• Non ci sono risultati.

Tenuta Villanova

compatibilità nell’Unione Europea

CURE EFFETTUATE AL MOSTO/VINO

4.3.2. Tenuta Villanova

Storia, filosofia, mission

La storia di Tenuta Villanova190 comincia nel 1499, epoca in cui i conti Strassoldo la acquisirono dal Capitolo del Patriarcato di Aquileia e la diressero per tre secoli; nell’Ottocento l’azienda passò al controllo della famiglia Levi, che riuscì a darle impulso tecnico e di immagine raggiungendo ben 65 corpi tavolati di proprietà con una prestigiosa visibilità commerciale anche all’estero. Nel 1932, dopo diversi e successivi passaggi di proprietà, l’azienda fu acquisita da Arnaldo Bennati che la trasformò da azienda storica a impresa moderna dal nome di Piave- Isonzo, poi, Tenuta Villanova; oggi la proprietà si estende per circa 200 ettari, di cui una parte coltivati a vigneto (100 nella DOC Isonzo e 27 nella DOC Collio) e il restante a bosco e prati stabili, ed è                                                                                                                          

190  Tenuta  Villanova.  www.tenutavillanova.com,  20/07/13  

Riscaldamento dell’acqua tramite pannelli solari per il trattamento termico del mosto

MATURAZIONE E INVECCHIAMENTO Fase effettuata in house.

Utilizzo di fonti rinnovabili per l’energia e il riscaldamento

IMBOTTIGLIAMENTO Effettuato in-house tramite impianti automatizzati a basso consumo energetico e alimentati da fonti

di energia rinnovabili.

Packaging più leggeri e riciclabili (alluminio, tappo a vite, carta riciclata, resina al posto di

inchiostro).

Sistema di filtraggio della sciacquatrice per il risparmio idrico.

DISTRIBUZIONE Esportazione mediante una rete di distributori in 25 mercati esteri.

No uffici esteri o joint venture

RETAIL

No negozi mono-marca.

Punto di vendita diretta presso la sede aziendale. No sezione di e-commerce sul sito web

mantenuta dalla famiglia Bennati come società unipersonale (il cui socio unico è Giuseppina Bennati). Inizialmente, essendo stata fondata nel Rinascimento, l’azienda fu condotta secondo il modo tipico dell’epoca e si rese testimone della vita contadina, con mezzadri, coloni e lavoratori della terra che scambiavano il loro operato con l’ospitalità del proprietario terriero. Oggi l’organizzazione comprende un direttore generale, diverse persone preposte a vari settori dedicati, oltre che da impiegati per la contabilità, l’amministrazione e il commerciale. Inoltre, l’azienda si avvale della collaborazione di agenti diretti, distributori o personale dedicato al commerciale per l’esportazione e la diffusione del prodotto, in modo da perseguire la vendita diretta.

La missione aziendale riguarda l’attività di produzione, trasformazione e commercializzazione di vino, ma anche la possibilità di continuare a fruire nel frattempo del territorio in cui Tenuta Villanova è collocata e di preservarlo tramite un’impostazione di riguardo verso l’ambiente. A tale scopo, tutte le pratiche colturali adottate sono orientate all’ottenimento del massimo profitto in termini di sanità delle uve e di una loro corretta trasformazione, ma anche a un’ottica di conservazione ambientale a lungo termine per garantire la tutela ambientale; nonostante questo, non si tratta di un’impresa biologica o biodinamica. Il biodinamico implica una conduzione e impone una gestione del prodotto coltivato ed elaborato come in passato, ossia con il minor ausilio possibile della chimica, rispettando la natura e le naturali trasformazioni dei lieviti; tale modo di gestione è ritenuto molto difficile da perseguire in annate caratterizzate da condizioni meteorologiche e climatiche sfavorevoli, tali da non garantire la produzione di determinati quantitativi di prodotto finale, in altre parole è ritenuto poco sicuro dal punto di vista economico e poco costante nei risultati ottenibili. Il biologico è considerato meno difficile da perseguire e meno restrittivo come logica di base poiché consente un relativo impiego di determinate sostanze chimiche (comunque naturali), nella produzione, ad esempio il rame. Tuttavia, anche questo metodo di coltivazione è ritenuto poco sicuro e instabile nei risultati poiché troppo dipendente dalle condizioni meteorologiche caratterizzanti le singole annate, ma valido e vincente dal momento in cui un’azienda si adopera perché tutte le sue azioni colturali permettano di preservare il patrimonio naturale e ambientale.

