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COLLEZIONE PISTOIESE FILIPPO ROSSI-CASSIGOLI DI FIRENZE. Cav. Pergamene - Autografi Manoscritti - Libri a stampa RACCOLTA DAL

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(2)

COLLEZIONEPISTOIESE ROSal -CASSI60II

487

BIBLIOTECANAZIONALE CENTRALE-FIRENZE

<

I 1

li.BIBLIOTECANAZIONALE CENTRALE DIFIRENZE

COLLEZIONE PISTOIESE

RACCOLTA DAL Cav.FILIPPO ROSSI-CASSIGOLI

natoa INutolaIIV3 Af?o«t»133.*

morto a Pistola1118Maggio 1830

Pergamene-AutografiManoscritti-Libriastampa

-Opuscoli-Incisioni-Disegni-Operemusicali-Facsi- mileci*iscrizioni-Editti-Manifesti-Proclami-Avvisi o Periodici.

2tDicembre 1891

(3)
(4)
(5)

POESIE BUCCOLICHE

ITALIANE, LATINE, GRECHE

D

I

ERITISCO PILENEJO

PASTOR ARCADE,

PARMA

DALLA STAMPERIA REALE

M. D CC. LX X X.

(6)
(7)

POESIE BUCCOLICHE

D

I

ERITISCO PILENEJO

.

(8)
(9)

L EDITORE

A CHI LEGGERA

La

cagion principale,any. l’unica, chem'ha mosso a dare in luce questi miei versi, èstataquella di ingrandire con qualche Giunta dal proposito non aliena il

Tomo

Secondo de' miei Poeti Buccolici

,

che rimaneva di mole troppo minor del

Primo

. Acciocchì queste Poesie sostenerpossano la denomi- na^ion di Buccoliche, eglinon è da pretendere

,

che stentutte di caratterepastorale,

ma

èbastante secondo i primi Maestri delbuccolicopoetare, che que’ componimenti, i quali non sono espressamente ditalcarattere, sieno

ad

esso in alcun

modo

con- formi, osolanche non ripugnanti.

(10)
(11)

Per rIncoronazione Capitolina di Conila Olimpica.

Alcone, Eritisco.

Alc.

Qui

doveilTaro alleridenti efertili

Di

Collecchiellopiaggeintornospazia

,

E

spessorompefede a’fissitermini,

Purtitrovo,Eritisco, inbraccio all’ozio .

temiorqui,che atel’orecchio ficdano L’agrerampognedicolor,che aspettano

Da

tantotempo i tuoiCantor Buccolici In tersifògli riprodutti, in nitide

Forme,

in grecosermon, latino, italico.

Erit.Alcon,nonpiù

.

Quegli,acuisol desidero,

E

deggiosodisfar,non

me

d’inerzia ,

lungoindugiar, son certo, incolpano.

L’undecim’annovolge ornai,che appresero

Da me

que’ Vatiil suonde’ toschinumeri»

Lieve faticainparagondell’opera

,

Che

por dovei nel ripurgare e tergere Collentoesame divetusti codici,

E

conl’aitade’ piùdottiCritici

Da

millemacchieingiuriose ilpatrio Loroidioma,in cui piùsempre piacquero

A

medesmi,chein ognialtroestranio .

Ildoppio intantonon attesoincarico,

Che

repentinomi gravò,discorgere Folto drappello giovanilper l’arduo Oratoriocammino epelPoetico,

(12)

*

Fuspessoall’ordit’Opraimpaccio e ostacolo.

Purquestaornai potèosin là procedere.

Che mcn

lungi èdal fin, che dalprincipio.

Alc. Ciò intesialtronde»e intesiancor, chemediti Condurla arivapria cheil mestoAquario Caliginosoi brevi giorniintorbidi.

Erit.Questo i’giàm’era, Alcon,fissotielTanimo.

Ma

cagionnova i miei

Or

micostrigne.

Alc.

E

qual ?

Erit.

Non

sai,qual fùlgido

Fregio inusato aspettiinVal di Tevere L’inclita

Donna

,cura eamord’Apoliine,

E

del miopatrio

Ombron

decoroaltissimo ,

Corilla?

disegni arompere

Alc. Udii chelà ne’ seggiArcadici Tra'l festivo alternardiplausiccantici Il gran Pastor Nivildo alcrin la delfica Frondale avvolse; eche làpure inpario

Marmo

scolpitala sua bellaeffigie Da’ sinceriPastor sicolee venera Erit.Ben piùsolenni fèste,ememorabili

A

leidestina ilvenerando Timio c0, I cuivolersovranioltraglieterei ,

Non

chea’ terrenispazj sidistendono

.

PerluiCorilla salìgiàdall’umile Pastoralgradoa pareggiarle nobili

^ Ninfe,onde

Roma

piùsi vantaecelebra.

E

pocoandrà

(neuscìl’augustooracolo ),

Che

sul Tarpéole tempie aleis’adombrino Del primo trionfaisempreverd’Arbore v

Donde

ramofìnoraltri non colsero

Che

ilbuon Cantordell’Arno e quel dell’Arbia

.

%

(13)

Alc. Felice

Donna

, cuiclonòbenefico r II Cielsilarga disSverdovizia

,

*

E

d’angelico ingegno edi facondia

.

Felice

Donna

ancor,cuinocifallibile

Delvero merlo Indagatore ildebito

A

suavirtù comparte onore epremio.

Felice ilsuolche leiprodusse, el’aere Ch’ella spirò primiero,eque’ che providi IldivinosuoGenio impriaconobbero,

E

da’ femminilusi rivolgendolo A’dottistudj, eall’oprealtediPallide Sepperoinlui conben locataindustria Forzaa’beidoni diNatura accrescere

.

Ah

degnoèben, che quanti Italiaannovera Spirti aFebodiletti oras’infiammino QuellaProdea cantar,dellacui gloria Tuttosivesteeirradiail Pindo Ausonio.

Erit.Molti, ediocerto ilso, cheinpettoaccolgono

Di

virtù veraamor dainvidia scevero

,

A

farleonor co icarmiaprova intendono.

Altri giàco’ festosi inniprevennero L’eccelsa pompai ed altriinmaggiornumero Cercando van contube, avene,o cetere

,

<

Non

disugualial gransubbietto armoniche Note perfarloir conto a’tardiposteri.

Alc.-E tu qual pensi maidigratoossequio

,

E

dischiettogioir pegnoa lei porgere?

Erit.Quelcheal miobuon volerpiù fiapossibile

.

Già i fòrtiinviti

,ondechiamommi al Tevere Dolced’amicistuolo,al miocor furono

,

Come

spronia destrier correnteaggiugnerc.

E

orche pel giroditre luneil pubblico Ginnasiotace

,quei che’l fren nc modera

(14)

8

Libero indulsea’ miei desìrl’arbitrio.

,speroinbrevechequest’occhimirino Quella cheimiei pensier dalungeammirano.

Votad’orgoglio ah! vedrollaalculmine

Di

GlorialabeH’Alma invittaascendere.

