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Capitolo 3 – Analisi narratologica

3. Marvel’s Daredevil: un quadro generale

3.1 In mezzo alle stagioni

3.1.1 Prima stagione

Come abbiamo visto nei capitoli precedenti, Marvel’s Daredevil è caratterizzata da una

forte frammentazione del racconto: ogni episodio rappresenta un tassello, un piccolo pezzo di storia che, unito agli altri episodi, va a costruire l’intero arco narrativo. Questo

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non esclude che non ci siano episodi autoconclusivi, anzi. Ma il racconto “spezzato”, se così vogliamo chiamarlo, è privilegiato proprio perché dà un senso di continuità e integrità alla storia che non avremmo se ogni episodio fosse una narrazione a sé stante. Per le analisi delle singole stagioni, può tornare utile tenere conto del modello attanziale di Algirdas Julien Greimas123, che serve proprio per analizzare la storia e la fabula di un

racconto (in questo caso audiovisivo). Esso prevede uno schema canonico narrativo, comprendente una struttura di destinazione, quindi il rapporto tra Destinatore e Destinatario, una relazione tra Soggetto e Oggetto che viene motivata da uno scopo, ed infine dei valori che sono attualizzati da un Soggetto.

Questo schema si sviluppa poi su due assi: quello orizzontale, che corrisponde all’asse

della comunicazione, parte dal Destinatore per arrivare al Destinatario; quello verticale,

chiamato asse del desiderio/dell’azione, dal Soggetto all’Oggetto valore. “L’asse contrattuale risponde di un’istanza di destinazione che agisce su un Destinatore, su un Soggetto, per indurlo a voler o dover compiere una data azione (=manipolazione); il Soggetto, accettando il mandato, aderisce alla sua prospettiva valoriate e sottoscrive il “contratto”. Il mandato è dunque ciò che attiva il contratto fra un Destinatore e un Destinatario mettendo in campo un Oggetto (concreto o astratto) che è la posta in gioco, il “valore” del mandato stesso. Tale Oggetto-Valore (OV) entra in relazione innanzitutto con il Soggetto per cui esso ha valore e per ottenere il quale si confronta e si pone contro un altro Soggetto, o Antisoggetto (questa struttura è definita “struttura pomelica”).”124.

Facendo riferimento quindi allo schema attanziale, vediamo come possiamo applicarlo alla nostra serie.

123 Linguista e semiologo lituano.

124 Algirdas Julien Greimas, Joseph Coutés, Sémiotique: dictionnaire raisonné de la théorie du langage,

Hachette, Paris; tr. it., (a cura di Paolo Fabbri) Semiotica. Dizionario ragionato della teoria del linguaggio, Bruno Mondadori, Milano, 2007.

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Per quanto riguarda la prima stagione (rilasciata su Netflix in USA il 10 aprile 2015, e in Italia il 22 ottobre 2015, con Steven S. DeKnight come showrunner, sempre con la supervisione di Drew Goddard) , tale schema prenderà le seguenti caratteristiche: come Destinatore, ruolo attanziale che non sempre è rivestito da un personaggio o comunque da una persona fisica, ma anche da valori o ideologie, possiamo evincere che nel nostro caso questo ruolo lo ricopra la volontà di giustizia (la Giustizia) che spinge il protagonista a diventare un vigilante. Quindi, la Giustizia è quello che possiamo definire il Destinatore di questa prima stagione, trovando perciò il corrispettivo Destinatario in Matt Murdock. Quest’ultimo, ovviamente, ricopre anche il ruolo di Soggetto, in quanto protagonista della serie. L’Oggetto Valore è rappresentato dallo sconfiggere il crimine e, in particolar modo, smascherare e far incarcerare Wilson Fisk, che incarna in tutto e per tutto l’antagonista principale della prima stagione, insieme a James Wesley (braccio destro di Fisk) Nobu (alleato di Fisk e membro della Yakuza), Leland Owlsley (contabile di Fisk), Madame Gao (signora della droga) e i fratelli Ranskahov (ma solo in un primo momento; quando Vladimir scoprirà che suo fratello è stato assassinato da Fisk, deciderà di aiutare Matt). Il ruolo di aiutante lo ricoprono Foggy Nelson e Karen Page, assieme a padre Lantom e, indirettamente, Ben Urich.

