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Episodio 3, seconda stagione: “Il meglio di New York”

Capitolo 3 – Analisi narratologica

3. Marvel’s Daredevil: un quadro generale

3.2 Analisi degli episodi

3.2.2 Episodio 3, seconda stagione: “Il meglio di New York”

Per la seconda stagione di Marvel’s Daredevil ho scelto il terzo episodio, New York’s

Finest dalla durata di minuti 48,48, diretto da Marc Jobst140 e scritto da Mark Verheiden141. Le caratteristiche tecniche come possono essere le luci, i suoni e la

fotografia restano pressocché invariati nel corso degli episodi di ogni stagione, proprio per mantenere una certa uniformità di narrazione anche visiva del prodotto. Per questo, in questo e nell’ultimo episodio che seguiranno l’analisi, ci concentreremo su alcune caratteristiche peculiari che ha fatto sì che la scelta ricadesse proprio su questi due episodi.

La scena si apre in quella che sembra essere una chiesa. L’immagine, dapprima sfuocata, si fa sempre più nitida e vediamo una suora che si sta prendendo cura di un piccolo Matt. Vediamo la donna bagnare uno straccio in una bacinella d’acqua, che diventa presto rossa, ricolma di sangue. L’immagine effettua una transizione dal basso verso l’alto e torniamo

139 Ivi, pp. 27-28.

140 Sceneggiatore e regista americano.

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a Matt adulto che, col costume rosso di Daredevil, comincia a riprendere i sensi. Sembra che l’uomo sia sdraiato a terra, ma in realtà è un’inquadratura ingannevole: l’immagine ruota e vediamo che Matt è in realtà seduto e legato con delle catene ad un comignolo di un tetto. L’inquadratura si sposta verso destra fino a mostrare un uomo seduto che sta bevendo del caffè: scopriremo che è Frank Castle, conosciuto come The Punisher. Subito dopo la sigla, vediamo la procuratrice Samantha Reyes camminare nel luogo in cui avevano organizzato la trappola per The Punisher. Karen accusa la Reyes di aver usato il loro cliente, Grotto – un malvivente scampato alla strage degli Irlandesi compiuta da Castle nel primo episodio – come esca, mettendolo così in pericolo. La Reyes rigira le accuse contro Karen e Foggy, minacciandoli di dare la colpa a loro di quanto accaduto se provano ad andare contro l’ufficio del procuratore. Rimasti soli, Karen e Foggy discutono su come procedere e sul fatto che Foggy non abbia nemmeno provato ad aiutare la ragazza ma, a detta sua, mettersi contro delle persone così potenti come il procuratore non porta a niente di buono.

Ritorniamo al tetto, dove Frank e Matt cominciano a conversare e, grazie alle intuizioni del protagonista, veniamo a scoprire che il nuovo arrivato in città ha attrezzatura militare e sa come usarla, indice che probabilmente ha effettivamente servito nell’esercito. Foggy va al pronto soccorso dove contatta Claire, l’infermiera con cui Matt aveva avuto una breve relazione durante la prima stagione e che lo ha aiutato più volte con le ferite riportare dopo gli scontri.

Karen intanto è tornata allo studio legale a lavorare, quando le arriva una telefonata: è Grotto, il loro cliente, che si rifiuta di farsi ulteriormente aiutare da loro in quanto non si fida più della Nelson&Murdock, nonostante loro fossero all’oscuro del piano architettato dal procuratore di usarlo come esca per The Punisher.

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Torniamo nuovamente sul tetto, dove Frank e Matt continuano ad avere uno scambio molto acceso. Dopo un primo momento in cui l’ex militare dice di essere stato cattolico in passato e di essere di New York, Matt cerca di indagare ancora più a fondo, parlando della guerra. Questa intera sequenza, in cui vediamo i due uomini affrontarsi verbalmente e che proseguirà per gran parte dell’episodio, è stata ripresa direttamente dalle tavole del fumetto (The Punisher, vol. 1142), come vedremo meglio analizzando una sequenza

successiva. Mentre nella controparte cartacea Frank indossa il classico costume di The Punisher, nella serie televisiva, come ormai abbiamo imparato a conoscere, qua Frank deve ancora fare il suo percorso per arrivare ad essere il vigilante col teschio sopra al petto, cosa che inizierà verso la fine della seconda stagione di Daredevil e si protrarrà in

Marvel’s The Punisher.

Durante il loro confronto, arriva qualcuno dall’interno dell’edificio e Frank va a controllare, minacciando Matt di uccidere chiunque sia se il vigilante farà qualsiasi rumore.

