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Esposizione personale a campi magnetici a frequenza estremamente bassa in lavoratori addetti a varie mansioni

1Cattedra di Medicina del Lavoro, Dipartimento di Scienze Igienistiche, Dottorato di Ricerca in Sanità Pubblica, Università di Modena e Reggio Emilia

2Dipartimento di Prevenzione, Azienda USL di Modena

3Dipartimento di Prevenzione, Azienda USL di Reggio Emilia

Introduzione

L’imprecisione nella stima della esposizione è uno dei principali problemi che caratterizzano la ricerca epide-miologica sugli effetti della esposizione occupazionale ai campi elettromagnetici a frequenza estremamente bassa (Extremely Low Frequency, ELF) (1, 2). Inoltre, la recen-te Direttiva Comunitaria 2004/40/CE (3) presuppone l’ob-bligo di valutare in modo specifico il rischio connesso da ELF: è evidente il vantaggio che una conoscenza prelimi-nare dei livelli di esposizione potenzialmente attesi nei la-voratori addetti alle varie mansioni potrebbe offrire.

Lo studio che presentiamo è stato condotto allo scopo di ottenere una stima rappresentativa dell’esposizione profes-sionale ai campi magnetici ELF (ELF-MF) nei lavoratori ad-detti alle principali mansioni lavorative presenti nella realtà produttiva del territorio di Modena e di Reggio Emilia.

Materiali e Metodi

Sono stati monitorati 290 lavoratori addetti a oltre 56 mansioni dei comparti metalmeccanico, ceramico, tessile ed alimentare, e ad alcune attività classificabili tra i servi-zi (aservi-ziende municipalizzate e grande distribuservi-zione). Alcu-ne altre mansioni, non considerate adeguatamente rappre-sentative del comparto di appartenenza, sono state raccol-te in un unico gruppo non differenziato (Altre mansioni).

Per la selezione del campione sono stati effettuati in-contri con i lavoratori di varie aziende attive sul territorio locale per presentare lo studio. Sebbene in alcuni casi il numero di persone disponibile si sia rivelato superiore a quello previsto, permettendo una selezione causale dei soggetti da includere nello studio, in varie aziende sono stati monitorati tutti i volontari.

L’esposizione individuale a ELF-MF è stata misurata mediante dosimetri personali (Emdex LITE, Enertech Con-sultants, USA), indossati alla cintura per due turni di lavoro completi. L’apparecchiatura è stata tenuta anche fuori dal la-voro, per misurare la esposizione extra-occupazionale.

È stata effettuata una misura ogni 10 secondi; in questo modo per ogni lavoratore sono state raccolte oltre 5750 misurazioni durante l’attività lavorativa, e oltre 11.500 fuori dal lavoro.

RIASSUNTO

Mediante dosimetri personali indossati per due turni lavorativi abbiamo misurato l’esposizione a campi magnetici ELF in 290 lavoratori addetti a 56 mansioni, selezionate tra le più rappresentative della realtà produttiva di Modena e Reggio Emilia. L’esposizione personale TWA nell’intero campione è risultata 0,59 ± 3,2 µT (media aritmetica ± DS), il 50° percentile 0,13 µT. In oltre il 90% dei lavoratori il TWA è risultato inferiore a 1,0 µT. Solo in una delle oltre 56 mansioni esaminate il TWA di mansione (50° percentile) è risultato superiore a 1 µT, in altre 8 era invece compreso tra 1 e 0,4 µT mentre nelle altre (circa l’84% del totale) è risultato inferiore a 0,4 µT. In alcune mansioni, ad es. negli elettricisti manutentori in ceramica, è stata osservata una sensibile variabilità tra i lavoratori. È stata anche valutata l’esposizione extra-lavorativa nelle abitazioni, che è risultata inferiore a 0,4 µT in oltre il 98% delle persone. I dati indicano un’esposizione ad ELF

complessivamente modesta nella maggioranza dei lavoratori e delle mansioni esaminate. Tuttavia, in ragione della variabilità presente in molte mansioni, di particolare utilità risulta la dosimetria personale ed un’analisi dei tracciati individuali. Parole chiave: campi magnetici ELF, esposizione occupazionale, monitoraggio personale, esposizione di mansione.