Qucll’aureocantoudrò, chedinettarea Gioconditàceleste ipetti inebbria;

Cui degnoaccordoterrà purl’italico Terpandro(1), lacuilira inimitabile Empieforse

Anone

eOrfeo d’invidia.

Quel divincantoancordal pigroesterile Ingegnomio trarrà fuor prontiesplendidi Versi, chein partesuogran merto adeguino,

Come

suoltersoacciar focosee rapide Scintille sprigionardafredda selice

.

Alc.

Vanne,

Eritisco, vanne.Astro propizio

'Scorgai tuoipassi; eintantoituoi Buccolici Godansi i lorbeati ozj d’Elisio.

Per tefiapoi,cheal serengiorno riedano.

temer giàch’essi, nud’Ombre,accusino

Le

tuedimore,seil pièvolgiel’animo DietroaColei,chenovoal

Mondo

etunico In viva carne appar delCicl prodigio-,

Talchenonessi pur,

ma Omero,

ePindaro,

E

Anacreonte, cSaffo,eMaro, eOrazio Seggioc

nome

partirconleivorrebbono.

«afe;

(15)

9 Soprala Vigna Evangelica.

V

jgna di dolcieletteuvefeconda

,

Secura incontro a

1

nembielepruine L’EternoAgricoltor pianta, edispine Fidoriparo intornoaleicirconda.

Ma

nonso comeoltre lasiepe inonda Barbarostuoloaminacciarruine

.

Chi isostegni,onde inermeal suoldecline,

Tenta a lei tor,chila recide esfronda<3).

Ellapur lieta lenontronche braccia

Di

fruttiadorna,csottoil ferro ostile Cresce,epiù cieloepiù terrenoabbraccia

.

Ahi comein pacemutò forma estile L’ingrata Vigna! Com’èmai, cheorgiaccia

E

dormainseno asterilozioevile!

Efficaciadella Grafia divina

.

Dio

parla,eilsuondisuepossentinote Confusi inunterra,foco, aereedonda Scevra;le varieindisprigiona ignote Forme,eagli abissiilvoto sen feconda.

Icieli stende,etra leimmenserote A’ mobilastri ilcamminsegna, efonda L’Orbe subasi eternamenteimmote

,

E

divirtù secreta iltutto inonda.

TalseGrazia inuncordimostri indegno Covil penetra,degli affettiil fero Stuol

doma

,ev’apre allaGiustiziail regno>

Invisibilearcano magistero,

Che

l’armonicovince altodisegno,

Ond’ebbeordineemoto un

Mondo

intero.

b

(16)

IO

PerVesti\ion Religiosa.

'vecrudoAquiloneorridofiede Gliannosi tronchie i duri ramischianta,

E

immensaselva ornailacera infranta D’alte mineil suolcoprirsi vede.

Oh

cjual mai lieta oltr’usoeinvittasiede ,

E

d’aurei fruttinoncaduchiammanta

Le

verdibracciagiovinetta Pianta,

Che

nulla al fero urtarsi scoteo cede!

Pianta felice,orte benaltrasponda Miglioreaspetta,cui

men

nuoceil verno

,

E

ilsol piùgrato arridecl’auracl’onda5

Finche traslatanelserenoeterno

,

Dellatua vagaesempreverde fronda Faraicoronaelettaal

Re

superno-

PerlaBeata VerginedelCarmine.

Poiché,

Donna

immortai, sul’ali accolta D’Angioli elettial Cicldi braccioaMorte Salisti in terren mantoagilecsciolta Frai lietisuondellasupernaCorte

,

La spemede’ Mortaliaterivolta Supplice ognorsu lecelestiporte Vola,e’1 tuo

Nome

risonars’ascolta

Ovunque

in giroil Sol sualuceporte.

Ma

qualiate nondièd’accesozelo

Non

mai vedute prove adontaescempio De’tuoi nemici iltuo fcdelCarmelo

,

Dove

primicr conmemorandoesempio

A

tenon ancoscesa in utnanvelo SurseProfetae SacerdoteeTempio?

(17)

ir In Mortedel Conte Giambattista Sottovia.

Al

raoGenio de’carmi,acui nonspiacque Cangiar colMincio leTessalicheonde.

Quando

ilbuon

Maro

a quelloin rivanacque, Poi crebbe aH’ombradi suedotte fronde,

Ben

a ragioneilnovosuol piacque

A

te, che ilvoinon mai torcestialtronde. Perte illume latin costì rinacque Dalle gotichenebbie atreeprofonde

.

E

qual pur anco ilperegrinoIngegno,

Che

dianzisparve,onoreternoevanto Colsuovalore aggiunseal tuobel regno!

Sparve,e tuinvan fappellioimè! col pianto, Qualgiàl’Epico

sommo,

cchi fudegno

Dopo

mill’annidi sedergliaccanto. l4)

PreghieraadApollo.

Tu

,cui di Pindoil doppiogiogo è sacro, Dalla Medicacima, Apollo,movi

,

E

reca ornai disughieletti enovi Al pièdi Doriunsalutarlavacro.

Benchéria Febbre intruce aspettoemacro

Or

contra

me

suoi strali aguzzieprovi,

Noi curo, sol che tua grand’Arte giovi

A

lei, cuiplettro, ingegnoestilconsacro.

E

chifia, dimmi, che ricorra e gema Supplice a te, nè chieggia aita invano

,

Ove

morbocrudel l’assalga e prema,

Se a lei sdegni applicar la ciotta

mano

,

A

lei,ch’èpure

(eInvidial’odae frema) Del Poetico

Regno

onor sovrano?

(18)

Per No^e

al SignorConceBernìeri.

Lungo

ilmio patrio fiume.

Là doveCignihan nido Chiariperaltogrido D’ognigentil costume Bcrnier, l’aureetue note Sul’alea’ vaitiandranno,

E

allor concento immote

Le

Najadi terranno.

Tesor faranneinseno,

Tesoro elettoecaro

,

Donzella onorpreclaro Del buonnatioterreno-,

A

cuidintornosiede Dellebell’Arti ilcoro, Onestà,senno, fede,

E

signoril decoro.

Dal suobel labbro espresso Piùgrato fiane ilsuono

A

luiche il plettroindono

Ebbe

da Febostesso,

A

luiche

gemma

efiore Dellesue coltearene RaroaquellaValore Giunse per

man

d’imene

.

Oh

quali iogiàdafolto Drappello,inclitosangue.

Ove

virtù non langue,

Sciorsiate plausiascolto!

(19)

E

forsel'annona De’tuoi numeri Ascrei S’aprirà purla via

Al

tronodegli Dei.

Sula mia raucalira

Or

comevuoi ch’iotenti Que’ che

Amor

soloaccenti A’suoiseguaciinspira

,

Amore

,acuiricetto Nelsenoognor negai

,

E

incontroad essoil petto

Di

duro smalto armai?

Che

setalortum’odi

Di

Teola molleMusa,

O

quella d’Aretusa Vestird’itali modi, I’ fo,Bernicr,qualsuole Scherzosaiterarl’Eco

Mal

note a separole Dalsuopetrosospeco.