Torniamo all’ospedale, dove Foggy e Claire discutono su dove possa essere Matt, dal momento che l’uomo sperava di trovare lì il suo amico, ma l’infermiera afferma che è molto che non lo vede, soprattutto da quando, dopo aver aiutato un altro supereroe (e qui si fa riferimento a Luke Cage, con cui Claire ha interagito all’interno di Marvel’s Jessica

Jones che, temporalmente, si posiziona tra la prima e la seconda stagione di Marvel’s Daredevil, rafforzando il crossover), non è praticamente mai uscita dall’ospedale in cui

lavora, per recuperare il tempo perso. Il pronto soccorso è pieno di criminali feriti per colpa di The Punisher, e mentre Foggy e Claire parlano di questo, due di loro cominciano ad aggredirsi a vicenda.

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La scena si sposta di nuovo su Frank e l’uomo che è salito sul tetto, un signore che, sentendo dei rumori, è andato a verificare cosa stesse succedendo. Nello scambio tra i due, emerge che l’uomo anziano ha servito come marine anni prima, trovando un punto di incontro con Frank che, allarmato dal rumore provocato da Matt che tentava di liberarsi dalle catene, gli aveva puntato una pistola da dietro la porta, pronto a colpire se fosse stato necessario. Per il momento, il suo personaggio rimane ambiguo, pieno di sfumature: non riusciamo a capire se sia completamente malvagio o se, invece, ci sia del buono in lui e della morale nelle azioni che compie.

Ma Frank, quasi difendersi da queste accuse che sia Matt che noi spettatori poniamo, una volta tornato dal Diavolo si giustifica subito dicendo: “io non sono un mostro”. Per l’ex soldato, quello che fa è necessario. Lui uccide solo chi se lo merita, soltanto criminali che, per le loro terribili azioni, si meritavano la fine che gli ha fatto fare. Quello che Matt fa non è abbastanza, secondo il Punitore: “Con te si rialzano in piedi, con me restano a terra. È permanente. Mi assicuro che non tornino per le strade e me ne vanto!”. Ma Matt è fermamente convinto che tutti debbano avere una seconda possibilità, anche i criminali: ecco perché, secondo il vigilante, se Frank non riesce a capire questo, è soltanto un pazzo, uno squilibrato che va fermato. The Punisher lo colpisce alla testa e il Diavolo perde i sensi.

Karen è andata a far visita al viceprocuratore per chiedergli di non distruggere la Nelson&Murdock, mettendolo sull’attenti: altre volte la procuratrice non si è fatta problemi a sacrificare i suoi collaboratori per proteggere se stessa, e il medesimo trattamento può toccare a lui, mostrandogli i documenti che sostengono la sua tesi. In cambio, l’uomo le affida dei dossier che riguardano The Punisher.

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In ospedale, nel frattempo, i due criminali stanno per azzuffarsi, rischiando di ferire qualche innocente, quando Foggy interviene e, grazie a una sorta di arringa improvvisata, riesce a far calmare i due uomini, che vengono allontanati l’uno dall’altro.

Nel frattempo, Matt sul tetto riprende i sensi, e si ritrova con una pistola

attaccata alla sua mano destra con dello scotch. Frank porta davanti a Matt l’irlandese Grotto, a cui fa confessare l’omicidio di un uomo e di un’anziana signora. Castle vuole dimostrare che persone come lui non si meritano una seconda possibilità. Matt ha solo due scelte: fermare Frank con un colpo in testa, uccidendolo, o lasciargli ammazzare

Grotto.

Al pronto soccorso, Claire controlla al computer se Matt sia stato ricoverato, ma non lo trova né in ospedali vicini, né all’obitorio, rassicurando Foggy che il loro amico comune sta bene. Figura 14: La scena di Matt legato al comignolo con la pistola bloccata nella sua mano è presa direttamente dalla controparte fumettistica.

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Di nuovo sul tetto: Frank punta una pistola alla testa di Grotto, intimando Matt a prendere una decisione. The Punisher sa già cosa fare. Se lascia andare il criminale, ucciderà di nuovo qualche innocente, e non può permetterlo. Matt lo implora, dicendogli che è disposto a portarlo lui stesso alla polizia. Ma Frank ha già deciso: “Se muore è colpa tua, se mi spari sei un killer”, “che razza di scelta è?”, replica Matt. “La faccio ogni volta che premo il grilletto. È la scelta che farò adesso.”, conclude Frank. Questo scambio di battute è stato ripreso, con qualche differenza, dalla stessa scena che troviamo nei fumetti, come si può vedere dalle immagini inserite.

Matt spara alla catena, riuscendo così a liberarsi, e si dirige verso Frank che, prima di venire aggredito dal vigilante, riesce a sparare comunque un colpo nel petto di Grotto che, ormai morente, dice a Matt, che stava cercando di portarlo via, di lasciarlo là. Il Diavolo allora si scaglia contro Frank che, nel frattempo, ha cominciato a sparare a delle moto parcheggiate davanti a un locale vicino all’edificio dove si trovano: sono le moto dei Dogs of Hell, uno dei gruppi di criminali a cui The

Punisher dava la caccia che, attirati dal caos, si dirigono fuori dal locale.

