Polimeri Europa S.p.A., Medicina ed Igiene del Lavoro, Piazza Boldrini 1, 20097 San Donato Milanese (MI)
Introduzione
Tradizionalmente l’esposizione professionale ad agen-ti chimici è stata valutata prevalentemente mediante l’uagen-ti- l’uti-lizzo congiunto degli indicatori biologici e delle campagne di misurazione ambientale (ponderato sull’effettivo tempo di esposizione) o/e dall’utilizzo della dosimetria persona-le. Nel tempo sono stati resi disponibili un sempre mag-giore numero di agenti chimici con Valori Limite di Espo-sizione Professionale (Threshold Limit Values, TLVs) e per molti di questi sono stati individuati anche i corrisponden-ti Indicatori Biologici di Esposizione (IBE) ed il loro “va-lore limite biologico”. Nelle realtà lavorative dove sono consolidate misure sia per ridurre al minimo le concentra-zioni degli agenti chimici sia per gestire al meglio l’orga-nizzazione del lavoro, le esposizioni professionali hanno manifestato negli anni continue riduzioni, come indicato nella Figura 1.
L’esperienza maturata negli anni attraverso l’esecuzio-ne di circa 50.000 misurazioni ambientali relative a circa 150 agenti chimici e di circa 30.000 determinazioni relati-ve a 15 indicatori biologici per i quali sono stati definiti i rispettivi IBE, ci ha consentito di confermare che in pre-senza di bassi livelli di esposizione professionale, i valori degli indicatori biologici sono sempre ampiamente al di sotto dei rispettivi limiti. Di conseguenza è da riconsidera-re l’effettuazione congiunta delle determinazioni ambien-tali e biologiche. Da questo scenario, emerge la necessità di individuare una metodologia che, utilizzando in manie-ra efficace tutti gli strumenti disponibili per il controllo delle esposizioni ad agenti chimici negli ambienti di lavo-ro, garantisca continuità nella gestione delle problematiche di salute e sicurezza dei lavoratori. Tale metodologia deve tener conto della valutazione del rischio e deve essere coordinata con tutte quelle professionalità che gestiscono direttamente ed indirettamente le attività inerenti la medi-cina del lavoro e l’igiene industriale.
Materiali e Metodi
Per brevità di trattazione si è provveduto ad elaborare i valori di concentrazioni ambientali di Benzene, Toluene e Xilene misurate nel biennio 2003-2004 in 4 impianti omo-RIASSUNTO
La valutazione dell’esposizione professionale attraverso l’utilizzo del monitoraggio degli indicatori biologici è ormai un metodo consolidato nelle pratiche della Medicina del Lavoro; esso viene spesso utilizzato congiuntamente alle determinazioni ambientali al fine di ottenere una validazione reciproca dei metodi di controllo dell’esposizione professionale. L’esperienza maturata negli ultimi anni ci ha permesso di verificare e confermare che, in presenza di bassi livelli di esposizione professionale, i valori degli indicatori biologici sono sempre ampiamente al di sotto dei rispettivi limiti senza evidenziare correlazioni statisticamente significative con le relative esposizioni ambientali. Di conseguenza risulta molto utile programmare ed integrare in modo alternato le due diverse metodologie di valutazione dell’esposizione (monitoraggio biologico ed ambientale) in modo da consentire, in condizioni di basse concentrazioni ambientali e durante attività lavorative “routinarie”, un efficace e continuo controllo dell’esposizione ad agenti chimici. Inoltre l’approccio a tale metodologia favorisce l’integrazione di tutte quelle professionalità che gestiscono direttamente ed indirettamente le attività inerenti la medicina del lavoro e l’igiene industriale e che hanno come obiettivo primario la tutela e la salvaguardia della salute dei lavoratori e dell’ambiente di lavoro.
Parole chiave: monitoraggio biologico, igiene industriale, esposizione, agenti chimici.
ABSTRACT
[Integration of Biological and Workplace Monitoring as an efficient control of chemical exposure]
Evaluation of professional exposure by means of biological monitoring is nowadays a consolidated method in the practice of Occupational Health. Generally biological monitoring is used simultaneously to ambient monitoring as a complementary method to obtain a mutual validation of exposure assessment. Experience gathered in the last years allowed us to verify that at low exposure levels, the values of biological indicators of dose are always markedly below their limits. Consequently, under standard conditions, it appears useful to alternate the two different exposure assessments (either biological or ambient monitoring), in order to obtain an efficient control of chemical exposure. Moreover, this methodological approach allows a better integration of all the professionals, who manage directly or indirectly the activities concerning Occupational Health and Industrial Hygiene, having as their first goal the health protection of employees and job environment.
Key words: biological monitoring, industrial hygiene, chemical exposure.
