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L’INSTAURAZIONE DEL GOVERNO MILITARE ALLEATO DOPO LO SBARCO

2.2 Il ritorno alla normalità sotto l’occupazione anglo-americana

2.2.6 Occupazione e lavoro

Se la «borsa nera» fu un rimedio alla disoccupazione dilagante, l’occupazione alleata offrì possibilità di lavoro alla popolazione locale presso le unità militari, i depositi della V Armata e gli stabilimenti alle loro dipendenze. Paolo De Marco stima che a Salerno nel 1944 vi erano 24.500 disoccupati e circa 7.000 civili che lavoravano per conto degli alleati

271.

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                 

Infine, proprio per la sua importanza, la presa del tabacchificio da parte degli americani si rivelò decisiva per l’esito della battaglia di Salerno.

269 ACS, Roma, Tobacco Factories at Pontecagnano, in «Secret File», 814B, 152, Gen. 115/101. Le

bonifiche dell’Ottocento avevano convertito le paludi malariche in terre concesse in affitto e coltivate a tabacco per il monopolio di Stato, producendo nel 1940 quasi venti miliardi di sigarette all’anno. Il tabacco era divenuto una fonte di reddito così lucrativa per l’intera economia nazionale che, senza di essa, si sarebbe paralizzata la finanza pubblica italiana. Ecco perché nel documento in questione era richiesto lo stanziamento di fondi addizionali da parte del governo militare alleato tali da consentire una ripresa delle attività legate alla fabbricazione del tabacco e dell’economia nel suo complesso. Viceversa, dall’inattività degli stessi stabilimenti a causa degli eventi bellici sarebbero derivati effetti disastrosi per l’economia e la disoccupazione di tutto il Mezzogiorno d’Italia.

270 ACS, Roma, Requisitioned Warehouses, 6 November 1943, in «Secret File», 814B, 152, Gen.

115/101.

271 Cfr. Paolo De Marco, Le politiche alleate in Italia. Il caso della Region 3.

L’occupazione alleata a Napoli e in Campania, in AA.VV., Alle radici del nostro presente. Napoli e la Campania dal fascismo alla Repubblica (1943-1946), Guida, Napoli, 1986.

Come emerge dai ricordi fissati nella memoria di quelli che furono i «ragazzi del 1943», confermati dalla documentazione prodotta dall’amministrazione anglo-americana, lunghe file di persone in cerca di lavoro sostavano davanti agli uffici militari e civili, specialmente presso i centri di raccolta dell’ARAR (Azienda Rilievo Alienazione Residuati), l’ente al quale era stato affidato il compito di vendere i beni e le attrezzature belliche confiscati al nemico o abbandonati dagli alleati.

Molti salernitani furono impiegati inoltre nei campi di rifornimenti alimentari e nei centri di raccolta e smistamento di munizioni e armamenti. Era questo il caso dello stadio di Salerno, trasformato nel periodo dell’occupazione alleata in un attendamento, almeno fino alle prime settimane del gennaio 1944 quando venne smantellato per preparare lo sbarco ad Anzio. Qui, secondo le testimonianze, qualcuno era addetto alla registrazione di fatture e bolle di accompagnamento, qualcun altro alla segnatura del peso sulle casse di vario materiale che giungevano al campo e qualcun altro ancora alla manutenzione dei fornelli della cucina da campo usata nella mensa degli ufficiali 272.

C’era anche chi faceva il letterista e scriveva i nomi dei caduti sulle croci al cimitero inglese di Bellizzi e chi era stato incorporato nella Marina con mansioni di carrista, come dimostrava una lettera del 15 novembre 1943 indirizzata al Comando Alleato di Salerno 273.

Alquanto lenta fu la riorganizzazione delle aziende locali. Una pratica di pubblico interesse di cui si interessò direttamente il sindaco di Salerno, l’avvocato Silvio Baratta, fu quella riguardante la ripresa delle attività della Società Florio & C., una grossa industria salernitana di conserve alimentari con sede nella frazione di Lamia. Il 2 maggio 1944 il sindaco scriveva al Comando Militare Alleato per sollecitarlo a liberare la parte dello stabilimento ancora occupata dalle truppe anglo-americane in modo da consentire il più presto possibile la riattivazione della lavorazione ed evitare un ingente danno all’economia locale 274.

