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4 «Un archivio a cielo aperto»: le iscrizioni della Cattedrale

6. Le fasi costruttive

Osservando un grande monumento come la Cattedrale di Pisa, dopo il primo stupore per la sua maestosità, ci si chiede: ma come è stato possibile costruire tale bellezza? Ma quanto tempo ci è voluto? Quindi proprio la sua imponenza richiama il momento della costruzione, l’erezione del cantiere, il periodo complessivo di attività per concludere i lavori, gli operai, i maestri e gli artisti. Alle domande e all’immaginazione che si apre riportandosi al momento del cantiere è possibile rispondere sia interrogando le stesse pietre che studiando i documenti scritti superstiti, oltre che mettendo a paragone questo monumento con i suoi simili. Prima di tutto è importante rilevare il lungo periodo che separa la data della fondazione dal momento circa di concluisione dei lavori, il quale è fuori da ogni attuale logica di produttività e consumismo. Infatti ci vollero quasi centovent’anni dal 1063, quando la cattedrale fu fondata, al 1180 data riportata sulla porta principale della cattedrale, sulla quale un’iscrizione celebra la grandezza di Bonanno, andata perduta nell’incendio del 1565116

. A questa data probabilmente furono completati anche i successivi rimaneggiamenti al primo progetto; ma quest’ultimo dato non mette d’accordo tutti gli studiosi.

È facile immaginare l’operosità del cantiere che fu necessario erigere e organizzare e di tutte le scelte, sia quotidiane che di indirizzo generale, che bisognava attuare. Tali scelte hanno fatto della cattedrale pisana un esempio all’avanguardia, non solo nei suoi aspetti funzionali ma soprattutto in quelli estetici. Le decisioni necessarie a portare avanti la costruzione, ed a farla emergere esteticamente rispetto alle coeve cattedrali, furono prese sicuramente dagli artisti attivi in cantiere, necessariamente in accordo con i committenti,

116

VASARI, G., Vita di Arnolfo, in “Le Vite”, ed. Bettarini, Barocchi, II, 1967,p.49. TRONCI, P., Memorie istoriche della città di pisa, Vol. 1, Livorno, 1682, p.359.

Janua perficitur vario constructa decore. Ec quo Virgineum Christus descendit in alvum, Anno 1180.

Ego Bonannus Pisanus mea arte hanc portam Uno anno perfeci, tempore Benedicti Operaij.

La porta è stata costruita con multiforme splendore, per il quale Cristo discese nel grembo della Vergine.

Io Bonanno Pisano ho portato a termine questa porta in un anno al tempo di Benedetto Operaio.

44 giacchè gli interessi politici e culturali traspaiono dall’analisi di quanto realizato, come sostiene Ascani nel suo intervento alla conferenze in occasione del 950° anniversario della fondazione della Cattedrale di Pisa117. Sono individuabili i committenti nella figura del vescovo, come pure la casa marchionale toscana e la classe politico-militare della città, oltre che donativi e fondi ricavati da una azione collettiva dei cittadini, furono necessari al proseguimento della costruzione118. Di difficile comprensione resta la questione del reperimento delle maestranze: in quale luogo e attraverso quali canali esse furono introdotte in ambito pisano? Infatti le competenze tecniche e la cultura architettonica messe in opera nel cantiere della cattedrale divergono da quelle fino a quel momento pratichate in città su altre architetture. Sicuramente l’arrivo di maestranze lombarde in Toscana fu favorito dalla presenza del vescovo di origini lombarde, come il vicino presule lucchese e contestualmente anche del pontefice milanese119.

Gli spazi del duomo furono pensati sin dalle origini in base alla loro funzione e, per la loro fruizione, in modo chiaro ed originale rispetto alle consuetudini dell’epoca, come ha ricostruito Ascani120

. L'omogeneità e l'originalità dell'edificio risultano anche dimostrate dall'ordine proporzionale e geometrico che l'intera costruzione e le sue parti assumono: la pianta inscrivibile entro un quadrato,

117

ASCANI V., La cattedrale come prodotto culturale: il Duomo di Pisa, in “La pietra e le pietre la fondazione di una cattedrale: conferenze in occasione del 950° anniversario della fondazione della Cattedrale di Pisa”, Opera Della Primaziale Pisana, Pisa, Pacini, 2015, pp.47-88.

