DI ALESSANDRO POPE.
traduziqn dall’ inglese.
LA PRIMAVERA
, ovveroDAMONE
.
Al Signor Guglielmo
T
'rumbai.P
• •x rumerò
m
queste amene piaggeiotento Rustiche note, esollazzarne’ piani Avventurosidi Vindsor non sdegno.Tu, belTamigi, dal tuofontesacro,
Or
cheleMuse
Sicilianeil canto Sciolgonsu letuerive,a noidiscendi Placidamente: la fresc’aurascherzi Fraisalci tremolanti,efàccianeco D’Albioneicollia’ beiconcenti agresti.Ju, che per senno dispregiandoilfasto, Perbontà la potenza,ilvanto godi Di non mostrarti grande or più qualpria,
E
quantoil inondointeroammiraevanta Tecorecandoalmondo
intiert’involi Alteramente, intantochèla cetra Fra le nativeaccordi ombresilvestri,•Deh
lamiaMusa
alla sottilsampognaIlfiato inspiri1Cosìlice altordo,
Quando
va l'usignuoloal suoriposo,A
boschi abbandonatiin rozzo metro Garrir;ma
assortonelsilenziointendeAd
ascoltar,quand’eglicanta,etutti Battono l’alegliuditor dell’ aria./
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A
penascossa lanotturna brina Avcanle agnelle,duepastor,cuidesti TeneanleMuse
eAmor
, labiancavalle Tutta ingombraredilanose torme, Lordolcecura,ambo
sìfreschiin visoCome
il mattino elastagion più bella.Spuntandoallorla rubiconda Aurora
Da
una costa del poggio,in questi accenti Cominciò Dafni,e alui Strefonrispose.
Dafni. Udite comesu’fioriti rami Destangliaugellicon allegri metri Ilbel mattino.
E
perchè stiamnoi mutiOr
che il fanellomattutino canta,
E
ilgorgheggiarnerosignuol salutaLa
primavera?E
perchèstiam sì mestiOr
c’altosplendeFosforo,eNatura Prodiga l’anno rubicondo pinge?Strefone.
Dunque
cantiamo,e alcantarnostro orecchio DaràDamone.
1 lentibuoifrattanto Agiterai!col pièl’arateglebe.Quiilcrocorilucentee ilbelcilestro Tingonsia rosso,clefragranti rose Zefliroavviva. Ioquell’agneldepongo,
Che
scherzapresso ilfónte, edallarivaLa
propria immagocarolanteosserva.Dafni.
Ed
ioquesto bicchiere,oves’attorce L’cdralasciva, eigrappolicrescenti Fanno inarcarele arricciate viti.Dalleggiadro lavorquattro figure Saltanoin fuori,del volubilanno
Le
Stagionvarie,eche è quel, chefascia Il folgorante cielo,u’ benespressi Inbell'ordinesondodicisegni?8?
/
Damone
.A
vicenda cantate:amanleMuse
Ilvicendevol canto.
Or
lospinalbo Germoglia,le violeapronle foglie;Or
gliarboris’infrondano,ei fioretti Smaltanoilsuolo. Cominciate;etutti Ripeteranlevalli ivostri accenti.
Strefone.Febo,m’inspiraa onordellamiaDelia
Di
Valleribe’ carmi,ole canzoni Affettuose diGranville; e innanti All’aretuestaràcandido toroAl
par dellatte,cheminaccia guerre,E
co’ pielevadal terren la sabbia.Dafni.
O Amore
, etuperla mia Silvia il premio Acquistai- fammi,e lamia lingua rendi Vittoriosa alpar de’ suoi begliocchi.
Non
pecora nè agnelloinsagrifizio T’immolerò; tuavittimadevota, Amor.,sarà delpastorello ilcore.Strefone.
La
vezzosamia Delia ame
fa segno Dalla pianura;indi fra'boschiombrosi Ratto s’involaal suo pastore acceso.Ma
fingeun riso,ove miveggia intentoA
rintracciarla;came
quelrisoèguidaA
rinvenirla nonritrosa Bella.Dafni.
La
vivace miaSilviaaffretta il passo Lunghesso ilverde. Ellasenfugge,e spera,Che
inosservatoilsuo fuggirnon sia.Poimentre vibra un amoroso sguardo
A
chidietrola siegue,oh comein leiMal
tengonsid’accordo ilpiedeel’occhio!Strefone. Volga il riccoPattolo arened’oro In suoviaggio, eaH’Eridànoinriva
Le
pioppo geraanambra.A me
le spiagge?4
Beatedel Tamigioffrono al guardo
Somme
Beltà.Quipascola, omia greggia.Cercar lontanipaschia
me
non giova.Dafni. Vener. Celeste neglTdalj boschi Soggiorno fa.CintoaDiana ècaro,
E
a Cerere Ibla. Se allamia fanciulla,Che
non ha pari, diVindsorre l'omhre Arrecano diletto,e Cinto ed Ibla Cedonoall’ombredi Vindsorre ilvanto.Strefone.Tuttageme Natura,ilcielsi scioglie In larghe piogge, ammutoliti stanno Gli augelletti,esocchiusi ifiorlanguenti.
Se Delia ride,adilatarsi ifiori
Comincian tosto,a serenarsiilcielo,
E
.gliaugelletti asciormusiche note.
Dafni. Tutta rideNatura, allegriefreschi Sono iboschetti,il temperato raggio DelSoll’auravitaldolceriscalda.
SeSilvia ride, dinovellionori S’indoranole sponde, eda leivinta Parche Natura ognidiletto perda
.
Strefone.
Di
primavera ipratiame
son cari, D’autunno lemontagne, insulmattino Gliapertipiani, edi boschettiombratiA
mezzoildì;ma
Delia atutteleore.-
Da
lei lontan nèsul mattinoipiani,
Nè
mi songratisul meriggioiboschi.Dafni. Silvia alvederla èunubertosoautunno,
Ma
placidaè qual Maggio; assai più splende•
Che
il mezzodì,ma
al par dell’albaèfresca,
S'ellaquinon rifolgora,a
me
spiace Fin primavera;sea bearmièpresta,La
bellaprimavera ho tuttol’anno.Strefone.
Dimmi
tu,Dafni,dimmi inqualsimostra Lietoterrenouna mirabilPianta,Che
sacrati Monarchi ingrembo accoglie.<17)Questo solomispiega,eil guiderdone Ti cedo, etu della vittoriail pegno Della tuaSilviaal guardo ofFrit potrai.
Dafni. Anzitu prima a
me
rispondi, inquali Più fortunaticampi ilCardo nasce,p8,_A
cui fin cedei primionoriil giglio.Sequesto mi saidir, più nobil prezzo Ti lasceròin mercè.
La
bellaSìlvia,Mio
sovranodiletto,allor fiatua.Damone.
Cessino ornaile gare. In premio assegno, Dafni, a Strefoneilnappo,ea te l’agnello.O
beatipastor,che Ninfe avete In ognipregio illustri,evoi beate,Ninfe,che da’pastor sìdegni pregi Uditecelebrarconnobil canto.
Su viasorgete, edaffrettate ilpasso Versoquelpergolato boschereccio,
Dolce riparoalle improvvisepiogge
Di
primavera.Con
agrestipompe
Coronerassiilprato,elorfragranze Ingiro spireran gliapertifiori.Ve’là, che s’incamminanoal coperto