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Propaganda alleata ed effetti sul fronte interno

Gli alleati non trascuravano gli effetti psicologici connessi alla loro azione militare e cercavano di incidere il più possibile sul morale degli italiani, per convincerli a unirsi alla causa e far fronte comune contro i tedeschi:

                                                                                                               

117 ACS, Roma, Vetting – Field (Baronissi), 9 October 1943, in «Miscellanous File, 1st Jacket, vol.

1, september 1943-january 1944», ACC AMG/S/8, 10241/115/7, B811, 152.

118 Cfr. Martin Bloomenson, Salerno to Cassino, op. cit., pp. 25-26. Tra gli aspetti più critici per le

operazioni alleate, si stimavano i passi di montagna che collegavano alla piana del Sele e a quella di Campagna, nonché al fiume Sele, e la generale mancanza di spazi di manovra e di viedi fuga sulle montagne (NA, London, UK, Inclosure 1: Tactical study of the terrain – Naples and vicinity, 7 August 1943, in «Operation Avalanche: Outline plan for 5th US Army», August 1943, WO

204/6805).

119 Per una raccolta dei risultati delle ricerche preparatorie in vista di Avalanche (un insieme di

missioni di ricognizione e osservazione; mappe, fotografie e mosaici; contro-intelligence; ecc.), si rimanda a: NA, London, UK, G-2 Plan – Annex 1 to Outline Plan Avalanche, 7 August 1943, in «Operation Avalanche: Outline plan for 5th US Army», August 1943, WO 204/6805. Tali studi erano spesso accompagnati da valutazioni da parte degli alleati della situazione italiana, delle condizioni del teatro di guerra e delle capacità del nemico. Si veda a titolo esemplificativo: NA, London, UK, G-2 Estimate – Appendix 1 to Annex 1 to Outline Plan Avalanche, 7 August 1943, in «Operation Avalanche: Outline plan for 5th US Army», August 1943, WO 204/6805).

«I am doing all I can to put some pep into the Italians, but they are unlikely to cheer up unless Avalanche goes well» 120.

Come avvenne per tutte le operazioni belliche degli alleati, anche la preparazione dell’operazione Avalanche richiese una particolare attenzione alla psicologia delle popolazioni da liberare. Così, sin dalle prime fasi dell’operazione, venne messa in atto una massiccia azione propagandistica che faceva uso di tutti i canali di comunicazione allora disponibili (stampa, programmi radiofonici, servizi fotografici e cinema), con ripercussioni psicologiche tanto sui civili quanto sui militari 121.

Uno dei tanti fogli volanti lanciati dagli alleati, intitolato a caratteri cubitali «Perché morire per Hitler?», rivolgeva un appello direttamente al soldato semplice italiano allo scopo di persuaderlo ad arrendersi e a uscire da una guerra inutile e dannosa:

«Tu, soldato italiano, non hai nessun interesse a combattere questa guerra. Come te milioni di uomini, donne e bambini italiani, cioè l’Italia, hanno tutto da perdere se questa guerra continua. Questa è la guerra di Hitler» 122.

In questo modo, gli alleati tentavano di insinuare il dubbio nelle menti dei militari italiani, che erano così portati a interrogarsi su come agire nell’immediato futuro (Perché continuare a combattere? Per chi e per che cosa? Per quanto tempo ancora e con quali costi?). Con lo stesso linguaggio persuasivo, si ribadiva che gli anglo-americani non avevano alcuna particolare ostilità nei confronti dell’Italia, che tuttavia avrebbe subìto le perdite più gravi nella guerra a causa dell’alleanza con la Germania:

«Nessuno ha provocato l’Italia; nessuno ha aggredito l’Italia; nessuno dichiarò guerra all’Italia. Hitler si fa scudo dell’Italia contro la superiorità schiacciante della Nazioni Unite, riconosciuta dagli stessi bollettini dell’Asse. Questo significa la morte, la rovina e la desolazione per gl’italiani. […]La Germania combatterà fino all’ultimo …. italiano» 123.

                                                                                                               

120 NA, London, UK, Most Secret (from Admiralty to Prime Minister), 16 September 1943, in

«Operation Avalanche - Allied landings at Salerno», September-October 1943, AIR 8/1314. In un telegramma, il generale Eisenhower aveva delineato chiaramente la sua proposta di politica di propaganda sia per l’operazione Baytown che Avalanche (cfr. NA, London, UK, C.O.S. (43) 201st

Meeting (Chiefs of Staff Committee – War Cabinet), 31 August 1943, in «Minutes of meetings nos.

201-226», 31 August 1943 - 25 September 1943, CAB 79/64/11).