RONZANI, M., Da aula cultuale del vescovato a ecclesia maior della città. Note sulla fisionomia

istituzionale e la rilevanza pubblica del Duomo di Pisa nel medioevo, «Amalfi, Genova, Pisa,

Venezia», [S.l.], [s.n.], 1993, pp. 71-102.

CECCARELLI LEMUT, M.L., I Canossa e la Toscana, in “Matilde di Canossa, il papato, l’impero. Storia, arte, cultura alle origini del romanico”, Catalogo della mostra (Mantova 2008- 2009), a cura di Salvarani R., Castelfranchi L., Cinisello Balsamo 2008, pp. 226-235.

119

CECCARELLI LEMUT, M.L., Guido da Pavia, in “Dizionario Biografico degli Italiani, LXI”, Roma 2003, pp. 397-398.

ASCANI, V., La Basilica di San Piero a Grado: la memoria dell’apostolo Pietro alla foce

dell’Arno, in “Nel solco di Pietro: la Cattedrale di Pisa e la Basilica Vaticana”, a cura di Marco

Collareta, Synersea, Lucca, 2017, pp. 50-60. 120

ASCANI V., Il Duomo di Pisa, Architettura e scultura architettonica dalla fondazione al

Quattrocento, in "La Cattedrale di Pisa”, a cura di Gabriella Garzella; Antonino Caleca; Marco

Collareta. Foto di Irene Taddei, San Miniato, Cassa di Risparmio di San Miniato; Pisa, Pacini, 2014, p. 85.

45 precedente al successivo prolungamento, l'allineamento per file oblique delle colonne all'interno, i ritmi dei sostegni in alcune parti, recentemente individuati121. Ciò nonostante, l’apparecchio murario della chiesa nella sua fase iniziale, cioè dal capocroce al blocco orientale delle navate, riflette la successione di campagne stagionali alternatesi in vari decenni, (1060-1120 ca.)122, così come dimostrano le indagini portate avanti dal capo restauratore Sutter e l’archeologa Montevecchi durante il cantiere di restauro delle testata absidale del 2014123. Eppure non sono osservabili sostanziali cambiamenti nell’intenzione di artisti e committenti riguardo la definizione del perimetro e dei sostegni della costruzione. Fatto altamente significativo.

L'aspetto a prima vista omogeneo dell'edificio e l'iscrizione metrica in lode dell'architetto Buscheto hanno sempre fatto considerare la cattedrale di Pisa come interamente progettata e innalzata da questa grande personalità, che ne avrebbe dunque seguito i lavori per più decenni (1064-1110 ca.). Le irregolarità leggibili nella struttura, rilevate e testimoniate per la prima volta nel secolo scorso124, hanno tuttavia suggerito anche l'ipotesi di un'edificazione in più fasi della stessa basilica: una prima avrebbe previsto la chiesa priva di cupola e limitata a tre navate più brevi delle attuali125, o a cinque126 , prolungate nel corso del sec. XII, e

121

PERONI, A., I colonnati e una base rilavorata nei matronei del duomo di Pisa, in «Artista», n. 2, 1990, [S.l.], [s.n.], pp.78-95.

122

ASCANI V., La cattedrale come prodotto culturale: il Duomo di Pisa, in “La pietra e le pietre la fondazione di una cattedrale: conferenze in occasione del 950° anniversario della fondazione della Cattedrale di Pisa”, Opera Della Primaziale Pisana, Pisa, Pacini, 2015, pp.47-88.

123

MONTEVECCHI, N., SUTTER, A., Il restauro dell’Abside del Duomo di Pisa. Un cantiere

per la conoscenza e la conservazione, in “La Cattedrale di Pisa”, a cura di Gabriella Garzella;

Antonino Caleca; Marco Collareta. Fotodi Irene Taddei, San Miniato, Cassa di Risparmio di San Miniato; Pisa, Pacini, 2014, pp. 271-280.