Taccio:cheporian queste

Mie

rimealpestriecrude,

E

di dolcezzaignude Turbarle lietefeste,

E

al Toscosuolointorno Findall’Eoliecelle

A

mia vergognaescorno Raccor nembieprocelle

.

<£££>*

(20)

14

Per una Disputain Filosofia.

Già

pien d'anni ilbuon Sileno (s!

Fe’palese incoltiaccenti

Come

in primaagli elementi Fecondò Natura il seno,

D

astriaccese ilciel sereno

,

Alma

infusene’ viventi.

Regno

diè su l’acrea’ venti,

Poseal marsuperbo ilfreno.

Ma

iltuolabbro,almo Pastore

,

Ne’verd’anni altronde bebbe

Di

sapervena maggiore

.

E

il gran Veglio, chesi crebbe Fra noi ’n pregio,al tuovalore,

Seort’udisse,invidia avrebbe

.

Lostesso inaltrometro.

Già

pien d’anni inquell’antro ilbuonSilenol

5

'

>

A’ Pastorelliapersein colti accenti

Come

inprimai volubilielementi Fecondaroagli abissi ilvotoseno,

Come

d’astri s’acceseil ciel sereno

,

Emersero dalsuolrari iviventi,

L’immensoregnoebberdell’aerei venti

,

Il marsostenneun invisibilfreno.

Ma

bend’aureosapervena maggiore

Tuo

gioviti labbro amiglior fonti bebbe,

Prode Garzon,dell’età nostraonore.

E

quelche sovr’ogn'altroin pregiocrebbe

Gran

Veglio,seor t'udisse,al tuovalore,

Che

tanto alsuo sovrasta,invidiaavrebbe.

(21)

Per Monaca.

“1

5e le spine oimè!circondano

,

Al

mioBen le terapieamabili,

E

sepene innumerabili Qual procellailcorgl’inondano, Perchèa

me

dintornoabbondano

Vane pompe

,e piacerlabili ? Questiobbiettidisamabili

Al

miosguardosi nascondano.

Di

sua Croceor iosonavida

Algran pondoildorso tendere,

Crocesol d’affannigravida.

Dal Cielnovo eccoin

me

scendere Vigor sento.Ardita e impavida Secoil

Monte

iovoglio ascendere.

PerMonacaanome

/

unaPastorella.

n quainemiche alCiel rupiinfeconde Custodesondi nonincolta vigna,

Cui tanta copreintornoombramaligna

,

Che

nonmai grata a'miei sudorrisponde?

Mentre d’Engaddisulericche sponde Lietala tuadimmortal fruttoalligna,

E

tuttoa suofavor,l’aura benigna

E

il soltepidoinvita cilsuolo eTonde.

Non

ditua sorte invidiailcor mi punge: Anz’ion'esalto Lui,chetepur oggi Inbel

Nodo

celeste asècongiunge.

Ma

priegaitu,che conluiscendi epoggi

Dove

profanopiègiammainongiunge

,

.

Che

bei d’unguardoancoimieitristipoggi.

(22)

i6

Per

No^e

Pistojesi

Ahi

le tanteovesonoArbori antiche, (6>

Che

fean ombraa’tuoi liquidi cristalli,

Diletto

Ombrone

,ond’orle Ninfeamiche Empiondi piantile vicinevalli!

Non

pochi, è ver, nelletuepiagge apriche NobiliTronchi (Italia e’l

Mondo

salii ) Siedonoancor contral’età nimiche Piùperenni de’ marmie de’ metalli.

Purquantial suolcolpadilorcadero,

Che

nulloschermoo troppo tardoai danni Tentaro oppordel crudo veglio edace?

Ma

iltuo, Nidalbo,acuibel vivace

Ramo

pertempo innesti,oh come altero Fiorirvedrassial variardegli anni!

PerloSposalizio del signor Niccolò Fortegucrri .

Mentre

l’arguto suon tempravialcanto.

Onde

bear lesponde Eglesolea Del patrio

Ombrone

,e

Amor

travoisedea Maravigliandoesorridendo intanto, Tirsi,il grand’

Avo

tuo(7)vid’io clictanto

Crebbe aRicciardoonorcon la febea

Tuba,

che orpoco onullaalTeucro Enea,

v- O

al fierPelìdcinvidiailpriscovanto

.

Vidilo starsiinvoico1lumiintenti ,

E

supplicarl’Idalio Dio,cuivisse Quaggiùcaro, inlusinghieriaccenti

,

Che

d’aureo

Nodo

eletto

ambo

v’unisse,

Onde

novonelcalle de’ viventi

Al

corsode’ suoi dìstame s’ordisse

.

(23)

A

Cornante Eginetico.

V

engonda Giove i sogni(8).Attento ascolta Mirabil cosach’io stamansognai-,

E

seilvelo disgombri ond’ella èinvolta.

Cornante,un novo Apolloa

me

sarai.

VetustaPiantainsuol fecondoaccolta In buonvigorcresceaquant’altra mai,

E

nobilchiomadifrondiaureefolta Spiegava all’aereedel solmite airai.

Ma

gentil Fruttoa’suoidesir negato Dal Cielparea

.

Quando

improvvisoardendo La investeun vivo raggioal manco lato.

Poisciorsiamico suonfestosointendo:

Degno

de’ lunghi voti il Fruttoc nato.

Saggio Cornante,ori tuoisensi attendo.

.

Risposta.

fatidica Cetrain manotolta ,

Pagaini,ilsacro Sognoudirmifai,

Cignochenatoin vai

£

Ombronper molta Auradi Pindosublime vai.

PurMelpomene udillo,e amerivolta Sorrisee disse: Mio Cornante,sai Qual Arborquella fia chenon incolta Quantaltreeccelseson vinced'assai?

L’Arboreunsanguetadombrò,cuidato Fu dalontanisecoliscendendo Fiorirealvantod'ognietà serbato.

De' Sanvitaliè ilnuovo Germe.Ioprendo Inguardiailcorsoa3 suoibeidìsegnato,

E

leghirlandealla suacunaappendo.

(24)

PelGonfalonieracodelSig. ConteMalvoni.

Di

tua grand'

Alma

alcomun bene intenta

,

E

salda incontroallevicende avverse

La

Patriatua. Signor, lunghee diverse Provegiàvide,ead or ad or rammenta.

E

ben diquantooprasti apien contenta

Spesso infiammatial Ciel voti converse,

Che

,le irateprocelleornai disperse,

D

aurea pacei beigiorniate consenta.

Ma

tuqual

uom

chedi sènulla curi

,

Tu

sol d’altruigiovare initelo acceso Dal buonvolereil tuopotermisuri,

E

asostenerdel granVessilloilpeso Nel magnanimocor tirassecuri

Da

millealme virtù cintoe difeso.

A

ConilaOlìmpica.

O

diLauro immortaiben degna,o Tempio Sacro a MinervaealleBell’Arti interra

,

Donna

,cui Feboognitesordisserra,

Ond’altosplendiallegrand’Almeesempio

,

ColtuodivinoIngegnoal truceed empio Divorator deglianni oh qualfaiguerra!

