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Evolversi delle operazioni belliche post-Avalanche

L’INSTAURAZIONE DEL GOVERNO MILITARE ALLEATO DOPO LO SBARCO

2.1 Evolversi delle operazioni belliche post-Avalanche

Dopo la liberazione di Salerno l’avanzata alleata verso nord continuò in diverse direzioni. A dispetto delle ingenti perdite subìte, il successo di Avalanche si rivelò effettivamente decisivo per gli alleati viste le vaste proporzioni assunte dall’operazione nei mesi seguenti; si pensi che, sin dai piani del D-Day salernitano (il giorno in cui dovevano essere lanciati i principali assalti nel golfo di Salerno), i pianificatori distinguevano più fasi successive, ed esattamente una prima fase di conquista di Salerno e provincia, seguita da una seconda fase di avvicinamento a Napoli 189.

Sulle mappe d’archivio è possibile ricostruire, giorno per giorno, i progressi delle truppe anglo-americane e constatare quanto la zona operativa della V Armata si espandesse progressivamente.

Una mappa aerea datata 7 agosto 1943, in scala 1:500.000, indicava già gli avanzamenti di prima priorità (vale a dire la zona costiera di Salerno e Napoli) con il colore rosso mentre quelli di seconda priorità (le aree interne di Avellino, Benevento, Campobasso e Roma) in verde 190.

Dai rapporti giornalieri dal fronte si può verificare come, nel rispetto delle previsioni, il progresso della V Armata fosse relativamente lento ma continuo, intralciato soltanto dalle azioni di demolizione delle truppe tedesche in ritirata 191. Indubbiamente, anche le                                                                                                                

189 NA, London, UK, Assault Plan, 1 September 1943, in «Operation Avalanche - Allied landings at

Salerno», September-October 1943, AIR 8/1314. Ogni fase prevedeva una serie di obiettivi consecutivi da raggiungere: così, per la prima fase, gli obiettivi erano 1) lanciare attacchi simultanei all’H-hour (l’ora in cui il primo mezzo di sbarco toccava terra) sulle spiagge del golfo di Salerno; 2) impadronirsi della città di Salerno, dell’aeroporto di Montecorvino e dei passi di montagna a nord- ovest di Salerno; 3) avanzare sempre più verso l’interno, conquistare le alture sovrastanti la pianura di Salerno e stabilire la testa di ponte; mentre per la seconda fase, gli principali obiettivi erano 1) prendere il porto di Napoli e gli aeroporti di Capodichino e Pomigliano d’Arco (NA, London, UK,

Outline plan – Operation Avalanche, 15 August 1943, in «Operation Avalanche: Outline plan for

5th US Army», August 1943, WO 204/6805). Si veda anche: NA, London, UK, Most Secret (from 15° Army Group to War Office), 5 October 1943, in «Operation Avalanche - Allied landings at

Salerno», September-October 1943, AIR 8/1314.

190 NA, London, UK, Inclosure n. 1 Changes n. 4 to G-2 Plan “Avalanche”, 7 August 1943, in

«Operation Avalanche: Outline plan for 5th US Army», August 1943, WO 204/6805. L’assalto

alleato in Italia si concluse definitivamente con lo sbarco ad Anzio, a sud di Roma, il 22 gennaio 1944 (operazione «Shingle»).

191 NA, London, UK, Most Secret (from 15°Army Group to War Office), 17 October 1943, in

«Operation Avalanche - Allied landings at Salerno», September-October 1943, AIR 8/1314. Si veda anche: NA, London, UK, Most Secret (from 15°Army Group to War Office), 25 September 1943, in «Operation Avalanche - Allied landings at Salerno», September-October 1943, AIR 8/1314). Come sottolinea Gabriella Gribaudi, l’occupazione militare tedesca, prima, e la ritirata strategica, poi, furono accompagnate dalla politica della “terra bruciata” che puntava a non lasciare risorse e beni

condizioni meteorologiche in peggioramento influenzarono le operazioni, che in generale procedevano secondo i piani della campagna, ma piuttosto lentamente 192.

Quindi, non deludendo le attese, dopo la buona riuscita dell’operazione Avalanche, l’avanzata alleata continuò con il progressivo consolidamento delle unità anglo-americane che si spingevano in avanti in diverse direzioni.

