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Effetti sulla redditività

Nel documento Il rischio di liquidità in banca (pagine 101-103)

3. IMPATTI SULLE BANCHE DELLA NUOVA REGOLAMENTAZIONE

3.3 Effetti sulla redditività

Politiche di raccolta equilibrate e di successo, oltre che essere condizionate dai nuovi vincoli di liquidità in termini di composizione del passivo e conseguentemente dell’attivo, non possono prescindere dal fattore della redditività.

Qualsiasi intervento di equilibrio nella liquidità, realizzato da Basilea III per mezzo del LCR e del NSFR, ha un impatto in termini di costi e profitti e dunque incide sull’equilibrio economico dell’intermediario.

Il Liquidity Coverage Ratio e il Net Stable Funding Ratio richiamano gli intermediari nella impostazione di una rinnovata ed alternativa logica reddituale che non faccia perno esclusivamente sulla razionalizzazione dei costi, la quale consentirebbe il solo contenimento delle perdite sena produrre utili adeguati che necessiterebbero invece di una capacità di autofinanziamento dell’intermediario derivante da un suo rafforzamento patrimoniale, ma che sproni alla ricerca di nuove leve reddituali in un’ottica di diversificazione dei ricavi. Il LCR e il NSFR riducono l’esposizione al rischio di liquidità delle singole banche uniformando la composizione qualitativa dell'attivo e del passivo dei vari intermediari e riducendo l'attività di trasformazione delle scadenze con la conseguente riduzione dei risultati reddituali. Un grosso limite della nuova regolamentazione in materia di liquidità è però quello di uniformare il trattamento riservato agli intermediari bancari a prescindere dal loro modello di business.

Il vincolo quantitativo della liquidità di breve periodo, il Liquidity Coverage Ratio, impone all’intermediario bancario la detenzione di attività liquide di elevata qualità in quantità consistenti per poter fronteggiare una crisi di liquidità nell’orizzonte temporale di trenta giorni. Questo si traduce nella creazione e dotazione di una riserva più ampia rispetto alle effettive e specifiche esigenze con conseguente perdita di redditività media dell'attivo. Inoltre l’inclusione di attività liquide non ha mancato di accrescere i costi opportunità, indebolendo ulteriormente i profitti, già contratti dalla maggiore onerosità della raccolta, con impatti negativi sulla redditività complessiva, sempre più in posizione antitetica rispetto ad un’adeguata gestione della liquidità e del connesso rischio.

Contemporaneamente il Net Stable Funding Ratio vincola l’intermediario a realizzare una raccolta stabile maggiormente onerosa di medio lungo periodo, a ridurre le componenti

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immobilizzate dell'attivo, per avvicinarne la scadenza media ponderata con le componenti del passivo.

Il NSFR implica come visto un incremento delle attività liquide di alta qualità e delle fonti di raccolta stabili quali depositi ed equity. Da ciò deriva una maggiore resilienza in periodi di particolare stress e una riduzione della redditività in periodi normali; la quota maggiore di attività liquide vincolate riduce gli interessi attivi mentre le passività con una scadenza più lunga aumentano gli interessi passivi con risultato finale di diminuzione del margine d’interesse. Pertanto maggiore sarà il Net Stable Funding Ratio minore saranno i margini d’interesse dell’intermediario bancario.

Focalizzandoci solo sul requisito di liquidità strutturale è secondo me importante riportare un’indagine condotta su un campione di 324 banche appartenenti a 28 paesi Europei durante il periodo 2004-2013.

Questa indagine ha tentato di spiegare la relazione tra la nuova regolamentazione e la redditività bancaria, tenendo conto del costo delle risorse, verificando così se gli effetti del Net Stable Funding Ratio siano funzione del modello di business e dell’area geografica di appartenenza95.

Questa analisi, contrariamente da quanto detto precedentemente, mostra una relazione positiva tra l’indicatore di liquidità strutturale e la redditività.

Questo risultato però vale principalmente per le banche di piccole dimensioni, le quali presentano valori di NSFR superiori alla soglia minima.

Il segno positivo tra l’NSFR e la redditività trova conferma nella relazione che lega l’indicatore al costo del funding; infatti i risultati di questa indagine mostrano una relazione negativa tra il nuovo vincolo di liquidità strutturale e il costo delle risorse.

La componente fondamentale di tale relazione risulta essere l’equity e da questo si deduce che le banche più capitalizzate, essendo a regola più stabili appaiono in grado di sfruttare bassi costi di funding che migliorano la redditività.

Inoltre dall’indagine risulta chiaro che la redditività va a diminuire principalmente nel periodo di analisi in cui le banche si sono caratterizzate per un livello di leverage alto, per problemi di diseconomie di scala derivanti dall’aumento della dimensione e per un peggioramento dell’efficienza operativa.

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Oltre a questi, hanno inciso sulla redditività aziendale anche il livello dei tassi interbancari e il Pil, influenzandola in modo positivo, e l’inflazione invece con segno negativo.

Nel complesso emerge così che anche le variabili economiche giocano un ruolo fondamentale sulla reddittività.

Inoltre è importante sottolineare, come questo modello sia stato stimato dividendo in due il periodo di riferimento: pre-crisi (2004-2008) e periodo di crisi (2008-2013).

È emerso che la relazione positiva tra liquidità e redditività, come la relazione negativa tra liquidità e costo del funding, descritta precedentemente, vale solo e principalmente nel periodo di crisi e per le banche di piccola dimensione.

In conclusione, nonostante l’effetto combinato dei due indicatori sia di migliorare l'esposizione al rischio di liquidità dell'intermediario permettendogli di pagare un premio per il rischio inferiore sulla raccolta, la prima perdita di redditività determinata dal Liquidity coverage ratio per il mantenimento di una riserva di liquidità eccessiva e dal Net stable funding ratio a causa della riduzione del rischio di trasformazione delle scadenze, non riesce ad essere bloccata completamente.

Nel documento Il rischio di liquidità in banca (pagine 101-103)