modelli 3D a bassa risoluzione)
Fig. 6 - Organigramma complessivo delle operazioni di rilievo e di restituzione per il battistero di Pisa.dinamica e completa di ogni rampa, corredata di tutte le immagini relative alle singole aperture che da questa affacciano all’esterno o all’interno del monumento. Tutti i filmati eseguiti
sono stati in seguito digitalizzati4 e ar-
chiviati in una forma che conciliasse un buon rapporto qualità/dimensione
del filmato5 con una valida possibilità
di distribuzione6. La soluzione di tra-
sferire in forma digitale i filmati oltre a permetterne una facile duplicabilità, ha consentito di trasferire l’elaborato su un tipo di supporto che lo rende non soggetto a decadimento, cosa che
si verificherebbe se il filmato restasse su nastro magnetico, ed ha permes- so di mantenere inalterato il livello qualitativo delle riprese anche dopo un numero elevato di visualizzazio- ni; inoltre, la modalità propria della visualizzazione del filmato digitale, consente di individuare rapidamente all’interno di filmati anche piuttosto lunghi le sequenze di interesse. Altro fattore di interesse nell’utilizzo di questa procedura è la possibilità, of- ferta dai sistemi cosiddetti di “cattura video” di eseguire la registrazione in forma non dinamica del filmato, ov-
vero di campionare singole immagini con un determinato intervallo. Questa soluzione, benché non permetta di
ottenere immagini di alta qualità7,
consente tuttavia di ottenere sequenze interessanti, sia allo scopo di documen- tazione e di estrazione di dettagli dal filmato, sia per la realizzazione di im- magini di tipo panoramico. Un utilizzo di questa documentazione fotografica
a bassa risoluzione può essere molto utile nelle fasi di restituzione seguenti a quelle di acquisizione dei dati. Avere la possibilità di indicare punti di appog- gio o particolarità emerse nel corso del rilievo individuandoli su fotografie, la cui risoluzione anche se non eccessiva permette una discreta visibilità dei par- ticolari a schermo, risulta di notevole utilità per le fasi di restituzione. Si ha
Figg. 7/8 - Il database approntato per la schedatura delle singole scansioni: la definizione dei campi per la scheda tipo e l'interfaccia per la consultazione dei dati e la visualizzazione.
una imponente mole di dati digitali e una modesta quantità di basi cartacee, che ha richiesto il ricorso a particolari soluzioni per la gestione e il trattamen- to dei dati acquisiti.
È risultato subito evidente che l’in- sieme di tutte le scansioni eseguite, ammontando ad oltre trecento scan- sioni concentrate in circa ottanta punti di ripresa, avrebbero portato una quantità di dati notevoli. Era ne- cessaria una pianificazione che non poteva limitarsi ad una archiviazione semplicemente ottenuta mediante una operazione di copiatura dei i dati
su CD-Rom. Si è così ritenuto neces- sario organizzare una forma rapida di schedatura e ordinamento del lavoro condotto, al fine da rendere più sem- plice e trasmissibile a terzi il senso e la completezza di quanto eseguito. La soluzione scelta è stata quella di realizzare un database delle scansioni
eseguite8, basato su una scheda dalla
struttura piuttosto semplice, ma com- pleta nelle informazioni essenziali per l’identificazione della singola scansio- ne e delle sue caratteristiche. In questa maniera, si è proceduto ad attribuire un codice identificativo ad ogni scansione
così una vera e propria integrazione dei dati del rilievo; per cui, in fase di elaborazione, le informazioni acquisite mediante diversi tipi di procedure, che in mancanza di una accurata gestione nell’organizzazione dei dati potrebbero essere poco intelligibili, specialmente per personale che non ha direttamente eseguito il lavoro sul campo, possono trovare una ricucitura sia a livello
della loro reale utilità in relazione agli scopi del rilievo sia in relazione alla possibilità di un riscontro immedia- to della porzione di oggetto a cui si riferiscono.
Un ulteriore ambito di indagine si è aperto una volta completate le ope- razioni di rilievo con lo scanner laser, con metodi topografici e diretti. Infatti le operazioni eseguite hanno prodotto
Figg. 9/10 - Il database approntato per la schedatura delle singole scansioni: una scheda tipo e la visualizzazione in modalità elenco di tutte le schede.
e a sviluppare una scheda tipo che oltre al codice attribuito, contenesse: uno screenshot della scansione aperta nel programma di gestione dello scanner; l’immagine archiviata con la scansione e rappresentante il punto di vista dello scanner; uno schema grafico rappre- sentante il posizionamento in pianta e in alzato dello scanner per quella specifica scansione; il tipo di scanner utilizzato; il numero di punti contenuti in quella scansione; il numero com- plessivo di scansioni eseguite secondo quel punto di vista; un estratto testuale direttamente ottenuto dal software di gestione delle scansioni per corredare la scheda di un volume significativo di informazioni utili alla comprensione delle caratteristiche della scansione stessa senza la necessità di trascrivere
un numero elevato di valori9.
