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Evidenze sugli indicatori di liquidità

Nel documento Il rischio di liquidità in banca (pagine 91-96)

3. IMPATTI SULLE BANCHE DELLA NUOVA REGOLAMENTAZIONE

3.1 Evidenze sugli indicatori di liquidità

Dal Dicembre 2010 sia il Comitato di Basilea, da un punto di vista internazionale, sia la European Banking Authority (EBA), da un punto di vista europeo, hanno realizzato e pubblicato, con cadenza semestrale, report di monitoraggio per comprendere l’impatto, le implicazioni e il grado di convergenza delle banche alle molteplici novità introdotte da Basilea III.

Una delle documentazioni più recenti, in ambito europeo, è stata elaborata dall’EBA che ha pubblicato in data 20 marzo 2019 due relazioni, che misurano l'impatto dell'attuazione delle riforme finali di Basilea III e controllano l'attuale attuazione delle misure di liquidità nell'UE.

Questo aggiornamento ovviamente è meno dettagliato del rapporto di fine anno perché fornisce un'analisi a breve termine dei profili di rischio di liquidità delle banche nonché della potenziale copertura e deflusso di liquidità che le banche affrontano in una specifica valuta estera significativa.

Riguardo il LCR delle banche dell'UE il documento al quale dobbiamo fare riferimento è la relazione sulle misure di liquidità la quale monitora e valuta i requisiti di copertura della

90 R. Ruozi, P. Ferrari, “La nuova regolamentazione del rischio di liquidità: l’impatto sulla gestione

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liquidità attualmente in vigore nell'UE. L'analisi è stata fatta su un campione di 140 banche (178 banche incluse le controllate) appartenenti ai 28 Stati membri dell'UE.

Secondo i dati analizzati il LCR, che come sappiamo è stato pienamente applicato a gennaio 2018, si è attestato in media al 146% circa nel giugno 2018, sostanzialmente sopra la soglia minima del 100%.

L’analisi messa in atto dall’EBA mostra come le banche abbiano compiuto sforzi significativi per aumentare il livello della LCR e ridurre il deficit di attività liquide.

Il LCR, in media, è stato sopra al 100% da settembre 2016 aumentandolo di circa 100 punti base da dicembre 2017. Di conseguenza, il deficit di liquidità aggregato è diminuito da oltre 26,7 miliardi di euro nel settembre 2016 a 22,5 miliardi di EUR nel giugno 2018. La maggior parte dei paesi europei nel campione analizzato ha livelli di LCR tra il 100% e il 200%. Tuttavia, alcuni paesi, come Bulgaria, Romania e Slovenia, mostrano livelli medi LCR superiori al 300%. Cipro, Lettonia e Lituania mostra invece percentuali superiori al 200%, mentre la Grecia si colloca a livelli medi di LCR inferiori al 100%.

Da settembre 2016, le banche già conformi al requisito minimo LCR, hanno ulteriormente migliorato il loro surplus, indicando ulteriori sforzi per rafforzare i loro profili di liquidità.

Figura 5

Fonte: EBA, “Report on Liquidity measures”, 20 marzo 2019

Riferendoci al numeratore del rapporto che compone il ratio in questione, generalmente le attività liquide sono costituite principalmente da attività di livello 1 (oltre il 94% o oltre il 90%, del buffer di liquidità totale).

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Nell'ambito delle attività di livello 1, la percentuale di riserve di cassa e di banche centrali (47%) è leggermente superiore a titoli (42%), ma solo per GSII91 e O-SII92. Per le altre banche, i titoli (48%) sono più alti in proporzione delle riserve di cassa e di banche centrali (44%).

Metà dei paesi europei dipendono in gran parte dai titoli di livello 1(escluse le obbligazioni garantite); mentre l’altra metà di banche si affidano ancora al denaro e alle riserve di Banca Centrale Europea. Per esempio, i paesi come la Lituania, Lettonia e l’Estonia hanno una percentuale pari quasi al 92% del buffer di liquidità composto da denaro contante e riserve di banca centrale.

Le attività 2A e 2B mantengono invece pressochè inalterati i loro valori per i diversi gruppi bancari europei alla luce delle ancora non troppo rilevanti dimensioni dei loro mercati di riferimento.