A

lui,che incieca notte avvolgeeserra Nostr’opre,efa de* piùbei nomiscempio

.

Ben

quelloognornelletuescritte note Effigiato conpiacer vedranno Gliavidi sguardidell'etàremote-,

Ma

sel’altre,chealCiel franche vanno,

Vociimprovvise rimarrano ignote,

Oh

qualea’giorninostri invidiaavranno!

(25)

Sula Passionedi G. C.

Cjchi m’appellaoraseguircol canto Del Golgota alle cime orrideetetre Quel ch’iopur dianziaccompagnaicol pianto?(9>

Qualmaifòrzadi carmio suon dicetre Il duol pareggerà, cheilgiornoe’ISole

A

brunotinse, estritolòle pietre?

Purtu,chiarabennataArcadeprole

,

Vuoich’io dischiudanonignobil vena

Di

ben tempratearmonicheparole.

Ahi.chedi mezzoallafunerea scena Vienperl’orecchio alcorsonantevoce, - Ch’entro m’agghiacciailsangue,eisensiinfrena5

E

grida:ve’d’ogni tuofalloatroce I frutti,ve’ la Vittima innocente Pertesvenata,eperte fittain croce

.

Tu

in

man

gettastiaEbreaproterva gente IItuo Signor•,tula virgineafronte

Di

sertogli cerchiasti asproepungente;

Tu

perl’infame dirupatomonte

Lo

strascinasti infievolitoestanco,

E

tud’obbrobrj ilsatollastied’onte.

Tu

di fieleil pascesti,etu puranco Incrudelisti nellafredda spoglia,

E

lungaastamettesti aluinel fianco-

Se nonèsaziala crudel tuavoglia,

Cerca pur novistrazj.

E

che paventi? Ch’eilingua avendicarsio

man

discioglia ? GiàilPadre abbandonollo,ele stridenti

Folgorinonpiùstrigne,enonpiùpreste Tienea’suoicennileprocelle ei venti

(26)

10

Non

resisteatai voci acriefuneste Ilcombattuto cor, cuigiàdintorno Triplicesmalto nonricinge eveste;

tigriodorse intaneignote algiorno Giàdiermiillatte.

Or

sedover mi spinge

A

dir cantandoilfero scempio ascorno Dell’alto orrorche indietromirespinge;

Farò qual suol chile pupilleinferme Nel maggior astroche leabbaglia e stringe1

Mal

potendodrizzar,ignudoeinerme Degl’igneistraliingremboall’onde pure Guatane ilvolto a luciintenteeferme.

Taliomeglioalle anticheoggiFigure M’affiserò,che ibuon Profetihan letto De’ fastieterni infrale nubi oscure;

E

daran quelleal miocantar subbietto.

Il Torchio. Isai.LXIII. 3.

Tu

che l’agili piumeimpazienti Primierfra iVatioltra lesfere ergesti

,

E

innoteoscure ancoall’eteree menti Il

Duce

eterno d’Israel pingesti,

Tu

svelaa

me

il granTorchio, ondevedesti Perluile ree calcarsiinvan frementi Schiere,cdisangueostilsazie le vesti Recarsiintorno arallegrarle genti

.

Non

taleorda quelTroncoanoi lassuso IlDomatore appar de’ foschiabissi

.

Ma

quitra’lduolo clostuporconfuso,

Quel ch’i’giàvidi, eimirisponde,io scrissi;

allorfra l’altanebbia,ond’erachiuso

,

L’augusto Arcano allemie luciaprissi.

(27)

ai IIGiordano. Ios.III. IJ.

Ai

mobile s’appressaondosopiano

La

mistic’Arca.I divincenni intende,

E

fra’lsuo sen,cheinduo siparte efende, Schiudeilgran varcol’Idumeo Giordano.

E

dilà tostoal rovinoso insano

Fluttorallenta ilfren, diqua ilsospende5

l’onda unpassooltre iconiìnsi stende,

Che

aleisegnòl’imperìosa

mano

.

Così l’Uom-Diosu lecelesti soglie Siedebeato,enaufragando insieme

Va

per immenso mar di strazjedoglie.

Tuttoincima allamenteil bens’accoglie-,

di làstillaa temperarl'estreme Ambascedel suo corsi parte escioglie.

IlCalice.Ps. lxxiv. 9.

f

Veggio

algran

Dio

mirabilTazzain mano.

Che

ditriplice umorferveeridonda.

Vin prettosgorgadipiacersovrano Tuttain giroa bearl’empirea sponda. Mistolicorpeldurocalleumano

D’almoconfortoigiustipetti inonda.

Stagna nelfondo,enon vistagnainvano, Pertutti gliempjamara feccia immonda.

Ma

degliumor duoprimieccogiàscarco

Da

Ciell'orribil

Nappo

aluideclina,>

.

Che

d’ogninostrofallo ildorsohacarco.

Tal l’accesatremenda Iradivina

A

luisoldivotarlo offrel’incarco,

<

Che

atuttiinsieme ipeccatordestina. :

(28)

22

II Congresso dellePastorelle efArcadia. (,0)

Aglauro, Nisa, Egeria, Doride, Tirrena,

. Eurilla, Amarjlli,Nigella.

Agl.

No

non ègiàdellesue grazieavaro Il Ciel con noi.Leggiadre note ordire Noi ben sappiam d’ogni pastoreal paro.

Che

sogliail nostrocanto aserapire Ebbri digiojai SatirclliePane,

Non

dipensarloe

mcn

di dirlo

ho

ardire.

Mopso

ed Alcon d'immaginivane Pascanle loroambiziose menti,

E

altrui vendano ancortaifole insane

.

Purnoi

vedemmo

al suonde’ nostriaccenti Talorfermarsi augei,sparirtempeste,

E

alitarlievi infrale foglieiventi.

E

ascositraque’rami undì vedeste Ila e

Damon

nonsenza invidia esdegno Guatarsifiso involto,evoirideste.

Ma

chiusodovrà sempre ilnostro ingegno In questa rimanersolingachiostra, .

aperto alui saràpiùvastoregno? Perchènon anziil varcos’apreemostra .Allo stuol de’ pastór, quant’alto scioglia

t .

A

vera gloria il voi la virtù nostra? Njs..

Chi

fia tra noi che accogliasil serpe in seno,

E

non paventi il gelido veneno?

GuardineilCiel, chel’uom mai pongail piede

.u- In questa, love regniam, felice sede.

Perchè di noi più forte i

Numi

il fèro,

Sunoi vuolsempre esercitar l’impero.

Perciòil lupo le agnelle infesta ognora,

Lo

sparvier le colombe si divora

.

(29)

Eger.Qui dove ingegno, e non valor diniano

La

palma ambisce, un tal sospetto è vano Vengano quanti per sapere egregio

Vati famosi Arcadia tutta ha in pregio;

Vengano pure

(ognun di lor conosco, So quanto vaglia

) a gareggiar qui nosco.

A

prova s’avvedran que’ Cigni arguti, '

Che

noi nonsiamo augei palustriemuti.