ABSTRACT

[Personal exposure to ELF magnetic fields in workers engaged in various occupations]

Using personal dosimeters worn during two complete work-shifts, we measured occupational exposure to Extremely Low Frequency-Magnetic Fields (ELF-MF) in 290 workers employed in 56 jobs, representative of the main occupational activities in the area of Modena and Reggio Emilia (Italy). Environmental non-occupational exposure was also monitored. In the whole sample, the mean Time-Weighted Average (TWA) exposure during work resulted 0,59 µT (SD 3,2), while the median was 0,13 µT. Exposure was lower than 1 µT in more than 90% of the workers. In one job only exposure was greater than 1 µT (job-related median TWA); in other 8 exposure was between 1 and 0,4 µT, while about 84% of the jobs presented a median TWA lower than 0,4 µT. A high variability among workers engaged in the same job resulted in various occupational tasks. Non-occupational exposure was lower than 0,4

µT in more than 98% of the examined workers.

Our results show a low to moderate occupational exposure to ELF-MF in the greatest part of the workers and working activities. Also the non-occupational exposure resulted low in the large majority of the subjects. The high variability observed among workers engaged in some occupations may represent a problem in exposure evaluation. Personal monitoring is particularly useful in such a situations.

Key words: Extremely Low Frequency-Magnetic Fields (ELF-MF), job-related exposure, personal monitoring.

G Ital Med Lav Erg 2005; 27:3 343 www.gimle.fsm.it

Come valore di esposizione personale di ogni lavorato-re è stata adottata la media aritmetica di tutti i valori misu-rati (esposizione Time-Weighted Average, TWA). Suddivi-dendo i periodi della giornata in funzione dell’attività svol-ta (periodi lavorativi, periodi passati in casa, periodi extra-lavorativi fuori casa) sono state calcolate le esposizioni du-rante tali periodi, rispettivamente: TWA lavorativo, TWA abitazione, TWA extralavorativo. I valori di ELF-MF sono espressi in microtesla (µT).

Le esposizioni per comparto (TWA di comparto) sono state stimate come media aritmetica e come 50° percentile dei TWA dei singoli lavoratori di quel comparto; in modo analogo si è proceduto anche per le singole mansioni (TWA di mansione). Abbiamo ritenuto di presentare solo i dati relativi alle mansioni per le quali è stato possibile stu-diare 2 o più lavoratori, negli altri casi i dati sono presen-tati in modo aggregato sotto la voce “Altri”. In tre casi non è stato possibile procedere all’accorpamento, e vengono quindi presenti i risultati relativi ad un solo lavoratore.

La variabilità e la distribuzione dei TWA dei lavora-tori appartenenti al medesimo comparto e/o alla medesi-ma medesi-mansione sono state valutate sulla base della DS, e sul 5° - 95° percentile.

I dati sono stati elaborati con il programma Emcalc 2000 (Enertech Consultants, USA), e con il software stati-stico SPSS 12.0 (SPSS Italia).

Risultati e Discussione

Nell’intero campione, la media dell’esposizione per-sonale TWA ad ELF durante l’attività lavorativa è risulta-ta 0,59 ±3,2 µT (Tabella I). La distribuzione dei singoli valori era, però, non normale: il 50° percentile è risultato, infatti, largamente inferiore (0,13 µT), mentre il 5° - 95° erano rispettivamente 0,03 - 1,4 µT. Il valore più elevato (52,28 µT circa) è stato misurato in un elettricista manu-tentore in ceramica che, però, durante i turni campionati Tabella I. Media aritmetica, 50°, 5° e 95° percentile dei valori di esposizione TWA a campo magnetico

344 G Ital Med Lav Erg 2005; 27:3 www.gimle.fsm.it aveva svolto un’attività occasionale. Solo 10 lavoratori

(3% circa della casistica) avevano un’esposizione supe-riore a 2 µT.

