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Episodio 1, prima stagione: “Sul Ring”

Capitolo 3 – Analisi narratologica

3. Marvel’s Daredevil: un quadro generale

3.2 Analisi degli episodi

3.2.1 Episodio 1, prima stagione: “Sul Ring”

Per iniziare l’analisi degli episodi, la scelta per quanto riguarda la prima stagione ricade proprio sul primissimo episodio, dal titolo “Sul Ring” e dalla durata di minuti 53,44, scritto da Drew Goddard131 e diretto da Phil Abraham132. Ho scelto proprio questo tra i

tredici che compongono l’intero arco narrativo di questa prima parte perché credo sia significativo vedere come si siano costruite le basi per creare la storia di Daredevil.

Con l’analisi dell’episodio, andremo a vedere più da vicino alcune caratteristiche che rendono Marvel’s Daredevil tale, procedendo con l’esaminare su più punti di vista il testo

131 Sceneggiatore, regista e produttore televisivo statunitense. 132 Regista cinematografico e televisivo

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filmico. Proprio perché le serie televisive, come il cinema, rappresentano l’unione tra il vedere e il sentire, unendo immagini in movimento al suono, sono molti gli aspetti che vanno tenuti presenti quando ci si appresta ad un’analisi di un prodotto audiovisivo: dal suono al colore, dal montaggio alle inquadrature, e via dicendo.

Innanzitutto, concentriamoci su l’azione trattata in questo episodio. Prima che cominci la narrazione vera e propria, compaiono due loghi: il primo è quello di Netflix, seguito subito da quello della Marvel, caratterizzato da delle pagine di fumetti che si alternano sotto la scritta del marchio, caratteristico anche nei film dello stesso brand.

La scena si apre con un’inquadratura su un uomo che, di spalle, osserva uno scenario inquietante, sentiamo infatti delle sirene in sottofondo, il suono è ovattato come se anche noi spettatori stessimo guardando e sentendo con gli stessi occhi e le stesse orecchie del personaggio. Lo vediamo avvicinarsi al caos e muoversi in maniera incerta e poi, all’improvviso, i rumori non sono più ovattati, come se l’uomo abbia preso coscienza di dove si trovi e, realizzando quello che è successo, si avvicina nel posto in cui alcune persone si sono raggruppate chiamando “Mattie” e chiedendo di farlo passare quando trova, steso a terra, un bambino. Suo figlio. Il ragazzino, sconvolto, non capisce cosa sia successo mentre il padre, guardandosi intorno, comincia a intuire le dinamiche che hanno portato a quel momento: deve esserci stato un incidente in cui è stato coinvolto anche un carico che trasportava sostanze tossiche. Un uomo anziano dice che il bambino lo ha spinto via dalla strada, salvandolo. Il padre del ragazzo, vedendo gli occhi del figlio imbrattati con qualche sostanza, capisce che quella roba tossica contenuta nei barili deve essergli finita addosso, e cerca di pulirgli la faccia, invano però: sentiamo infatti il bambino dire “papà io…io non ci vedo”.

La scena cambia, e l’inquadratura mette a fuoco la mano di uomo che stringe un paio di occhiali da sole. Una voce maschile accompagna l’immagine, dicendo: “è passato troppo