124

ROHAULT DE FLEURY, G., Les monuments de Pise au Moyen Age, 2 vol., Paris, 1866, pp. 48-50.

125

DEHIO, G., VON BEZOLD, G., Die kirchliche Baukunst des Abendlandes, I, Stuttgart 1892,

pp. 230-232.

GUYER, S,. Der Dom von Pisa und das Rätsel seiner Entstehung, MünchJBK, n.s., 9, 1932, pp. 351-376.

46 una seconda la chiesa attuale, esclusa l'addizione delle tre ultime campate verso ovest e la facciata, le cui differenze con il resto della costruzione erano peraltro già state notate all'inizio dell'Ottocento127. Si è supposta conseguentemente una dilatazione dei lavori nel tempo oltre l'arco di attività di Buscheto, malgrado si sia ribadita la sostanziale fedeltà della costruzione all'iniziale progetto128. Un modello, sotto certi aspetti, intermedio129 suppone differenti stadi esecutivi di un progetto di massima buschetiano, ravvicinati nel tempo ma solo in parte direttamente riconducibili all'operato di Buscheto, al quale, viceversa, si è giunti ad assegnare l'ampliamento della costruzione a ovest fino alla facciata. Alla morte del primo architetto l'edificio, prossimo alla consacrazione (1118-1121)130, era con buona probabilità pressoché concluso nel capocroce, compresa la cupola, mentre il corpo longitudinale, compiuto nella parte inferiore fino alla linea della facciata primitiva, era forse ancora in corso di completamento verso ovest (matronei e cleristorio). I forti pilastri interni all'incrocio del transetto delineano le dimensioni della cupola e, secondo Sanpaolesi, autorizzano a ritenere che Buscheto progettasse anche questa parte131, benchè sia possibile che i lavori si fossero protratti.

43, pp. 28-44.

126

SALMI, M., La genesi del duomo di Pisa, BArte, s. III, 32, 1938, pp. 149-161.

127

CIAMPI, S., Notizie inedite della Sagrestia pistoriese de’ belli arredi del Camposanto pisano e

di altre opere di disegno dal secolo XII al XV, Firenze 1810. 128

SUPINO, J. B., Arte pisana, Firenze 1904, pp. 4, 20-22, 32, 37, 44.

THÜMMLER, H., Die Baukunst des 11. Jahrhunderts in Italien. «Römisches Jahrbuch für Kunstgeschichte», v. III, p. 141-226, [S.l.], [s.n.], 1939.

SANPAOLESI, P., Il duomo di Pisa e l'architettura romanica toscana delle origini, Pisa, Nistri- Lischi, 1975, («Cultura e storia pisana», 4).

CALECA, A. Un documento per la piazza del Duomo, in “Il duomo e la civiltà pisana del suo tempo”, Pisa, [s.n.], 1986, pp. 83-86.

129

BOECK, U., Der Pisaner Dom zwischen 1089 und 1120: Beobachtungen zu Bautechnik und Bauausführung der ersten Baustufe, in «Architectura; Zeitschrift für Geschichte der Baukunst», v. XI, n. 1, München, Deutscher Kunst 1981, p. 1-30.

130

Vedi passim.

131

SANPAOLESI, P., Il duomo di Pisa e l'architettura romanica toscana delle origini, Pisa, Nistri-Lischi, 1975, («Cultura e storia pisana», 4).

47 Raggiunte le tappe della duplice consacrazione, attraverso un procedimento edificatorio per settori contigui “cuciti” con cura, fu approvata la scelta di prolungare le navate longiutudinali di tre campate, realizzandole attraverso un metodo vistosamente divergente dal precedente132. Questo cambiamento di metodologia lo si nota all’esterno dal nuovo paramento marmoreo a listature bicrome regolari e continue. Attraverso questo ingrandimento la costruzione rivaleggiava con le principali chiese dell’epoca ed era necessaria una nuova veste stilistica, più aggiornata, in linea con i canoni estetici del pieno Romanico della metà del Millecento che impongono l’inserimento di numerosi particolari figurativi. Così sia all’esterno che all’interno troviamo capitelli, cornici e fregi ricchi di motivi decorativi per lo più zoomorfi, studiati e analizzati da Peroni133. Questa fase è stata assegnata a Rainaldo da una epigrafe a tarsia prudens operator

