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Esperienze a confronto case studies 1 Perlage Bio

compatibilità nell’Unione Europea

4. IL VINO BIOLOGICO

4.3. Esperienze a confronto case studies 1 Perlage Bio

Storia, filosofia, mission

Il capostipite della famiglia Nardi acquistò la maggior parte dei vigneti che costituiscono l’attuale proprietà di Perlage negli anni Quaranta. Uno dei figli, Ivo Nardi, studiò enologia e agraria a Firenze alla fine degli anni ’70, periodo in cui si cominciava a parlare del biologico; in seguito, entrò in un gruppo di studio specifico e fece un viaggio in Francia per raccogliere una maggiore quantità di informazioni sul tema, ancora poco conosciuto. Una volta ritornato in Italia, egli condivise il bagaglio di informazioni raccolte all’estero con la famiglia, che decise di sostenerlo decidendo, nel 1981, di riconvertire a biologico l’azienda partendo dalla Riva Moretta, nel cuore del prosecco DOC. Da allora, l’azienda si è sempre prefissata come obiettivo l’aumento

della qualità delle coltivazioni tramite procedimenti capaci di garantire il rispetto dell’ambiente e una maggiore sicurezza per la salute: Perlage Bio ottenne quindi nel 1985 la certificazione di azienda vitivinicola biologica. L’area di ubicazione di Perlage è la zona collinare di Treviso e Perlage si trova lungo la famosa strada del Prosecco DOCG, la prima in Italia dedicata a un vino. L’azienda si affaccia sui vigneti d’alta collina denominati Rive e è costituita oggi da 20 ettari, mentre l’età media delle vigne è di circa 30 anni. I territori che circondano l’azienda sono stati recentemente inseriti nella Tentative List Unesco per la candidatura a Patrimonio dell’Umanità e tale riconoscimento rappresenta, per Perlage, un altro incentivo a mantenere un elevato livello di attenzione verso la salvaguardia dell’integrità di questi luoghi. La cultura, la tradizione, le colline, la terra, il clima e il cibo costituiscono un patrimonio difficilmente replicabile o esportabile nella sua interezza, pertanto la terra diventa un valore fondamentale e la sua tutela e protezione un’esigenza assoluta. L’elevata attenzione verso l’ambiente cui l’azienda era così legata, non comune all’epoca, le ha conferito nel tempo diversi vantaggi da first mover.

“La scelta dell’azienda di convertirsi al biologico è stata soprattutto una scelta etica, dettata dalla convinzione che l’ambiente e la salute vanno assolutamente protette (…)  .La responsabilità nei confronti dell’ambiente, del territorio e della

comunità è un’esigenza condivisa all’interno dell’intera squadra di lavoro. Questa comunità di intenti conferisce una rinnovata forza per la continua ricerca ed un impegno a trovare sistemi e tecnologie agricole ed enologiche all’avanguardia che rendano l’azienda un modello di eco-sostenibilità” (Ivo Nardi, amministratore Perlage).

Questa decisione la porta oggi a essere uno dei più rinomati produttori di vino biologico in Veneto e l’unica azienda DOCG nel distretto del Prosecco di Conegliano a condurre tutto il ciclo produttivo con questa logica, dalla scelta del terreno alle pratiche agronomiche sui vigneti, in tutte le fasi di vinificazione e conservazione, alla fase di imbottigliamento e di vendita al consumatore. Nel 1991 l’azienda produsse il primo prosecco biologico della storia enologica italiana e nello stesso anno ottenne anche le certificazioni biologiche ISO 9001 e BRC (British Retail Consortium), quest’ultima richiesta dalla GDO inglese. Nel 1995 fu prodotto il primo spumante.