Al suon d’avene io cedoa Tirsi il vanto•,

Ma

nessun temo al paragon del canto.

Dor. Questeridentipiagge inguardia sono All’aurea Pace, che d’un

Nume

èdono

.

Lungilegare.

E

chi portaleaccese Fra noicomporree fraipastor contese? : Più che usignuolla rondine loquace

Alla rondine,ilgufoal gufo piace.

A

noi fiabenpiù gloriaepiùdiletto,

Se unsaggiodi pastor drappello eletto ,

Amico

d’onestà,schivo diliti Bei metria modular connois’inviti

.

Timi.Sìcerto-,

ma

chi v’hachescoprirpensi De’ pastorelliscaltrii cupisensi? L’aspettoinganna.Sottounbelcolore

Quanti celano fruttiagro sapore!

Ah

seildivinCornanteancor tranui

r Guidassei suoi beidì, Cornante,acui Feboinsenoversòtuttii tesori

,

Nostro amico non

men

che de’pastori ,

All’uoponostrocol sagaceedestro Ingegnoeinesarìa duce c maestro.

Ma

di Cornantein questo bosco ahi solo L’Immagin restac"!

, ildesiderioe’1duolo.

(30)

24

Or

nell’Eliso conl’agreste musa I Pastor beadi

Manto

ed’Aretusa.

Eur. Provvidoil Ciel sunoi pur volge, eohquale Soccorson’offrea’ desirnostriuguale!

Quipressoalberga, dell’Aoniocoro

E

di quest'almosuol luceedecoro, Eaco.

O

v’abbia,o possa avernonveggio

Senno,fède,onestàpiù férmoseggio

.

Il vivodi suamenteacuto lume Ogn'indole discerne, ognicostume.

Terrà,son certa,suo drittoconsiglio

Da

noilontanoognid’errorperiglio.

•Amar.

Q

ualtra’ virgultiil pin conl’arduecime, Eacos’ergeinfra ipastor sublime.

SiaquestiilnostroApollo, ilnostroGiove:

Miglior consiglio invan si cerca altrove.

Tirr.Ligio fìa sempreal suogiudizio ilmio.

Dor.

Al

Pastor saggioanch’iom’arrendo.

Nis.edEger. Anch’io.

Nig.

Oggi

Arcadiasarà (vocesecreta

Mi

parla

) oltr’uso avventurosaelieta

.

Agl.

Non

soave ilsuono è d’utiruscello,

Che

tieneaccordoal sibilardel vento Trale foglied’un platano novello

,

Com’ède’sensivostria

me

ilconcento.

Volgiam,

Compagne

,al boschereccio albergo Del Pastorvenerandoilpiè non lento.

Questobel dì conbianca pietraiovergo

.

(31)

RingraziamentoetunaPastorella di tenera età.

Kinor tacitaascoltai.

Sciorlelabbraancor nonuse

Al

linguaggio delle

Muse

,

Alma

Coppia, nonosai.

Oggi insen dolcetesoro Feiperò degliaureimodi

,

Onde

ornòlevostre lodi QuestoelettoArcadecoro.

A

ripetereillorsuono Avvezzando illabbromio,

Potrò forseungiornoanch’io D’unbel Cantoavoi fardono

.

Cosìdocile augellino

Da’ piùdottiapprendeinpria

La

soave melodìa SovraTorno osovrailpino:

Poi va doveil punge l’estro Musicandoa’venticelli

,

E

divien aglialtriaugelli

Di

be’canticimaestro.

Dafni,aliorsultuo belcore,

Cui ferìla vagaFille

Con

leazzurresue pupille, Detterammi iversi Amore.

Ma

,

Compagne

,chesi bada? Noi vedete?Ilciels’oscura.

A me

l’ombrefanpaura:

Nuoceal capola rugiada.

Abbia fineilcanto arguto.

Irigàgnoli chiudete:

Più l’erbettenon hansete:

Han

le prata assaibevuto

.

(32)

PerlaInoculazione delvajuolo aS. A. R.

L

alto Sennoregai,che inte precorre L’età,nel tuodestò felice ingegno,

Magnanimo

Fernando, il gran disegno Di prontoschermo afataimorboopporre.

Ed

orqual faceaccesa in arduatorre ,

Che

il camminsegnanell'equoreoregno,

Splende perte la provid’Arteasdegno

Di

chipur quella tentain bando porre.

Ma

più sfavillail sovruman fulgore Del Genio tuo,che pertempointende AH’oprediconsiglioedivalore-,

E

nuova spemeaItaliain pettoaccende,

Che

dal tuoprode esaggioaugusto core Gloriaimmortai,non chesoccorsoattende.

Capo

£

Anno.

Or

che apreinOrienteal Solle porte

E

’lfren delToreil novell’Annoappresta

,

Nova

pur veggio a te digaudioefesta Uscir forierain Ciel propiziasorte.

Chituttocon tenorsoave e forte Voive quaggiù,dall’orridatempesta,

Che

ti svegliòmalnata gente infèsta.

Ben ha chelieto scampoornait’apporte.

Donna,

tua spemeinlui ripon che intento

A

giovarsempre,alternamenteasperge Nostr’almc d'amarezzaedicontendo.

Spessovirtù,per

man

degli empj ei terge Dal terrenfango; poiqual nebbia alvento Invidia,frode,crudeltàdisperge.

(33)

27

. Per San Luigi Coniuga.

Assai non t'era a’puriAngioli accanto Locar tuo seggioinfra l’eletta schiera, Prode Luigi, dicolor che intera Serbar di Grazia l’aurea stola e’1 manto.

Partir volesti ancor con quella il vanto.

Che

la smarrita riparar primiera Sorte poteo suemacchie in aspra e fera Guisa tergendoco’ flagelli e’1 pianto.

Deh

se a noi teco,ove Innocenza siede.

Di

grave soma indegna il dorso carco Poggiar ne vieta, e colà porre il piede,

. Stendi a noi’l braccio di pietà non parco

,

E

nell’altra ne accogli eterea sede,

A

cui disserra Penitenza il varco»

Per MessaNuova.

Or

l’ali abbassa al gran Mistero innante

,

t

O

troppo in tue ricerche ardito ingegno

.

Ve’ qual Natura il pavido sembiante

cela ecopre, e d’alto orror fa segno.

per rispetto e per amor tremante

Lo

stuol' beato del celeste

Regno

: S’affisa, e in voce grida altosonante:

O sommo

di Bontà stupendo pegno!

Qual suono

uman

dilàdagliastri sale

,

E

ubbidiente un Dio ne trae,el’immensa Chiude in breve confin luce immortale!

Ed

oh qual nova interra augusta

Mensa D’un

cibo sempre a se medesmo uguale

._

E

vitaai Giusti,e morte ai Rei dispensa!

(34)

28

In Morte del Cavaller Cesare Ippoiiti.

JVIorte il colpo vibrò, colpo ferale,

Che

gli aureistamiinfranse algiusto,al forte ,

AlsaggioEroe,che dellainstabilSorte L’onte ei favoriaccolse in voltouguale.