La filosofia aziendale è quindi improntata a un’ottica green poiché la sostenibilità ambientale è ritenuta una fonte di valore aggiunto ed è profondamente sentita,

contrariamente alle mode, come utile per l’uomo e per la preservazione, la conservazione e una maggiore produttività a lungo termine del territorio.

Mercati e situazione economico- finanziaria

Il fatturato annuale di Tenuta Villanova ammonta in questo momento a circa 1-1,4 milioni di euro, cifra che non supera le esigenze e i costi dell’azienda; il profitto si è notevolmente contratto negli ultimi anni a causa della crisi economica e l’obiettivo è raggiungere prossimamente 1,8- 2 milioni di fatturato, cercando di consolidare il mercato italiano ed estero già fedele ma anche di intercettare nuove fasce di consumatori. Il fatturato proviene per il 60% dal mercato Italia e per il restante 40% dal mercato estero. Una difficoltà riscontrata da Tenuta Villanova consiste nel far riconoscere il valore aggiunto incluso nel prodotto finale al consumatore, poiché altri attori più a valle della filiera (distributori e rivenditori) applicano mark- up rilevanti non percepiti dall’azienda vinicola ma aventi solo l’effetto di far sembrare il prodotto più costoso al consumatore, che però non sempre è consapevole delle implicazioni della produzione di vino. L’azienda produce all’incirca 400.000 bottiglie l’anno, divise tra vino, distillati (20.000 bottiglie l’anno) e spumanti.

Il consumatore tipo ha un’età minima di diciotto anni (necessaria per assumere alcool) e si estende fino a raggiungere un target molto ampio, tuttavia come accennato in precedenza in questo lavoro, il mondo del vino sta diventando sempre più giovane e la bevanda si degusta sempre più anche nei locali. Essendo il consumo di vino legato alla sfera emotiva e alla sensorialità, ma anche alla cultura e alle ambizioni personali, il suo potere di evocare sensazioni e idee è grande e una buona parte della clientela di Tenuta Villanova è costituita da persone che ritengono il vino in sé un alimento per lo stomaco ma anche per la mente e consapevoli di ciò che il suo consumo implica; generalmente si tratta di persone di un certo livello culturale ed educativo, capaci di apprezzare a fondo le implicazioni e i retroscena della produzione del vino, compresi i valori e la filosofia del produttore. Per questo il marketing riveste un ruolo importante e punta molto su web, social network e immagine aziendale per trasmettere il suo modo di essere; a tal fine l’azienda sta anche cercando traduzioni in lingua cinese e giapponese.

Tra i mercati attuali coperti dall’azienda, vi sono: tutta la macro-area europea a eccezione della Francia, che rappresenta un concorrente dell’Italia a causa della sua lunga e antica tradizione nella produzione vinicola e piuttosto nazionalista nelle

abitudini di consumo, sebbene ultimamente stiano aprendo a Parigi una serie di locali di ristorazione italiani in cui si consuma anche il vino italiano; in genere, i prodotti dell’azienda sono diffusi a macchia di leopardo nel resto del mondo. Dal momento in cui è individuato un nuovo mercato potenziale, per il prodotto vino emergono alcune criticità legislative particolarmente severe in termini di etichettatura e commercializzazione, al punto da richiedere lunghe procedure burocratiche prima di poter ricevere il primo ordine. I mercati emergenti (es. i BRIC) sono ritenuti importanti in termini di numeri, ma molto difficili da penetrare e conquistare, non essendo il consumo di vino al centro delle loro culture; in particolare: in Brasile si rileva un elevato gap tra il reddito e le classi sociali, che porta solo una piccola fascia di consumatori a essere potenzialmente interessanti; in Russia esiste ancora un’impostazione totalitaria e occorre studiare alcune tattiche per penetrare, prima ancora dei consumatori, gli organismi preposti alla commercializzazione; anche per la distribuzione e la commercializzazione del prodotto vino in Cina emergono alcune criticità, legate perlopiù alla necessità di raggiungere un certo grado di formalità e di impostazione comportamentale e linguistica prima di poter arrivare ad un determinato livello di conversazione e comunicazione, oltre al fatto che non sempre l’inglese è parlato e si rende necessario l’intervento di interpreti. Ciononostante la Cina si rivela di importanza fondamentale per Tenuta Villanova, a causa della notevole crescita del mercato del vino asiatico negli ultimi anni, con vette altissime del consumo cinese nel 2011/2012 secondo le ultime statistiche Vinexpo. Per superare le difficoltà di comunicazione e di comprensione delle esigenze del cliente finale serve necessariamente un aiuto istituzionale (Consorzi, Comuni, Regioni, Stato) volto all’avvio di una campagna di comunicazione mirata, sebbene l’azienda ritenga l’esistenza di un certo distacco verso i produttori da parte delle stesse istituzioni.

