Le risorse di AMELIS: una lettura in profondità
2. Esplorare sentimenti ed emozion
Fin dai primi anni del percorso formativo, la scuola svolge un fonda- mentale ruolo di orientamento, fornendo all’alunno le occasioni per com- prendere se stesso e acquisire consapevolezza delle proprie caratteristiche e potenzialità, muovendo dalla scoperta delle emozioni che sono alla base stessa della crescita. autori come Gardner e Goleman hanno sottolineato questi aspetti. nella sua teoria delle intelligenze multiple, Gardner1 ha at-
tribuito una particolare rilevanza all’intelligenza «interpersonale» e «intra- personale», ossia alle competenze che permettono di instaurare relazioni positive con se stessi e con gli altri. Goleman ha parlato di «intelligenza emotiva» identificandola con la capacità di «motivare se stessi», di «persi- stere nel perseguire un obiettivo nonostante le frustrazioni», e di «modula- re i propri stati d’animo evitando che la sofferenza ci impedisca di pensare […]»2. sull’onda del crescente interesse verso le dimensioni emotive e affet-
tive dell’intelligenza, la scuola ha prestato sempre maggiore attenzione alle variabili di natura emozionale che entrano in gioco nel processo educativo e ha annoverato fra le proprie finalità lo sviluppo delle capacità necessarie per imparare a leggere le proprie emozioni e a gestirle. sono finalità che la scuola persegue da tempo, ma che hanno trovato nuovo alimento nella teoria delle intelligenze multiple e dell’«intelligenza emotiva». il proces- so di educazione emotiva richiede un autentico lavoro di alfabetizzazione emozionale, che comprende la graduale acquisizione della consapevolezza di sé, mira a dare un nome e un senso a emozioni e a sentimenti positivi e negativi, a individuare le situazioni in cui gli stati d’animo acquistano forza e consistenza per sviluppare le capacità di pensiero razionale e di autocontrollo.
emozioni e sentimenti costituiscono il nucleo tematico di due per- corsi didattici: Frightened? No, thanks! Paura, no grazie!, realizzato dall’i- stituto comprensivo di cetona, e Faceschoolbook, prodotto dall’istituto comprensivo «primo levi» di prato.
«Frightened? No, thanks!/Paura, no grazie!»
il percorso didattico sviluppato dall’istituto comprensivo di cetona prende spunto dalla festività di Halloween, proponendo attività interdi- sciplinari che presentano diversi punti di forza. Questa risorsa può essere utilizzata, come dichiarato negli scopi dagli autori, per accrescere la moti-
1 H.Gardner,Formae mentis. Saggio sulla pluralità dell'intelligenza, Feltrinelli, milano 1987. 2 D.Goleman,Intelligenza emotiva, rizzoli, Bergamo 1997, p. 54.
vazione degli alunni della scuola primaria allo studio della lingua inglese. l’impiego occasionale di una lingua straniera non è sufficiente a stimolare l’interesse per l’apprendimento linguistico ed è quindi opportuno predi- sporre costantemente nessi con il vissuto degli alunni per eludere il rischio dell’esercizio nozionistico fine a se stesso. l’insegnamento dell’italiano l2 (lingua seconda) ad alunni stranieri richiede altrettanta attenzione e sol- lecitudine. il tema della festa è un argomento interculturale emotivamen- te coinvolgente. Halloween, nello specifico, è una ricorrenza tipicamente anglosassone, che non ha un corrispettivo nella tradizione italiana, ma è ormai entrata da diversi anni a far parte delle occasioni di festa con ma- schere, costumi, scherzi. essa offre un aggancio allettante per «fare con la lingua», lavorare su leggende e filastrocche, in inglese e in italiano. Questa festa fa inoltre riferimento esplicito all’emozione della paura. le narrazioni di storie del mistero, l’identificazione di luoghi e personaggi che le caratte- rizzano, diventano occasioni per sollecitare gli alunni a parlare di sé, delle proprie paure e di come queste possano essere esorcizzate. il bambino im- para a esprimere le emozioni negative, a identificare i pensieri che le accom- pagnano, ad attuare strategie che gli permettano di controllarle. diviene quindi importante approntare spazi e tempi di confronto e di elaborazione dove ognuno possa descrivere quali sono i mostri che lo spaventano, ri- produrne le andature, le posture, le mimiche facciali, ricreare le atmosfere e le situazioni che gli fanno paura per poterle affrontare e neutralizzare. il tema universale della paura si presta anche al confronto interculturale. una semplice indagine tra bambini che provengono da paesi diversi sulle loro paure o la lettura di testi contenuti in raccolte di fiabe3 permettono di
individuare personaggi o situazioni comuni. in questo percorso didattico, viene presentato un racconto con personaggi della tradizione anglosassone e della cultura popolare italiana, oltre a elementi di fantasia originali. la morale è che tutti i bambini del mondo devono fare i conti con la paura. nelle varie culture viene chiamata con nomi diversi, è legata a situazioni e personaggi particolari, ma è pur sempre la stessa emozione e, affrontando- la insieme, si possono scoprire trucchi e strategie per vincerla. il prodotto si presenta in due versioni: Frightened? No, thanks! in lingua inglese e Paura,
no grazie! in lingua italiana. consiste in un filmato realizzato dalla classe
utilizzando (Figura 1): una filastrocca, i disegni dei personaggi realizzati dagli alunni, i file audio contenenti le registrazioni delle voci narranti e le musiche di sottofondo scaricate da internet.