Tornando al soggetto di questo arco narrativo, ovvero Matt Murdock aka Daredevil, è interessante notare a quale tipologia di eroe egli appartenga. Quando si parla di eroe, non sempre si intende qualcuno con poteri sovrannaturali o qualcuno più forte degli altri; parlare di eroe significa indicare quel personaggio principale di un racconto, ovvero il protagonista di un’azione dove si può intravedere degli schemi generali o delle funzioni codificate. Northrop Frye125, partendo dalla nozione di Aristotele e ampliandola, spiega

125 Northrop Frye, Anatomy of criticism, four essays, Princeton University Press, Princeton 1957;

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che le opere d’invenzione possono essere classificate in base alle capacità del protagonista, in quanto esse sono maggiori, uguali oppure minori alle nostre. Quello che si evince da questa premessa è un paradigma in cui emergono cinque tipologie di eroe: possiamo trovare l’eroe che è superiore agli uomini, una sorta di divinità dove la sua storia è un mito; l’eroe che è superiore sia agli altri uomini, che al suo ambiente; l’eroe che è superiore agli altri uomini ma non al suo ambiente; l’eroe che non è superiore né altri altri uomini, né al suo ambiente, ed è quindi qualcuno come noi; infine, troviamo l’eroe ironico, quello che è inferiore a noi per forza e intelligenza.

A una prima lettura, forse il primo impulso è quello di inserire Daredevil nella prima categoria, in quanto la sua storia, in un certo senso, è un mito. Ma Matt non è certo una divinità: più di una volta, infatti, è stato specificato che una delle caratteristiche che fanno di questo personaggio un eroe unico e la sua storia così realistica, è proprio il fatto di non avere i classici superpoteri che riscontriamo spesso e volentieri negli altri supereroi. A mio avviso, Matt rientra nella terza categoria: l’eroe che è superiore agli altri uomini, perché indubbiamente lo è, sia per la forza e l’abilità nel combattimento corpo a corpo, sia per la sua capacità di percepire il mondo, ma non è superiore al proprio ambiente. È comunque soggetto a ciò che gli accade intorno, è vulnerabile, è un eroe tragico. È inoltre un personaggio che non è totalmente buono; ed è questa forse una delle caratteristiche più interessanti dei personaggi di Daredevil, questa. Nessun personaggio della serie è totalmente buono, né totalmente cattivo. Matt, per esempio, lotta costantemente contro il suo io interiore, sempre in bilico tra il fare del bene e la paura di sbagliare, pronto ad abbandonarsi a quel lato oscuro che alberga in lui, che gli fa indossare ogni notte un costume da diavolo e picchiare persone in giro per la città. Allo stesso modo Wilson Fisk, spietato nei suoi atti più violenti, è un personaggio per cui finiamo per provare compassione quando, tramite dei flashback, veniamo a conoscenza del suo passato

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turbolento, pur non condividendone totalmente il modo di agire. Questo succede con almeno altri tre personaggi (Karen, Elektra, Bullseye).

Per quanto riguarda lo svolgimento degli eventi, Norman Friedmann e Todorov, partendo anche in questo caso dalla Poetica di Aristotele, hanno stilato tre macrogruppi di trame, che sono: le trame di destini, le trame di personaggio, e le trame di pensiero, che a loro volta contengono diversi tipi di trame126. Quando parliamo di trame di destini, sono

solitamente trame che prevedono più che altro uno svolgimento degli eventi, senza portare particolare mutamento nel protagonista. Per le trame di personaggi, invece, la trasformazione riguarda proprio il personaggio, che cambia durante la storia. Infine, per le trame di pensiero, quello che muta è la visione del mondo, solitamente del protagonista. Per quanto concerne la prima stagione, analizzando le varie tipologie di trame che potrebbero rispecchiare questo arco narrativo, sembra che la più appropriata possa essere proprio una trama di maturazione, che appartiene alle trame di personaggi. La trama di maturazione prevede un eroe “simpatico” ma inesperto, che maturerà attraverso gli avvenimenti della storia. Ed è in effetti quello che succede a Matt: inizialmente quasi impacciato nella tuta nera, prenderà sempre più coscienza di sé e delle proprie capacità fino a diventare, a tutti gli effetti, Daredevil. Questa sua maturazione è segnata anche dal cambio di “costume”: dalla semplice tenuta nera con la benda sopra gli occhi che porta per quasi l’intera stagione, passerà all’armatura rossa creatagli da Melvin127, che

costruisce per l’avvocato un costume fatto di una lega sottilissima ma resistente, una volta indossato il quale, Matt abbraccia finalmente la sua vera natura di supereroe. Proprio per questo epilogo finale si può aggiungere, oltre alla trama di maturazione, anche quella di

126 Norman Friedmann, Forms of plots, in Journal of general education, pp. 241-253 volume 8, 1955. 127 Un uomo con un ritardo mentale che era stato dapprima costretto a lavorare per Fisk sotto minaccia,

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rivelazione, appartenente alle trame di pensiero: è un tipo di trama che vede un eroe il quale inizialmente ignora la sua condizione ma, a seguito di un percorso da lui compiuto e dagli eventi che si susseguono nella sua storia, prende coscienza del suo status, che in questo caso è quello di supereroe.