Ma

lamigliordi luiparteimmortale

Al

Ciel, che fattendea,dibraccioaMorte Fra i lieti plausi dell’empirea Corte Rattovolò di sue virtù su Tali

.

E

mentre ornuota d’increate c sole Schiette dolcezze nelfimmenso lago Fra i raggi involto del l’eterno Sole

,

Gira, nò invan, lo sguardo allegro e pago

Or

su la Sposa,orsu la doppia Prole De’ suoigran pregi e de’materniimmago.

P.

C.

Dialogoin Morteetun Canarino.

O

peregrincanoro augel, che a’ lidi Nostri involò rigor diParche infèsto, Perchèdilà da Stigeimesto Trale sacred’Eliso

Ombre

dividi? Securoda rapaci unghie,da infidi

Lacci,ovetuttoa’ tuoi dilettièpresto

,

Fonti,aure, selve,emiglior Soldiquesto, Perchè non anziorlieto cantieridi?

Qui

gemo

errandoognor da duediviso

Non

sose

Donne

o

Dee

; nò mai più spero Trovarchialcorleuguagli,alsenno,alviso.

Lungidal mitelor soave impero

Fiasempre ignotaa

me

la giojae’lriso:

Quelch’ioperdeipiù vaich’Elisointero.

(35)

19

Di

Nirisbo Scamandrico.

Nell’antroalnostroPangiàpria soggiorno Donnaorainregioscanno assisaalberga, Checonladestrasuafioritocorno Stringe,econlaltraserpentinaverga.

A

quello incerchiaunangueilvarcoattorno;

E

unDio dipersailcrin,d’alileterga,

La

mancamandiveloefaceadorno

Di

DafnieFilleinomiesalta everga.

Di

NinfeediPastoriappolospeco Carolaunlietocoro, eDafnieFille Facheripetaognor gioconda FEco.

Eritifio, tuincuichiare faville Febo amicodiffonde,amecieco Mostrainciòqual misteroaltosfaville

.

Risposta.

A.linon ha mia mente,ond’ellaascorno Delfral,che lacirconda, inaltoemerga,

E

da’ripostiarcani,acui dintorno Sacra nebbia s’avvolge,il vet disperga.

Ma

dianziil tuoMisteroapiè d’un orno.

Che

allafresc’ombra i pastorellialberga

,

Svelommiilsaggio Ergasto, eintesiungiorno Ch’eispessoillabbroinIppocrene immerga

.

Nirisbo,odi isuoisensi,egli odanteco GliabitatordelleParmensiville:

Sceso èImeneo, Felicitateèseco.

Due

bell’

Alme

Regaliei scelseeunille.

Panealgran

Nodo

applaude, ea luifànn’eco I Silvaniele Ninfe a millea mille.

(36)

3°

Per MessaNuova.

Qui

tuttoèDio,dove non èsubbietto,

Che

sostegnaapparenzease natie.

,

Oh

benoltreogni esemplo arcanee pie Voci,onde nacque il portentosoEffetto!

Questo, ah questoèben più cheintercetto

Cammino

al Sol perallungarne ildie,

Che

asciuttopiè calcanteequoree vie.

Che

ignudosassoa largiracqueastretto

.

Quando

quelle miròproveNatura

,

Immobilesi stièpermaraviglia Qualchivede eveder nons’assecura.

Ma

tanto lesue forze urtacscompiglia

Or

di tuaLingua ilsuon, cheperpaura Arretrasi,ed’un velcopre le ciglia

.

PerMessa Nuova.

Quest’Araudì, erimembraancorgliaccenti ,

e j

Che

tua

Germana

insacrovel disciolse:

Stuold’Angiolidi là da^liastri ardenti Recolli,e’l Divin

Re

lietogliaccolse

.

Ma

aquest’Ara oh qual mai d’altee possenti Notesuon dal tuolabbrooggi sisvolse,

Che

dietroa se lasciandoenubi eventi Tra’ Cherubiciratto Innis’involse,

E

giùne addusseimmantenentc il

Nume

,

Che

pertechiuse inbreveforma efrale L’-augustoeterno incircoscritto

Lume

!

Nulla angelica Essenzia spiritale,

Che

tantopuò sovraogni

uman

costume,

Parlòmai’nterra oin ciclconpossa uguale

.

(37)

PerlaConversioneaun EbreoallaFedediG.C.

Grazia,che giùdal Ciel libera scende,

perpossamortais’avanza oarretra,

Oh

quai perentroa’petti, ovepenetra, Mirabili e diverse opra vicende!

Ve’come ilcordi Guardaraans’arrende Ossequioso alei,che l’apre cspetra

,

Or

che più duraassaichesmaltoo pietra FassiGiudea che arintuzzarlaintende.

Talsi ripiega almartellar frequente,

Che

alternabuon vigordibraccia ignude,

Ben affocatoferroubbidiente,

E

l'indoledispoglia alpestrae rude;

Mentre a’ ber colpi indocilel’algente Viepiù s’indurasottopostaincude.

PerMonacafigliadel celebresignor Zanon.

Tu

nonsoltanto nelledottecarte,

Zanon,mostrasti qualdi messebionda Largo tesoroal buon cultorrisponda

,

Che

industrecuraal grato suolcomparto;

Ma

inmolta prole espressoa parteaparte Fostiancora apparir come feconda

Di

bcll’opre Virtùne’ cuor s'infonda

,

Cuivegli inguardia

Amor

paterno edArte.

E

ben potestia Diosacrar giàpria

Che

ti svestissidelle

membra

umane Tre Figlieinvoluntariaservitute.

Or

dal Ciel miri lamedesma via Eleonora entrar,chealle

Germane

Sta indietroperetà, nonper virtute.

(38)

32

Per Noffe

.

Oh

qual d’

Amori

Stuolo a

man

piene Sparge di fiori

Le

Adriachearene!

Pien d’altionori Ecco ecco Imene, Per duo bei cuori Dagli astri ei viene.

Destin più degno Trarnoipoteo

NeH’uman

regno Allor ch’ei feo

Suo nobil segno Teti e Peléo.

Per No^-e.

A

nobil prova intento

Amor

si volse

A

fard’inclitipregiun dìtesoro

.

Senno,Onestà,Valor,Grazia,Decoro,

Gentilezza, Beltatein unraccolse

.

L’elettaMassa invaghe esaldeei svolse Fila,ene ordiocon sovruman lavoro Altra Catena ched’argentood’oro,

E

diluceimmortai tutta l’avvolse.

Quella orfestosodall’Idaliasede Recaa Imeneolà dovein Adria bagna Il VenetoLeon l’invittopiede,

Affinchèin nodod’insolubil fede

Per luisi stringaegregiaCoppia emagna, , Delprisco migliorsangue Italoerede

.

(39)

33;

PerrIngressod'un Procuratore diS. Marco.

P

erchèsiraraemai Virtudein terra?

Perchè l’Invidia rea,che tortovede,

La

debita digloriaa leimercede Audaceniega,ela disarma catterra

.