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tempo dalla mia ultima confessione.”. Vediamo un uomo all’interno di un confessionale di una chiesa, intento a confessarsi con un prete. Inizialmente parla del padre pugile, racconta di come si batteva sul ring e come, durante gli incontri, tirasse fuori il “diavolo” da dentro ché, come dice che sua nonna ripeteva sempre, “state attenti ai Murdock, hanno il diavolo in corpo”, una frase foreshading per il futuro del protagonista. L’uomo nel confessionale spiega poi al prete che non è lì per chiedere perdono per qualcosa che ha fatto, ma per qualcosa che sta per fare e, quando il predicatore chiede spiegazioni, la macchina da presa stringe la sua inquadratura sul volto dell’uomo che adesso indossa quegli occhiali che all’inizio della scena stringeva tra le mani e sentiamo in sottofondo delle urla di ragazze ed ecco che la ci ritroviamo alla sequenza successiva, proprio dove le grida provenivano, e vediamo degli uomini, trafficanti di essere umani, rapire delle ragazze e caricarle su un container. Alle spalle dell’uomo che sta dirigendo l’operazione, vediamo comparire qualcuno vestito completamente di nero, con una benda sugli occhi. Intuiamo che sia lo stesso uomo che parlava col prete nel confessionale e che l’azione che sta per compiere è quella che per cui aveva domandato perdono. Comincia a lottare contro i trafficanti, muovendosi abilmente nel corpo a corpo e mostrando, già dai primi momenti, le sue capacità uditive: riesce infatti a sentire il caricatore della pistola e a scansare tutti i colpi. Riuscirà ad avere la meglio sui quattro uomini, salvando le ragazze ed esortandole ad andare a cercare un agente per raccontare l’accaduto. Uno degli uomini, a terra, tenta un ultimo colpo ma il vigilante riesce, ancora una volta, a scamparla e comincia a colpire il malvivente con una raffica di pugni sul volto: vediamo una violenza, da parte di quello che sarà l’eroe protagonista, a cui probabilmente la Marvel non ci aveva mai fatto abituare prima. Finalmente emerge un personaggio che non è solo bianco o solo nero, ma ha delle sfumature che caratterizzeranno tutto il suo percorso.

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La narrazione si interrompe per fare spazio alla sigla, uno dei punti chiave di questa serie, che merita una menzione particolare. La maggior parte delle serie televisive sono caratterizzate da un intro, una “opening”, che funge quasi da richiamo per lo spettatore al prodotto che sta vedendo, una sorta di marchio di fabbrica. La sigla di Daredevil è stata creata da Elastic133 (produttrice, tra le

tante, anche della sigla della pluripremiata Game of Thrones134), che ha cercato di utilizzare quegli elementi che più caratterizzano la storia di Daredevil e che si creano, m ano a mano durante la sigla, attraverso un liquido rosso che ricorda il sangue e che va a definirne i tratti, rendendo tridimensionali tutti i dettagli, tra i quali spiccano sopratutto una statua che regge una bilancia, simboleggiando la giustizia (riferimento sia al lavoro di avvocato svolto dal protagonista, sia a quel senso di giustizia a cui si appiglia che lo spinge a diventare un vigilante), poi vediamo i palazzi newyorkesi, il ponte, la chiesa

133 https://elastic.tv

134 Game of Thrones, David Benioff, D.B. Weiss, HBO, 2011-2019

Figura 8: Bozzetti delle immagini che troviamo nella sigla.

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(caratterizzata da una croce in alto e dalla statua di un angelo, per poi finire con il calco del volto di Daredevil con la maschera con le corna che indosserà solo a fine stagione. La scelta del sangue che ridisegna e ridefinisce tutti gli elementi che più caratterizzano la storia del Diavolo di Hell’s Kitchen non è casuale: è un rimando sia alla vita violenta e tormentata che conduce Matt Murdock con il suo alter ego, sia al rosso del suo costume, che diventerà il simbolo che caratterizza questo supereroe. Il rosso del Diavolo. La musica che accompagna le immagini dell’opening è di John Paesano135.

Torniamo adesso alla narrazione. La scena riprende con Matt nel letto che viene svegliato dal telefono che suona ripetendo il nome di chi lo sta chiamando: “Foggy”. Inizia quindi una conversazione tra i due uomini in cui si intuisce il rapporto stretto che li lega. Vediamo poi Foggy parlare con un agente della polizia con cui si intuisce avere una conoscenza che va sin dall’infanzia, a cui chiede di avvisarlo se ci fossero casi interessanti a cui i due avvocati possano lavorare. L’azione si sposta all’interno di un edificio dove vediamo Matt e Foggy con un agente immobiliare che cerca di affittare loro un appartamento dove allestire il loro studio legale, facendo leva sul basso prezzo dovuto all’“incidente” di qualche anno prima, facendo riferimento all’invasione aliena presente nel film degli Avengers136. I due uomini discutono sulla tipologia di clienti da

conquistare: Matt vorrebbe lavorare solo con persone veramente innocenti, mentre Foggy è per il “sono tutti innocenti fino a prova contraria”, facendo intendere che lavorerebbe anche per gente non propriamente innocente, ma sicuramente più facoltosa.