Dopo la conferenza degli ufficiali provinciali (il 10 novembre 1943) e quella successiva dei CAO del distretto (il 15 novembre 1943), il SCAO di Salerno rivolse particolare attenzione alla questione del pubblico impiego e decise di distribuire a tutti gli ufficiali e impiegati civili dell’AMG della provincia dei questionari da compilare, firmare e poi restituire 275. Il loro scopo era chiarito in un memorandum: si trattava di un metodo ordinato e dettagliato per ottenere informazioni sull’eventuale background fascista di ufficiali e dipendenti civili.                                                                                                                

272 Cfr. Antonio Palo, Salerno: I Ragazzi del ’43. La guerra e la memoria, cit., pp. 124-126. A

essere assunti dagli alleati erano soprattutto giovani, solitamente dopo il superamento di un semplice esame per verificarne le qualità al lavoro. I più svegli e attivi, una volta guadagnata la fiducia degli ufficiali, potevano passare a lavori di dirigenza e ricevere una buona retribuzione.

273 ACS, Roma, Lettera di Lauro Domenico, Langona (Castel S.Giorgio), 15 Novembre 1943, in

«Miscellanous File, 2nd Jacket, vol. 2, November 1943-June 1944», ACC AMG/S/8, 10241/115/8,

B811, 152.

274 ACS, Roma, Istanza della Società Florio & C. – Salerno, 2 Maggio 1944, in «Miscellanous File,

2nd Jacket, vol. 2, november 1943-june 1944», ACC AMG/S/8, 10241/115/8, B811, 152.

275 ACS, Roma, Questionaire for Civil Officials and Employees, s.d., in «Provveditori & Sundry

Notices and Proclamations (Orders), November 1943-June 1944», ACC AMG/S/22/3, 10241/115/25, B812, 152.

I dati raccolti, dopo essere stati analizzati, valutati e controllati con altre fonti di informazioni, servivano ad aiutare il governo alleato ad assicurarsi che chi era stato un attivo e convinto membro del Partito Fascista o del governo fascista o di qualche organizzazione subordinata non occupasse alcun impiego pubblico. Al contrario, le informazioni emerse dovevano aiutare a evitare rimozioni ingiuste dagli uffici o detenzioni in custodia nei casi in cui il questionario avesse dimostrato che l’affiliazione a qualche organizzazione fascista era stata moralmente pro forma e innocua e che l’individuo non era pericoloso per la causa alleata. Erano tenuti a compilare i suddetti questionari tutte le persone candidate o già assunte presso impieghi pubblici, nonché ogni individuo in tutta la Campania che avesse ricoperto una posizione importante durante il regime fascista (non solo gli ufficiali civili ma anche i capi delle corporazioni fasciste, dei sindacati e delle organizzazioni agricole, i dirigenti delle banche, delle industrie, ecc.) 276.

Al memorandum di cui sopra era allegato il modulo del questionario da inviare e distribuire prontamente a tutti gli individui delle categorie espressamente indicate, i quali in caso di dichiarazioni menzognere sarebbero stati puniti con pene severe sia penali che monetarie. Oltre alle generalità, le varie voci di queste «schede personali» indagavano riguardo alla membership al Partito Nazionale Fascista o all’appartenenza a qualche altro gruppo affine come i «sansepolcristi» (vale a dire i fascisti della prima ora), gli squadristi e la Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale (MVSN); al ruolo svolto nel PNF o nel GIL (Gioventù Italiana del Littorio) o nel GUF (Gruppo Universitario Fascista); all’affiliazione a qualche corporazione, unione sindacale, consorzio agrario o a qualche altro istituto nazionale, provinciale e comunale, governativo o parastatale; all’eventuale partecipazione, come militare o volontario, alla Guerra Civile spagnola, alla campagna d’Etiopia o a quella in Nord Africa; infine all’iscrizione a qualche partito politico diverso dal Partito Fascista, a partire dal 1922 277.

I questionari di cui sopra dovevano essere distribuiti anche all’università, agli ufficiali della scuola e agli insegnanti. Il modo più pratico e veloce per distribuirli era ottenere una lista dal Provveditore agli Studi di Salerno e inviare i moduli da compilare ai componenti della lista, direttamente o attraverso i CAO corrispondenti. Il Provveditore, da parte sua, dava la propria disponibilità a trasmettere l’elenco richiesto relativo al personale direttivo e insegnante degli istituti e delle scuole della provincia, con l’osservazione che soltanto le

                                                                                                               

276 ACS, Roma, Questionaire for Civil Officials and Employees, 12 November 1943, in

«Provveditori & Sundry Notices and Proclamations (Orders), November 1943-June 1944», ACC AMG/S/22/3, 10241/115/25, B812, 152.

