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Evoluzione dei moventi, composizione e tipologie

L'impatto economico dei flussi migrator

3.2 Evoluzione dei moventi, composizione e tipologie

Per comprendere appieno la portata e l'impatto del fenomeno migratorio albanese, è necessario individuare gli elementi dinamici che ne hanno caratterizzato l'evoluzione, al di là dei moventi contingenti legati ai vari accadimenti storici e politici. Sul fronte delle motivazioni, fino a tutto il 1999 è facile comprendere come i drammatici fatti fin qui ricordati si siano tradotti, con una certa generalizzazione, nella ricerca di spazi e modi in grado di garantire la sopravvivenza191. Inoltre, a questo movente innegabile, si potrebbero aggiungere tutta una serie di motivazioni individuali aggiuntive o complementari che spaziano dalla resistenza politica alla cultura autoritaria e al sistema di controllo e sorveglianza asfissianti, subiti durante gli anni del regime (compresa, ad esempio, l'impossibilità di abbandonare il paese), alla necessità di liberazione e auto-realizzazione individuale impensabili durante il regime192. Inoltre, per ciò che concerne i moventi dell'élite composta da accademici e tecnici con profili professionali altamente specializzati, il movente principale è da ricercarsi nella possibilità di accedere a condizioni di lavoro nettamente migliori, maggiori opportunità professionali, e riconoscimenti accademici193.

Secondo il Centre for Economic and Social Studies (CESS), tra il 1990 e il 2005, circa la metà dei ricercatori e degli accademici avevano abbandonato il Paese, e tra essi, circa il 70% era espatriato insieme alla propria famiglia, annullando di fatto le ipotesi di ritorno194.

191 Ivi, p. 78

192 J. Vullnetari, Op. cit., p. 78 193 Ibidem

Per quanto riguarda la composizione, il flusso migratorio dei primi anni '90 è composto prevalentemente da giovani uomini che si spostano da soli, ma già a partire dal periodo a cavallo tra fine anni '90 e inizio anni 2000, cresce in modo notevole il numero degli studenti universitari. Si stima che in questo periodo un numero compreso tra i 2000 e i 4000 studenti universitari abbiano abbandonato le università albanesi per raggiungere atenei occidentali, grazie soprattutto all'istituzione di borse di studio, un fenomeno che, se da un lato a generato ovvi entusiasmi, ha anche provocato una certa preoccupazione e ampi dibattiti sulle conseguenze del Brain drain (in italiano “fuga di cervelli”), un tema in grado di condizionare, sul lungo periodo, la percezione delle seconde generazioni di migranti riguardo alle possibilità di un eventuale ritorno in patria195.

Nello stesso periodo comincia a diventare rilevante anche la componente migrante femminile, soprattutto verso i paesi d'oltreoceano196, mentre rimane di difficile valutazione l'entità del fenomeno di migrazione femminile legata all'industria del sesso197. La maggior parte delle donne migranti sono, in ogni caso, studentesse o donne in età di lavoro, anche se è interessante notare come negli ultimi anni sia andato aumentando un fenomeno particolare legato alle cosiddette “nonne migranti”, ossia donne di età avanzata che si muovono tra l'Albania e i paesi in cui si sono stabiliti i figli, in modo da garantire un appoggio ai nipoti e trasmettere loro le radici culturali della madrepatria198.

Dal punto di vista delle tipologie migratorie, il quadro è andato via via

195 R. King, Op. cit., p. 148 196 J. Vullnetari, Op. cit. p. 79

197 Cfr., M. Van Hook, E. Hashiymeri, E. Gjermeni, Sexual trafficking of women: Tragic proportions and

attempted solutions in Albania, International social Work, 49/1, pp. 29-40

definendosi, dando ancora una volta segnali di dinamismo e complessità notevoli. Dall'analisi dei dati relativi ai paesi di maggiore afflusso (Grecia e Italia) è possibile distinguere, ad oggi, almeno una decina di tipi diversi di migrazione, determinati dall'affermarsi di nuovi modelli di insediamento e da scelte di tipo “trans-nazionale” che hanno portato all'affermarsi di diverse forme di migrazione circolare199.

