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Le relazioni economiche italo-albanes

Le relazioni internazionali e il ruolo dell'Italia

4.3 Le relazioni economiche italo-albanes

I rapporti economici tra l’Albania e l’Italia sono “un tipico esempio di relazione asimmetrica tra due paesi vicini di dimensioni diverse. La loro rilevanza è fondamentale per il piccolo paese balcanico, di cui l’Italia rappresenta il partner principale, ma anche per il sistema economico italiano essi incidono più di quanto comporterebbero le dimensioni dell’Albania, data la vicinanza geografica e i legami preferenziali che si sono instaurati tra i due paesi.”319

Come accennato a proposito delle relazioni di cooperazione, i rapporti economici e commerciali tra Italia e Albania vanno a inquadrarsi nel vasto quadro strategico di stabilizzazione e sviluppo dell’area balcanica che dovrebbe preparare le condizioni per un ingresso futuro dei paesi dei Balcani occidentali nell’Unione Europea. In quest'ottica “l’Italia sta sperimentando con questi paesi un modello di integrazione più ampio e profondo di quello tradizionale, non limitato alle operazioni commerciali, ma allargato a investimenti diretti e delocalizzazione della produzione, trasferimenti di tecnologia e di capitale umano, presenza nel settore terziario, compreso il segmento finanziario. In alcuni casi - specialmente nei sistemi produttivi locali dell’industria leggera che caratterizzano la struttura economica delle regioni adriatiche - l’intensità delle relazioni tra le imprese italiane e i loro partner albanesi pare tale da costituire reti di integrazione produttiva transnazionale.”320

La presenza italiana nell'economia albanese è attualmente una realtà consolidata figlia della ripresa dei rapporti tra i due paesi nel corso degli anni '90, a partire dalle

319 Ivi, p. 38 320 Ibidem

iniziative di “imprenditori italiani che hanno impiantato, in maniera quasi pionieristica, delle attività, sfruttando i bassi costi del lavoro, la sostanziale assenza di regolazione e, non ultime, le potenzialità dell’economia albanese”321.

Grazie anche all'azione istituzionale a supporto dell’interscambio: “nonostante la riduzione generalizzata delle proprie quote di mercato mondiale, anche negli ultimi anni l’Italia si è confermata primo partner commerciale del paese delle aquile e secondo investitore dopo la Grecia”322.

Per quanto riguarda il settore bancario, esso rappresenta una presenza importante di supporto all’economia albanese e alle imprese italiane: “in un contesto come quello balcanico caratterizzato da forte competizione tra istituti esteri - le banche internazionali controllano quasi il 100% di quelle albanesi, il 90% di quelle della Bosnia- Erzegovina e l’80% di quelle serbe - la partecipazione di San Paolo Imi alla Banca Italo-Albanese e l’acquisizione di Dardania Bank da parte della Banca Popolare Pugliese hanno accresciuto il peso del sistema bancario italiano, garantendogli anche un vantaggio rispetto agli altri gruppi europei”323.

Attualmente, le prospettive di integrazione economica tra Italia e Albania “stanno spostandosi sempre più verso settori e comparti strategici. In una prospettiva di lungo periodo si sta facendo largo la convinzione secondo cui un co-sviluppo dell’Italia e dei paesi dei Balcani occidentali possa risultare pagante per l’interesse nazionale italiano. […] Il contributo che il terminale balcanico darà alla diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico è oggetto di dibattito. Il vantaggio proveniente dal South Stream e dalle sue diramazioni balcaniche è infatti ridotto dall’incidenza

321 Ibidem 322 Ivi, p. 33 323 ibidem

negativa che esso ha sulla realizzazione del progetto Nabucco, per la conduzione del gas dall’Asia centrale e dall’Iran attraverso la Turchia. […] Nell’ottica italiana, però, il potenziamento delle reti energetiche balcaniche e del terminale albanese fa comunque fronte all’imperativo di diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico, identificato come una delle priorità della politica estera italiana”324.

Oltre che nelle iniziative, più o meno riuscite, in campo energetico325, l’Italia è stata impegnata “in alcuni progetti istituzionali, anch’essi finalizzati al potenziamento delle vie di comunicazione balcaniche e allo sviluppo sostenibile nella regione. Si tratta di progetti che si caratterizzano per una maggiore articolazione istituzionale, che contribuiscono, anche se in modo meno diretto, allo sviluppo del sistema economico dei Balcani occidentali.”326 Tra queste, l’art. 106 dell’accordo di stabilizzazione e associazione tra l’Albania e la Ue ha “riaffermato la cooperazione tra le Parti per la ristrutturazione e la modernizzazione della rete infrastrutturale albanese con riferimento alla rete trans-europea.”327.

