Giovanni interviene nel Battistero, nei lavori già avviati dal padre, forse a partire dagli anni immediatamente successivi al 1278; dapprima a fianco dello stesso Nicola e successivamente, dopo la morte di questi, in modo auto- nomo, come dimostra un documento del 1284, in cui egli figura intento a la- vorare da solo con altri collaboratori. Nell’apparato scultoreo realizzato dai due è difficile distinguere chiara- mente l’operato del padre da quello del figlio, ed è possibile supporre un
momento iniziale di stretta collabo- razione fra i due scultori. Si tratta in particolare delle statue che decorano le edicole del coronamento e gli apici delle soprastanti vimperghe, ideate da Nicola: trenta grandi busti nella zona inferiore nove sono attualmente esposti al Museo dell’Opera del Duomo. Le sculture, pur eseguite con una certa sommarietà di finitura, giustificata dall’altezza elevata della loro colloca- zione, e in gran parte estremamente consunte dalla lunga esposizione agli agenti atmosferici, possono tuttavia in linea di massima essere ricondotte all’attività di Giovanni: esse compon- gono infatti un ciclo unico che ben si inserisce nella cultura “gotica” dell’arti- sta e che trova riscontro nelle statue da questi ideate per la facciata del Duomo di Siena. L’operato di Giovanni Pisano comporta la realizzazione di un parco scultoreo molto ampio e ricco, ma è probabile che dovette estendersi anche alla struttura architettonica del batti- stero, infatti, Giovanni era attivamente impegnato anche nella realizzazione di opere d’architettura, così come attesta- no il suo intervento per la facciata del Duomo di Siena, oppure le architetture “verosimili” raffigurate nei rilievi del pulpito del Duomo di Pisa.
Su queste basi, può forse essere at- tribuita a Giovanni la realizzazione della zona soprastante le vimperghe
nicolesche e dell’intero terzo ordine9.
Il tutto costituisce infatti una ingegno- sa struttura che recupera e rilegge con discrezione cornici, finestre, timpani e pinnacoli degli ordini sottostanti, creando tuttavia con essa pungenti contrasti, in un gioco di conferme e disaccordi con gli assi sviluppati a par- tire dagli ordini inferiori. Viene infatti esibito e riassunto, prima di conclu- dersi nella struttura dodecagonale della cupola, il gioco geometrico che anima la struttura esterna dell’edificio: le venti arcate dell’ordine basamentale si moltiplicano nel loggiato del primo ordine, intervallati regolarmente dalle monofore e conclusi, con spezzatura del ritmo di base, dalla corona di cuspidi e pinnacoli; così, nel terzo ordine, il ritorno alla partizione per venti riprende il ritmo dell’ordine basamentale.
Il completamento
I lavori di completamento del muro perimetrale esterno, con l’esecuzione delle finestre del terzo ordine esterno e della struttura interna corrispondenti al completamento degli archi del log- giato del matroneo, già impostati da Giovanni Pisano devono essersi protratti a lungo, dopo la morte del- l’artista, nel corso dell’intera metà del XIV secolo, a causa delle continue
Fig. 22 - Busto di profeta, opera di Giovanni Pisano, collocato nella corona di cuspidi del secondo ordine dela facciata.
difficoltà finanziarie in cui l’Opera di San Giovanni veniva a trovarsi. Un se- gno tangibile di ripresa potrebbe essere trovato, a partire dalla fine degli anni cinquanta, con la presenza nel cantiere del battistero dello scultore e architetto Cellino di Nese, come documentato
dagli archivi dell’Opera.
All’ultima fase dei lavori, che com- porterà la conclusione del cantiere, partecipano numerose maestranze, parte principale dell’intervento è il definitivo assetto della copertura, con- cepito e impostata tra il 1360 e il 1365.
Il primo elemento di tale sistema ad essere realizzato furono probabilmente gli archi radiali, sui quali si possono distinguere delle riseghe e numerose buche pontaie, forse utilizzate per sostenere la centinatura di sostegno all’esecuzione della cupola. L’aggiunta del cupolino emisferico a chiudere la volta centrale dodecagonale ha poi completato il tutto.
Tra il 1384 e il 1386 il battistero doveva ormai essere vicino al completamento: il pittore Antonio Veneziano lo raffi- gura completo di cupola e cupolino in una delle Storie di San Ranieri nel Camposanto Monumentale.
Più incerta è la vicenda che porta alla scelta di adottare due tipi di copertura differente il rivestimento della volta, se da una parte le sempre crescenti diffi- coltà finanziarie possono essere state la ragione per rinunciare ad eseguire per intero la copertura nelle costose lastre di piombo, tuttavia il completamento della copertura utilizzando elementi in cotto appositamente formati e rea- lizzati, non deve aver comportato un significativo risparmio, si può quindi credere che la scelta possa essere dipesa da una valutazione relativa alla diversa esposizione e si sia scelto il piombo solo per le parti esposte ai venti che poteva-
no portare la salsedine dal mare10.
Nel 1395 l’orafo Turino di Sano ulti- mava con tutta probabilità la statua con
San Giovanni Battista a coronamento del cupolino e dell’intero edificio. Con essa, veniva così posta fine alla lunga vicenda edilizia del Battistero.
Note
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1 Piero Pierotti e Laura Benassi, Deoti-
salvi L’architetto del secolo d’oro, Pacini
editore, Pisa, 2001.
2 Antonio Caleca e Aurelio Amendola,
La dotta mano – Il Battistero di Pisa,
Edizioni Bolis, Bergamo, 1991.
3 P. Pierotti e L. Benassi, Op. Cit.
4 Georges Rohault De Fleury, Edifices
de Pise, relevés, dessinés et décrits, Bance,
Paris, 1862.
5 A. Caleca e A. Amendola, Op. Cit.
6 Per una più ampia trattazione sui
capitelli scultorei del battistero di Pisa si veda: Monica Chiellini Nari,
Le sculture nel Battistero di Pisa, Pacini
editore, Pisa, 1989
7 Una parte di queste decorazioni è
stata sostituita nel corso del XIX seco- lo, alcune delle sculture rimosse sono conservati presso il Museo dell’Opera Primaziale.
8 Antonio Caleca e Aurelio Amendola,
Op. Cit.
9 Antonio Caleca e Aurelio Amendola,
Op. Cit.
10 Fabio Redi, Pisa. Il Duomo e la Piaz-
za, Silvana Editoriale, Milano 1996. 23
Fig. 23 - La cupola del battistero, il manto di copertura è in parte realizzato con speciali elementi di cotto e in parte con lastre di piombo.