et ipse magister, che lascia intendere l’artista come un rivoluzionario innovatore

del Romanico 134. Infatti le sue opere differiscono dal precedente sereno classicismo e si aprono allo studio di varie realizzazioni di quei decenni, ponendo attenzione ad opere lombarde, a modelli islamici come il capitello del Faht predato dai pisani a Maiorca nel 1115 i quali racemi spinati diventano la base dei motivi vegetali delle opere rainaldesche. In tale direzione si sono volti gli studi di Milone nel 2002 e Ascani nel 2007135.

132

TRONCI, P., Il Duomo di Pisa, Pisa, Tip. F. Mariotti, 1922,p.2, nota 2.

SCALIA, G., La consacrazione della cattedrale pisana, 26 settembre, 1118, Bollettino storico

pisano 61, 1992, p. 14, nota 65, pp. 26-27.

PERONI, A., Il Duomo di Pisa : saggi schede, con la collaborazione di Cinzia Nenci, scritti di Alberto Ambrosini...et alii ; fotografie di Alessandro Angeli ...et alii, rilievi e grafici di Gabriele Berti ...et alii, fotogrammetria di Lamberto Ippolito, Vol. 3, Modena, F. C. Panini, 1995, («Mirabilia Italiae» 3), p. 14, note 18-19-20.

133

PERONI, A., I draghi antropofagi nella facciata del duomo di Pisa, in «Iconographica», Abb. XXVIII, Poitiers, 1999, pp. 175-182.

134

Vedi il paragrafo dedicato alle epigrafi in questo studio.

135

MILONE, A., "Arabitas" pisana e medioevo mediterraneo : relazioni artistiche tra XI e XIII secolo , in “Fibonacci tra arte e scienza” a cura di Luigi A. Radicati di Brozolo, Pisa, Cassa di

risparmio di Pisa, 2002, pp. 100-131.

ASCANI V., Prede-reliquie-memorie d’Oltremare e la loro ricezione nella Toscana romanica, in “Medioevo Mediterraneo: l’Occidente, Bisanzio e l’Islam”, a cura di A.C. Quintavalle, Milano 2007, («I Convegni di Parma», 7), pp. 637-657.

48 Facendo le suddette, necessarie, considerazioni è ipotizzabile che ci furono decisioni stabilite a priori e portate avanti fino all’addizione occidentale, iniziata probabilemte dopo il 1135. Sulla data di tale ampliamento non c’è unanimità tra gli studiosi, ma è il dato storico del Concilio di Pisa, ospitato nel duomo nel 1135, e quindi la permanenza prolungata della corte pontificia, ad aver persuaso Ascani sul sollevarsi della necessità del prolungamento con la nuova addizione136. Contestualmente si aprono istanze di Romanico maturo su questa aggiunta, inoltre si definisce un antitetico spirito culturale dentro il quale questa parte viene edificata, lasciando pensare che priprio in occasione del Concilio si notasse la necessità di un ampliamento, attuato poi nei decenni successivi137.

136

ASCANI V., Il Duomo di Pisa, Architettura e scultura architettonica dalla fondazione al

Quattrocento, in "La Cattedrale di Pisa”, a cura di Gabriella Garzella; Antonino Caleca; Marco

Collareta. Foto di Irene Taddei, San Miniato, Cassa di Risparmio di San Miniato; Pisa, Pacini,

2014, p. 85.

Per il Concilio di Pisa Cfr. ZERBI, P., Tra Milano e Cluny. Momenti di vita e cultura

ecclesiastica nel sec XII, (Italia Sacra. Studi e documenti di storia ecclesiastica, 28),

Roma, 1978. 137

ASCANI V., La cattedrale come prodotto culturale: il Duomo di Pisa, in “La pietra e le pietre la fondazione di una cattedrale: conferenze in occasione del 950° anniversario della fondazione della Cattedrale di Pisa”, Opera Della Primaziale Pisana, Pisa, Pacini, 2015, pp.47-88.

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