Come sottolineato in apertura di paragrafo, l’Italia ha una posizione di primo piano nelle relazioni commerciali internazionali dell’Albania. A dimostrazione del processo crescente di integrazione reciproca, nel periodo compreso tra il 2003 e il 2007 i valori sia delle esportazioni italiane in Albania sia delle importazioni dal piccolo paese adriatico sono aumentati regolarmente . L’Italia è comunque rimasta di gran lunga il

324 Ivi, p. 34

325 Tra quelle meno riuscite è sufficiente ricordare il fallimento di un progetto dell'Enel per la costruzione di una centrale a carbone conclusosi in una contorta vicenda giudiziaria che ha visto la cassazione albanese condannare l'Enel nel 2011 a un risarcimento di circa 450 milioni di euro per la mancata produzione di energia. [sulla ricostruzione dell'intera vicenda vd.

http://www.lanotiziagiornale.it/tirana-non-vede-le-inchieste-sberla-di-cerroni-allenel-gli-affari-del-re- delle-discariche-in-albania-passo-avanti-nel-contenzioso-da-430-milioni/

326 F. Niglia, a cura di, op. cit., p. 34 327 Ivi, p. 36

principale fornitore del mercato albanese, con una quota superiore al 33 per cento. Va sottolineato che l’Albania è il paese nel quale la quota italiana raggiunge il suo livello massimo nel mondo, seguita a grande distanza dalla Tunisia (23 per cento) e da tutti gli altri paesi della regione balcanica.

La tavola qui di seguito328 mostra i dati del commercio tra Italia e Albania per principali prodotti per il periodo 2003-2007.

Nell'arco di tempo preso in considerazione, le esportazioni italiane “si strutturano secondo il modello di specializzazione commerciale del paese, con la prevalenza dei beni di alcuni settori tradizionali del made in Italy per la persona e la casa (compresi i materiali da costruzione) e della meccanica. Le importazioni si concentrano sui beni primari, anche semi-lavorati, di cui è dotata l’Albania, e di nuovo su beni tipici dei settori del made in Italy. Pertanto, da un lato appare una struttura degli scambi complementare, come è lecito aspettarsi tra economie a stadi di sviluppo molto diversi, con un ruolo importante dell’Italia nella fornitura di beni per il mercato interno, dove sono ancora limitate le capacità produttive delle imprese albanesi. Dall’altro, emerge anche una forte rilevanza di alcune relazioni commerciali intra- industriali. Come più volte accennato, si tratta di un interscambio tipico di una struttura verticale di filiera, con beni a diversi stadi di lavorazione che si muovono nelle due direzioni, evidentemente come conseguenza dei fenomeni di frammentazione produttiva transnazionale che contraddistinguono le relazioni tra le economie italiana e albanese.”329.

Per quanto riguarda, infine, gli investimenti diretti delle imprese italiane in terra albanese per il periodo di riferimento, “sono concentrati principalmente nella parte occidentale del paese, lungo la costa. Si tratta essenzialmente di iniziative di piccole e medie imprese dei settori edile (35 per cento), tessile-abbigliamento e calzaturiero (21 per cento), commercio e servizi (16 per cento), e agro-alimentare (8 per cento). Le imprese del tessile abbigliamento e del calzaturiero operano prevalentemente su lavorazioni di fase per committenti localizzati in Italia. I fattori d’attrazione per le PMI italiane sono stati la vicinanza geografica, la diffusione della lingua italiana e il basso

costo del lavoro della manodopera semi-qualificata”330. Questi fattori hanno contribuito in modo notevole al diffondersi di pratiche di delocalizzazione che riguardano principalmente alcune fasi di lavorazione, ad esempio, è divenuta prassi diffusa “l’invio di stoffe tagliate per il loro assemblaggio all’estero, con il bene che viene poi importato dall’impresa committente per i controlli di qualità, il confezionamento e per essere infine commercializzato.”331

Infine, per quanto riguarda il coinvolgimento delle grandi imprese italiane, è da registrare il dato secondo cui, nello stesso periodo, “gli investimenti più importanti si concentrano principalmente nel settore finanziario. Tra questi vale la pena ricordare l’acquisto dell’80 per cento del capitale azionario dell’ABA (American Bank of Albania) da parte del Gruppo Intesa San Paolo, avvenuto nel 2007, e la presenza della Banca Italiana di Sviluppo.”332.

Nonostante la contrazione subita dal quadro generale dell'economia albanese negli ultimi anni, “rispetto agli anni pre-crisi, quando il PIL cresceva mediamente del 6% all'anno, l'Albania continua a registrare tassi di crescita positivi, seppure in forte rallentamento (+1,6% nel 2012 e +0,48% nel 2013), al momento il Paese gode di una stabile situazione macroeconomica, sostenuta da un mercato bancario e finanziario che ha mostrato solidità e capacità di resistere alla crisi internazionale, condizionata tuttavia da un'eccessiva incidenza del debito pubblico (attestato al 61,1% del PIL alla fine del 2013).”333.

