditineguaritodal Vajuolo.
uanto possano intel’Ingegno e l’Arte
,
O
gran Maestrodi colorche sanno,
AssaimostrastinelledotteCarte,
Che
allegreche eallelazieinvidia fanno.Ma
piùdianzi mostròla migliorparteDi
te,sprezzando ogniuman
rischioedanno,Le
sovrane virtùframolti sparte,
Che
altuogran cuore accolteinguardiastanno.Or
diMorte immatura al crudo scempio ProvidoilCielt’invola,c aLuitirende,(,<)
Che
prode csaggioperte al regnocresce.E
il nuovointantomemorandoesempioDi
tuoraroValor,chea Lui risplende,Oh
qual mai forzaa’tuoi precettiaccresce!Perla Elezione d'un Generale Vallombrosano.
Ben
altroallorche dal natio terrenoTu
d’almo foco accesoilpiè torcesti,
E
inrivaall’Arno de’tuoi giorniil frenoCon
umil volto e chinoaltruiporgesti, Ben altroate,cred’io,volgeasiin senoChe
ilseggio,ov’or tralieti plausionestiTe
dal preclarodisaggezza pieno VallombrosanSenato alzarvedesti.
Ma
l'ArbitroImmortai, chesi compiacque Della fèdeltuaprova, aquestointanto Guidandoti perman
felice Regno, Mostrarben volleall’uman cortoingegnoQuant’egli apprezziUbbidienza,equanto
”Umiltateesaltarsempregli piacque.
A
S. A. R.LaDuchessadi Parmaec-ec.Te, Donna
Augusta,orsegno eccelsoai carmiFo
,che ame
destro Apolloinpettospira,
E
vo' cheil suondellamia Toscalira D'ogni ardircontraTc
l’Obblio disarmi.
Altriemular puòinteleo inbronzioinmarmi
Le
angelicheSembianze,ondetraspira Bontà cheunita aMaestàs’ammira,E
sottrarledel tempoinvidoallarmi.Ma
ilvero Bel dell’Alma,ondegliDei"Tanto somigli,ahd’eternarsolhanno Virtude ibentemprati inni Febei.
Or
,sela spemeame
non tesseinganno.Da’ mieiversi ituoipregi, eiversimiei Splendor evitada’ tuoipregiavranno.
Pelventottesimoanno dell'Autore ,
Pur
tu fuggendoalsuccessorcompartiLa
catenavolubile dell’ore.Anno
cheilsesto lustroin mezzoparti,E
tecoinvolidimiavitail fiore.E
qualein questoda Regai Signore SacratoAlbergoalleScienze eall’Arti,Amico
d’OnestateediValore, Qual mitrovasti,equalmilasci eparti?Ah
semaifolleerrorm’inganna e piega Dal buon cammin,chelunga ctadehocorso Ne’ Chiostri, acui purancoamor milega,O
dalCiel novoimpetra ame
soccorso,Che
inviamitorni,oiltuo seguace priega,
.
Che
amezzotronchide’ mieigiorniilcorso.4S>
Al Ministrod'unPrincipe.
S
ioraromossialtuo cospettoinnante, Fu,Signore, a’miei passiindugio efreno Devoto cuordi riverenzapieno Inver lecure tuesìgravietante.
Ben ioscorgea per quanteguisee.quante Col magnanimooprarfai fedeapieno Della virtù cheti sfavilla inseno,
E
luce accrescealfimmortal Regnante.
•
Or
alveder comeiltuodolce sguardo Sume
discende,econ benignoinvitoNuovo
aglispirtimici coraggioinfonde,
La
vivaImmago
inte diLui riguardoChe
suo favorsupremo ed infinito Sul PiccioloesulGrande al pardiffonde,
A
unvalorosoEstirpatoredi Ladri.L
infamestuol,cheallerapine intento Infrala Trebbia e’1Taro i montie’1 piano Empievadicordoglio edi spavento.Per te
,Signor, conquisoorfreme invano
.