3 VerenaKast,docentediPsicologiapressol’UniversitàdiZurigo,haraccoltofiabediquesto
genere, dalle classiche favole dei fratelli Grimm alle storie tradizionali di islanda, Grecia e MaridelSud.SivedaV.Kast,Le fiabe di paura , red edizioni, como 2007.
il percorso didattico preve- de la presentazione della festa di Halloween e delle sue tradizioni, seguita da attività interdiscipli- nari sull’argomento. la lettura della storia in lingua inglese in- troduce l’unità didattica; si pro- cede quindi alla ricostruzione del significato del brano attraverso le ipotesi degli alunni e il successivo confronto con la versione in lin- gua italiana per verificare errori o omissioni. lo stesso tipo di lavoro può essere svolto, utilizzando solo la versione in lingua italiana con alunni migranti per attività di recupero o di alfabetizzazione. dopo aver lavorato sul testo, viene mostrata la risorsa sulla lim: le immagini animate scorrono e una voce fuori campo legge le frasi. Gli alunni hanno un approccio mul- tisensoriale: guardano le immagini, leggono le frasi, ascoltano il racconto.
le registrazioni audio sono utili per verificare la correttezza e l’intona- zione della pronuncia durante lo svolgimento delle attività. la voce nar- rante in inglese è quella della mamma di un alunno, madrelingua inglese, mentre nella versione italiana le voci registrate sono quelle dei bambini della classe autrice del prodotto. la lim può essere lo strumento per lavori di gruppo o a livello di classe: giochi linguistici, indovinelli, lettura dialo- gata, ricerca delle rime. la verifica finale può essere svolta collettivamente alla lim o stampata e distribuita come scheda individuale, da correggere successivamente sulla lavagna multimediale. si può anche prendere spun- to da questo percorso per costruire un prodotto dello stesso tipo con la pro- pria classe, magari facendo riferimento alla famosa poesia di piumini Nella
casa della paura, che termina così: «martedì dalla mia casa/se n’è andato lo
spavento:/cento amici l’hanno invasa,/han portato luce e vento!». molto si- mile è infatti il messaggio della filastrocca Paura, no grazie!: i vari personag- gi che interpretano il ruolo della paura si spaventano reciprocamente nella notte buia, finché non arriva la luce e così: «tutti i bambini giocano in quel- la casa non più oscura, non hanno mai avuto paura della paura!».