Quasi a ricollegarsi al discorso fatto dai due avvocati, vediamo adesso una sequenza in cui una donna, sporca di sangue e con in mano un coltello, viene sorpresa accanto al corpo senza vita di un uomo da degli agenti di polizia, che la ammanettano, ma la ragazza

135 Compositore, produttore, conduttore e arrangiatore. 136 The Avengers, Joss Whedon, 2012.

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continua a ripetere di non essere stata lei. Foggy riceve una chiamata da Brett, l’agente visto qualche minuto prima, che lo informa di quanto accaduto e con Matt si recano dalla ragazza come suoi avvocati. Una volta arrivati sul posto, Karen Page racconta l’accaduto: era la collega dell’uomo morto, lavoravano entrambi per la Union Allied Construction, si erano incontrati per bere dei drink, dopodiché Karen ricorda solo di essersi svegliata nel suo appartamento sporca del sangue dell’uomo, ma sostiene di essere innocente. È qua che emerge, ancora una volta dopo lo scontro iniziale, lo spiccato udito di Matt: i suoni tutti attorno si ovattano per mettere a fuoco un unico suono, ovvero il battito del cuore della ragazza che, essendo regolare, fa capire a Matt che quello che lei sostiene sia la verità.

Nella sequenza successiva vediamo due uomini discutere su una panchina, in cui uno dei due minaccia l’altro: viene lasciato intendere che c’è qualcuno, in città, che è interessato ad acquistare potere, senza preoccuparsi dei mezzi per ottenerlo.

Nel frattempo, Matt e Foggy discutono sul caso: mentre Foggy vorrebbe patteggiare dato le prove schiaccianti contro Karen, Matt è fermamente convinto della sua innocenza e sospetta che ci sia qualcosa sotto. In effetti, nella sequenza successiva, vediamo Karen nella sua cella venire aggredita da un agente che tenta di strangolarla, il quale notiamo essere lo stesso uomo che era stato minacciato poco prima sulla panchina, ma fortunatamente la ragazza riesce a liberarsi e ad urlare per chiedere aiuto.

Matt e Foggy hanno uno scambio con due detective in carcere a cui chiedono di rilasciare Karen, con la promessa che la ragazza non parlerà ai media dell’aggressione. Nel frattempo, i due avvocati sono sempre più perplessi sull’intera vicenda, sospettando che ci sia una terza persona che in realtà ha commesso l’omicidio e che sta venendo coperta. Raggiunto lo studio dei due legali insieme a Karen, la ragazza comincia col raccontare loro perché hanno provato a ucciderla: la Union Allied, l’azienda per cui lavorava, stava

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ricostruendo degli edifici dopo il disastro dell’invasione aliena a New York di qualche anno prima a cui si fa riferimento anche a inizio episodio. Un paio di settimane prima dell’omicidio, Karen ha ricevuto un file destinato al suo capo, che ha erroneamente aperto, venendo così a conoscenza di traffici di soldi illeciti. Matt si offre di ospitarla per la notte, e la scena si sposta dallo studio degli avvocati all’appartamento dell’uomo cieco. Nella casa, Matt e Karen parlano inizialmente di come l’uomo abbia perso la vista, per poi passare di nuovo a parlare del caso in cui la ragazza è coinvolta. L’unica spiegazione che l’avvocato riesce a trovare al fatto che la prima volta abbiano voluto incastrare Karen in un omicidio e non ucciderla subito, è che lei possegga qualcosa che loro vogliono, ovvero il file del fondo pensionistico. Ecco che si ripresenta, nuovamente, quell’effetto sonoro che viene usato come espediente per farci capire che Matt sta usando il suo udito sovrasviluppato: tutti i suoni che li circondano si ovattano, per mettere a fuoco un unico, singolo suono, ovvero il battito del cuore di Karen che, essendo accelerato, fa capire a Matt, così come a noi, che sta mentendo quando gli dice che lei non possiede quel file. In uno spiazzo di uno degli edifici della Union Allied, un gruppo di persone si è riunita per discutere di qualcosa che, intuiamo, essere affari illeciti. Quando arriva l’ultimo uomo vediamo che è di nuovo quello che aveva minacciato la guardia per far uccidere Karen. Il gruppo comprende due uomini russi, una donna cinese, un uomo giapponese e due americani che discutono su una missione fallita a causa dell’intervento di un uomo vestito di nero: ci ricolleghiamo quindi all’inizio dell’episodio, quando Matt salva le ragazze che erano state rapite dai trafficanti di esseri umani, e le storie cominciano ad intrecciarsi. Inoltre, dagli altri del gruppo viene fatto presente all’ultimo arrivato, Wesley, che intuiamo essere il braccio destro di qualcuno ben più potente, che deve sistemare la faccenda della Union Allied, ché ha già fatto troppo scalpore.