Inoltre, Perlage è l’unica azienda a produrre Prosecco biologico DOCG a essere presente nel Consorzio di Tutela del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene. L’azienda

è conosciuta anche a livello mondiale per la tradizione e innovazione che caratterizza la produzione del vino biologico e biodinamico, anche grazie a uno stretto rapporto con il territorio di ubicazione (Conegliano Valdobbiadene): dal 2005 ebbe inizio l’esperienza biodinamica e l’azienda acquisì la certificazione Demeter, che esalta il contatto con la terra e l’intero sistema naturale che ha sempre cercato e rafforzato. In quel periodo nacque il primo prosecco biodinamico, il prosecco spumante DOC “Col di Manza”, indice di successo nel perseguimento di sempre migliore qualità da parte dell’azienda. Nel 2009, il prosecco DOC di Valdobbiadene fu sostituito dal prosecco superiore di Valdobbiadene DOCG biologico, vino privo di additivi chimici che consentì a Perlage di posizionarsi tra le denominazioni al vertice della classifica italiana dei vini di qualità. La mission dell’impresa si concentra innanzitutto sull’offerta al consumatore di un prodotto biologico genuino, certificato, con attenzione anche al prezzo ma sempre rispettando gli obiettivi qualitativi prefissati: tutti i prodotti sono certificati per garantire la massima qualità. Inoltre, l’attenzione dell’azienda è rivolta primariamente a valori come: l’ambiente, limitando i trattamenti chimici nocivi per piante, terra, aria e acqua (caratterizzante la coltivazione biologica) al fine di salvaguardare il territorio e garantire il benessere e la salute dei cittadini; le relazioni umane, attraverso l’integrazione di sempre nuove e giovani risorse umane al fine di una continua crescita aziendale; la comunità locale, tramite la garanzia di un servizio affidabile e di una collaborazione durevole a fornitori e distributori, associazioni e scuole, sviluppando così relazioni e supporto durevoli con i diversi attori; la società, tramite il tentativo di diffondere i valori della filosofia aziendale grazie a vari progetti. Perlage continua il suo impegno nella gestione efficace dell'impatto sociale, etico e ambientale delle sue azioni tramite il supporto in attività socialmente utili e di tutela del territorio: dal sostegno all'attività di Intrecci (progetto di recupero storico del baco da seta), delle Vie dell'Acqua (momento di incontro tra le associazioni CEOD del territorio), all'annuale vendemmia con i ragazzi della Scuola Steineriana e del CEOD di Soligo.

Perlage sostiene in maniera attiva anche il movimento LOHAS (Lifestyle of Health and Sustainability) nel mondo ed è una tra le imprese definite Ecofriends (amiche dell’ambiente), con voce in capitolo in ambito ONU e aventi la possibilità fare dichiarazioni nelle sedi preposte per promuovere la biodiversità, il ruolo delle foreste e della sostenibilità della filiera produttiva. Questa rappresenta una grande responsabilità

e richiede all’azienda una grande serietà e dedizione. Nel 2009 Perlage ha anche aderito al gruppo BIOMBRA, nato a Treviso e costituito da sei aziende biologiche, impegnate a condividere tra loro il proprio sapere e le proprie esperienze nel settore dell’eco- sostenibilità per raggiungere risultati di interesse comune e ottenere sinergie importanti.

“Questa sinergia ha lo scopo di procedere più speditamente verso il raggiungimento di un obiettivo condiviso, inoltre permette di raggiungere una massa critica tale da affrontare mercati critici come quello americano avendo a disposizione una produttività complessiva di cinque milioni di bottiglie l’anno” (Ivo Nardi, amministratore Perlage).

Infine, la mission comprende il reinvestimento degli utili al 60% in tecnologie, innovazione, sperimentazione, mercati, sviluppo delle risorse umane e delle competenze interne: questa particolarità è volta a garantire una certa autosufficienza, finanziaria e non, e comporta un certo impegno, tuttavia l’azienda si ritiene soddisfatta di tale scelta che, afferma, si è rivelata remunerativa nel medio- lungo termine.