Amicizia e nuove tecnologie: «Faceschoolbook»
l’ingresso nella scuola sancisce un momento importante per i bambi- ni: è il primo distacco dalla famiglia, la prima forma di emancipazione. in questa nuova realtà, i bambini si incontrano tra i banchi e cominciano a co- struire importanti rapporti interpersonali. per questo la scuola viene spes- so definita come la palestra dell’amicizia. nella scuola primaria, il bambino condivide per cinque anni consecutivi gran parte della giornata con un gruppo di coetanei, nello spazio della propria classe. in questo contesto
Figura 1. Frightened? No, thanks! Paura, no grazie!- Schermata iniziale del filmato in lingua inglese
nascono relazioni amicali più o meno profonde, che rappresentano le ‘pro- ve generali’ dei futuri rapporti nella più ampia comunità sociale. Fin qui l’amicizia è prevalentemente fatta di contatto fisico e visivo. oggi, però, le nuove tecnologie propongono altri modi di fare conoscenza. Basti pensare ai social network. si tratta di spazi che permettono di gestire contatti con persone di tutto il mondo e incontri virtuali tra coloro che condividono in- teressi comuni. su Facebook, ad esempio, è piuttosto frequente avere 200, 500 o più amici virtuali. accanto a queste opportunità vi sono, tuttavia, anche delle insidie. i pericoli possono essere di vario tipo: cracker, ladri o truffatori che cercano di impadronirsi dei dati personali degli utenti più incauti, oppure pedofili che sotto falsa identità cercano di entrare in con- tatto con potenziali vittime. sulla carta i bambini non potrebbero accedere a Facebook prima dei 13 anni. ciononostante, da una recente indagine4 ri-
sulta che oltre un terzo dei minori iscritti a Facebook ha meno di 13 anni. in questo contesto diventa essenziale l’intervento degli adulti e della scuola, in particolare, che può mettere a punto percorsi di educazione ai media5
volti a promuovere le competenze mediali necessarie per comprendere il funzionamento di certi ambienti e i relativi pericoli. Faceschoolbook nasce con lo scopo di far conoscere, in ambiente protetto, i meccanismi che si attivano, quando si entra in luoghi virtuali, anche al fine di ridimensiona- re le aspettative relative a questi siti. si tratta infatti di una presentazione multimediale che simula la struttura di un social network. è costituita da diapositive ‘maschere’ che ricordano, per aspetto grafico e funzionamento, le pagine di Facebook (Figura 2).
ogni alunno riempie una scheda profilo: si presenta, inserisce semplici informazioni seguendo uno schema dato, aggiunge foto o disegni, crea link di amicizia con altre schede/profilo.
una volta assemblate tutte le schede, la risorsa è pronta per l’utilizzo. non si può chattare e le possibilità di contatto sono chiaramente limitate al gruppo classe, ma si usa lo stesso lessico dei social network; si può navi- gare nella risorsa alla scoperta dei gusti personali dei compagni, seguire i collegamenti di amicizia, lasciare messaggi personali in bacheca. in pratica gli alunni costruiscono una versione semplificata di Facebook, con i propri materiali: foto, disegni, clipart, pensieri ed opinioni. Questo tipo di attività può essere svolta in lingua inglese con alunni italofoni o in lingua italiana
4 Cfr.That Facebook friend might be 10 years old, and other troubling news, «consumer reports
magazine», June 2011, http://www.consumerreport.org.
5 Iltemadell'educazioneaimedia,oggettospecificodellaMediaeducation,haacquisitouna
progressiva rilevanza negli ultimi decenni parallelamente alla diffusione capillare dei nuovi media digitali. in quest'ambito si è ormai prodotta una vasta letteratura con una particolare attenzione alla scuola. su questi aspetti si possono consultare i seguenti lavori: p. c. rivoltella, Media Education. Fondamenti didattici e prospettive di ricerca, la scuola, Brescia 2005; F. cambi (a cura di), Media Education tra formazione e scuola, ets, pisa 2010; a. parola, m. ranieri, Media Education in action, Fup, Firenze 2010.
con alunni stranieri e può costitu- ire un valido supporto per appro- fondire alcuni aspetti della lingua: la struttura della frase nelle varie forme (affermativa, negativa, in- terrogativa), le formule di saluto, la comprensione di semplici testi. la lim può essere utilizzata in di- verse fasi del lavoro. ad esempio con questa risorsa si può simulare la navigazione in internet grazie ai collegamenti tra le pagine che funzionano come quelli del web. si può operare anche in modali- tà online: è possibile creare link a siti, a video o musiche presenti in rete, per personalizzare i profili, passando dalla simulazione alla vera e propria esplorazione, sotto la guida dell’insegnante. la lim è anche il medium che può favorire l’incontro e la socializzazione. nei profili gli alunni parlano di sé e del proprio mondo, comunicano i loro pensieri, si scambiano saluti, messaggi, espressioni di affetto e confidenze. all’interno di questo percor- so didattico, la lim diventa uno strumento polifunzionale che consente agli alunni di muoversi nel mondo delle tecnologie della comunicazione con maggiore consapevolezza.