E
a’ fremitirisponde altoconcentoDi
plausi sciolti altuo valorsovrano.Che
già paleseacento proveecento Si levaoltre iconfindel corsoumano.Ercole stesso atedal Ciel sorride,
Cui parnell’oprea
mano
aman
ti mostri,
E
suagloriaimmortaiteco divide.Altuo
Nome
devote e lingue cinchiostri Diranno ognor: VivailnovelloAlcide, Viva.l’invittoDoraatorde’ Mostri.8
\
Per una Cagnolettacantante.
Dki
ricettoame
sìgrato.Ove
Dori m’educò,Fo
ritorno a quel cheilFato Nobil tettom’assegnò.
La
sua scuolasapervuoi Qual profittòmirecò?Mia
Padrona, a’volertuoi Prontamentesodisfò.Delle fereallasconfitta
Me
Naturanon formò;Non
astarsuduopiè rittaLa
Maestra m’avvezzò.
Non
saltareinmodi strani,Non
gridare a’ladriioso,Nè
quant’altro amillecaniNome
celebreacquistò.
Peregrin canoro ingegno
A me
ilCiel largodonò,Che
avulgare ignobil segnoMai
piegarsi non degnò.Ilbel donodi Natura Doriin
me
benravvisò,E
consaggia industrecura Coltivarlosi studiò.Allerived’Ippocrene Secoungiornomiguidò,
E
alleamichesueCamene Me
dicuorraccomandò.DellabellaPoesia Clio leleggi m’insegnò
.
Non
piùintesa melodia Poi dame
Pindo ascoltò.
Nellinguaggio estilnatio
Da me
sempre sicantò.Febo
stessoalcanto mio Porse orecchio, el’approvò.Girlerupiestarsii venti Io cantando vedut’ho.
TalorDoriinToschi accenti
Le
mie rimetrasmutò.A
capir cagnesche note In Parnasoellaimparò.Farnescuoia altruinonpuote:
A
leiFebolovietò.
Altinclita Pastorella FiorillaDianeja.
Se
ilsovruman fulgordittic pupille.Specchio ditua grand’alma,undìsplendea In facciaaquel chemille schiereemille Su i Tanetani campiaccolteavea,
No,
nongiàscioltaincenere einfavilleLa
misera Taneto<l8)al suolcadea,Ma
date vintoilProde a piùtranquille Cure epiùdegneisuoi pcnsier volgea*E
lacittà,che or copre arena ed erba,
E
chede’tuoigrand'Avi,ond’ella crebbe Inaltopregio,le reliquieserba,
Non
or, Fiorillaeccelsa, ate dovrebbe Destareincor pietà,ma
ben superba Delletueglorieede’ tuoi fastiandrebbe.fi
Per una Beccacciauccìsa dalla medesima'.
Non
tu* silvestreAcceggia,a sdegnoavesti Volarprimiera aquestepiagge intornoQuando
recarvi il gentil pièvedesti L’alma Fiorillasulcader del giorno.
Nè
poi tonerebbe che perir dovesti Per quellaman
,locui candor fascorno Al Pario marmo,c senza duolscendesti A’foschi regni chenon han ritorno.Or
tucolà superbain tuaventura Fai plausoaleicheporiagiù dal cielo TrarGiovestessoamutarforma emanto-,Donna
,anziDea
,che inbel terrestreveloCon
la beltate,epiù col senno oscuraA
Semele,ad Alcmena, a Ledailvanto.• PerleAnimedelPurgatorio.
A.te che splendi inregai ostroavvolto, <,9)
-Non
anche ugnalea tua Virtù Corona,E
benquello ha maggior lume raccoltoDa
te,chealtruinon necomparte edona$A
te,Signor, cuifolgoreggia involtoLa
nobilAlma
agiovar larga eprona,Ond’alto dite gridoal cicl disciolto
Da
mille boccheinfinquaggiù rintona*,A
tes’attienlaspemenostra, cimplora MercèdalCareerimo, ove tremenda Fiamma i reifalli innoilenta divora,
Perchè tuilforte braccioascior distenda Nostr’igncilacci,e’1 grand’esempioognora Altripietosoad emular s’accenda.