Mercati e situazione economico- finanziaria

Nonostante le dimensioni ridotte (si tratta di una PMI familiare, con due fratelli su sette impegnati nella gestione) si distingue come cantina italiana più grande nel bio: l’80% del fatturato proviene dall’export, destinato a venticinque mercati esteri (tra cui Germania, Olanda, Belgio, Austria, Svizzera, Gran Bretagna, Irlanda, Francia, Slovacchia, Repubblica Ceca, Cipro, Svezia, Finlandia, Brasile, USA, Giappone, Maldive, Estonia), mentre il rimanente 20% giunge dal mercato interno, che inizia a recepire solo ultimamente il bio. Dal 2008 la situazione aziendale ha sempre registrato un fenomeno di crescita, grazie ad un utile stabile, poi reinvestito nell’azienda stessa. Nonostante la crisi, nel periodo 2008- 2012 Perlage ha registrato un aumento nelle vendite e ha ottenuto un utile stabile, che ha reinvestito per il 60% in tecnologie e innovazione ottenendo feedback positivi a livello commerciale e di clientela. Generalmente, il biologico registra un trend positivo sia in Italia sia in altri Paesi; il boom della green economy è spiegato dal cambiamento che si sta verificando tuttora nella mentalità dei consumatori, soprattutto all’estero (Europa settentrionale, Germania), e dall’avvicinamento di una clientela giovane e/o attenta a prodotti di qualità, come prima accennato. Un elemento interessante ai fini di analisi è la rilevanza

del momento storico, nel senso che l’influenza dei cambiamenti economici e socio- culturali in atto sui comportamenti e modelli di consumo attuali è elevata e si ripercuote anche sul profilo e sulle esigenze della clientela servita: se l’azienda in passato serviva perlopiù consumatori di prodotti biologici, oggi anche il consumatore di prodotti di buona qualità, anche se non necessariamente biologici, si sta avvicinando al comparto e comincia a dimostrare un certo interesse.

Perlage detiene un buon vantaggio competitivo sulla concorrenza, derivante dal suo ruolo di first mover; una buona parte della clientela è storica grazie al passaparola e alla buona reputazione di cui gode l’azienda (su cui la stessa ha molto investito) e alla qualità delle analisi cui il prodotto finale è sottoposto. La qualità offerta è medio-alta ed è riconosciuta sia da parte di vari enti, che da parte dei consumatori; il successo di Perlage è inoltre giustificato dall’ottimo rapporto qualità- prezzo rispetto alla concorrenza “non bio”, poiché i prezzi sono in media con quelli dei vini tradizionali, dalla giovane età del personale (che le conferisce un carattere dinamico e fresco) e dal restyling di design delle bottiglie, capace di rendere i prodotti accattivanti per il consumatore.

Immagine 4.3.1. Fatturato Perlage Bio nei diversi Paesi.

Fonte: Perlage Bio

Perlage esporta nel mondo tramite una rete di importatori- distributori (es. in America) e non dispone, per il momento, di uffici esteri o non ha partecipato finora a joint ventures. Tra i mercati esteri in cui Perlage sta investendo maggiormente vi sono: gli Stati Uniti e la Cina, che richiedono un’estrema cura in quanto i consumatori sono molto esigenti, ma necessitano allo stesso di un’adeguata azione informativa e promozionale da parte dell’azienda per apprezzare in pieno il prodotto; l’Europa, che rappresenta il mercato storico di Perlage e in cui essa è molto presente; le Maldive, mercato nuovo e particolare, nel senso che la presenza di Perlage si concentra in un unico prodotto, che rappresenta anche il più costoso della gamma ed è venduto nei migliori resort: il prosecco biologico Col di Manza. In particolare, nel grafico sovrastante, relativo al fatturato di Perlage nei diversi mercati nel periodo 2008- 2012, si notino un aumento notevole in Italia e in Olanda (2011- 2012) e un miglioramento relativo nel 2012 per quanto riguarda la Germania e un aggregato di altri mercati (Giappone, Cina, Australia, Irlanda, Francia, Maldive, Paesi dell’Est Europa). In altri mercati, invece, è stato