Belladel mar Reina,acuidisserra I suoitesor Prudenza,eal fiancosiede

. Retta Equitateed incorrottaFede, .

Che

tuo sostegno sone inpaceeinguerra,

Ben sai comeVirtù ne’ cuor s’accende

Al

vivo balenardi fregialteri

,

Ond’orchiaro iltuo

Manin

risplcnde.

Ella perte fraglionorgiustie veri _ Cresce, eperessailtuogran

Nome

ascende

. Suquantifuroo son famosiImperi-

OrazionedelB. GirolamoMiani.

Signor, deh mira il fralche micirconda

E

grava,ai ben oprar ritegnoeinciampo

,

E

qualcontra

me

surgearmatoin campo Feroce stuoldallatartareasponda.

Il mio cor gela,ecome alvento fronda Trema,nè trovaahimèsostegno o scampo.

Ah

scenda in

me

di tuaPietate un lampo.

Che

novalenaagli egrisensi infonda.

_ _> f o

. o.

Se tuaGiustizia allemiserie estreme

Mi

danna,csordaal miopregar contrasta

,

Che

non diranno ituoi nemici emiei?

Diran chein te malposiogni miaspeme

,

Che

a mio soccorsoil tuopoternon basta.

Che

unDio veracee Salvatornon sei.

- I

(40)

P<rS. AlbertoSiciliano.

Oh

comespesso a falsao incertalibra

Uman

pensierVirtude e Vizioappende, Secauto e lento ogni secreta fibra Delcorprofondo a sceverarnonprende!

Queichedellegiust’almcil mcrtolibra Quaggiù

sommo

Pastor benTocchio intende

,

E

da lungo esplorar cheiltuttocribra

Norma

secura a’suoiDecreti attende.

Non

atalprova però Fopre eipose Del Drepanense Eroe.

Che

al suoferetro Discesi Angiolieletti alui festose Laudiintonaro dicelestemetro

,

A

cui bentosto inlietosuonrispose Dal Vaticanoil Successor diPietro.

Per Santa Barbara

.

Schiera chese

1

conbellic’armi ignote

A

1prischigiorni altoriparoal

Regno

,

Ch’empie Fernando, amato

Nome,

edegno D’invidia obbiettoallestagionremote

,

Mira,dehmira,dall’eternerote Qual sute volgei raid’affetto inpegno Lei che tua spemein campoetuosostegno Oggi sacrifestosiinni riscote.

Or

pregaleiche al rcgal solioaccanto

doveilSaggio siede,ilGiusto, ilPio, Tecoimmortaidivalorserbi ilvanto;

Valor,ond’ellaarmatail pettooffrio Delpadre

(ahcrudo mostro

!^a

icolpi,e ’ntanto Fremer Naturaper orrorslidio

.

(41)

ì5 La, Caritàdel Beato Miapi.

Bella Virtute,ohdiiqualardéesplende_

' Immortailucetuo.palese aspetto.,’.

t

E

oli qualnovoineffabilediletto

E

amor ditua beltà nell’almeaccende!

Ben

è l’alt’opra, acui

Miano

intende

Di

Caricatepienla menteeil petto.

Tal,cheperessa iltuo fulgorperfetto Traluce ein pregio adogni gente ascende.

Qual non infusealleritroseciglia Del Batavo infedcldi sevaghezza

,

Seipur ebbrodi giojaemeraviglia Del grand’Eroela Virtù lauda eprezza,03

Magnanima

Virtù veracefiglia

Di

quella Fè, ch’ci non conosceesprezza!

Per Monaca. ' >

Se

amordiLibertà forte accende L’augel,la tigre,edilbone,cl’orso

,

Che

quellaognundi lorcon unghie,o morso,

O

con lafuga asuopoter difende,

Costei chemeglio ancor suoidrittiintende Colnaturale di ragionsoccorso

,

Com’orde’ giorni suoinelpiùbel corso Sì lietaepagaai lacci ilpiè distende?

O

di supernaGraziainvitta forza!

Non

chei rubelliaflètti,ovealeipiace

,

Le

più innocenti voglieinpetto ammorza;

E

pasce ilcordi verogaudio e pace Oltre iconfindellaterrenascorza:

E

stupida Natura osservae tace.

(42)

3*

PerLaurea,in Legge.

Poical

Pomo

fatai la man distese

L’incauto Padre, ohqual mai notteoscura Sisparse intornoall’aurealuce epura

,

Che

dentroaH’almc ildivin Fabbroaccese!

Quindiin Sinaa dettartremendoei scese L’infusaall’uomo eterna Legge, in dura Pietra vergolla, einnostra fral natura Poscia aintegrarla ei stessoogni opraintese.

Di

là,saggio Garzone,avido bei Del

Ver,

del Giustogl’incorrotti semi.

Dolce speme de’ Buoni, orrorde’ Rei.

Pertefiapoi,chenovel lumeaTemi S’aggiunga interra,eal balenar dilei L’iniquaFrodeela Baldanza tremi.

Sulo stessoargomento.

Non

d’interaVittoria èpremiointero Ildotto Allor, cheti verdeggiainfronte.

<•'

Da

te benaltreassaipiù degneeconte

Astreavuol provedi valorguerriero.

A

te domare starubello efero

Stuolche sempre amalfar levogliehapronte

,

Fabbro d’inganni,di calunniee d’onte Pertirargiùdiseggioil Drittoe’1 Vero.

Già infìntepugneancor l’invitta

Roma

I prodifigliesercitarsolea

Di

frondeornando a’ vincitorlachioma.

Ma

soldiveragioja allors’empiea

Quando

peressi incatenatae

doma

L’AffricanaSuperbiail suolmordea

.

(43)

37 PerlaSignora AmorettiLaureata

.

1orse dagli astri,ovelocò suasede

,

Fc’ diTemilà figlia anoi ritorno ? Etordi Froda ed’ignoranzaascorno Fa dell’eterno Vero al

mondo

fede?

Questa cheinmezzoa tantosenno siede

Alma

Donzella, e insermon tersoeadorno Tantofulgor di sapienza intorno Spande,cheognundimaraviglia fiede

,

Già mio pensiero adubitarsospinse

Non

siala sempre invanoattesaDea,

Che

le leggidal sendi Gioveattinse

.

E

credereilo pur,s’oggi

mcn

rea Fusse la Terra,che allorquandoastrinse Il fallirnostroadipartirne Astréa.

PerleFeste fattein San-Secondoa S.A.R.

Ardua

fu sempre ed’onordegnaimpresa L’aprirside’ Regnanti alcorla via

.

Tu, San-Secondo, te la apristi,eascesa Tuagloria èin gradoassaimaggiordipria

La

pura Fèche inognipettoaccesa All’augusto Fernandoincontrouscia,

E

in nuoveguise adonorarlo intesa

Di

plausoefesta ognicontrada empia,

Oltr’usopiacqueallagrand’

Alma

,eohquai D’amoreate non dièsecuripegni Co’regidetti,che mentir nonsanno!