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Durante la notte, Karen esce dall’appartamento di Matt e si dirige a casa sua, dove vediamo ancora il sangue a terra di Daniel Fisher, l’uomo che era con la ragazza. Karen recupera una chiavetta USB da una

grata nel soffitto, ma viene aggredita da qualcuno. Sopraggiunge Matt vestito di nero che si affronta con il sicario, ma durante lo scontro si spingono giù dalla finestra e il protagonista perde i sensi, sdraiato al suolo sotto la pioggia: ha inizio un flashback e torniamo a Matt bambino, addormentato su un tavolo, cullato dal rumore della pioggia che sentiamo e vediamo, inoltre,

scendere dalla finestra della porta dietro di lui. Il suono diventa il collante e il minimo comune multiplo che lega le due scene. Capiamo sempre di più quanto la colonna sonora di questa serie televisiva sia importante, un elemento fondamentale che contraddistingue, soprattutto, ciò che riguarda il nostro protagonista cieco. Nella stanza entra il padre di Matt, che lo sveglia e lo esorta a finire i compiti, ché non vuole che il figlio faccia la sua stessa fine: lui non ha mai studiato e questo lo ha portato a condurre una vita da pugile che non lo appaga. Prende la mano del figlio e se la porta al viso, per fagli “vedere” attraverso il tatto quello che gli occhi non riescono a guardare: il volto gonfio e tagliato per colpa delle botte prese sul ring. La voce del padre che esorta Matt a mettersi sotto si fonda con la scena successiva, in cui torniamo al vigilante adulto, steso a terra, che riprende i sensi sotto la pioggia e, col sangue che gli cola dalla bocca (altro riferimento, Figura 10: Sopra, Matt adulto ha perso i sensi dopo la caduta; sotto, Matt bambino si è addormentato sul tavolo mentre faceva i compiti. Da sfondo troviamo la pioggia in entrambe le scene

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stavolta visivo, alla scena precedente: il sangue del padre che ricade sul tavolo), si rialza prima che l’avversario lo raggiunga. Riesce ad avere la meglio sull’altro e, recuperando la chiavetta, viene raggiunto da Karen che gli chiede prima chi è, poi lo esorta a non portare quel file alla polizia, perché non può fidarsi di nessuno. “Allora lo diremo a tutti”, replica il giustiziere, e la scena si sposta, con una transizione dell’immagine, sull’aggressore di Karen che viene lasciato davanti a un edificio con una busta sul petto. Nella sequenza successiva, un uomo legge una pagina di giornale del New York Bulletin in cui si parla dello scandalo della Union Allied, così da farci comprendere che Matt ha fatto arrivare la notizia ai giornali affinché venisse pubblicata. L’uomo è di nuovo Wesley e sta parlando al telefono con qualcuno di quanto accaduto, facendo così intuire che erano stati loro a mandare quel sicario ad uccidere Karen nel suo appartamento. L’uomo al telefono chiede a Wesley di schedare gli avvocati della ragazza, Nelson e Murdock. Karen, Matt e Foggy pranzano insieme e parlano di quanto successo. Fortunatamente Karen non è più sotto accusa e si propone di lavorare per loro. Inizia così la collaborazione tra i tre protagonisti della storia.