registrato un calo delle vendite (Finlandia, Austria) o il fatturato è rimasto costante (USA/ Canada); in Svizzera il fatturato è invece cresciuto molto nell’anno 2011 per poi abbassarsi nuovamente nel 2012, anche se comunque non ai livelli del 2008. In generale, comunque, i buoni risultati di vendita in Italia, Germania e Olanda riescono a superare e compensare quelli meno positivi; un caso particolare è rappresentato dalla Gran Bretagna, il cui elevato fatturato nel 2008 è bruscamente calato nel periodo considerato, molto probabilmente a causa delle conseguenze legate alla crisi e alla recessione.

Prodotti

La gamma di prodotti proposti da Perlage è ampia e comprende quindici vini: dal Prosecco, che registra una crescita anche nel comparto biologico, a prodotti più di nicchia come il Prosecco biodinamico e senza solfiti, una novità che contraddistingue l’azienda dalla concorrenza.

L’azienda produce diverse varietà di vino: prosecchi, bianchi, rossi e autoctoni. Tra i prosecchi si distinguono:

• Animae, il primo prosecco superiore di Valdobbiadene DOCG da agricoltura biologica senza solfiti; è il primo soddisfacente risultato al mondo di spumante senza solfiti da un percorso di sperimentazione durato due anni e tuttora in evoluzione, rappresentando quindi la base per conoscere le potenzialità evolutive di tale prodotto. Da questo punto di vista si può affermare che Perlage apre la strada allo sviluppo e alla commercializzazione di spumanti di elevato livello qualitativo senza l’impiego di anidride solforosa. Animae è prodotto con uve Glera 100% da agricoltura biologica e ha incontrato alcune difficoltà tecniche nel processo di vinificazione, derivanti dal tentativo di evitare l’insorgere della presenza di solfiti in un vino spumante. Questo ha rappresentato una vera sfida ma il risultato ha poi ottenuto risultati importanti, dimostrati dal grande riscontro presso i consumatori e gli operatori del settore sia dalla medaglia d’oro vinta al Mundus Vini- Biofach, un’importante manifestazione per i vini organici nel contesto europeo, svolta a Norimberga. Oltre a questo, Animae presenta una discontinuità rispetto agli spumanti tradizionali, data proprio dall’assenza di solfiti: queste sostanze, autoprodotte durante la fermentazione, svolgono un’azione antiossidante ma hanno anche il difetto di alterare sensibilmente la

percezione organolettica, per cui la loro assenza esalta l’aromaticità del vino compresi gli aromi primari e i profumi. Altra caratteristica di Animae è un basso tenore zuccherino (3 g/l) che lo rende molto secco (quasi un Pas Dosé ma con proprietà simili allo Charmat lungo).

• Col di Manza, prosecco superiore di Conegliano Valdobbiadene DOCG ottenuto da grappoli scelti nei vigneti di Col di Manza dove il pittore Tiziano acquistò un rusticale, rapito dalla bellezza del luogo; questo vino è al momento l’unico prosecco spumante biodinamico al mondo, presentato in anteprima alla Mini Lounge del Festival del Cinema del 2007, entrato nella Guida Gambero Rosso 2008 e celebrato dal famoso giornalista inglese Tim Atkin come migliore prosecco spumante del Consorzio del Prosecco.

• Riva Moretta, vino storico di Perlage, è un millesimato ottenuto dal vigneto più antico della famiglia: alcune piante risalgono agli anni ’50 e gli conferiscono caratteristiche organolettiche e un bouquet di profumi particolare.