I TWA medi di comparto più elevati erano quelli della ceramica (1,74 ±7,79 µT), tessile (0,58 ±0,65 µT) e me-talmeccanica, (0,42 ±1,13 µT), mentre in tutti gli altri casi i valori erano inferiori a 0,4 µT, la soglia proposta per gli effetti sospettati nella popolazione infantile, ovvero, presu-mibilmente la più sensibile agli effetti degli ELF-MF (2). Tali valori risentono, però, della distribuzione asimmetrica dei dati: considerando il 50° percentile, i TWA risultano in-fatti rispettivamente 0,19, 0,37 e 0,11 µT. Negli altri com-parti i TWA sono largamente inferiori a 0,2 µT. Il dato sug-gerisce un’esposizione occupazionale ad ELF complessiva-mente ben contenuta nella maggior parte dei lavoratori.

Passando all’esame dei TWA di mansione, il più basso è risultato quello degli insegnanti di scuola materna (0,02

±0,01 µT). Molto modeste (< 0,1 µT) sono anche le espo-sizioni negli operatori sanitari (si trattava di addetti ad at-tività prevalentemente diagnostico medico-legali), negli addetti alla manutenzione tessile, al montaggio, fresatura e controllo qualità in metalmeccanica e nella maggior parte degli impiegati amministrativi.

Al contrario, i TWA di mansione più elevati sono risul-tati quelli degli elettricisti manutentori e degli smaltatori in ceramica (rispettivamente 14,02 ±25,52 e 2,49 ±5,44 µT), degli operai generici ed operatori di macchina nella metal-meccanica (1,82 ±3,69 µT e 1,02 ±1,33 µT), e degli ad-detti alle sottostazioni elettriche (1,12 ±1,18 µT). Consi-derando il 50° percentile, però, solo negli elettricisti della ceramica il TWA di mansione resta superiore a 1µT (1,61

µT), mentre sono 8 le mansioni tra 0,4 e 1 µT e ben 47 (84% del totale) quelle inferiori a 0,4 µT.

Per molte mansioni è stata rilevata una sensibile varia-bilità dei TWA tra i lavoratori. In particolare, per gli smal-tatori e gli elettricisti in ceramica, gli operai generici in metalmeccanica e gli addetti alle sottostazione nei servizi, la differenza tra 5° e 95° percentile è intorno a due ordini di grandezza. Per questa ragione, utilizzando la tecnica del box-plot, abbiamo cercato la presenza di valori classifica-bili come outliers. Nella Figura 1 presentiamo l’analisi ri-ferita alla ceramica, che conferma la presenza di un outlier tra gli addetti alla smaltatura, e di alcuni elettricisti con esposizione sensibilmente più elevata della mediana. In questi casi si è provveduto ad un approfondimento con i la-voratori, volto ad identificare le cause delle differenze. Per lo smaltatore il problema era dovuto alla localizzazione della postazione tra più motori di elevata potenza. Nel ca-so degli elettricisti, invece, il monitoraggio era stato effet-tuato durante un intervento occasionale in prossimità di motori che non era stato possibile fermare. La medesima analisi dei risultati è stata condotta anche per le altre man-sioni ad elevata variabilità.

Considerando la esposizione extralavorativa, nell’inte-ro gruppo la media delle esposizioni in casa è risultata mo-desta (0,07 ±0,19 µT), con il 95° delle osservazioni entro 0,3 µT, quella extralavorativa 0,15 ±0,37µT; in questo ca-so il 95% delle osservazioni era inferiore a 0,38 µT. Come ci si poteva attendere, non era presente alcun tipo di corre-lazione con l’esposizione professionale.

Nella interpretazione dei risultati deve essere conside-rato che il campione di lavoconside-ratori per mansione è ancora numericamente ridotto, che le mansioni non sono state se-lezionate in modo casuale, e che non è stato possibile ef-fettuare una selezione casuale dei lavoratori addetti alle varie mansioni.

Pur con queste limitazioni, però, i risultati indicano un’esposizione a campi magnetici ELF modesta nella maggioranza dei lavoratori e delle mansioni.