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loghi di produzione Cracking e le relative esposizioni pro-fessionali. Le campagne di misura sono state effettuate con metodologie standard NIOSH, OSHA e UNICHIM. Inol-tre, sono stati elaborati i risultati del monitoraggio biologi-co effettuato sui lavoratori esposti per gli indicatori biolo-gici quali acido ippurico urinario, acido t,t,-muconico uri-nario e acido metil ippurico uriuri-nario. Le campagne di mo-nitoraggio biologico, eseguite congiuntamente alle deter-minazioni ambientali, sono state effettuate con metodica HPLC-UV, previa purificazione dei campioni mediante estrazione in fase solida.
Risultati e Discussione
Per gli agenti chimici Toluene, Benzene e Xilene sono stati effettuate congiuntamente e durante le normali attività lavorative, 315 determinazioni ambientali che hanno pro-dotto valori espositivi per 882 lavoratori e 503 misurazio-ni dei relativi indicatori biologici. Nella Tabella I sono
ri-portati i livelli di concentrazione ed esposizione ambienta-le alambienta-le singoambienta-le sostanze ed i relativi valori dell’indicatore biologico utilizzato da cui si può osservare che i livelli di esposizione sono ampiamente al di sotto dei relativi valori limite (nell’ordine del 10% del limite) ed in tutti i casi i va-lori dell’indicatore biologico, pur considerando i noti fat-tori interferenti (ad esempio abitudine al fumo, dieta, ecc), sono costantemente molto inferiori al valore limite.
In relazione ai bassi livelli di concentrazione ambien-tali, le esposizioni lavorative ed i valori dei relativi meta-boliti urinari sono difficilmente correlabili statisticamente (tutti i coefficienti di correlazione sono risultati non signi-ficativi). In queste condizioni la variabilità biologica delle concentrazioni dei metaboliti urinari risulta preponderante rispetto alla stessa esposizione professionale.
Sulla base dei risultati sono stati pianificati i controlli delle esposizioni ad agenti chimici alternando in sequenza temporale, anziché congiuntamente, le misure ambientali e/o dosimetriche con i monitoraggi biologici, in modo da distribuire in maniera più efficace le campagne di monito-raggio. Questo modalità di pianificazione delle indagini è applicabile alle attività lavorative che possono definirsi “routinarie”; la periodicità dei monitoraggi ambientali se-gue i criteri indicati della norma UNI EN 689, mentre quel-la dei monitoraggi biologici viene definita dal Medico Competente, tenendo conto della valutazione dei rischi e del protocollo di sorveglianza sanitaria. A titolo esemplifi-cativo, nel caso in cui le misurazioni ambientali siano pro-grammate con una periodicità di 52 settimane ed il control-lo degli indicatori biocontrol-logici di esposizione altrettanto ogni 52 settimane, con la semplice integrazione dei due control-li è possibile un controllo dell’esposizione professionale ogni 26 settimane. Nel caso in cui emergano necessità di approfondimenti o verifiche, potranno essere effettuati spe-cifici controlli ad integrazione della normale programma-zione di monitoraggio. Durante le attività non routinarie, per le quali è possibile un’elevata esposizione (ad esempio, Tabella I. Confronto tra concentrazioni ambientali, esposizioni e monitoraggio biologico
di lavoratori di impianti di Cracking Figura 1. Trend storico concentrazioni ambientali (valori
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apertura di apparecchiature e cicli, bonifiche di apparec-chiature, ecc.), resta valido l’approccio della determinazio-ne congiunta delle misure ambientali e/o dosimetriche ed i monitoraggi degli indicatori biologici, al fine di verificare l’efficacia delle azioni di prevenzione e protezione messe in atto nei confronti dei lavoratori e dell’ambiente.
Conclusioni
La scelta programmata ed integrata in modo alternato delle due diverse metodologie di valutazione dell’esposi-zione (monitoraggio biologico ed ambientale) consente, in condizioni di basse concentrazioni ambientali e durante at-tività lavorative “routinarie”, un efficace e più continuo controllo dell’esposizione ad agenti chimici. I dati del mo-nitoraggio biologico devono essere valutati su base di gruppi omogenei e comunque confrontati con gli indicato-ri biologici di esposizione di soggetti non professional-mente esposti. In caso di attività lavorative non routinarie, resta comunque valido l’approccio della determinazione congiunta delle misure ambientali e/o dosimetriche ed i monitoraggi degli indicatori biologici.
Bibliografia
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Richiesta estratti:Alfonso Gelormini, Polimeri Europa S.p.A., Medicina ed Igiene del Lavoro, Piazza Boldrini 1, 20097 San Donato Milanese (MI), tel. 0252032563, fax 0252042440, e-mail [email protected]
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