Tra i pochi accessori concessi nella re- dazione di questo archivio essenziale, un campo “calcolatore”, che tenesse conto del numero complessivo dei punti di tutte le scansioni inserite nel database, in modo da sapere, prima ancora di avere eseguito la completa integrazione di tutte le scansioni tra di loro, che il numero totale dei punti presi ammontava a poco più di cen- tosettanta milioni (centocinquanta milioni acquisiti con gli scanner Cyra e circa venti milioni acquisiti con lo scanner Mensi).
zione anche su supporto CD-Rom.
5 I filmati digitali, per poter garantire
fluidità di movimento, devono permet- tere un flusso di dati costante, questo si può ottenere, anche su computer di elevate prestazioni, attraverso una forte compressione dei dati, compressione che, in questo caso, non potrà essere altro che distruttiva. Di conseguenza, con l’indice qualità/dimensione si in- dica un valore che mette in relazione la qualità evidente di quanto si sta visualizzando con la quantità di dati che devono essere archiviati per poter descrivere ogni singolo fotogramma del filmato.
6 I formati di compressione del filmato
sono detti CODEC, quelli di tipo più evoluto non è mai né standard né uni- versalmente compatibili, quindi si deve sempre avere cura di sceglierne uno di buona diffusione e di facile installa- zione (nel caso lo si volesse allegare al CD-Rom contente il filmato che ci si appresta a distribuire). Nel Caso delle riprese eseguite per il battistero di Pisa il CODEC adottato è stato l’MPEG-4, per il formato AVI, nella versione nota come DivX 4.12, questo
CODEC, oltre ad essere gratuito sia per
la visualizzazione che per la produzione dei filmati, offre delle prestazioni nel rapporto qualità/dimensione eccezio- nali, permettendo di archiviare lunghe sequenze video in quantità di dati con
Note
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1 Essenzialmente è stata impiegata una
fotocamera Fuji 6900z con sensore a 3,3 Megapixel, con ottica zoom equiva- lente ad un 35-210 mm nel formato 35 mm. Ad integrazione, dove necessario è stata inoltre impiegata una fotoca- mera standard Nikon FE-2 con ottica 17 mm e una fotocamera panoramica Horizon con 120 gradi di campo su pellicola 35 mm.
2 Al fine di produrre mosaicature di
buona qualità è risultato particolar- mente efficace il software, specifico per questo tipo di applicazione, Stitcher
3.1, prodotto dalla Realviz.
3 La telecamera impiegata, una comune
Handycam Sony in standard Video-8 è
risultata particolarmente versatile so- prattutto per la capacità di eseguire riprese in condizioni di luce scarsis- sima, permettendo, se necessario, la ripresa anche in condizioni di buio quasi totale grazie alle funzioni di in- tensificazione luminosa e alla lampada da ripresa incorporata.
4 La digitalizzazione del filmato è av-
venuta con una scheda di acquisizione video ATI All-In-Wonder 128 pro, la procedura di acquisizione video è stata eseguita da prima ad alta qualità, successivamente i filmati sono stati ricompressi per permetterne l’archivia-
ingombro inferiore a quello offerto da un CD-Rom.
7 La risoluzione massima in genere
corrisponde a quella del sistema PAL (lo standard di trasmissione televisiva europeo) ovvero 512 per 768 pixel a 24 bit di profondità colore. Inoltre il segnale registrato dalla telecamera è interallacciato, per cui si rende necessario l’elaborazione di tutti i fo- togrammi acquisiti con un programma di elaborazione delle immagini che permetta la rimozione dell’effetto di interallaciatura, che pur rendendo le immagini più gradevoli alla vista intro- duce comunque una leggera perdita di nitidezza dell’immagine.
8 Per la redazione del database è stato
impiegato il software File Maker Pro
5.03.
9 Infatti, con questa procedura è stato
sufficiente predisporre un campo te- stuale abbastanza ampio nella scheda tipo e quindi eseguire una semplice operazione di copia-incolla testuale tra l’applicazione di gestione delle scansioni e il programma di database.