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Formazione degli insegnanti e tecnologie educative Il caso della LIM

2. Insegnanti e tecnologie nell’insegnamento

la questione della formazione degli insegnanti all’utilizzo delle tecnolo- gie informatiche nella didattica non è nuova. a partire dagli anni ottanta, con l’avvento dei primi personal computer, in tutti i paesi industrializzati è stata avvertita l’esigenza di adeguare le scuole all’impiego delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. a questo scopo sono stati varati numerosi programmi per l’aggiornamento dei docenti in servizio e sono stati migliorati i percorsi universitari finalizzati a preparare le nuove leve. nonostante ciò, e sebbene i docenti siano oggi una delle categorie sociali che fanno maggiormente uso delle tecnologie digitali12, si riscontra un sostanzia-

le divario tra il possesso delle competenze strumentali per la produttività individuale (ricerca, scrittura, comunicazione) e il loro impiego nell’insegna- mento13. in altre parole la capacità di usare gli strumenti non ha portato a

farne un efficace e diffuso utilizzo nella didattica quotidiana14. comprendere

i motivi che ostacolano l’introduzione e l’uso delle tecnologie è una delle sfi-

10 N.Mercer,Interactive whiteboards and classroom interactions, «evidence-based education», 3,

1, 2010, pp. 8-9.

11 K.Holmes,Planning to teach with digital tools: Introducing the interactive whiteboard to pre-

service secondary mathematics teachers, «australasian Journal of educational technology», 25, 3, 2009, pp. 1-13.

12 OECD,The New Millennium Learners: ICT use in initial teacher training, 2009, http://www.

oecd.org/dataoecd/33/50/42031549.pdf.

13 R.Vannattaetal.,From teaching technology to using technology to enhance student learning:

preservice teachers’ changing perceptions of technology infusion, «Journal of technology and TeacherEducation»,9,1,2001,pp.105-27;V.Otero,D.Peressini,K.Andersonetal.,Integrating Technology into Teacher Education: A Critical Framework for Implementing Reform, «Journal of teacher education», 56, 1, 2005, pp. 8-23; d. polly, c. mims, c. e. shepherd, F. inan, Evidence of impact: Transforming teacher education with preparing tomorrow’s teachers to teach with technology, «teaching and teacher education», 26, 4, 2010, pp. 863-70; V. Vratulis, t. clarke, G. Hoban, G. erickson, Additive and disruptive pedagogies: The use of slowmation as an example of digital technology implementation, «teaching and teacher education», 27, 8, 2011, pp. 1179-188.

14 D.Sime,M.Priestley,Student teachers’ first reflections on information and communications

technology and classroom learning: implications for initial teacher education, «Journal of computer assisted learning», 21, 2, 2005, pp. 130-42.

de a cui oggi fanno riferimento numerosi programmi internazionali, tra cui il progetto The New Millennium Learners: ICT use in initial teacher training, varato dall’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (oecd)15.

i fattori che entrano in gioco nel determinare il se e il come gli insegnanti uti- lizzeranno le tecnologie digitali nella pratica didattica sono molti, ed è com- plesso identificare le barriere e i fattori abilitanti. alcuni autori si sono concentrati sul tema della resistenza al cambiamento, sulla scia dei numerosi studi sviluppati nel campo delle scienze dell’organizzazione, sottolineando l’importanza di aspetti quali la sicurezza e la serenità, la difesa della propria autonomia, le conflittualità e le rivendicazioni nei confronti del sistema. l’accettazione dell’innovazione emerge dall’utilità percepita, come pure dal- la facilità di impiego16 ed è condizionata dall’attrattiva intesa come sensazio-

ne di desiderabilità e di benessere derivante dalla coerenza tra la tecnologia, i bisogni, i valori e le esperienze del soggetto17. Zhao e cziko18 sottolineano

come gli insegnanti siano guidati soprattutto da principi pragmatici nello scegliere se impiegare le tecnologie nella didattica: lo fanno quando pensano di avere maggiori probabilità di raggiungere gli obiettivi rispetto ad altre modalità (principio di efficacia), se ritengono che il loro impiego non interfe- risca con altri obiettivi di apprendimento (principio del disturbo) e, infine, se reputano di avere le capacità e le risorse per gestire la situazione (principio del controllo). circa l’ultimo aspetto giocano un ruolo determinante fattori quali l’ansia, il timore di sbagliare e di mostrarsi incapaci davanti ai propri allievi (spesso più disinvolti nell’uso delle tecnologie), la preoccupazione di non riuscire ad essere adeguati rispetto a modelli ideali, la sensazione di aver bisogno di più tempo, l’impressione di avanzare a tentoni e di rischiare di sacrificare altre parti del programma19. le convinzioni dell’insegnante (tea-