53 L’Anime delPurgatorioa’ FedeliCristiani.
Che
ilsevero immortai Giudice sieda Coldivinfiato asuscitarvoraceFiamma
che i vivisensi anoi depreda; Sulgiustoscempioil cors’acquetaetace.Che
noi quisiamo orrido scherno epredaA
stuolrubelloindagatorsagaceDi
nuovistrazj,ond’ei n’affliggaefieda* Il pensiertrovaatanto mal purpace.Ma
che voi, crudi, acui disangueeamoreNodo
ci avvinse,al penar nostro atroce Siatedi pietàediconforto avari, Questo,ahiquesto cdolor,cuinulloèpari$Questoè’1 martirche piùnoi pungeecoce$
Questoèlo straiche ne diparte ilcore.
A' Cavalieri Paggidi S. A.R.
Tu
chenegli attiespressae ne’sembianti Haila gioja delcore,eallegriintornoDi
beifestivi oltr’usoplausiecanti Questo amico a Virtutealmo soggiorno, Inclito stuol,ben aragion su quantiCorronlevie delCiel sìfaustoGiorno Sacroa Fernandoonori,aLuiche tanti Fregi in te sparge,ondese’ricco eadorno.
Ma
ilGiovine Regai,che di sesplende Ben assai più che perle lodi altrui,
.
Da
tepiùgratid’onorpegniattende.Dalla luceimmortai de’ pregisui Quald’imitarlo intedisio s’accende?
Nulfaltro puoi tentardegnodi Lui
.
54
Per
No^e
.Figiiodell’alpiorridosasso informe
,
Che
inbel lavor polirsiaborreesprezza, Sedoma
alfinla repngnante asprezza Artefice scarpello incidaeforme,Tal prende e ritien saldiisegnieTorme,
Onde
novo acquistò lustroevaghezza.Che
ingordodentedi crudelvecchiezza Tenti rodereinvan le scultcforme.
Ben
salloAmor
se aspuntar ebbeintornoAl
tuorigido cor più d’uno strale Priadi segnarviungentil volto adorno. Pur con quelbraccio,incontro a cuinonvaleForza nè ingegno,ve loimpresse,eascorno Deglianni iv’entroviveràimmortale.
A
Conila Olimpica innomed'unaPastorella.Nei
miosolingo tetto,ovenonmaiA
schietta giojaaperto èilvarco,iospesso Col mio rigidoFato mi lagnai,Che
nascerdiemmi difemmineosesso;Sesso, cuiTuorn tiranno indoglieeguai,
O
Tarni o Todii, tenergodeoppresso,"E più che intende alnostro mal
, più assai Trionfarpensaed esaltarsèstesso.
Tu,
Corilla immortai,tu inCampidoglio.• Coirvalornovoamille etadiocculto Degliuominiarrossir festil’orgoglio.
Or
a'trionfituoiplaudendo esulto:Del mio fòroDestinpiù non mi doglio,
E
a luiperdono ognipassato insulto.
55 Perla Madonnadel BuonConsìglio.
Oh
quanteanoi per la terrestrevia,
Che
mettecaponello spazioeterno, Insidie tende ilregnatord1A
ver no.Cui serpe insenoinvidiaatroce eria!
E
oh quanto ancorai nostricuor disvia Dal retto di Virtùcammin superno Quel di nonsani affettiaudace interno Stuolchele vocidi Ragioneóbblia!Tu,
Reinadel Ciel, cuibassan l’ale GliAngiolieletti,in così fierperiglio. Porgine aita.
Uman
poter nonvale.Il
Buon
discendaah sunoi tuo ConsiglioDi
luceportatorpura immortale Inquesto d’atranotteingombro csiglio.Per Monaca
.
Quel,
che ivarjdel cor liberiaffetti Arbitro volve,diNaturainstinto Prova inluigià fe’de’ suoi tristieffetti,
Che
dalPomo
fatai fu presoevinto.Di
là mosserubelloincontroai retti Sensidell’almaa viva guerraaccinto Desir malnato, chene’ nostripetti Il valor priscohapocomen
ch’estinto.Ed
ohqual nuovo ognor fruttod’affanni Troppo anoi cara Libertà produce!Ah
bentuquella asacro frencondanni, Ercnche nelcalle,ondeVirtuteèduceAl
Sommo Ben,
la rassecura,ei danni Dell’uom primevo ariparar conduce.Peruna Recita Teatrale fattain Monticelli.