Su l’alidella

Fama

ingiroandrai,

E

mille forse ate Provincie eRegni

Di

bella venturainvidia avranno.

(44)

Per Monaca.

Come

spiaggiasitibonda,

A

cuil'onda

Nieghi avaroilrivoeildel

,

Giaceafflitta,elo squallore D’altoorrore

Sulei spiega infaustovel;

Ma

seil fonteel’auraamica La nutrica,

E

a’suoi germiarride ilSol,

D’erbe eliors’ammanta, esgombra L’orrid’ombra

E

le immagini del duol:

Cosìun’Alma, acuinegato

‘Ilbeato

Sia diGraziaalmotcsor,

Desolataillanguidisce,

_

E

smarrisce

*

Ogni

pregio, ogni splendor%

Ma

se un raggioin lei deriva Dalla viva

Luce immensa di lassù, , Tutta allor s’allegra, e veste

.

Di

celeste

Ricca messe di virtù. i_.Qual mai fe negli uman petti

A’ miei detti

.

Tuo

grand1Atto acquisterà,

Tuo

grand’Atto, o Vergili prode,

1.

Che

di lode

.Eia subbiettoad ogni età!

(45)

39

Di

Ramiso Dipéo

.

P

agnini,ilbiondo

Nume

a tecomparti Quantoaltruipuòdonare estrovivace,

E

nellesacreanticheelettecarte

A

tesvelade' Vatiildirverace.

E

Certomonte ognortadditaadarte Ovealberga VirtuteestabilPace, Montevercuiilmiodesirsiparte,

E

debilvola nelCetàfugace.

DehseApollo non dormeintegiammai

,

Porgiaquest'alma,o dotto Vate,aita,

E

faeh'etvolgaaleipietosiirai.

ChèallordelCieloverleviepiùardita

D

ridandoilvoi lungidaterraassai Aurespirarpotràdinobil vita.

Risposta.

Il dolcesuon dellemielaudi sparte Ne’tuoi carmileggiadria

me

nontace

,

Come

spesso dalvero sidiparte

Amore

ahtroppo in giudicarfallace.

Già fu,che persottrarla miglior parte

Di

me, Ramiso,al mutoobblio vorace

spinsi le mie voglieoveindisparte Dal vulgo aversuastanza aFebopiace

.

Ma

l'arduocalle,ondetu francovai

A

vera Glorianell’età fiorita

,

Con

piènon parial buonvolertentai.

Tcntaiioinvano, edell’errorpentita

Mia

menteorpiega adaltra viache ornai Sennomiglioreinnanzi m’apreeaddita.

(46)

I

SopraunPapagailo,

sovraquanti a’lidinostri invia L’Indico suol corteseAugelloeblando,

Ghe

fido a’cenni dellabellaArgia

Or

conlei dolce parli,orvaischerzando;

orchiedi invistamansueta e pia,

Or

porgi bacia chi tivienpalpando Tanto e più t’amoquant’iogiàabborna Quelcheligioèd'Idalbaal fier comando^

Quel chea’mieivezzi ingratoira efurore

<Spiravaognorda’suoiprotervi lumi Unghiee rostroaguzzandoa mioterrore.

Drittoconsiglio de’benigni

Numi,

Utilea’ saggi, che dellorsignore Spesso adombrinle belveattie costumi

.

In Morte etuna Cagna

.

Te

vivad’Ascrei fior,Lesbina,aspersi.

Che

a schernoavran l’iniquo Veglioedace,

Or

co’lumi dipiantooimè! cospersi

Te

spentaimploro allefredd’ossa pace

.

E

vo’ che immortai vivaentro imieiversi L’amorosa tuafèpura everace,

E

ibegli attid’amortantie diversi,

Che

il rimembrareognorm’affligge epiace.

Dunque,

orara pietà!mia lontananza Sì gravedoglia ti recò,che intraccia Di

me

tispinse find’Avernoai lidi?(,4) Il tuo cor grandeoltre ogniesempio avanza

(

E

Polluce,cOrfeosci soffrac taccia ) Quantifurcuori innamorati efidi

.

4o

o

E

(47)

4

1,

AlSignorMarchese OrarioNcrli, Nerli,cuibelloilcordiedee l’ingegno

Natura, elasciauman pensiero in forse, Qual più$sipoggia l’uno el’altroasegno,

Che

pochipareggiar, nullo precorse-,

Mal

poss’iovile augeldi Feboasdegno.

Che

in

me

nemiche ognorle luci torse ,

Te

cantando seguirdiGloria al regno.

Ove

iltuo buon Valorarditocorse

.

Ma

seinegual miocantoall’ardaeprove

A

cuimi spronanRiverenzae

Amore

,

Vintoriman dal troppoalto subbietto,

Non

peròsdegno oduol mi pungeilpetto-,

E

godoanzial vederchea

me

piùonore

. Vien, quiperdendo,che vincendo altrove.

, Pelritorno cTunAmico.

^on

gli agi,o i ricchi fregiaureilucenti.

Che

a te conlarga

man

la sòrte appresta,

quant’altro mai suoleingaudio e festa Levar le umaneambiziosementi,

E

pocoquella ancorchescorrersenti Per entroal send’altero sangue onesta Fonte che spessoindegni pettidesta Al magnanimooprarstimoli ardenti,

Ma

ben loschiettocore,eildestro ingegno

,

Signor,chesempre allebelI’Arti intende,

Pregi,ondesaliavera Gloriaincima.

Digiojam’empion l’unoel’altro asegno,

Or

che propizia stellaanoiglirende,

Che

noi saprosa pareggiarnè rima.

^

/

(48)

42

Per unochesiguardavaallospecchio inunprato.

Quando

mirò Narcisoin gremboall’acque Effigiatosuoleggiadroaspetto,

Mistoa nuovo stupor

sommo

diletto Pergli occhidesiosial cor glinacque.

E

taldisemedesmo sicompiacque,

Che

fattopredaanon più inteso affetto Immobileaffisossi al dolce obbietto,

E

in fiorconversoalfin tral’erbeeigiacque.

Tu

pur, Garzon, quandoti specchi,eil vivo Occhio,ilbellabbroe’1 crinvagheggiornato,

N’adombri lui che mal guatossial rivo.

Ah

sepiùindugi, inquestoverde prato Ti vedròforseor ordivita privo,

E

intulipanoo in girasol cangiato.

PerlaElezione

£

unParroco.

Uopo

non hadi

gemme

o d’orio d’ostri Virtù verace,ondefiammeggiesplenda:

Di sericcaèdel parooin ermi chiostri

Umil

s'annidi,ogradi eccelsiascenda

.

Pur seinaltolocataanoi si mostri, .

Onde

più intornosuofulgor sistenda,

Oh

qualmaggiore avvienne’ petti nostri Maraviglia e diletto eamor accenda!

Quei che d’unguardo i cor penetraescorre

Te

,Carlo, meta delcomun disio,

Volle oraincimaalCandelabro <l5)esporre

,

Perche il divin, che in te misec nutrio,

Foco

, qual lampa accesa in ardua torre ,

Empia diluce il tuo terren natio

.

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