cher beliefs), ovvero l’insieme di credenze, spesso tacite, che questi ha rispet- to all’insegnamento – da quello che si reputi possibile e giusto fare in classe alle idee sul proprio ruolo e quello degli allievi – sono uno degli elementi più importanti20 su cui intervenire per introdurre il cambiamento, sia dal punto

di vista strumentale che metodologico. tali credenze si traducono nella con- suetudine ad operare in un determinato modo indipendentemente da ciò che suggerirebbero le teorie dell’istruzione o da ciò che possono offrire le tecnologie. in altre parole non è pensabile intervenire sulle pratiche degli in- segnanti senza conoscere quali siano i loro atteggiamenti, le convinzioni e i

15 OECD,op. cit., 2009.

16 F.D.Davis,Perceived usefulness, perceived ease of use, and user acceptance of information

technology, «mis Quarterly», 13, 3, 1989, pp. 319-40.

17 E.Rogers,Diffusion of innovation, the Free press, new York (nY) 1983.

18 Y.Zhao,G.A.Cziko,Teacher adoption of technology: a perceptual control theory perspective,

«Journal of technology and teacher education», 9, 1, 2001, pp. 5-30.

19 A.Calvani,I nuovi media nella scuola. Perché, come, quando avvalersene, carocci, roma 1999. 20 P.Ertmer,Teacher pedagogical beliefs: The final frontier in our quest for technology integration?,

valori che li guidano21, aspetto che è stato sottolineato anche nel capitolo pre-

cedente, nel quale è stato evidenziato come le dimensioni più strettamente personali ed emotive possono ostacolare il cambiamento e lo sviluppo pro- fessionale. il non considerare questi aspetti può pertanto portare al rifiuto come pure ad impieghi inadeguati proprio perché legati a modalità di lavoro preesistenti22. oltre a fattori personali ed emotivi quali la fiducia nella pro-

pria competenza tecnologica e la convinzione che le tecnologie siano coerenti con il proprio modo di condurre la classe, sime e priestley23 identificano altri

due aspetti: la disponibilità di risorse da parte della scuola e del contesto so- cioculturale e il sentirsi parte di una comunità di colleghi capaci di incorag- giare e fornire sostegno. il supporto sociale, in particolare, è stato identificato come un fattore cruciale in quanto capace di abilitare o ostacolare l’uso delle tecnologie nell’insegnamento, anche per gli insegnanti più giovani e prepa- rati24. Butler e sellbom25 riconoscono, tra le altre cose, l’importanza dell’ade-

guatezza del supporto istituzionale inteso come la capacità di facilitare l’adozione delle tecnologie e di provvedere con rapidità alla soluzione di eventuali problemi di natura tecnica. per starkey26 il supporto riguarda mol-

teplici ambiti, quali le convinzioni dei soggetti che occupano posizioni di le- adership all’interno dell’organizzazione scolastica, il tempo messo a disposizione per l’apprendimento e lo sviluppo professionale, il sostegno del collegio dei docenti, il coordinamento con i servizi scolastici, la disponibilità di assistenza tecnica. sono soprattutto i colleghi a fornire l’impulso più forte all’innovazione, come pure la fonte più efficace di supporto27. Gli insegnanti,

a differenza dei decisori politici o dei filosofi dell’educazione, guardano all’innovazione con lo sguardo pragmatico di chi, giorno dopo giorno, è im- pegnato nella propria pratica. ogni nuova proposta, al di là dei grandi enun- ciati ideali, è considerata principalmente sul piano della sostenibilità. non va dimenticato che qualsiasi forma di cambiamento porta, almeno in una prima fase, all’aumento del lavoro e all’inevitabile aggiunta di ulteriori oneri e re- sponsabilità. assumono in questa prospettiva importanza le condizioni strutturali e culturali del contesto nel quale gli insegnanti operano. il consen- so e la disponibilità dei colleghi sono, da questo punto di vista, una delle garanzie maggiori per promuovere processi di cambiamento28. è inoltre ne-

21 NationalResearchCouncil,How people learn: Brain, mind, experience, and school, national

academy press, Washington (dc) 1999.