277 ACS, Roma, Translation of “Scheda Personale” (Questionaire), in «Provveditori & Sundry

Notices and Proclamations (Orders), November 1943-June 1944», ACC AMG/S/22/3, 10241/115/25, B812, 152. In questo modo, gli alleati diedero inizio, seppure in misura lieve, a un’opera di epurazione ovvero di de-fascistizzazione delle amministrazioni dello Stato e degli enti locali e parastatali.

«schede personali» di coloro che avevano avuto precedenti politici fascisti sarebbero state di utilità 278.

Il Provveditore agli Studi, essendo il responsabile delle scuole della provincia, ebbe contatti diretti e frequenti con il governo militare alleato, come testimonia la quantità della corrispondenza rinvenuta in archivio. Il 1° aprile 1944, per evadere una precisa richiesta, egli inviava all’Ufficio Educazione del Comando Militare Alleato una ricognizione delle scuole dell’intera provincia, che ammontavano nel complesso a 2149 tra licei, istituti magistrali, istituti tecnico-commerciali, istituti tecnici agrari, scuole professionali per avvocati, scuole elementari e istituti parificati. Al rapporto era allegato un particolareggiato documento che indicava il tipo di scuola o istituto, l’indirizzo, il numero di stanze disponibili e usate, l’ente che ne aveva occupato i locali (truppe alleate o italiane, civili, amministrazioni territoriali, sinistrati autorizzati o sfollati) e finanche la data di occupazione 279.

Una questione molto delicata portata all’attenzione del governatore della provincia fu quella inerente al Collegio Nazionale di Salerno i cui dipendenti reclamarono per il modo «inumano» in cui erano stati trattati dal Rettore dell’Istituto, che – a loro avviso – era un fascista protetto dal passato regime con una moglie fascistissima, rifugiatasi nel frattempo in una splendida villa vicino a Formia. Essi protestarono per il fatto che il Rettore li avesse licenziati tutti (dopo 15-30 anni di anzianità), ancora prima dell’armistizio, e che dal mese di settembre del 1943 non percepissero stipendio, pur avendo buone ragioni per credere che l’Istituto continuasse a ricevere finanziamenti considerevoli. Si rivolsero dunque direttamente al governatore perché li aiutasse a percepire le paghe mensili a cui avevano diritto 280. Allo scopo di chiarire la vicenda e verificare la fondatezza delle accuse, il Comando Militare Alleato svolse delle indagini accurate appurando che, contrariamente a quanto sostenessero gli ex dipendenti del Collegio, il Rettore non era un fascista di vecchia data, la moglie faceva l’insegnante in una scuola primaria di Salerno e che già dall’agosto del 1943 il nome dell’Istituto (precedentemente intitolato a Costanzo Ciano) era stato mutato. Le ricerche avevano portato alla conclusione che il Collegio, non essendo un Istituto di Stato, era stato costretto a chiudere e a licenziare i propri impiegati in parte per i danni subìti dalla guerra e in parte perché non gli arrivavano più finanziamenti volti a sostenerne le spese 281.

                                                                                                               

278 ACS, Roma, Scuole in funzione – Salerno, 2 Novembre 1944, in «Provveditori & Sundry Notices

and Proclamations (Orders), November 1943-June 1944», ACC AMG/S/22/3, 10241/115/25, B812, 152.

279 ACS, Roma, Rapporto sulle scuole – Salerno, 1 Aprile 1944, in «Provveditori & Sundry Notices

and Proclamations (Orders), November 1943-June 1944», ACC AMG/S/22/3, 10241/115/25, B812, 152.

280 ACS, Roma, Lettera al Governatore del Territorio Occupato, s.d., in «Provveditori & Sundry

Notices and Proclamations (Orders), November 1943-June 1944», ACC AMG/S/22/3, 10241/115/25, B812, 152.

281 ACS, Roma, Claim against the Rector of the National boarding-school – Salerno, 7 December

1943, in «Provveditori & Sundry Notices and Proclamations (Orders), November 1943-June 1944», ACC AMG/S/22/3, 10241/115/25, B812, 152.