Per quanto riguarda la sola Grecia, ad esempio, si può parlare di: migrazioni stagionali legali di tipo agricolo, migrazioni stagionali illegali, migrazioni legali basate su permessi di soggiorno di 2 o 10 anni di cui usufruiscono principalmente lavoratori a bassa specializzazione che gestiscono piccole imprese in Albania e contemporaneamente si spostano per la stagionalità in Grecia, migrazioni circolari legali di personale altamente specializzato che ricopre una posizione stabile in Grecia ma continua a gestire attività produttive ad alta specializzazione in proprio anche in Albania200.

Discorso simile vale anche per l'Italia, dove però il fenomeno della circolarità è nettamente inferiore, l'inserimento in agricoltura più difficile e buona parte dei visti rilasciati, ad esempio, fino al 2008 risultava motivato dal ricongiungimento familiare (oltre il 60%) e solo poco più di un terzo da motivi di lavoro 201.

Un'altra serie di importanti fattori legati alla composizione dei flussi e alle tipologie migratorie riguardano i cambiamenti sociali, economici e culturali vissuti dall'Albania contemporanea. L'influenza del fenomeno migratorio coinvolge in primo

199 R. King, Op. cit., p. 148 e segg.

200 Cfr., T. Maroukis, E. Gemi, Circular migration between Albania and Greece: a case study, European University Institute, Firenze, 2011, p. 5 e segg.

201 La Comunità Albanese in Italia – Rapporto annuale sulla presenza degli immigrati – 2012, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Direzione Generale dell'Immigrazione e delle Politiche di Integrazione, pp. 14-15

luogo la cultura delle nuove generazioni che, come fa notare Vullnetari202, si riflette innanzitutto nella percezione stessa di questa cultura “Culture (in Albanian: kulturë) in the local population’s perception – and in Albania, more generally – plays a strong role in identity formation. […] Kulturë in this context means that one speaks at least one foreign language, possesses general knowledge especially gained by travelling (migrating) abroad and has contact with the outside world. Reflected in the way one talks – softly, not shouting – how one dresses, behaves with others, acts vis-à-vis gender relations, is able to show material ‘modernity’ and notably communal (village) infrastructure, kulturë is strongly related to historical migrations, particularly in south Albania […] . Earlier we saw the role this kulturë played in the identity of young migrant men, discussed in the previous chapter. After the communist interlude, when kulturë gained through migration was only a matter of history, contemporary migrants have adopted this term once more to express the transmission of ideas and behaviours, as well as the culture of work and skills. In this expanded meaning, the word equals in many senses the Anglo-American term ‘social remittances’”203.

L'esperienza della migrazione, contribuisce in modo inevitabile alla costruzione dell'identità degli albanesi e ha un ruolo fondamentale nella progettazione e nella pianificazione individuale e familiare degli albanesi, “as with monetary remittances, the ideas, behaviours and skills that Albanian migrants transmit to their areas of origin have brought about important changes in the socio-cultural landscape of the country. However, here too, the linked impact of internal and international migration has meant an uneven spread of these skills throughout the country.”204.

202 J. Vullnetari, Op. cit., p. 214 e segg. 203 Ivi, p. 214

Contemporaneamente, l'evolversi della piramide demografica nel corso degli ultimi vent'anni è stato un fattore di spinta non trascurabile per le dinamiche migratorie, infatti, “one of the salient drivers of contemporary Albanian migration. As I highlighted earlier, at the dawn of the postcommunist era Albania was demographically a very young country – one third of its population was under fifteen years old – and a majority of the inhabitants resided in rural areas, suffering from poor prospects and high levels of hidden unemployment. Emigration was a logical outcome under such circumstances, although its intensity and volume took most analysts by surprise. Analysing the literature I concluded that emigration will continue at least for the next two decades or so, due to the population’s continuing young age structure and lack of employment opportunities at home to match this demographic potential. On the other hand, Albania’s population will be undergoing an ageing process as well. Contrasts are already evident in the distribution of this population: rural areas are ageing rapidly as a result of internal and international out-migration of young people. This is most pronounced in the southern areas of the country, where longevity is also higher and births are lower. The farming population shows even higher rates of ageing, with around half of farm operators aged 54 and over and 23 per cent over 65.”205.

Una situazione, che rischia di diventare critica se la volontà politica e le stesse condizioni di instabilità ed inefficienza istituzionale non permetteranno di attenuare in qualche modo il sempre più rilevante divario tra le aree urbane e costiere eccessivamente popolate e le aree rurali attualmente prive di una qualsiasi prospettiva di sviluppo futuro206.

205 Ibidem 206 Cfr., ibidem