L’episodio si conclude con Matt che va in una palestra, la stessa in cui si batteva il padre, e comincia ad allenarsi prendendo a pugni un sacco. Parte un montaggio alternato in cui vediamo il gruppo di malavitosi che si era dapprima riunito nell’edificio della Union Allied lavorare: viene “sistemata” la faccenda dello scandalo con il finto suicidio dell’uomo che aveva aggredito Karen e fatto arrestare da Matt; inoltre, vengono inquadrate un gruppo di persone cieche che lavorano con della droga, il malvivente che inizialmente stava guidando il rapimento delle donne è di nuovo sulla piazza e pronto per attaccare, e infine i russi aggrediscono un uomo e rapiscono suo figlio. Matt, con la sua tuta nera, è sopra un palazzo e ascolta le voci della città, focalizzandosi su una in

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particolare: le grida del bambino che, rapito, chiama il padre per chiedere aiuto. Matt si cala giù la benda sugli occhi: è pronto per una nuova missione.

Da una prima analisi tramite la descrizione dell’episodio, è emerso soprattutto l’importante uso del suono.

“Nella suddivisione dei suoni del film in relazione alla loro origine conviene distinguere innanzitutto il suono in/off dal suono over. La prima duplice categoria (in/off) comprende tutti quei suoni la cui sorgente è collocata all’interno della diegesi, dentro l’universo della finzione. Voci, rumori e musica diegetici appartengono al mondo della storia e, più precisamente, alla dimensione spazio-temporale nella quale si svolgono gli avvenimenti nel momento in cui sono rappresentati attraverso le immagini. Si parlerà di suono in campo o, più semplicemente in, per quei suoni la cui fonte si trova all’interno dell’inquadratura; e di suono fuori campo, oppure off, per quei suoni che provengono da una fonte situata nella porzione di spazio posta oltre i limiti dell’inquadratura, ma pur sempre all’interno della scena.”137.

Abbiamo visto almeno un paio di scene, in questo primo episodio, in cui troviamo un suono off che diventa, successivamente, in e viceversa. La prima è quando Matt si trova al confessionale e sentiamo le voci delle ragazze rapite ancora prima di vederne la scena; l’altra è quando ci viene mostrato il flashback del piccolo Matt col padre, che lo esorta a finire i compiti, e continuiamo a sentire la sua voce anche quando Matt steso a terra sta per rialzarsi: in questo caso, il suono diventa da in a off (anche se in realtà l’immagine del flashback si sfuma con quella del presente). Il rumore della pioggia accomuna presente e passato, facendo di quel determinato suono il protagonista della scena. Matt ha il ricordo

137 M. Ambrosini, L. Cardone, L. Cuccu, Introduzione al linguaggio del film, Carocci editore, Roma, 2010, p.

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di quel momento trascorso col padre proprio per l’agente atmosferico, o per lo meno è questo il messaggio che passa allo spettatore.

“La definizione di suono over si applica a quei suoni la cui origine si pone fuori dalla storia, in uno spazio e in un tempo differenti rispetto a quelli nei quali si collocano i personaggi e gli eventi mostrati. Il suono over proviene, infatti, dallo spazio e dal tempo nei quali avviene l’atto

della narrazione.”138,

come nel caso di musiche (che possono essere di accompagnamento e/o commento) o, per esempio, di voci narranti.

Nel caso del nostro episodio, i suoni che troviamo spaziano tra in/off e over: partendo da quest’ultimi, tutte le musiche di accompagnamento, ed è interessante soffermarsi un momento su quelle che accompagnano le scene di lotta: ritmate e dinamiche, accompagnano in modo complementare l’azione e, quasi a sottolineare le capacità uditive del protagonista, sono musiche che sembrano quasi ricordare un cuore che pulsa. A questo proposito andiamo ad analizzare un altro effetto sonoro che verrà ampiamente usato durante le stagioni: il super-udito di Matt viene rappresentato proprio grazie a degli espedienti legati al suono. Mentre tutti i rumori attorno a lui si sfumano, si “ovattano”, per così dire, un suolo suono è messo a fuoco e rimbomba nelle orecchie di Matt così come in quelle dello spettatore che, grazie a questa tecnica, non solo riesce a capire come il protagonista usa il suo udito, ma in un certo senso ne condivide la capacità.