Karen, nel frattempo, trova nel dossier su Frank Castle la foto di un uomo brutalmente ucciso.

Figura 16: Tavola a cui la scena de "Il meglio di New York" si ispira.

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Frank continua a mirare contro i Dogs of Hell, ma viene insistentemente fermato da Matt, che lo aggredisce. I criminali ormai li hanno quasi raggiunti sul tetto e Matt sbatte la testa di Frank contro il muro, facendogli perdere i sensi.

La narrazione viene frammentata con scene in cui vediamo Karen intenta ad analizzare gli omicidi perpetrati da The Punisher, quasi a formare una sorta di parallelismo tra le due sequenze.

Matt intanto sta portando via Frank, svenuto, sulle sue spalle, cercando di sfuggire ai Dogs of Hell che sono ormai penetrati nell’edificio. I due uomini riescono a entrare nell’ascensore e stanno per andarsene, quando dal corridoio il gruppo di criminali arriva e l’uomo anziano, l’ex marine che aveva avuto il confronto con Frank, esce fuori di casa per vedere cosa stia succedendo, venendo così aggredito dai malviventi. Matt allora decide di intervenire, e partirà un grande piano sequenza in cui Daredevil affronta, uno dopo l’altro nel corridoio e per le scale dell’edificio, i Dogs of Hell. Dei piani sequenza in questa serie televisiva ne parleremo in modo più approfondito tra poco.

Matt affronta gli ultimi uomini rimasti, mentre Frank è arrivato, ancora privo di sensi, al piano terra grazie all’ascensore dove Daredevil lo aveva lasciato. Una volta finito lo scontro, però, Matt scopre che The Punisher è fuggito.

L’episodio si conclude con Karen che estrae una radiografia da una delle buste datele da Blake Tower: vediamo un cranio con un foro di proiettile su un lato.

Di piani sequenza, ovvero la modulazione di una sequenza con un’unica inquadratura, in

Marvel’s Daredevil ne troviamo almeno uno per stagione. Nella prima è presente nel

secondo episodio “Un improbabile alleato”, nella seconda stagione è nell’episodio appena analizzato, mentre nella terza si trova nel quarto, dal titolo “Sorprese”. Quello che

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accomuna queste diverse sequenze è un singolo elemento, ovvero la lotta: sono tutti piani sequenza che vedono il protagonista Matt combattere contro gli avversari.

Nel primo piano sequenza, Matt arriva a un magazzino dove è stato nascosto un bambino rapito dai russi, e viene attaccato da diversi nemici. A uno a uno li affronta in una sequenza mozzafiato, che sembra quasi non finire mai, mentre nella seconda stagione vediamo lo stesso escamotage quando Daredevil scende le scale dell’edificio sopra il quale The Punisher lo aveva fatto prigioniero e si batte contro i Dogs of Hell, dandoci l’impressione di assistere quasi alla sequenza di un videogioco.

Per i primi due piani sequenza in realtà sono stati usati dei piccoli accorgimenti e trucchetti affinché dessero sì l’idea di un piano sequenza o di un long-take, ma nei fatti non lo sono (anche se, visivamente, appaiono esattamente come una lunga inquadratura senza tagli di montaggio).

Il piano sequenza della terza stagione, invece, è stato totalmente girato come una sola, unica e lunga inquadratura in tutto e per tutto, come spiega lo showrunner Erik Oleson143:

“Quando ci siamo occupati della postproduzione abbiamo aumentato la luce in alcune inquadrature nel corridoio per mostrare al pubblico che non avevamo fatto tagli, non abbiamo barato. Per la terza stagione di Daredevil volevo che le sequenze d’azione avessero importanza, si riflettessero sui personaggi, o comportassero dei veri rischi. Per me la migliore scrittura è quella in cui le scene d’azione sono integranti alla narrazione e non si può prevedere come l’azione andrà a finire. Se il pubblico sa che l’eroe starà bene e vedranno solo una scena d’azione cool che sembra un numero musicale, allora per me è divertente, ma interrompe la storia.”144. L’intera sequenza dura 11 minuti e mezzo, non presenta tagli e l’attore che interpreta Matt Murdock, Charlie Cox, ha eseguito l’80%

143 Sceneggiatore e produttore televisivo americano.

144 https://www.badtv.it/2018/10/daredevil-3-lo-showrunner-spiega-come-e-stato-realizzato-lo-

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della lotta, scambiandosi solo in alcuni momenti ben coreografati con la sua controfigura. Quello che va messo in risalto di questo lungo piano sequenza, oltre alle parti tecniche, è anche l’aspetto espressivo: non è il Diavolo di Hell’s Kitchen a combattere, ma è Matt l’avvocato, quasi a sottolineare ancora di più il suo conflitto interiore che lo pervade per almeno buona parte della stagione. Non vuole più essere Matthew Murdock ma solo il giustiziere. Eppure, sembra che quella parte di lui non voglia lasciarlo andare.