In genere, tra i principali competitors sul mercato italiano rientrano aziende vitivinicole a livello locale, ossia localizzate nella stessa regione (il Friuli Venezia- Giulia) e a livello nazionale, aventi l’obiettivo di farsi conoscere, divulgare il proprio prodotto e incrementarne continuamente la qualità; in altre parole, aziende vitivinicole molto competitive in termini di qualità, a vantaggio del consumatore finale.

Prodotti

Tenuta Villanova è un’azienda vitivinicola tradizionale nonostante l’adozione di alcune pratiche colturali biologiche e biodinamiche nella produzione. L’azienda produce sia vini, sia distillati; le linee prodotte sono sette per il vino (Villanova Spumanti, Vino dei 500 anni, Linea Ronco Cucco, Linea Collio, Linea Meni, Linea Uve Nostre, Linea Villanova) e due per i distillati (Grappe Val di Rose e Acquaviti Uve Nostre). Il prodotto principale permane il vino, tuttavia anche i distillati hanno saputo distinguersi. La Tenuta si estende per 200 ettari su un piccolo altopiano racchiuso tra due ordini di colline (il Collio Goriziano), non lontano dalla Slovenia, e il confine tra le due storiche D.O.C. friulane, Isonzo e Collio, passa tramite i vigneti aziendali: da qui si spiegano le due differenti denominazioni di vino.

Tenuta Villanova presta molta attenzione alla garanzia, al rispetto e all’incremento del livello qualitativo dei propri prodotti, oltre che del territorio. La qualità ottenuta è stata premiata più volte e tra i riconoscimenti più importanti vi sono: il terzo posto nel concorso internazionale Selezione Acquaviti d’Oro 2007, ottenuto dal distillato Uvenostre di uva Traminer; la Medaglia d’argento per Il Friulano Ronco Cucco(bianco del Collio imbottigliato nel 2010), due medaglie di bronzo per il Pinot Grigio del Collio (2011) e la Malvasia Saccoline Uve Nostre del Friuli Isonzo (2011) al concorso Decanter Asia Wine Awards (competizione parallela ai Decanter World Wine Awards, lanciata nel 2004, che giudica i vini destinati al mercato asiatico attraverso una giuria formata dai wine expert asiatici più importanti); la medaglia d'argento per la Malvasia Saccoline 2006 nell'edizione 2007 del Decanter World Wine Awards (premio particolarmente gradito, date le caratteristiche fortemente territoriali della Malvasia Istriana); l'Alambicco d'Oro Sauvignon e Malvasia Istriana alla XXV edizione dell'Alambicco d'Oro; infine, Tenuta Villanova ha vinto il premio Cantina Aperta dell’Anno, dedicato alla qualità dell’accoglienza enoturistica sulla base di una serie di criteri e parametri prestabiliti quali la conoscenza delle lingue straniere, le conoscenze tecniche e la possibilità di visitare l’azienda e i vigneti. Tra le numerose iniziative previste dalla cantina, spiccano le degustazioni guidate all'interno della tenuta, accompagnate da mostre d'arte e dalle note di archi, fiati e chitarre di giovani musicisti di Farra e la preparazione di un menù particolare per un evento chiamato “A Cena con il Vignaiolo”.

«Tenuta Villanova non si è distinta solo per la storicità che la avvolge e la struttura che ben si presta all'accoglienza, con ampi spazi dedicati ma anche per la grande disponibilità dello staff nel dedicarsi al visitatore anche il sabato e la domenica, nel fargli esperire un'esperienza unica non da spettatore ma da membro di una famiglia, quella di Tenuta Villanova che deve essere da esempio di accoglienza per un’intera regione» (prof. Carlo Cambi, docente di Teorie e politica del turismo all’Università di Macerata e membro d’onore della giuria).