A metà ottobre del 1943, dal quartier generale di Algeri, il generale Eisenhower telegrafava in linguaggio cifrato comunicando che la strada Termoli-Vinchiaturo, in Molise, era completamente nelle mani alleate mentre le divisioni del X Corpo proseguivano alla volta di Capua, Grazzanise e Mondragone 193 , incontrando notevoli difficoltà nell’attraversamento del fiume Volturno, barriera naturale usata dai tedeschi come linea difensiva per attuare la tattica «dilatoria» voluta da Hitler allo scopo di rallentare l’avanzata alleata; a tali difficoltà si aggiungeva l’uso esteso da parte delle retroguardie nemiche di mine non-metalliche (che quindi sfuggivano ai rilevatori) per far saltare i ponti e ostacolare ulteriormente il progresso degli alleati 194.

Durante l’inverno 1943-44 l’avanzata anglo-americana si arrestò per diversi mesi a causa della forte resistenza opposta dai tedeschi sulla linea difensiva fortificata Gustav, rinominata per questo «winter line», estesa da costa a costa, dalla foce del Garigliano, sul Mar Tirreno, al fiume Sangro, sull’Adriatico, da Gaeta a Ortona passando per Cassino (il fronte di battaglia, tuttavia, era lungo soltanto 18 miglia da Minturno a Cassino), a circa 60 miglia a sud di Roma. In quei tragici mesi di stallo, la penisola italiana venne effettivamente divisa in due tronconi con un enorme dispendio di tempo e di sacrifici 195.

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                 

agli alleati che avanzavano (cfr. Terra bruciata. Le stragi naziste sul fronte meridionale, L’Ancora del Mediterraneo, Napoli, 2003).

192 NA, London, UK, Most Secret (from 15°Army Group to War Office), 29 September 1943, in

«Operation Avalanche - Allied landings at Salerno», September-October 1943, AIR 8/1314.

193 NA, London, UK, Most Secret (from Algiers to HQ Etousa), 17 October 1943, in «Operation

Avalanche - Allied landings at Salerno», September-October 1943, AIR 8/1314. La costa adriatica divenne zona di operazioni dell’VIII Armata britannica: nella città di Campobasso giunsero reparti di nazionalità canadese, dopo una settimana dallo sbarco a Termoli, avvenuto nella notte tra il 5 e il 6 ottobre1943 a opera di una brigata della 78^ divisione guidata da Montgomery (Si vedano: NA, London, UK, Most Secret (from Algiers to HQ Etousa), 14 October 1943, e Most Secret Cypher

Telegram (from JSM Washington to WCO London), 11th October 1943, in «Operation Avalanche -

Allied landings at Salerno», September-October 1943, AIR 8/1314). Nel frattempo, la 45^ divisione arrivava nei pressi di Benevento mentre la 3^ divisione occupava Montesarchio, Airola e le periferie di Maddaloni (Si rimanda a: NA, London, UK, Most Secret (from 15° Army Group to War Office), 4 October 1943, in «Operation Avalanche - Allied landings at Salerno», September-October 1943, AIR 8/1314. Così, il 14 ottobre 1943 fu trasferito a Caserta il quartier generale della V Armata in Italia.

194 NA, London, UK, Most Secret (from Algiers to HQ Etousa), 15 October 1943, in «Operation

Avalanche - Allied landings at Salerno», September-October 1943, AIR 8/1314. Cfr. NA, London, UK, Most Secret (from 15° Army Group to War Office), 15 October 1943, in «Operation Avalanche - Allied landings at Salerno», September-October 1943, AIR 8/1314.

195 Con lo stabilizzarsi del fronte lungo la Linea Gustav sul finire del dicembre 1943, i tedeschi

riescono temporaneamente a bloccare l’avanzata anglo-americana. Cfr. Giovanni Cerchia e Giuseppe Pardini (a cura di), L’Italia spezzata: guerra e linea Gustav in Molise, ESI, 2008, in «Meridione: Sud e Nord nel mondo», 2008, n. 1, p. 82.

Nel gennaio 1944 la situazione si sbloccò con un terzo sbarco alleato ad Anzio ad opera del VI Corpo d’armata al comando del generale Lucas; ma Roma fu liberata solo nel giugno 1944 196.