Una comparazione con i risultati di altri autori è dif-ficile, dato che gli studi confrontabili sono scarsi, tuttavia esiste una sostanziale analogia sia per quanto riguarda i dati riferiti all’intero campione, che per le esposizioni nelle mansioni che è stato possibile comparare (4-13) (Tabella II).

Figura 1. Box-Plot dei livelli di esposizione a ELF-MF nelle mansioni lavorative del comparto della ceramica. Sono ripor-tate solo le mansioni con un numero di addetti superiore a 2. (con il simbolo * è indicato un valore identificato come outlier)

Tabella II. Livelli di esposizione TWA a campo magnetico ELF in varie mansioni lavorative, misurati nel presente studio e da altri autori

Presente studio Altri autori

MANSIONE TWA (DS) MIN MAX

µT µT µT Confezione capi abbigliamento 0,84 (±0,68) 0,37(4) 3,20(5)

Manutenzione cabine elettriche 0,35 (±0,25) 0,20(6) 2,11(7)

Addetti linee elettriche 0,15 (±0,10) 0,09(6) 0,83(8,9)

Addetti macchine utensili 1,02 (±1,33) 0,28(4)

Falegnami 0,13 (±0,07) 0,21(4)

Riparatori radio- TV 0,17 (±0,05) 0,23(4) 0,34(10)

Impiegati d’ufficio 0,06 (±0,03) 0,02(11) 0,37(12)

G Ital Med Lav Erg 2005; 27:3 345 www.gimle.fsm.it

Conclusioni

I risultati indicano un’esposizione ad ELF inferiore a 1,0 µT in oltre il 90% dei lavoratori, inferiore a 2 µT in ol-tre il 96%. Considerando i risultati per mansione solo in una (elettricisti manutentori in ceramica) delle 56 esami-nate, il 50 percentile dei TWA di mansione è risultato su-periore a 1 µT, in altre 8 era compreso tra 0,4 ed 1 µT, men-tre in circa 4/5 del totale era inferiore a 0,4 µT. I dati indi-cano un’esposizione modesta, o molto modesta, nella mag-gioranza delle mansioni e dei lavoratori esaminati.

In alcune mansioni, però, è stata osservata un’elevata va-riabilità dell’esposizione tra i lavoratori, che si conferma un problema per una corretta valutazione dei livelli di esposi-zione. La procedura adottata in questo studio, che prevede l’uso della dosimetria personale estesa a più turni lavorativi, un’analisi dei risultati strumentali effettuata contestualmen-te con la riconsegna dello strumento, al fine di verificare im-mediatamente i dati rilevati, ed un colloquio con i lavorato-ri in caso di TWA che si discostino in modo lavorato-rilevante dal TWA mediano di mansione, ha permesso, nella maggior parte dei casi, di definire le ragioni della variabilità.

L’esposizione extralavorativa nelle abitazioni si è rive-lata inferiore a 0,2 µT in oltre il 94%, e inferiore a 0,4 µT in oltre il 98% dei lavoratori; i dati sono molto simili an-che nei periodi extralavorativi fuori casa. Nella quasi tota-lità dei lavoratori studiati l’esposizione durante il lavoro è risultata più elevata, o simile, a quello ambientale, confer-mando la necessità che l’esposizione occupazionale sia adeguatamente misurata in tutti gli studi epidemiologici sugli effetti degli ELF.

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Richiesta estratti:Prof. Fabriziomaria Gobba, Cattedra di Medicina del Lavoro, Dipartimento di Scienze Igienistiche, Università di Modena e Reggio Emilia, Via Campi 287, 41100 Modena (MO), tel. + 39 059 205 54 63, fax + 39 059 205 54 83, e-mail [email protected]

G Ital Med Lav Erg 2005; 27:3, 346-350 © PI-ME, Pavia 2005 www.gimle.fsm.it

C. Romano, A. Baracco, M. Coggiola, A. Gullino, P.G. Piolatto

Metodo semplificato per l’individuazione del rischio di sovraccarico

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