• SoraLoc, il primo prosecco DOCG biologico realizzato con il tappo a vite; questa rappresenta una specifica richiesta di mercato ma offre comunque diversi vantaggi, come l’eliminazione del rischio di deterioramento del tappo, la prevenzione di un’ossidazione prematura e il conseguente oscuramento del colore e una maggiore igiene che condiziona meno il risultato finale del vino in bicchiere.

Tra i vini bianchi, rileva il Fattoria di Varia: un vino bianco realizzato con le uve di Falanghina e Trebbiano, coltivate nella fattoria di Vaira a Petacciato (Campobasso) e tutte da agricoltura biodinamica (Demeter). Il vino da alcuni anni fa parte di un progetto costruito sulla base che accomuna la produzione biologica e biodinamica, “Di Vaira with Perlage”, e volto a sfruttare al meglio i vantaggi derivanti da questa sinergia. Di tale progetto fa parte anche il vino Fattoria di Vaira with Perlage rosso; quest’ultimo e Rosbello Terre degli Osci IGT (Rosbello Tito Primo 2011), sempre rosso, sono ottenuti con lo stesso metodo di agricoltura biodinamica Demeter.

Tra i vini autoctoni, infine, si distinguono:

• Aleph, dal rispettivo nome ebraico che significa “Uno”, è un vino ottenuto da una selezione di uve incrocio Manzoni coltivate con il metodo di agricoltura biologica e rappresenta il risultato di un incrocio tra due tipi di uva (il Riesling

Renano e il Pinot bianco), che prende il nome da quello del Professor Manzoni della scuola enologica di Conegliano (che lo scoprì durante i suoi studi sull’ibridazione tra varietà di uve). Questo vino nasce nel 2007 come progetto e tesi di laurea di Albero Lorenzon, oggi enologo collaboratore della cantina, sotto la guida dell’enologo di Perlage Andrea Gallina, con l’intento di recuperare un vitigno importante nella storia del territorio e di dimostrare le grandi potenzialità di affinamento di questo vino.

• Perlapp, uno spumante extra dry prodotto con uve Glera e incrocio Manzoni, è un vino innovativo creato per il target più giovane della clientela: oltre ad avere una bassa gradazione alcolica (10,5% vol.), permette di scaricare una App tramite il QR- code posto sull’etichetta e di accedere ad una serie di informazioni dettagliate su curiosità, eventi, ristoranti e luoghi da visitare nel territorio attiguo all’ubicazione di Perlage. Inoltre, è confezionato in una bottiglia molto leggera (dal peso di solo 550 grammi) che permette di separare lo sleeve (una nuova forma di etichetta in alluminio che ricopre e decora tutta la bottiglia) dalla bottiglia in vetro per agevolare la raccolta differenziata, risultando in tal modo un packaging piacevole ma anche piuttosto facile da smaltire.

Questo prova l’importanza del ruolo ricoperto dalla funzione marketing nell’azienda, che dimostra di comprendere e sfruttare il potenziale offerto dai media, in particolare del Web 3.0, per instaurare un rapporto di vicinanza con il consumatore; quest’ultimo è particolarmente importante per la promozione del biologico, che solo recentemente inizia a prendere piede e viene talvolta tuttora percepito come un po’ “serioso” dal punto di vista dello stretto rigore dei controlli effettuati e della logica di produzione, percepita talvolta come un po’ rigida. Perlage ha quindi lavorato molto sui media e sulla tecnologia (come l’app sviluppata per i possessori di smartphone, utile per scaricare info sul territorio con indicazioni di eventi, ristoranti e luoghi di interesse enoturistico e sulla filosofia bio della cantina trevigiana), ma anche sul design (linee e colori) e sull’organizzazione di eventi(eventi all’estero, fiere) per promuovere più efficacemente i nuovi prodotti e per valorizzare presso il pubblico gli investimenti fatti, ma anche per rendere più accessibile il mondo del biologico ai meno informati o agli scettici; l’azienda dice di ottenere feedback importanti a livello commerciale e di clientela proprio grazie ad alcuni canali di promozione più informali (ad esempio, lo stand

ecologico e innovativo realizzato interamente in cartone per l’edizione 2013 del Vinitaly, in collaborazione con l’azienda di design sostenibile P-One di Venezia).   L’azienda Perlage garantisce i suoi prodotti come certificati e rintracciabili con:

• Certificazione Demeter– garantisce che i prodotti alimentari o i loro ingredienti provengano da coltivazioni o allevamenti biodinamici;

• CODEX – organismo di controllo e certificazione per l’agricoltura biologica; • National Organic Program (NOP) – prevede specifiche regole per la produzione

agricola, di allevamento e di trasformazione dei produttori che esportano negli Stati Uniti;

• British Retail Consortium (BRC) – certificato che stabilisce i requisiti minimi di standard igienici negli stabilimenti di lavorazione dei prodotti alimentari. La rispondenza ai requisiti dello standard è fortemente raccomandata dagli operatori della grande distribuzione inglese;

• ISO 9001.2000 – sistema di gestione per la qualità che individua e descrive i metodi di lavoro dell’azienda e i controlli attivati per ottenerla;

• ISF – è stato sviluppato da un gruppo di lavoro al quale oggi partecipano le più importanti realtà del panorama distributivo tedesco e francese. Il principio comune è quello di soddisfare pienamente gli obblighi legislativi e di proteggere il consumatore;

• OFDC – organismo di certificazione dei prodotti biologici importati in Cina. L’attenzione e la garanzia dell’azienda nei confronti dei consumatori si estendono oltre il bollino biologico e delle certificazioni in etichetta: tutti i prodotti sono fatti analizzare chimicamente da un importante laboratorio in Germania (laboratorio di analisi Eurofins di Amburgo), capace di rilevare i livelli più bassi delle molecole potenzialmente presenti nel prodotto finale, altrimenti irrilevabili per i comuni laboratori, grazie all’impiego di tecniche all’avanguardia (il che è importante nel caso delle certificazioni, rilasciate in seguito a stretti controlli); i prodotti sono sottoposti inoltre all’analisi di qualità aziendale BRC.

Processo

La scelta di coltivare biologico detta la produzione aziendale di Perlage fin dal principio (1985), con tutte le implicazioni che caratterizzano tale coltivazione. Nonostante

inizialmente l’azienda abbia avuto per qualche anno bisogno di assestamento e ottenuto una qualità minore rispetto a quella delle aziende vitivinicole convenzionali, negli anni ’90 è poi riuscita a perseguire buoni risultati grazie anche a un certo interesse riscontrato da parte di Paesi come la Germania, ottenendo riconoscimenti a livello nazionale e internazionale.

“All’epoca esisteva poca bibliografia e le sperimentazioni sono state fatte da noi in azienda, prima su un piccolo appezzamento di 6000 metri quadrati con uva Prosecco, poi sull’intera azienda. Tuttavia, nonostante le iniziali difficoltà, abbiamo perseverato e perfezionato delle tecniche adatte che ci garantiscono la sanità delle uve. I risultati in seguito non sono mancati, anche da un punto di vista economico

(Ivo Nardi, amministratore Perlage).

Perlage possiede vigneti limitrofi, oltre ad avvalersi anche della collaborazione di fornitori esterni, da cui acquisisce le uve; le uve acquistate esternamente provengono da zone o regioni limitrofe e devono essere certificate come provenienti da agricolture biologiche. Il rapporto con la fornitura è molto forte e stabile nel tempo. Le lavorazioni del terreno sono limitate principalmente ai primi anni dell’impianto, agli ambienti con clima particolarmente asciutto o a terreni molto sciolti; si stanno però sperimentando anche in questi ultimi casi alcuni metodi alternativi di gestione del suolo, più compatibili con il biologico e anche più economici in termini di gestione, come gli