121 NA, London, UK, Minutes of meetings nos. 201-226 (Chiefs of Staff Committee – War Cabinet),

31 August 1943 - 25 September 1943, in CAB 79/64/11. Durante la guerra, l’ente radiofonico inglese BBC mandava in onda quotidianamente notiziari e trasmissioni propagandistiche nelle varie lingue dei paesi occupati dalle truppe hitleriane. La trasmissione in lingua italiana si chiamava «Voce di Londra»; le autorità italiane facevano in modo di disturbarne la ricezione con onde estranee trasmesse da apposite stazioni.

122 Il foglio volante «Perché morire per Hitler?» è esposto presso il Museo dello Sbarco di Salerno. 123 Dal foglio volante «Perché morire per Hitler?» (MSSC, Salerno).

In un altro foglio volante portato dalle forze aeree alleate erano riprese le incisive parole di un discorso tenuto del primo ministro britannico Churchill alla Camera dei Comuni l’8 giugno 1943, dopo il suo rientro in Inghilterra da un viaggio a Washington e in Africa settentrionale:

«È giusto che chi sceglie l’ora di cominciare le guerre quando gli fa comodo, non sia lo stesso a scegliere l’ora di finirle quando fa comodo a lui» 124.

Secondo Mercuri, la «guerra psicologica» era la versione estrema della propaganda nelle relazioni internazionali, parallela alla guerra combattuta sui campi di battaglia. Una pluralità di strumenti culturali, soprattutto a scopo informativo-propagandistico, venne adoperata dagli alleati per conquistare il consenso dell’opinione pubblica, tanto nei Paesi nemici (per spezzare il morale della popolazione) e neutrali (per acquisire nuove alleanze), quanto all’interno dei loro stessi Paesi, USA e Gran Bretagna (per consolidare il proprio «fronte interno») 125.

La pressione psicologica esercitata dagli alleati sulle popolazioni indigene italiane doveva servire, dunque, a sopraffare più velocemente i tedeschi, e al contempo rassicurare l’opinione pubblica in patria.

«It was generally agreed that an appeal to the armed forces not to fight, combined with an appeal for a general strike, was likely to result in chaos, with the result that the Italians would not be in a position to afford us any assistance if and when the time came for them to do so. It would be more to our advantage if we could induce the armed forces not to oppose us but at the same time to maintain their discipline and also to bring about a stoppage of all forms of communications» 126.

                                                                                                               

124 Anche il foglio volante «È giusto che chi sceglie l’ora di cominciar le guerre non sia lui a

scegliere l’ora di finirle» è conservato presso il Museo dello Sbarco di Salerno.

125 Cfr. L. Mercuri, Guerra psicologica. La propaganda degli anglo-americani in Italia 1942-1946,

Archivio trimestrale, Roma, 1983. A tale scopo, nel giugno del 1942, negli Stati Uniti venne istituito l’Office of War Information (OWI), con il compito di diffondere la propaganda all’estero e dare informazioni sull’andamento della guerra all’interno del Paese. Tuttavia, la prima struttura governativa negli USA con funzioni propagandistiche fu il Coordinator of Information, creato nel 1941 e considerato l’antesignano dell’OSS; in seguito, si sarebbe aggiunta anche la Psychological

Warfare Branch.

126 NA, London, UK, C.O.S. (43) 201st Meeting (Chiefs of Staff Committee – War Cabinet), 31 August 1943, in «Minutes of meetings nos. 201-226», 31 August 1943 - 25 September 1943, CAB 79/64/11. Nella propaganda si prestava la massima attenzione al lessico e all’uso di stratagemmi retorici: ecco perché, riferendosi a se stessi, gli alleati preferivano parlare di truppe di liberazione («liberating armies») piuttosto che di occupazione. Non a caso, nella citazione riportata, in un secondo momento sostituirono la frase «to maintain their discipline» con «to retain a high standard

Bisogna anche dire che la strategia propagandistica degli alleati nei confronti dell’Italia si evolse parallelamente agli eventi bellici: inizialmente soprattutto a uso interno, cioè indirizzata in gran parte alle comunità italo-americane negli Stati Uniti per controbilanciare la propaganda fascista, poi ebbe come destinatarie le popolazioni della Sicilia e del Mezzogiorno continentale che man mano venivano liberate e occupate. Comunque sia, l’importanza del fattore propagandistico nella Seconda guerra mondiale era tale che

«Si è persino parlato di “quarta arma”, in aggiunta alle tre classiche della guerra moderna (terrestri, aeree e navali). Mai, in precedenza, si era visto un tale dispiegamento di sforzi, mezzi (anche finanziari), intenzioni, invenzioni, persuasioni» 127.