Per quanto riguarda i dati dell'interscambio commerciale con l'Italia:

330 Ivi, p. 74 331 Ivi, p. 77 332 Ivi, p. 74

333 Ambasciata d'Italia in Albania, a cura di, Info Mercati Esteri Albania, rapporto 2015, risorsa consultabile all'indirizzo: http://www.infomercatiesteri.it/public/rapporti/r_57_albania.pdf , p. 29

“nonostante la congiuntura negativa, gli scambi con l'Italia hanno registrato anche le 2013 un incremento (+2,06%), oltrepassando il muro dei 2 miliardi di euro (2.039,7 mil. Di Euro), che rappresentano il 37,47% del totale interscambio di questo Paese con l'estero. L’Italia, di gran lunga primo partner commerciale dell’Albania, da sola assorbe il 46,3% delle esportazioni albanesi ed è inoltre il principale fornitore, con un’incidenza del 33,2% sull’import complessivo. Rappresentando altresì in questo mercato il primo investitore straniero in termini di numero di aziende italiane o italo- albanesi attive sul territorio, circa 400, e tra i primi per valore degli investimenti medesimi.”334

Secondo i dati ISTAT, nel 2013 “i principali prodotti esportati dall'Albania verso l’Italia sono stati: articoli in pelle (escluso abbigliamento) e simili; prodotti delle miniere e delle cave; articoli di abbigliamento (anche in pelle e pelliccia); prodotti in metallo, esclusi macchinari e attrezzature; prodotti alimentari. Tra questi settori, quello che ha fatto registrare il maggior incremento in termini percentuali (+20,7%) riguarda i prodotti delle miniere e delle cave. Le importazioni dall’Italia riguardano invece prevalentemente: coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio; articoli in pelle (escluso abbigliamento) e simili; articoli di abbigliamento (anche in pelle e pelliccia); prodotti alimentari; prodotti tessili. Tra questi settori, quello che ha fatto registrare il maggior incremento in termini percentuali (+13%) riguarda gli articoli in pelle (escluso abbigliamento) e simili, mentre il settore del coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio ha fatto registrare una pesante flessione (-19,3%).”335.

Nelle tabelle qui di seguito, il quadro dettagliato degli scambi commerciali tra i

334 Ibidem 335 Ivi, p. 31

due paesi a tutto il 2013336:

Export italiano verso l'Albania 2013

Totale 1.220,23 mln. €

Merci (mln. €) 2013

Prodotti dell'agricoltura, pesca e silvicoltura 11,91

Prodotti delle miniere e delle cave 1,54

Prodotti alimentari 74,01

Bevande 17,2

Prodotti tessili 71,07

Articoli di abbigliamento (anche in pelle e in pelliccia) 107,24

Articoli in pelle (escluso abbigliamento) e simili 119,49

Legno e prodotti in legno e sugheri (esclusi i mobili); articoli

in paglia e materiali da intreccio 3,93

Carta e prodotti in carta 40,13

Coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio 371,98

Prodotti chimici 52,06

Prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici 11,65

Articoli in gomma e materie plastiche 31,53

Altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi 28,15

Prodotti della metallurgia 23,33

Prodotti in metallo, esclusi macchinari e attrezzature 64,83

Computer e prodotti di elettronica e ottica; apparecchi

elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi 10,87

Apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso

domestico non elettriche 60,59

Macchinari e apparecchiature 60,05

Autoveicoli, rimorchi e semirimorchi 34,46

Altri mezzi di trasporto (navi e imbarcazioni, locomotive e materiale rotabile, aeromobili e veicoli spaziali, mezzi militari)

1,29

Mobili 11,03

Prodotti delle altre industrie manifatturiere 9,5

Altri prodotti e attività 1,59

Import italiano dall'Albania 2013

Export italiano verso l'Albania 2013

Totale 1.220,23 mln. €

Merci (mln. €) 2013

Prodotti dell'agricoltura, pesca e silvicoltura 11,91

Totale 819,48 mln. €

Merci (mln. €) 2013

Prodotti dell'agricoltura, pesca e silvicoltura 9,81

Prodotti delle miniere e delle cave 194,22

Prodotti alimentari 31,98

Prodotti tessili 1,79

Articoli di abbigliamento (anche in pelle e in pelliccia) 188,5

Articoli in pelle (escluso abbigliamento) e simili 224,13

Legno e prodotti in legno e sugheri (esclusi i mobili); articoli

in paglia e materiali da intreccio 4,69

Carta e prodotti in carta 28,06

Articoli in gomma e materie plastiche 5,71

Altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi 6,44

Prodotti della metallurgia 17,85

Prodotti in metallo, esclusi macchinari e attrezzature 41,84

Computer e prodotti di elettronica e ottica; apparecchi

elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi 2,6

Apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso

domestico non elettriche 29,25

Macchinari e apparecchiature 4,26

Autoveicoli, rimorchi e semirimorchi 3,22

Mobili 5,55

Prodotti delle altre industrie manifatturiere 4,21

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