22 T.Teo,C.S.Chai,D.Hung,C.B.Lee,Beliefs about teaching and uses of technology among pre-

service teachers, «asia-pacific Journal of teacher education», 36, 2, 2008, pp. 163-74.

23 D.Sime,M.Priestley,op. cit., 2005.

24 L.Starkey,Supporting the digitally able beginning teacher, «teaching and teacher education»,

26, 7, 2010, pp. 1429-438.

25 D.L.Butler,M.Sellbom,Barriers to adopting technology for teaching and learning, «educause

Quarterly», 25, 2, 2002, pp. 22–8.

26 L.Starkey,op. cit., 2010.

27 M.Fullan,The new meaning of educational change,TeachersCollegePress,London(UK)2007. 28 Ibidem.

cessario che tutti i fattori in gioco, che abbiamo visto riguardare sia la sfera personale (senso di fiducia, di autoefficacia e di coerenza tra le proprie con- vinzioni e le potenzialità offerte dall’innovazione, ecc.), sia la sfera esterna (sostegno della scuola e dei colleghi, disponibilità di strumenti e risorse, ecc.), vengano considerati complessivamente perché si influenzano recipro- camente29. anche gli aspetti più intimi, quali il benessere e la sicurezza perso-

nale, a ben vedere, dipendono, dall’affidabilità complessiva del sistema scuola a partire dalla sua organizzazione e funzionalità, dall’esistenza di ser- vizi di assistenza tecnica, dalla presenza di incentivi e di riconoscimenti (eco- nomici o meno), dalla disponibilità di persone esperte capaci di facilitare il lavoro e alle quali potersi rivolgersi in caso di necessità30. inoltre, per consen-

tire agli insegnanti di operare nelle condizioni ottimali è necessario fornire loro la possibilità di lavorare e crescere insieme31 e di poterlo fare a lungo. il

sostegno e l’incoraggiamento, infatti, non possono essere considerati un epi- sodio estemporaneo. Baylor e ritchie32 evidenziano che il cambiamento ri-

chiede tempi lunghi, anche fino a cinque o sei anni di pratica, prima che gli insegnanti arrivino a sentirsi a loro agio nell’uso delle tecnologie. non a caso il fattore tempo è visto dagli insegnanti come una delle principali barriere all’implementazione delle nuove tecnologie nella propria esperienza didatti- ca33. le buone pratiche relative all’introduzione delle tecnologie nella forma-

zionedegliinsegnanti,sintetizzatedaKirschnereDavis34, suggeriscono una

formazione calata nel contesto reale con una diluizione degli interventi di natura tecnica nel tempo ed una parallela applicazione pratica in classe di quanto appreso. un’attenzione eccessiva agli aspetti tecnologici, come pure una separazione della teoria dalla pratica, oltre a deludere aspettative di tipo pragmatico, costringe a un’alfabetizzazione continua, sempre preliminare e vuota di contenuto: la formazione tecnologica, invece, deve presentarsi fin dall’inizio densa di significatività educativa35. se viene meno la possibilità di

svolgere esperienza diretta, se i compiti non sono autentici e gli insegnanti non hanno la possibilità di riflettere e confrontarsi con i colleghi e gli esperti rispetto ai risultati raggiunti, è molto probabile che quanto appreso vada in- contro ad un rapido decadimento o, comunque, non entri a far parte delle pratiche quotidiane.

29 T.Teoetal.,op. cit., 2008. 30 A.Calvani,op. cit., 1999.

31 H.Slepkov, Teacher professional growth in an authentic learning environment, «Journal of

research on technology in education», 41, 1, 2008, pp. 85-111.

32 A.L.Baylor,D.Ritchie,What factors facilitate teacher skill, teacher morale, and perceived student

learning in technology-using classrooms?, «computers & education», 39, 4, 2002, pp. 395-414.

33 S. Plair, Revamping professional development for technology integration and fluency, «the

clearing House», 82, 2, 2008, pp. 70-4.

34 P.Kirschner,N.Davis,Pedagogic benchmarks for information and communications technology in

teacher education, «technology, pedagogy and education», 12, 1, 2003, pp. 125-47.