Figura 6

Fonte: EBA, “Report on Liquidity measures”, 20 marzo 2019

91 Global Systemically Important Institutions sono le banche a rilevanza sistemica globale 92 Other Systematically Important Institutions sono altre istituzione sistematicamente rilevanti

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Passando al denominatore in media, i flussi finanziari in uscita (post-ponderazione) rappresentano circa il 17,7% del totale delle attività. Le GSII e gli O-SII mostrano una percentuale maggiore (18,1%) rispetto ad altre banche (14,3%).

Riguardo gli afflussi (che devono essere sottratti ai deflussi totali) relativi alle GSII e O-SII sono pari al 5,7% del totale delle attività. Questa proporzione è più alta di quanto non sia per altre banche (3,2%).

I risultati per paese mostrano comunque una certa eterogeneità nella composizione degli afflussi, con 17 paesi che mostrano una percentuale maggiore di flussi finanziari in entrata di clienti finanziari e 9 paesi che mostrano una percentuale più elevata di altri afflussi. I valori positivi registrati di LCR raggiunti, attribuibili sia ad un aumento del numeratore che ad un decremento del denominatore, sono stati valutati tenendo conto anche del blocco di iniezioni di risorse di liquidità da parte delle autorità internazionali monetarie; pertanto sembrerebbe essere in presenza di uno scenario che spinge verso uno stabilità.

Per quanto riguarda il NSFR l’analisi più recente che troviamo fa riferimento all’altra relazione elaborata sempre a marzo 201993 da parte dell’EBA che misura l'impatto dell'attuazione delle riforme finali di Basilea III su un campione composto da 44 banche del Gruppo 1 e 79 banche del Gruppo 2 (123 in totale).

Le banche del Gruppo 1 sono banche che hanno un capitale di classe 1 superiore a 3 miliardi di euro e sono attive a livello internazionale.

Tutte le altre banche sono etichettate come banche del Gruppo 2.

Complessivamente si nota che, a giugno 2018, le banche del campione necessitavano di un finanziamento stabile aggiuntivo di 49,1 miliardi di euro pari all'1,7% del totale delle attività (3 000 miliardi di EUR).

La figura 7 illustra lo sviluppo del NSFR nel tempo e vengono inoltre mostrati anche i cambiamenti nelle componenti NSFR (ASF e RSF), mostrando qual è il driver principale del NSFR in ogni periodo.

93 EBA, “Basel III monitoring exercise - RESULTS BASED ON DATA AS OF 30 June 2018”, 20 marzo

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Figura 7

Fonte: EBA, “Basel III monitoring exercise - RESULTS BASED ON DATA AS OF 30 June 2018”, 20 marzo 2019

I risultati mostrano che tra giugno 2011 e giugno 2018 il NSFR medio ha seguito un risultato positivo aumentato di 24,5 punti percentuali. Il driver dell'aumento continuo varia tra i diversi periodi facendo riferimento sia ad un aumento della AFS sia ad una riduzione della RSF.

Purtroppo però si può notare come da dicembre 2017, il NSFR ha seguito la tendenza opposta, diminuendo di 0,5 punti percentuali a causa di un aumento della RFS ciò non è stato compensato però dall'aumento dell'ASF.

Il trend complessivamente positivo fino a dicembre 2017 si riflette anche nella riduzione del deficit in finanziamenti stabili necessari per soddisfare il requisito del 100%, che, rispetto a giugno 2011, è diminuito del 99,8% per le banche del Gruppo 1 e del 98% per le banche del Gruppo 2.

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Figura 8: Evoluzione del deficit NSFR di ASF nel tempo, per gruppo bancario

Fonte: EBA, “Basel III monitoring exercise - RESULTS BASED ON DATA AS OF 30 June 2018”, 20 marzo 2019

Per ragioni concettuali, il NSFR è meno volatile del LCR e non può essere facilmente regolato in un breve lasso di tempo. Pertanto, una particolare attenzione verrà posta su quelle banche che hanno ancora delle carenze rispetto alla soglia prestabilita.

Avendo a questo punto, i livelli attuali dei due indicatori di liquidità degli intermediari bancari europei, è possibile approfondire più coerentemente le implicazioni che essi generano nei principali driver strutturali e di gestione degli stessi.

Nel documento Il rischio di liquidità in banca (pagine 91-96)