Processo

Tenuta Villanova è un’azienda vitivinicola storica e una delle più importanti del Friuli, inoltre esercita l’attività di distilleria. La produzione di vino e di distillati avviene tramite l’utilizzo di uve di proprietà; tutte le fasi del ciclo produttivo avvengono in- house e Tenuta Villanova si avvale della collaborazione di fornitori esterni per quanto riguarda l’acquisizione di materie prime (es. lieviti, bottiglie, fitofarmaci), prodotti per la concimazione, la filtrazione, la stabilizzazione e per la trasformazione. Le principali criticità riscontrate durante la produzione riguardano il mantenimento della sanità e della qualità delle uve e la trasformazione del vino e, nello specifico, il rispetto degli elementi fondamentali: l’assenza di ossigeno e di temperature inadeguate per i distillati, che se presenti causerebbero la trasformazione dell’uva in aceto invece che in distillato, e la produzione di etanolo, che se presente in quantità eccessiva nel prodotto può essere nocivo per la salute. Per quanto riguarda le grappe in particolare, Tenuta Villanova è una delle poche aziende in Italia a distillare le proprie vinacce ancora grondanti di mosto in maniera artigianale (invece che industrialmente).191 L’azienda è attrezzata con

una piccola distilleria a caldaiette discontinue e lavora esclusivamente le proprie vinacce e le proprie uve riuscendo così a mantenere gli aromi del vitigno d’origine nelle grappe e nei distillati d’uva. L’alambicco (un apparecchio di distillazione consistente in una caldaia collegata, ad una serpentina di raffreddamento mediante un tubo, al fondo del quale si raccoglie il distillato) è stato completamente ristrutturato nel 1996 tramite

                                                                                                                         

191  “Farra  svela  i  segreti  della  grappa”,  Stefano  Bizzi,  Piccolo  di  Gorizia/  Monfalcone,  08/10/12,  

un progetto ambizioso e unico in Italia per permettere l’esecuzione dei diversi sistemi di distillazione secondo le scuole succedutesi negli ultimi 500 anni di storia. 192

Rispetto a imprese operanti in altri settori, generalmente un’azienda vitivinicola è a impatto zero per quanto riguarda il conto economico in termini di CO2, perché tra il

bilancio di CO2 assorbito da un ettaro di vigneto e la quantità di CO2 necessaria a

condurre quell’ettaro, il bilancio economico complessivo di CO2 è pari a zero. Quindi,

se un’azienda vitivinicola è già più sostenibile rispetto ad altre attività d’impresa, Tenuta Villanova cerca comunque di adottare alcuni accorgimenti e pratiche colturali prese in prestito al comparto biologico e biodinamico per preservare ancora di più il proprio patrimonio naturale, pur non condividendo pienamente ogni aspetto di tali filosofie: tra le pratiche adottate vi sono la gestione e preservazione del verde, l’alternanza delle file del vigneto, la regimazione delle acque per l’irrigazione (che deve essere efficace, efficiente e specifica per il fabbisogno della specie coltivata), l’effettuazione dei trattamenti in caso di necessità e il rispetto dei tempi di carenza (tempi necessari ai prodotti chimici impiegati per disperdersi, in modo da non farli assorbire dai prodotti alimentari), la pulizia e la regolazione dei fossi, la potatura degli alberi.

L’azienda mantiene un elevato equilibrio tra vigneto e bosco e/o prato stabile, distribuiti al 50% per consentire la presenza di certi insetti utili alle colture e capaci di limitare uno sviluppo eccessivo di piante infestanti e/o mono specie; inoltre, nei vigneti è fatto uso di confusione sessuale (invece di fitofarmaci) per evitare la creazione di nuove generazioni. In genere, in un’azienda vitivinicola si utilizzano elevate quantità di acqua, spesso in periodi concentrati (ad es. per un paio di mesi l’anno); invece che farla disperdere, Tenuta Villanova cerca di recuperare la quantità usata per eseguire altre attività (pulizia di cisterne inox utilizzate per la pigiatura del vino, depuratori, ecc.). L’attenzione alla sostenibilità si manifesta anche nella sensibilità ad alcune forme di energia alternativa come quella solare. Tenuta Villanova ha progettato di installare pannelli fotovoltaici sulle falde dei tetti di alcuni edifici per garantire l’autosufficienza nella produzione di energia elettrica per l’autoconsumo e abbassare i costi legati alla forza motrice, ma l’idea non è ancora stata realizzata a causa della grande dimensione aziendale; l’implementazione del progetto si tradurrebbe in una maggiore efficienza,                                                                                                                          

192  “La  Malvasia  Saccoline  protagonista  all’aeroporto  del  Fvg”.  Le  Terre  del  Vino,  10/07/12,  

quindi in minori costi di realizzazione del prodotto finito, il cui rapporto qualità-prezzo migliorerebbe a vantaggio del consumatore finale. Inoltre è stata investita una somma importante per sostituire il frigorifero di condizionamento della cantina, del magazzino di stoccaggio e dei recipienti di vinificazione con un impianto a basso consumo e di moderna concezione, volto a incrementare l’efficienza e ad abbassare il consumo energetico (che si ripercuotono con i relativi costi sul prodotto finito, quindi sul consumatore).