Ben
iodelcrudo verno orridoasdegno.
Di
Parma ilidiabbandonar potea.Se al lungomio cammin felicesegno Spettacolosìgratoesser dovea.
Di
quest’inclito stuoll’artee l’ingegnoOh
quai portential guardopinge ecrea!Oh
comeall’almadegli affetti ilregno Qui tuttos’apre,ela rapisceebea!No
nonmaifero le Cecropie sceneDi
lagrimeversar sìlarghifiumi,Com’io vidisgorgar suquestearene.
Me
quinciaspersoancordi piantoi lumi Il Fato invola•,ma
il miocorrattiene Quest’Albergo gentil degno di Numi.Al signor Dottor Moreali
.
Fra
itantilidi, ove famoso c chiaroTuo
nome intorno,o Moreal, discorre,Ben
è ragion che sodainrivaal Taro Festivoplauso eterno ate disciorre.Tu
solo incontro aMorte undì riparo Potestiinvitto agli aurei stami opporreDi
Lei ch’eccelsodon del tuo Panaro Quest’almosuolfudegnoingremboaccorre.
Quanto, se tu noneri,anoi tesoro
Morbo
crudel rapìa, Beltade, Ingegno, Grazia, Valore, e signoril Decoro!Nè
taciuto fia’l prodecdi te degno Figlio, cuicinge or del tuo stesso alloro Virtù lechiome nel Peonio Regno.57 AlSignorGiampietro Zanótti.
Se
comeilmio desirrapidovola r rA
te,Giampier,senza ritegnoofreno.Sìa
me
lasciasseornaivolarti inseno Sacrodover cheme
ame
stessoinvola*Non
quel cheall’immortal pariase sola Coppia d’Eroifestivoplauso e pienoDa
questo,cheorm'accoglie, almoterreno Surge,edigaudioi cor pasceeconsola,
,
Nè
iricchi fregi,nè ledense intorno Faci ele vivefiamme,ondela Notte Sfavilla sìcheal Sol fainvidia escorno, Forza avrienpur didilungarmiungiornoT Daltuotettogentil,dell'Artidotte
E
dell’aureeV
irtù vero soggiorno.
.
Risposta.
x \v.Rispondervo’; madondeaverparola,
Cheateconvegnoinqualchepartealmeno? Chipoggiartecopuò,nè venirmeno? Cosìl’agiituoingegnoaltosorvola.*,
Tudirarosaperseimastroescola, Iolegnod'ignoranzaed'errorpieno,,
Controcui Cairo Obbliosoffiaveneno.!
Pureiltuoamorm’affidaeracconsola
.
Sì,Pagnin
,sealtuodirmitergoeadorno,
Fuggirvedròquelmostroallesuegrotte
« Basso portandoevergognosoilcorno.
Intantoognitimor da medistorno;
E
,mentr’ei glialtruinomieCopreinghiotte,Farmian{i fare a gioventù ritorno.
h
Per una
Dama
recitante lapartediPamela.Vulgar
beltàsoventeipetti scalda D’impure fiamme.Una
beltàsublime Ne’ cuoriammorza ogniprotervaebalda Voglia, erispettoemaraviglia imprime.Certocolei diveroamor bencalda,
(Qualperte,
Donna
eccelsa, a noi s’esprime)Che
colsed'onestàperfetta esalda Nel Britannicosuol leglorie prime, Se ugualt’erainbellezza, ahcertoinsenoAl
suoSignore ogni rubclla e ria Brama aungirardisguardoavriaconquiso5Ed
ei per lo stuporda sediviso Senza dubbiar dato aleitostoavriaLa
fédi Sposoedisua vitailfreno.Alritornarverso Parma.
Anno,
che ilfrende’ mieidìcortielassiAl
tuofratel nascente inmano
appresti.In qual diverso, ahimè! terrenmilassi