Tenuta Villanova sostiene inoltre progetti legati alla ricerca, avvalendosi dell’aiuto delle università di Udine e di Trieste e collaborando con esse; nel 2008 alcuni rilevanti risultati derivanti da un lavoro chiamato “Progetto Villanova” e rappresentante la prima esperienza d’impresa in collaborazione con la scienza, furono esposti al secondo convegno "Innovazione in viticoltura ed enologia". Tale attitudine aziendale si conferma ricorrente già dal 1869, anno in cui l’allora proprietario ospitò Luis Pasteur che approfondiva i suoi studi. La storia e la tradizione della cantina sono valorizzate dai metodi innovativi adottati in campagna (dalla selezione clonale ai sistemi di coltivazione biologica dal controllo della carica gemmaria agli interventi di potatura verde, al controllo delle curve di maturazione) e in cantina (criomacerazione, pressature differenziate, selezione e sviluppo di lieviti autoctoni, controllo computerizzato delle temperature di fermentazione, l’affinamento in botti e barriques di essenze diverse in funzione alla tipologia di vino), che contribuiscono al rispetto e al mantenimento degli standard qualitativi prefissati.

L’aspetto interessante è che Tenuta Villanova, una delle aziende vitivinicole più importanti e antiche del panorama italiano (quindi avente un’impostazione tradizionale), si sia accorta dei benefici delle pratiche colturali biologiche e biodinamiche e, più in generale, di un approccio meno impattante nella produzione di vino e per la redditività a lungo termine, oltre che per una corretta conservazione e tutela del patrimonio naturale (di cui essa dispone in larga misura e che, quindi, è interessata a mantenere e conservare nel modo migliore e per il maggior tempo possibile). Sebbene l’azienda in questione non si converta completamente a uno dei due approcci produttivi sopra approfonditi, dimostra come un cambiamento di mentalità e un orientamento innovativo da parte di un’organizzazione possano condurre a nuove opportunità inesplorate, che se colte, si possono tradurre in vantaggi e benefici concreti per l’impresa.

COLTIVAZIONE

Fase effettuata in-house. Commistione di tecniche agronomiche convenzionali (uso di fitofarmaci e prodotti

necessari per i trattamenti) con altre di derivazione biologica e biodinamica (es. gestione

e preservazione verde, alternanza delle file del vigneto, regimazione delle acque per l’irrigazione,

confusione sessuale e sfruttamento di insetti utili contro piante infestanti e/o monospecie). Fornitori esterni per concimi e fitofarmaci

CONFERIMENTO UVE RACCOLTE

Fase effettuata in-house. Uve provenienti dai propri vigneti. Impiego di un frigorifero a basso consumo per il

magazzino di stoccaggio

FASE INDUSTRIALE/PRELIMINARE

Fase effettuata in- house secondo i metodi convenzionali.

Immissione di anidride solforosa per la solfitazione e fermentazione

FASE INDUSTRIALE/VINIFICAZIONE IN ROSSO

Fase effettuata in- house secondo i metodi convenzionali.

Impiego di lieviti autoctoni selezionati per la qualità del prodotto finale.

Controllo computerizzato della temperatura di fermentazione.

Impianto a basso consumo per la vinificazione

FASE INDUSTRIALE/ VINIFICAZIONE IN BIANCO

Fase effettuata in- house secondo i metodi convenzionali.

Impiego di lieviti autoctoni selezionati per la qualità del prodotto finale.

Controllo computerizzato della temperatura di fermentazione.

Impianto a basso consumo per la vinificazione

FASE INDUSTRIALE/VINIFICAZIONE ROSATO

Fase effettuata in- house. Impiego di criomacerazione per l’ottenimento del caratteristico colore rosato e impiego di un

frigorifero a basso consumo.

Controllo computerizzato della temperatura di fermentazione.

Tabella 4.3.2. Analisi dell’impatto della produzione sulla sostenibilità ambientale.

Fonte: propria, elaborata su dati Tenuta Villanova